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Guerra o pace? A scuola abbiamo simulato lo staff di Bush
LO STAFF DEL PRESIDENTE
Laboratorio didattico di simulazione
Ciao a tutti!
Vi vorrei raccontare l'esperienza didattica che sto realizzando a scuola in
questi giorni con i miei studenti e che prende spunto dalla grave
situazione internazionale in cui sono in corso i preparativi per una guerra
che si preannuncia complessa, imprevedibile e tragica.
Tale esperienza ruota attorno ad una metodologia attiva e interattiva che
convolge l'intera della classe: il gioco di simulazione. Gli studenti
devono infatti simulare lo staff dei consiglieri del Presidente degli Stati
Uniti. Per quanto il termine "gioco di simulazione" sia quello tecnicamente
più adatto, in classe cerco di usare il meno possibile il termine "gioco"
per parlare solo di "simulazione": "Facciamo una simulazione", dico.
Infatti la progettazione di una guerra non può essere simulata come un
gioco, almeno dal mio punto di vista, per il suo carattere tragico. E
tuttavia la simulazione, proprio perché può prendere in considerazione
diverse opzioni può esaminare anche opzioni alternative alla guerra: misure
politiche e diplomatiche volte a garantire la sicurezza. E quindi la
simulazione può servire anche a verificare che non sempre la guerra è lo
strumento più efficace e "più forte" per essere forti e per raggiungere gli
obiettivi che ci si prefigge. In tal senso la simulazione può ritornare ad
essere un "gioco" che ha come mezzo di elaborazione il miglior software di
cui l'uomo dispone, la ragione, e come fine la pace.
Premetto che questo "laboratorio didattico" di simulazione che vi
"racconterò" è stato sperimentato ieri nella 2F e oggi nella 4Bm
dell'Istituto Tecnico Industriale Righi di Taranto. Esso si ispira al gioco
"Wall Street" contenuto nel bel libro di Matteo Morozzi e Antonella Valer
"L'economia giocata", uscito ad agosto per le edizioni EMI (gli indirizzi
e-mail degli autori sono antonella.valer@unimondo.it e
bottegadelmondo@tiscalinet.it). E infatti ad agosto ho avuto modo di
"addestrarmi" su questo gioco di ruolo con l'autrice Antonella Valer in un
corso di aggiornamento sull'educazione alla mondialità organizzato a
Trodena (BZ) dall'AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau).
L'esito veramente coinvolgente di quell'esperienza mi aveva convinto della
bontà e necessità di introdurre nella scuola anche i giochi di simulazione.
Pur partendo da "Wall Street", questo laboratorio didattico di simulazione
introduce delle varianti che lo rendono sostanzialmente nuovo e che lo
spostano dal settore dell'economia a quello della geopolitica e della
elaborazione delle opzioni di guerra e di pace.
Lo "staff del presidente" è un laboratorio di simulazione che ha come
obiettivo quello di far prendere al Presidente degli Stati Uniti - alla
luce delle informazioni oggi disponibili - le scelte più efficaci per
combattere il terrorismo e rispondere adeguatamente ai tragici fatti
recentemente accaduti negli Stati Uniti.
La simulazione ha le seguenti regole:
- i consiglieri hanno il compito di elaborare delle proposte militari e
politiche;
- il Presidente ha il compito di ascoltare tutti senza esprimere pareri ma
ponenso solo domande per poi alla fine elaborare degli scenari ed esprimere
delle valutazioni in merito sui pro e sui contro, indicando il suo giudizio
complessivo;
- ogni consigliere dispone di un voto che può andare ad una o due opzioni
al massimo;
- il presidente dispone di 5 voti è spesso determinante per il successo;
può segliere solo una opzione.
Fin qui la simulazione è piuttosto semplice ed è un addestramento didattico
all'ascolto, all'elaborazione orale in modo logico e stringente delle
proprie argomentazioni, all'elaborazione di scenari alternativi, alla
considerazione di punti di vista plurimi e alla valutazione secondo la
bilancia "costi/benefici" secondo un approccio non deterministico ma
probabilistico, basato sulla valutazione del rischio.
Gli studenti-consiglieri non discutono tutti insieme ma si riuniscono in
tre gruppi: uno che discute ed elabora le opzioni militari, uno che valuta
le conseguenze di tali opzioni sulla borsa e sull'economia e uno che valuta
le ripercussioni di tutto ciò sull'opinione pubblica e quindi sul consenso
che ogni opzione produrrebbe in termini di consenso al Presidente.
Ma a turbare questo ideale "parlamento della logica", con le commissioni
degli esperti intenti a valutare i pro e i contro, intervengono fattori
segreti e preoccupazioni inconfessabili, in buona parte tratte dal gioco
"Wall Street" ma rielaborate nel contesto specifico.
Infatti nel corso della simulazione ho chiamato da parte, con i pretesti
più svariati, alcuni studenti e ho loro consegnato di nascosto un
bigliettino "top-secret" dicendo di non rivelare a nessuno ciò che stavano
leggendo. Ecco il contenuto dei bigliettini:
1) Il primo viene consegnato al Presidente: "Top-Secret per il Presidente:
la CIA ti ha informato che fra i consiglieri che incontrerai forse c'è una
spia. Sarebbe riconoscibile perché cercherà di convincerti usando le parole
"pace", "giustizia", "occorrono le prove". Questa spia avrebbe il compito
di creare disaccordo fra i tuoi consiglieri e di portare così alle lunghe i
lavori del tuo staff.
2) Un altro viene consegnato ad una "finta spia": "Sei uno dei nuovi
consiglieri dello staff del Presidente. Cerchi di fare carriera. Hai saputo
che il presidente vuole dichiarare la guerra con un solenne discorso ma che
non riesce a trovare le frasi giuste per inserire in modo convincente le
parole "pace", "giustizia" e l'espressione "possiamo fornire le prove".
Alcuni amici ti consigliano pertanto di intervenire per offrire le idee più
azzeccate per fare il discorso alla Nazione.
3) Ed ecco il bigliettino passato alla "vera spia" che si è inserita nello
staff presidenziale in veste di consulente: "Sei una spia di una società
segreta che gioca in borsa e che ha lo scopo di far crollare la borsa di
Wall Street con una manovra arrischiata. Se Wall Street cade allora il
dollaro affonda e la società segreta ha acquistato oro in enormi quantità
perché l'oro andrà alle stesse e tu realizzerai enormi guadagni. Il tuo
scopo è pertanto quello di dare al Presidente i consigli peggiori.
4) Infine due bigliettini vengono dati a due consiglieri ben collegati alla
lobby delle armi: "Sei un consigliere dello staff presidenziale. Hai
acquistato in borsa forti quantitativi di azioni di aziende che producono
armi. Premi sul Presidente perché scateni una guerra in modo che le tue
azioni salgano in borsa: con una guerra realizzerai enormi guadagni".
La durata della simulazione è stata di due ore più un'ora per scrivere i
commenti su ciò che hanno provato. I bigliettini sono rimasti rigorosamente
segreti (come pure i ruoli "inconfessabili") e sono stati letti solo dopo
la votazione, generando stupore e "colpi di scena".
La simulazione nelle due classi è andata benissimo forse perché i ragazzi
sono stati presi di sorpresa e trascinati per due ore nei panni di chi ora
sta decidendo il futuro del mondo. I giudizi finali sono stati di
estremamente positivi in quanto il "laboratorio" imponeva loro di astrarsi
dalle loro convinzioni per spingerli ad informarsi, porsi nei paanni degli
altri, ascoltare e valutare diversi punti di vista, costruire le ipotesi
finali su cui effettuare la votazione conclusiva.
Ed ecco come è andata in 2F (16 studenti). Ogni consigliere poteva
esprimere un voto anche per una o due opzioni. Le opzioni elaborate sono
state le seguenti:
1) No alla guerra per le ripercussioni negative sulla borsa. Proposta:
collaborazione attraverso l'ONU di tutte le polizie del mondo per
sconfiggere il terrorismo. 6 voti.
2) Guerra massiccia per piegare ogni resistenza con i bombardamenti aerei,
anche mettendo a rischio la vita dei civili. L'altro rischio è quello di
una disperata reazione di terroristi kamikaze in tutto il mondo. Ma questi
rischi vengono messi nel conto e l'opzione è considerata inevitabile per
sradicare definitivamente le basi del terrorismo. 5 voti
3) Intervento mirato con truppe di terra. Si mette nel conto la perdita di
soldati Usa e l'incremento delle spese militari. 9 voti
4) Minaccia dell'uso della bomba atomica. 4 voti
Il Presidente (lo avevo scelto io fra i ragazzi più saggi e preparati) ha
puntato i suoi 5 voti sulla 3' opzione, che è risultata vincente. Rivelato
a sorpresa il contenuto dei bigliettini segreti, il Presidente si è accorto
che la spia (che doveva dargli i "consigli peggiori" per far crollare Wall
Street) aveva premuto sia per l'opzione 2 sia per l'opzione 3. "Chi persavi
fosse la spia?", ho chiesto. Il Presidente ha indicato il consigliere
carrierista, che gli aveva proposto alla fine l'opzione 1.
I consiglieri collegati alla lobby militare hanno votato per la 2 e la 3
(uno) e per la 2 e la 4 (l'altro).
Molto interessante è stato il fatto che il "pregiudizio" del Presidente,
creato ad arte da informazioni sibilline e pilotate, ha generato effetti
catastrofici portando a confondere un carrierista con una spia e perdendo
di vista il vero sabotatore.
In 4Bm invece i ragazzi-consiglieri hanno elaborato 5 ipotesi e i voti
attribuiti sono stati questi:
1) attacco globale e massiccio: 4 voti
2) infiltrazione di corpi speciali in Afganistan e spionaggio per catturare
Bin Laden, anche con accordi con guerriglieri delle fazioni rivali: 6 voti
3) attacco aereo alle basi militari: 4 voti
4) attacco con truppe di terra; azioni mirate preparate dallo spionaggio
5) collaborazione tra le polizie e i servizi segreti di tutto il mondo
mediante il coordinamento dell'ONU: 4 voti
I 5 voti determinanti del Presidente sono andati sulla 5' opzione. Il
Presidente, che era stato eletto dai ragazzi, era uno dei ragazzi piu'
preparati e alla fine ha dimostrato una saggezza che speriamo sappia
trovare anche Bush. La finta spia è stata individuata ma non ha
condizionato il presidente. Il sabotatore infiltrato dalla società segreta
che aveva comprato oro ha agito in sedgreto con mota determinazione, forse
troppa, tanto che il gruppo della "borsa" ha detto: "Ma che stai dicendo,
sei pazzo? Così fai crollare la borsa!" Aveva consigliato al presidente
l'attacco globale all'Afganistan. La finta spia aveva consigliato l'opzione
2 mentre i consiglieri collegati alle lobby militari avevano scelto
l'attacco globale.
La cosa da segnalare e' che io non ho influenzato in alcuno modo le due
classi (non avevo espresso le mie opinioni, siamo all'inizio dell'anno
scolastico e questi sono i primi incontri) e in particolare la 4 Bm (io non
la conosco, e' nuova per me).
Riporto sinteticamente alcune frasi che hanno scritto come riflessione finale:
Antonio: "Attività abbastanza interessante capace di sviluppare
caratteristiche innovative e di aprire la mente ad altre opinioni. Lo scopo
finale di questo gioco, oltre al coinvolgimento, è quello di non trarre
conclusioni affrettate e di non basarsi sui pregiudizi".
Damiano: "Affrontando l'argomento della guerra attraverso un gioco di
simulazione ho capito ed elaborato con i miei compagni nuove opinioni".
Luca: "Questo gioco o, per meglio dire, questa simulazione, ci è servita ad
analizzare i problemi da molteplici punti di vista. Senza arrivare a
conclusioni affrettate abbiamo cercato diverse soluzioni a questo delicato
problema. Dopo una votazione è emerso che la soluzione preferibile era
quella di mantenere la pace. In seguito il professore ci ha rivelato di
aver distribuito dei biglietti a dei ragazzi e in questi biglietti c'erano
scritti dei compiti da svolgere e delle "parti da recitare". In conclusione
dico che il lavoro ci è servito anche a lavorare in gruppo, condividendo le
nostre idee con gli altri".
Michele: "In questa simulazione si può dire che ognuno di noi cercava di
guardare i problemi da vari punti di vista, senza sottovalutare i pro e i
contro. Siamo riusciti ad analizzare un problema molto grave, cercando di
trovare soluzioni a questioni certamente molto più grandi di noi".
Nicola: "E' stato un "gioco" interessante e allo stesso tempo educativo
perché ha evidenziato che anche dei pregiudizi possono comportare una guerra".
Enrico: "Grazie a questa specie di gioco abbiamo capito che non bisogna
fidarsi dei pregiudizi della gente perché alle volte in situazioni simili a
questa (in condizioni reali) ci può essere sempre chi fa il doppio gioco
con il solo scopo di arricchirsi alle spalle della gente che lotta come in
questo caso per trovare una soluzione più pacifica possibile".
Attilio: "Questa attività di simulazione mi è servita molto per
approfondire le vicende accadute da vari punti di vista (politico,
economico e sociale) e soprattutto per responsabilizzarmi".
Emilio: "Questa attività ci è servita ad aprirci la mente. Siamo abituati a
seguire i "media" ma oggi abbiamo imparato a non avere pregiudizi. Ogni
scelta deve essere motivata e deve interessarsi dei possibili riscontri".
Marco: "E' stata una simulazione interessante poiché si interagisce con
molte opinioni e bisogna ragionare sui pro e sui contro prendendo così la
decisione più giusta. Ma insegna anche a non fidarsi di persone importanti
che possono essere spie che cercano di far valere la propria opinione per
propri scopi".
Cosimo: "Sono molto contento di aver potuto partecipare a queata attività
di simulazione che è riuscita a coinvolgere tutta la classe attorno ad un
compito comune, rendendo quanto più reale possibile una immedesimazione
nella situazione attale che gli Usa e il resto del mondo stanno affrontando
in questi giorni".
Cosimo2: "Questa attività ci è servita ad entrare meglio nel problema della
guerra. Infatti alcuni non sapevano bene tutto ciò che sta accadendo e poi
abbiamo capito che non bisogna molto fidarsi degli altri e soprattutto che
non bisogna farsi pregiudizi".
Alessio: "Con questa simulazione ho capito quanto possa essere difficile
prendere una decisione, soprattutto quando questa scelta comporta il
sacrificio di vite umane da parte del Presidente. Dall'altra parte è stato
bello perché è interessante provare a far parte dello staff presidenziale.
Spero che si possa ripetere questa esperienza perché la ho reputata
interessante".
Ma chi ha saputo riassumere con la massima semplicità il senso di tutto è
stato Christian, che ha scritto: "Abbiamo imparato con la nostra testa come
comportarci dopo questa tragedia".
Infatti di una tragedia si tratta e il nostro pensiero si inchina in
silenzio di fronte a tante persone innocenti cancellate dalla folia e dal
fanatismo.
Alessandro Marescotti
docente di Lettere della 2F e 4Bm dell'Istituto Tecnico Industriale "Righi"
di Taranto
NOTA BENE - questo saggio viene inviato al settimanale "Vita" e
probabilmente verrà utilizzato per illustrare l'esperienza. Chiunque lo
volesse utilizzare per altre eventuali pubblicazioni è pregato di
contattarmi (e di dirmi se le lettere accentate si leggono o se escono
fuori degli sgorbi strani). Ringrazio profondamente gli amici dell'AIFO ,
Matteo Morozzi e Antonella Valer per avermi dato l'opportunità di entrare
in modo critico ed edicativo nel mondo dei giochi di simulazione. La
stesura di questo saggio è stata realizzata di getto e non ancora
revisionata. Mi scuso per gli errori che inevitabilmente contiene.