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cosa pensano i miei studenti di Carlo



Cari amici,

ho letto a scuola la lettera con cui Carlo Gubitosa ha annunciato la sua
decisione di andare in Cecenia come obiettore di coscienza.  La lettera e'
in PeaceLink News all'indirizzo: 
http://www.peacelink.it/webgate/pcknews/msg00298.html
E' una lettera durissima, Carlo non avra' vita facile e io non credo che
avro' gli aumenti del ministro se continuo cosi' ;-)

Non l'ho letta con enfasi e con grandi aspettative, erano l'ultima ora e -
che volete - mica si puo' fare la rivoluzione in cinquanta minuti.
Sperimento pero' una "pedagogia dell'immedesimazione" e ritengo che questa
scuola di plastica, in cui spesso "si fa finta", ogni tanto possa essere
beneficamente turbata dalle emozioni reali della vita. Ed e' per questo che
ogni tanto porto in classe le e-mail che "bucano" la finzione; alcuni anni
fa Enrico Marcandalli mando' i suoi messaggi dall'Africa, Ugo - un ragazzo
tossicodipendente in disintossicazione - scriveva il suo sofferto diario,
l'anno scorso fu la volta della guerra in Kossovo e dei messaggi del
professor Vidanovic che scriveva sotto il benefico effetto delle bombe
umanitarie. Ora e' stata la volta di Carlo e dopo aver letto le sue parole
li ho osservati per bene: che faccia faranno? Prenderanno sul serio la
serieta' di Carlo?

L'effetto e' stato stranissimo. Infatti NESSUNO ha sentito la campanella e
siamo stati gli ultimi ad uscire con cinque minuti di ritardo quando ormai
il padiglione si era svuotato e il bidello stava preoccupandosi. 
"Ma come, e' suonata?" 
"Si', non l'avete sentita?"
Io sono sbadato per natura, ma e' strano che nessuno abbia udito.
E cosi', percorrendo il corridoio deserto ho riletto il foglio di Valentino:

"Io sono uno di quelli a cui piace, come dice Carlo Gubitosa, starsene
seduto sulla poltrona a seguire le partite in TV o "Un medico in famiglia"
la domenica ed e' proprio vero: non avrei il coraggio di andare a mettere a
repentaglio la mia vita in Cecenia o in qualsiasi altra nazione. In un
certo senso i complici di questa guerra siamo noi in quanto vendiamo le
nostre armi alla Russia in guerra con la Cecenia perche' vuole diventare
indipendente. Ma Carlo non sa fare, come dice nella sua lettera, lo
struzzo. Percio' partira' per la Cecenia grazie a una "vocina", una luce
interiore. Penso che per Carlo non sara' una cosa da niente, infatti non lo
e'..."

Ivana ha scritto: "Per me viviamo in una societa' omertosa, cioe' in una
societa' di silenzio e tutto questo per me significa "convenienza". Vicende
cosi' drammatiche mi colpiscono, forse perche' sono molto sensibile e non
accetto tutto questo o perche' non sono tanto coraggiosa come Carlo
Gubitosa..."

Edorado fa molti errori ma piu' o meno scarabocchia: "Stamane il nostro
professore ci ha letto una lettera che un suo amico gli ha mandato con la
posta elettronica. In questa lettera Carlo ci fa vedere come l'Italia e'
complice nel vendere le armi alla Russia. Carlo sta avendo un coraggio
nello smascherare l'Italia e nel fare sapere a tutti che l'Italia e'
complice nell'uccidere delle vite umane solo per dei giri di soldi. Io non
sono sicuro che Carlo ne uscira' vivo perche' sotto queste cose c'e' sempre
di mezzo la mafia e non c'e' da scherzare su queste cose. Io non so se un
giorno avro' il suo coraggio ma quando arrivera' il momento di esprimere
delle considerazioni lo faro'..."

Non e' facile incoraggiare a cuor leggero la limpida coerenza delle scelte
di Carlo. Penso a mio figlio e al giorno che decidesse di scrivere una
lettera come la sua: come mi sentirei?
Percio' ho solo lanciato ai miei studenti il sasso di una testimonianza
nello stagno della scuola, senza retorica, senza commenti ne' dicendo "fate
come lui". 

Pero' pensando e ripensando a Carlo ho trovato due frasi che la sua lettera
mi ha dato modo di rileggere con occhi nuovi:

"Io credo che dovunque c'e' qualcuno che non si uniforma, che si ostina a
pensare con la propria testa e a sentire col proprio cuore, e che, non
cedendo al ricatto "vivi come gli altri!", ne paga le conseguenze, la' c'e'
qualcuno a cui tutti debbono essere grati. Sempre." 
Andrea Molesini ("All'ombra del lungo cammino")
 
"La tendenza generale del mondo e' quella di fare della mediocrita' la
potenza dominante... Nella nostra epoca, il semplice esempio di
anticonformismo, il mero rifiuto di piegarsi alla consuetudine e' di per
se' stesso un servigio all'umanita'".
John Stuart Mill ("Saggio sulla liberta'")

Che ne pensate?

Alessandro