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Capitini: "La mia nascita e' quando dico un tu"



9/1/2000
From: "Mencaroni" <l.mencaroni@full-service.it>
Subject: centenario aldo capitini

ASSOCIAZIONE NAZIONALE AMICI DI ALDO CAPITINI
  

Il 23 dicembre del 1899 nasceva a Perugia Aldo Capitini.
Religioso aperto alla compresenza dei morti e dei viventi per costruire
insieme a tutti una realtà e una società liberate dalla morte, dal male,
dall'oppressione, politico ribelle alla chiusura degli stati e ai limiti
dei partiti, filosofo della nonviolenza che introdusse per primo nella
cultura occidentale, educatore e poeta, attivissimo antifascista da sempre,
cacciato dall'università e incarcerato due volte dal regime, fondatore
della società vegetariana italiana, difensore della scuola pubblica,
organizzatore dei centri di orientamento sociale, C.O.S., diffusi in Italia
negli anni del dopoguerra e pensati per la diffusione del controllo dal
basso e la partecipazione di tutti al potere, teorico del liberalsocialismo
nonviolento per arrivare con il massimo di libertà al massimo di
socialismo, organizzatore della prima marcia Perugia - Assisi per la pace e
la collaborazione tra i popoli, difensore del ruolo dell'ONU come futuro
governo di un mondo unito e nonviolento, il centenario della sua nascita è
stato ricordato nel congresso del Movimento nonviolento da lui fondato nel
1964 e in due convegni, a Perugia il 18 e 19 novembre e a Torino il 14 e 15
dicembre.
  
La mia nascita è quando dico un tu.
Mentre aspetto, l'animo già tende.
Andando verso un tu, ho pensato gli universi.
Non intuisco dintorno similitudini pari a quando penso alle persone.
La casa è un mezzo ad ospitare.
Amo gli oggetti perché posso offrirli.
Importa meno soffrire da questo infinito.
Rientro dalle solitudini serali ad incontrare occhi viventi.
Prima che tu sorridi, ti ho sorriso.
Sto qui a strappare al mondo le persone avversate.
Ardo perché non si credano solo nei limiti.
Dilagarono le inondazioni, ed io ho portato nel mio intimo i bimbi travolti.
Il giorno sto nelle adunanze, la notte rievoco i singoli.
Mentre il tempo taglia e squadra cose astratte, mi trovo in ardenti secreti
di anime.
Torno sempre a credere nell'intimo.
Se mi considerano un intruso, la musica mi parla.
Quando apro in buona fede l'animo, il mio volto mi diviene accettabile.
Ringraziando di tutti, mi avvicino infinitamente.
Do familiarità alla vita, se teme di essere sgradita ospite.
Quando tutto sembra chiuso, dalla mia fedeltà le persone appaiono come figli.
A un attimo che mi umilio, succede l'eterno.
La mente, visti i limiti della vita, si stupisce della mia costanza da
innamorato.
Soltanto io so che resto, prevedendo le sofferenze.
Ritorno dalle tombe nel novembre, consapevole.
Non posso essere che con un infinito compenso a tutti.
  
Aldo Capitini, Colloquio corale, Pisa, ed. Pacini e Mariotti. 1956, p.13