Re: [educazione] Lettera a Flavio Lotti: l'educazione alla pace dopo la morte di Gheddafi



Grazie Alessandro per le tue parole che condivido profondamente e mi hanno profondamente commosso. Fiorella
Il giorno 26/ott/11, alle ore 17:35, Alessandro Marescotti ha scritto:


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-----Original Message-----
From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
Sender: progetto-request@peacelink.itDate: Tue, 25 Oct 2011 09:44:02
To: Flavio Lotti<flaviolotti at tiscali.it>
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Subject: [progetto] Per Flavio Lotti - Tavola della Pace

Caro Flavio,
ho provato a telefonarti. Ti scrivo. E condivido in rete queste poche parole, spero sensate. Comunque scritte con il cuore e con sincerita'.

L'epilogo vergognoso di questa vergognosa guerra richiede a mio parere una netta presa di distanza da parte della Tavola della Pace.

Come sai sono un docente e ti scrivo dalla mia aula scolastica, fortemente colpito dalle reazioni dei miei studenti di fronte alla fine di Gheddafi.

Ne abbiamo parlato poco fa in classe.

Ti scrivo dopo aver toccato con mano come i miei studenti - che hanno partecipato alla marcia Perugia Assisi e al momento formativo di Bastia Umbra - siano stati in gran parte convinti dai mass media che questa fosse la degna fine della guerra e del dittatore.

Il disastro educativo - perche' di disastro si tratta - e' enorme. Ma non irreparabile.

Ho ascoltato frasi che mai avrebbe detto un ragazzo se la Tv non lo avesse abilmente istigato a stare dalla parte dei carnefici. E quando oggi si usa la parola 'dittatore' tutto diventa lecito. Del resto le guerre coloniali italiane non furono promosse allo scopo dichiarato di eliminare la schiavitu' in Africa?

Una mentalita' che pensavo cancellata risorge e vedo nelle parole dei miei ragazzi una barbarie non loro.

La barbarie non nasce spontaneamente nei ragazzi.

Non possiamo proporre alle scuole l'educazione alla pace e assistere al suo scempio, ad opera di un imbarbarimento della comunicazione.

Il disastro mediatico e' di proporzioni mai viste e colpira' al cuore il nostro progetto pedagogico.

Anzi: lo ha gia' colpito. Ma non lo ha affondato.

La falla da riparare e' spaventosa.

Siamo in balia di un mix di valori talebani e perbenismo della Nato che convivono in un'apoteosi della "guerra giusta" (quando mai se ne e' combattuta una sbagliata?).

La scuola e l'educazione hanno perso il controllo della situazione perche' dopo ore di immagini di "guerra giusta" cosa possiamo aspettare che rimanga nella mente dei ragazzi e purtroppo anche dei loro docenti?

A che e' servito marciare per ricordare Capitini se poi i ragazzi vedono torturare Gheddafi senza alcuna immediata presa di distanza di Napolitano e della stessa Tavola della Pace?

E cosi' alcuni ragazzi mi hanno detto che quello che era stato fatto "e' troppo poco". Anzi hanno sbagliato per difetto. Perche' Gheddafi "bisognava lasciarlo in vita per fargliene ancora di piu'".

Il disastro diverra' irreparabile se non riportiamo in campo la cultura contro la barbarie, la letteratura contro la volgarita', il diritto contro l'abuso, l'etica contro il business, la scienza per la salvare e non per colpire.

Lo dobbiamo fare a partire dalla scuola in nome della civilta'.

Occorre un forte recupero educativo di fronte a quanto i media - anche quelli 'progressisti' - hanno colpevolmente distrutto in questi giorni.

Ormai la politica divora tutto, anche la storia e la cultura, usando la tv come una clava che manda in frantumi il nostro non facile lavoro di insegnanti.

Qualcuno dovra' pure dire scusa.

E' passato il messaggio che tutto cio' che hanno fatto i vincitori fosse giusto.

Non possiamo costruire negli anni valori positivi di nonviolenza per farci distruggere nei giorni un intero progetto di pace e di educazione.

Lo tsunami della "guerra giusta" oggi ha annichilito decenni di impegno di educazione alla pace e non possiamo continuare a fare finta di nulla.

Bastano dieci minuti di Tv per spazzare via un anno di insegnamento.

Basta un rutto, una parolaccia, un grande fratello, una bomba, una tortura esibita in pubblico - il tutto senza commento ma con compiaciuta sete di audience - e il gioco e' fatto. Milioni di euro di spese per la scuola bruciati in poche ore di barbarie sul video. Ore di impegno educativo sbriciolate in un attimo.

Il disastro e' avvenuto e se vai a parlare nelle scuole, dai bambini a ragazzi, scoprirai che ti diranno cose brutte, atroci, cose che non avresti mai voluto sentire.

Ma ho anche una grande speranza, perche' i ragazzi non sono scemi. E appena si accorgono di essere ingannati si ribellano, cambiano opinione e non difendono le loro convinzioni sbagliate, capiscono di essere stati manipolati dagli adulti.

In un'ora di buona discussione - poco fa in classe - ho assistito al dubbio e al cambiamento.

Questi ragazzi hanno bisogno di esempi educativi, positivi. Ci guardano.

Hanno bisogno dell'esatto opposto di quello che hanno visto.

Altrimenti andranno a gettare i sassi dai cavalcavia senza grandi scrupoli di coscienza.

La coscienza.

Cosi' assopita.

Cosi' anestetizzata.

Abbiamo osannato come eroi quelli che hanno bombardato l'ospedale di Sirte terrorizzando i feriti, le donne, i vecchi e i bambini: e ci stupiamo se i ragazzi non hanno ideali?

Con il silenzioso disimpegno e con l'ignavia di chi avrebbe dovuto dire solennemente "basta" (mi riferisco a Ban Ki Moon, al Papa e a Napolitano) e' avvenuto qualcosa che dovremo raccontare ad occhi bassi come esempio della vergogna internazionale, in una commissione che ristabilisca la verita' in questa guerra.

Come monito per il futuro ma anche - perche' no - promuovendo una commissione internazionale di indagine che processi per i crimini di guerra commessi.

O noi riusciamo a dire con chiarezza questo a la guerra si ripetera'. Umanitaria e indecente come sempre.

Occorre una netta presa di distanza dallo scempio.

Le nostre parole dovranno avere la credibilita' di quelle di don Milani e Capitini o noi abbiamo fallito.

Dobbiamo dire con chiarezza che questa guerra ha travolto tutti i principi di legalita' e di decenza.

Perche' questa guerra ha sodomizzato le coscienze prima ancora di Gheddafi.

Dalla scuola dovra' partire un recupero di dignita' e verita'.

Spero che condividerai il mio grido di dolore e questo bisogno di speranza.

Un caro saluto
Alessandro
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