L'idea
centrale è la reinterpretazione dell’educazione alla
cittadinanza attiva come sviluppo della competenza al
satyāgraha: la lotta nonviolenta fondata sulla
noncollaborazione creativa e su un coraggioso “lavoro su
di sé”. La prospettiva è non solo teorica, ma
soprattutto pratica: per progettare esperienze di
formazione alla Difesa Popolare Nonviolenta. Quello
della formazione dei cittadini alla difesa nonviolenta,
in alternativa a quella militare, è un tema generalmente
escluso dai contesti educativi formali e non formali,
sia per i giovani che per gli adulti, perché punta a far
crescere la capacità della popolazione a sapersi
difendere da sé, a difendere la democrazia e la libertà
senza ricorrere alle armi e alla struttura militare, ma
senza per questo rinunciare a tutelarsi efficacemente.
Il libro, dopo aver esplorato il rapporto tra educazione
e politica, individuando nel concetto di "cittadinanza
attiva" il loro felice punto di incontro, illustra in
chiave critica il “mito del soldato che porta la pace”
e come oggi in Italia esso venga diffuso, soprattutto
coi giovani e nelle scuole. Un’attenzione è riservata ai
processi psicosociali che ostacolano un approccio
costruttivo ai conflitti ed espongono al rischio di
assumere la violenza come strumento per gestirli,
persino giungendo a comportamenti disumani. Un capitolo
è dedicato all’analisi approfondita della prima
“Esercitazione Locale alla DPN”, proposta nel 2009 da
Pax Christi a Napoli, esperienza che ha coinvolto un
gruppo di cittadini “non addetti ai lavori”. Un libro,
insomma, che guarda con concretezza alla realizzazione
di un modello di difesa non distruttivo quale è, invece,
la guerra.
Per
sfogliarne qualche pagina online:
http://www.lameridiana.it/SchedeDettaglio/DettaglioPubblicazione/tabid/61/Default.aspx?isbn=9788861531994
Grazie, un saluto a tutti
Antonio