Moreno:
«Non recuperate Chance?
Bene, ma almeno salvate i suoi ragazzi»
Appello
della Incostante, Moreno risponde:
Maria Fortuna grazie, ma il progetto è
morto
NAPOLI
- Se il progetto regionale Scuole Aperte ha un futuro ancora incerto, quello di
Chance, il recupero dei ragazzi fuggiti dalle scuole ad opera dei cosiddetti
maestri di strada, pare certamente spacciato.
Gli
appelli del vecchio establishment della pubblica istruzione regionale al nuovo governo locale e a
Roma non mancano, ma per Cesare Moreno, che ha ereditato la conduzione dei
maestri di strada molti anni fa da Marco Rossi Doria, sono soprattutto occasione
per fare un amaro punto sull’esperienza universalmente riconosciuta ed in
particolare sugli sprechi e modalità di finanziamento dei progetti
extrascolastici a suo dire mai suscettibili di migliorie, perché non vengano
intaccati sistemi di distribuzione delle risorse per il sociale propri anche del
centrosinistra.
L’occasione
è una lettera appello in buona fede della senatrice Maria Fortuna
Incostante al ministro
dell'Istruzione, al presidente della Regione Campania, al sindaco di Napoli e al
Direttore scolastico regionale. Scrive la Incostante: «Finisce dopo oltre un
decennio Chance, un progetto educativo di fondamentale importanza per Napoli”
che “negli anni passati aveva visto la regia del Comune, dell’università e della
scuola” e che “ha espresso il suo massimo valore, soprattutto in certi quartieri
difficili, dove grandi insegnanti avevano fatto del loro impegno professionale
una missione di carattere sociale e civile. Certo ogni progetto può essere
rivisitato e migliorato se è possibile e necessario – continua l’ex assessore
campano al welfare -. Nella gestione di Chance sono state usate metodologie
molto particolari per riportare i ragazzi allo studio, ragazzi insofferenti
perfino a stare nella classe, che vivono in contesti socio familiari difficili.
Al completamento del percorso scolastico molti si sono perfino laureati” e
dunque “lasciarlo finire così è un errore. L’anno
scolastico comincia tra mille difficoltà ma non per questo Chance deve diventare
l’ultimo dei problemi in
una città esposta a decadenza e degrado civile e sociale. Non si può solo
pensare di uccidere gli ammalati o ritenere che alcuni non meritino nemmeno la
nostra attenzione, degenerando verso tentazioni naziste. Bisogna fare qualcosa,
tutti, soprattutto chi governa e ha responsabilità di primo livello. Partire dal
welfare, dall’inclusione, dal recupero e dall’investimento sulle giovani
generazioni. Welfare e politiche sociali non sono un lusso».
Moreno
risponde con una missiva pubblica titolata «Chance è finito. Per favore
occupiamoci di diecimila candidati alla dispersone scolastica». Eccola: «Cara Maria Fortuna, ti
ringrazio molto per questa iniziativa che ritengo appropriata ed equilibrata e
vorrei ribadire che non è il caso di far rinascere Chance. Ho illustrato per
anni e in più sedi che esistono normative e finanziamenti adeguati a realizzare
un progetto molto più leggero e diffuso, che con meno soldi sia più efficace. Ma
nessuno ha mai voluto ascoltarmi su questo, hanno sempre preferito giocare al
progetto talmente speciale da essere irripetibile, cosicché siamo restati per
dodici anni nell'angolo ufficialmente coccolati, ma anche sistematicamente
ostacolati e soprattutto isolati in modo da non turbare la distribuzione di
progetti e progettini secondo logiche che non sono quelle della richiesta
sociale. Su queste cose ci sono state gravi responsabilità nel passato che del
resto sono state pagate salatamente anche sul piano elettorale, inutile parlarne
in questa sede».
E
poi: «Prendo invece questo tuo scritto come il segno di una attenzione diversa e
più sostanziale. Io ho già
tradotto queste mie intenzioni in un preciso protocollo che ho consegnato alla
Direzione regionale già due volte; questo protocollo vorrebbe fare in modo che
le risorse regionali obbligatoriamente destinate alla formazione professionale
siano utilizzate al meglio anche in questa partita. Le stesse cose in modi
diversi le ho presentate al Finanziamento di Fondazione per il Sud. Come al
solito troppi uffici seguono solo i propri tempi e ritengono di essere esperti
di cose di cui non hanno alcuna esperienza. Io ti chiedo solo di aiutare la
città a rimettere le mani in questa partita con responsabilità e serietà
evitando bandiere, difese dei “poveri maestri di strada” (che ormai non ci sono
più e non hanno bisogno di difese) . Io sono disponibile gratuitamente a
organizzare ciò che è necessario organizzare subito in attesa degli iter delle
commissioni, dei finanziamenti e quant'altro. Io rispetto gli iter. Ma gli iter
dovrebbero rispettare i nostri giovani. I sistemi si trovano, basta volerlo. Nel
mio piccolo qualcosa la sto già facendo.
Spero
che tu sappia che l'anno scorso il progetto Chance regionale è partito a
marzo-aprile, che io e altri cinque colleghi siamo stati tenuti fermi per
cinque mesi. Dunque avevo chiesto a un dirigente scolastico se accettava il mio
aiuto volontario e gratuito e devo sinceramente ringraziarlo perché molti altri
non avrebbero accettato sospettando chissà cosa. Dunque le autorità preposte
possono ad esempio parlare - senza che si preoccupino di dovermi riconoscere
alcunché - con il sottoscritto che è esperto di questa materia oltre ad esserne
tenace cultore. Molti, più esperti di me, non sono altrettanto tenaci nello
stare sul campo, però se qualcuno di loro si fa avanti è benvenuto, io sono
vecchio e lascio il posto di combattimento a chiunque sia capace di prenderselo;
o magari ci sarebbero degli esperti noti ai ministeri, agli assessori, ai
dirigenti di questa città che sono stati rigorosamente nascosi in questi anni,
ma hanno prodotto eccellenti soluzioni e allora vengano fuori così finalmente il
cane da presa se ne sta a cuccia, che anche lui alla fine è stanco”.