Il Valore Educativo della Memoria Storica
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- From: "laura tussi" <tussi.laura at tiscalinet.it>
- Date: Wed, 7 Oct 2009 14:21:21 +0200
Cara Amica, Caro Amico,
Le deportazioni di civili costituiscono un aspetto e una parte importanti del fenomeno concentrazionario e della Shoah, complessivamente intesa e concepita. L'Amministrazione Comunale e la Biblioteca Civica di Nova Milanese, a livello didattico, attraverso competenze di studio approfondito e di ricerca sul campo, da decenni, conducono un lavoro documentaristico fondato su approcci pedagogici inerenti il fenomeno concentrazionario e la deportazione, soprattutto per motivi politici. La Biblioteca Civica di Nova milanese ha creato un sito di raccolta di testimonianze, videotestimonianze e documentazioni, ricavate da interviste e colloqui diretti con sopravvissuti e superstiti italiani, deportati per motivazioni politiche. Il sito in questione è www.lageredeportazione.org e concentra in sé anni di studio e di ricerca sul campo, in documentazioni che vengono direttamente trasmesse e rese fruibili tramite il Web.
LAGER E DEPORTAZIONE. Il valore educativo della memoria storica di Laura Tussi Le deportazioni di civili costituiscono un aspetto e una parte importanti del fenomeno concentrazionario e della Shoah, complessivamente intesa e concepita. L'Amministrazione Comunale e la Biblioteca Civica di Nova Milanese, a livello didattico, attraverso competenze di studio approfondito e di ricerca sul campo, da decenni, conducono un lavoro documentaristico fondato su approcci pedagogici inerenti il fenomeno concentrazionario e la deportazione, soprattutto per motivi politici. La biblioteca civica di Nova milanese ha creato un sito di raccolta di testimonianze, videotestimonianze e documentazioni, ricavate da interviste e colloqui diretti con sopravvissuti e superstiti italiani, deportati per motivazioni politiche. Il sito in questione è www.lageredeportazione.org e concentra in sé anni di studio e di ricerca sul campo in documentazioni che vengono direttamente trasmesse e rese fruibili tramite il Web. È accresciuto progressivamente e recentemente un diffuso interesse relativo al fenomeno concentrazionario e alla Shoah, grazie all'attenzione maggiore dedicata allo studio del ‘900 con i decreti Berlinguer e alla istituzione di una specifica giornata dedicata alla memoria e al ricordo di tutte le vittime della Shoah e degli stermini nazisti. In Italia è stata scelta la data del 27 gennaio, il giorno della memoria, in cui si aprirono i cancelli di Auschwitz. Nonostante questo attivismo delle istituzioni scolastiche, che vede un massiccio insegnamento dei crimini nazisti, l'antisemitismo e il razzismo sembrano esplodere in maniera virulenta in tutta Europa. Per affrontare in modalità più analitiche l'insegnamento della storia delle deportazioni, dei crimini nazisti della Shoah nella sua complessità, educatori e insegnanti si interrogano circa l'attivazione di modalità educative, produttive da un punto di vista formativo, per incentivare e migliorare tale insegnamento. Infatti risulta necessario individuare ed attivare strumenti, modi e forme didattiche adatte e che non ricadono nell'indicibile, restituendo alle quali il proprio valore nell'ambito della storia del ‘900, evitando pericolosi risvolti di desacralizzazione e interrogandosi sul tormentoso problema dell'unicità dell'Olocausto, questione che negli ultimi anni ha coinvolto storici e ricercatori in ampi dibattiti storiografici. Nella prassi scolastica occorre evitare di pensare alla Shoah come ad un evento sovrastorico, perché invece esso è intrinsecamente collegato alla storia del ‘900. Per comprendere meglio gli eventi, anche in chiave formativa, è necessario ripercorrere le tappe dell'antisemitismo, quale fenomeno sviluppatosi lungo tutto l'arco della storia umana. Fin dall'antichità, si è dispiegato il pregiudizio contro gli ebrei. Quindi l'antisemitismo non è peculiare solo del ‘900, ma affonda le sue radici nell'età classica, anche se assume una codificazione sempre più netta e precisa quando il cristianesimo si impone come religione dominante. In tutta l'Europa occidentale si sono sviluppate teorie razziste, quando gli europei cercarono una giustificazione razionale, sul piano ideologico, nella costruzione degli imperi coloniali e nella teoria della supremazia razziale, ampiamente sfruttata durante la conquista delle Americhe. Il campo di concentramento può utilmente configurarsi come un paradigma della barbarie del ‘900. Il confronto tra la Shoah e altri crimini definisce la sua unicità e singolarità, dove il genocidio ebraico è il solo nella storia ad aver perseguito l'obiettivo di un rimodellamento biologico dell'umanità, il solo complessivamente sprovvisto di una natura strumentale, in cui l'eliminazione delle vittime non era un mezzo, ma una fine implicito. Il gulag anche se terribile e brutale, nelle forme e nella sostanza, comprendeva e perseguiva il progetto di ricostruire una società diversa, mentre il lager voleva implicitamente e complessivamente un progetto di morte. Risulta opportuno chiedersi quali strumenti sono a disposizione dei docenti per una didattica capace di incidere sulla programmazione e quali temi trattare per offrire un insegnamento efficace. Spesso il tema delle deportazioni e del fenomeno concentrazionario vengono affrontati, affidando al testimone il compito di illustrare gli eventi senza preventive contestualizzazioni. Il valore dei testimoni è senza dubbio insostituibile, in quanto riescono a motivare gli studenti e a sensibilizzarli, grazie alla potenza emotiva connessa alla loro testimonianza, da cui si genera un apprendimento davvero profondo, se inserito in un percorso didattico che potrebbe avere nella testimonianza il suo stesso epilogo. L'insegnante è coinvolto nel gestire le inevitabili emozioni prodotte dall'ascolto di storie tanto estreme, in modo che da esse scaturiscano riflessione e conoscenza, in un passaggio molto difficile, perché anche con i testimoni si assiste ad un particolare fenomeno di sacralizzazione che non aiuta la riflessione critica e consapevole. Risulta importante conoscere anche gli aspetti più desueti della Shoah, come lo studio dei ghetti, la resistenza ebraica, oppure rintracciare la memoria e la storia di persone legate alle vicende del luogo in cui si vive, per intessere dinamiche di ricostruzione storica tra memoria locale e generale. Queste ricerche sono state condotte in molte scuole, partendo dagli archivi scolastici, che costituiscono una fonte imprescindibile per gli studenti. Nell'insegnamento della Shoah si ripropone il nesso tra storia e memoria. Il tema della memoria, non condivisa, non coinvolge solamente la resistenza, ma anche la storia della deportazione, costituita da molteplici tasselli e variegati aspetti, come la deportazione dei politici, degli internati militari, dei testimoni di Geova, degli omosessuali, dei Sinti e dei Rom, perseguitati dal nazismo con particolare violenza. Della terribile persecuzione dei Rom sono pervenuti esigui documenti perché i pochissimi sopravvissuti non hanno reso testimonianza, a differenza degli ebrei e dei deportati politici. Queste differenti tipologie di deportazione costituiscono tessere di un ampio mosaico, ma la memoria di tali eventi non è condivisa. L'assassinio e l'annientamento perpetrato dai nazisti viene collocato su un piano strettamente gerarchico, in quanto si assegna alla deportazione ebraica un ruolo preminente. Risulta necessario evitare che l'insegnamento della Shoah sia circoscritto intorno alla ricorrenza del giorno della memoria e renda noto quanto le diversità sociali siano state perseguitate e, nello specifico, la minoranza ebraica, in quanto differenza minoritaria, in un'Europa cristiana e intollerante. Occorre evitare la decontestualizzazione degli eventi e la loro sacralizzazione, poiché porterebbero a un apprendimento aleatorio e stereotipato, in quanto l'insegnamento della Shoah, concentrato in pochi momenti canonici, induce alla celebrazione retorica e ripetitiva, capace di ingenerare negli studenti disinteresse ed insofferenza. Se non si troveranno efficaci strategie per trasmettere la memoria, l'insegnamento dell'orrore della Shoah, porterà alla saturazione. Se le
questioni relative ai diritti umani sono trattate in riferimento agli
avvenimenti concreti e storici delle persecuzioni naziste, sviluppando l'empatia
con le vittime, sussiste allora la possibilità effettiva di trasmettere valori
persistenti, che possano rafforzare una presa di coscienza sociale critica e
valorizzare la stessa democrazia. L'insegnamento della Shoah deve configurarsi
proprio come educazione al rispetto e alla convivenza pacifica con l'altro e
questi sono gli unici mezzi per tentare di costruire una società vivibile,
scevra di conflitti e conflittualità violente che potrebbero condurre alla
costituzione di nuove distruzioni di massa. Laura Tussi |
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