La Memoria e il Dialogo
- Subject: La Memoria e il Dialogo
- From: "laura tussi" <tussi.laura at tiscali.it>
- Date: Tue, 28 Apr 2009 17:05:46 +0200
| Sono sempre stata motivata alla ricerca, alla divulgazione culturale per l'importanza del valore educativo, per la trasmissione di contenuti significativi alle giovani generazioni, seguendo i miei maestri, gli intellettuali, come il mio caro amico MONI OVADIA, sempre attivo civilmente, moralmente, politicamente, in strenue battaglie sociali di verità, giustizia e libertà, sul fronte del confronto solidale, del dibattito politico, contro ogni discriminazione, e intellettualmente impegnato in aiuto degli altri, dei diversi, degli emarginati, degli oppressi di tutti gli ultimi e dei più deboli, di cui tutti siamo parte, nel tessuto sociocomunitario e nel mondo… 
 Laura 
Tussi 
 LA MEMORIA E IL DIALOGO. Tra scuola e differenze sociali di Laura Tussi In ambito scolastico risulta necessario attivare percorsi di dialogo intergenerazionale e di memoria individuale e collettiva rispetto ai temi della differenza sociale, partendo dall'insegnamento dell'Olocausto, quale paradigma assoluto di un disegno predeterminato e sistematico di sterminio e di annientamento delle diversità all'interno del tessuto sociocomunitario, nella terribile e agghiacciante prospettiva di omologazione e annullamento delle differenze sociali. L'insegnamento dell'Olocausto deve aumentare la conoscenza di questo sterminio senza precedenti, conservare il ricordo delle vittime e incoraggiare gli insegnanti e gli studenti a riflettere sulle questioni morali poste dagli eventi dell'Olocausto e sul loro valore per il mondo contemporaneo. Oltre agli ebrei, il sistema nazifascista ha schiavizzato e assassinato milioni di persone tra cui zingari, disabili fisici e mentali, polacchi, prigionieri di guerra sovietici, sindacalisti, avversari politici, obiettore di coscienza, omosessuali e ancora altre tipologie di persone diverse e colpevoli solo di esistere in quanto tali. È importante trasmettere la conoscenza di tali eventi alle giovani generazioni partendo dal dialogo intergenerazionale e da percorsi di memoria individuale e collettiva a partire dalla conoscenza di sé e degli altri, dei propri compagni di classe, dei pari, degli insegnanti nell'ambito della comunità educante. La differenza è uno dei principi della 
cultura postmoderna che insiste sulla diversificazione, sulla molteplicità e le 
complessità contro i rischi della pianificazione e dell'omologazione sociale. 
Attraverso il metodo dell’intervista, in ambito scolastico, si intende 
analizzare l'aspetto autobiografico, la personale storia di vita e di formazione 
in rapporto all'impegno culturale, sociale e politico. 
 L'analisi si sposta sulla comprensione delle 
nuove ed incombenti sfide dettate da una società e da un mondo sempre più 
globalizzanti, segnati da diversità multiculturali e dalla coesistenza di 
variegate culture e differenti modi di essere di pensare, fino a giungere al 
concetto di annientamento totale delle diversità, attraverso l'analisi di 
processi concentrazionari, con le pratiche di sterminio nell'Olocausto. 
 Dal racconto della propria storia di vita, 
delle proprie esperienze esistenziali, si possono evincere temi sostanziali 
dell'individuale personalità con la finalità di riconoscersi in un'identità che 
possa diventare sempre fonte di confronto con l'alterità, l'altro da sé e quindi 
con l'implicita diversità che l'identità altrui presenta. 
 Il concetto di diversità sollecita 
riflessioni e associazioni di idee varie e disparate, dal dibattito sulle 
opinioni e la democrazia, a quello più complesso e inerente ai contesti, agli 
scenari economici e sociali e alle persone.  Viene spontaneo pensare alle diversità di 
genere e generazionali, di nazionalità, lingua e religione, di capacità e 
competenze, di intelligenza e progettualità, tra chi è sempre più debole e chi è 
sempre più forte.  Tramite la raccolta di esperienze di vita e di concetti narrati da docenti e studenti, si è potuto analizzare il processo di conoscenza autobiografica, quindi di definizione di differenze nelle reciproche identità, per poi elaborare conclusioni in merito al concetto di differenza individuale, soggettiva e, per esteso, di varietà interetnica e multiculturale. La conoscenza di sé, attraverso il percorso 
di autoriflessione, di autonarrazione, di racconto di sé, permette di 
identificare ed approfondire una propria personalità, in rapporto all'alterità e 
all'altruità di colui che si pone in dialogo.  Di conseguenza le molteplicità e le 
complessità interetniche, multiculturali si incontrano, si incrociano e si 
declinano trasversalmente e in maniera unitaria con le diversità psicologiche, 
identitarie, soggettive, intergenerazionali, di genere, in un pluriverso di 
alterità sociali, all'interno di un tessuto sociocomunitario che dovrebbe sempre 
più aprirsi all'accoglienza, al confronto, al dialogo, all'interscambio tra 
molteplici aspetti che permeano l'intera umanità e che non si possono 
classificare e attribuire esclusivamente al concetto di razza ed etnia, perché 
la differenza è ubiquitaria e trasversale al concetto stesso di umanità. 
 Ognuno di noi presenta una propria 
specificità e differisce da ogni altro soggetto nelle personali prerogative 
identitarie.  La considerazione ed il riconoscimento 
dell'altro da sé permettono il reciproco confronto e la gestione educativa del 
conflitto dove spesso l'intesa e l’accordo si presentano come una “bella 
utopia”.  Dal dialogo risulta possibile generare 
l'intesa, l'accordo, nel confronto tra identità che con l'analisi autobiografica 
possono assumere una maggiore consapevolezza valoriale, nel rispetto di sé e di 
conseguenza dell'altro.  L'analisi introspettiva e psicologica 
permette l'autoriconoscimento del soggetto che indaga sul proprio sé, rispetto 
alle proprie esperienze esistenziali, ai propri concetti fondamentali, alle 
visioni ideologiche della vita, dei contesti sociocomunitari e del mondo 
circostante.  La personale identità, l'interiorità 
individuale, si forma tramite le relazioni esterne, nel confronto reciproco tra 
persone, nell'interscambio dialogico, al fine di superare la solitudine e il 
disagio esistenziali.  La narrazione di sé all'altro implica 
accoglienza, accettazione, benevolenza, in un reciproco riconoscimento 
identitario, nella valorizzazione delle identità esterne e diverse rispetto alla 
propria personalità.  Attualmente risulta necessaria un'innovativa grammatica mentale per costruire la convivenza planetaria in dimensione interculturale. Sono sempre stata motivata alla ricerca, 
alla divulgazione culturale per l'importanza del valore educativo, per la 
trasmissione di contenuti significativi alle giovani generazioni, seguendo i 
miei maestri, gli intellettuali, come il mio caro amico MONI OVADIA, sempre 
attivo civilmente, moralmente, politicamente, in strenue battaglie sociali di 
verità, giustizia e libertà, sul fronte del confronto solidale, del dibattito 
politico, contro ogni discriminazione, e intellettualmente impegnato in aiuto 
degli altri, dei diversi, degli emarginati, degli oppressi di tutti gli ultimi e 
dei più deboli di cui tutti siamo parte nel tessuto sociocomunitario e nel 
mondo…  Noi riteniamo che lo studio e la crescita 
culturale abbiano una validità morale ed educativa quando siano posti al 
servizio degli altri, per i principi sociali, etici e civili, per i diritti 
universali imprescindibili della persona, sanciti dalla carta costituzionale 
democratica. Nel Sistema formativo inteso come 
ideale comunità educante, l’impegno culturale della testimonianza, del 
ricordo, della narrazione e del racconto, nel recupero e nella trasmissione del 
valore di Memoria Storica, individuale, collettiva e condivisa, è il filo 
rosso del significato di MEMORIA, per il presente e per il futuro, per non 
dimenticare. Memoria degli eventi che hanno formato e 
segnato la coscienza di chi li ha vissuti e, dopo, di chi li ha conosciuti, con 
il dovere di ricordare...di fronte alla storia, di padre in figlio, di 
generazione in generazione, dalla resistenza partigiana, ai movimenti operai e 
studenteschi di lotta e rivendicazione di pari dignità e opportunità, fino alla 
nuova globalizzazione. MEMORIA E MEMORIE come modalità 
interculturale e pedagogica, in ambito sociocomunitario, quale supporto 
valoriale alla riappropriazione del sentimento etico e civile diun’appartenenza 
identitaria universale, composta di molteplici alterità, ibridazioni e 
commistioni umane nella pluriappartenenza etnica 
al territorio, ai 
territori nella loro rivalorizzazione ambientale ed ecologica, anche a livello 
educativo, didattico, socioculturale e lavorativo. MEMORIA E MEMORIE della città, nelle sue 
forme, nei suoi monumenti, nelle sue case…contro l’alienante espropriazione del 
soggetto-persona nella perdita di punti di riferimento e di ideali classici, 
soppiantati dall’imperante massificazione consumistica e dal mito capitalistico 
dell’ efficientismo sfrenato e del primato dell’economico, imposti dal 
sistema. MEMORIA E MEMORIE di noi donne e uomini, 
delle nostre idee che si sviluppano nel tempo dell’esperienza, come risorsa 
interiore, soggettiva, esistenziale di intima festa emozionale, di 
incontri, dialoghi, rapporti, progetti, da ripartecipare e sperimentare, nella 
dimensione comunitaria, negli ambiti di intervento socioeducativo ed 
associazionistico di partecipazione militante e attivismo culturale nei vari 
settori occupazionali e lavorativi a livello 
territoriale. Lo studio e la cultura devono dunque 
motivare le giovani generazioni alla solidarietà, alla realizzazione di una 
società che abbia come valore fondante la pace e la convivenza civile tra 
popoli, genti e minoranze, nel rispetto dei diritti universali e sociali  di cittadinanza multietnica, cosmopolita 
e internazionale. “La bella utopia” è un mondo dove non 
esistano patrie e nazioni, frontiere e burocrazie, limiti e confini, ma comunità 
educanti aperte all’accoglienza, al dialogo, al cambiamento rivoluzionario, al 
progresso costruttivo, senza stereotipi e pregiudizi, nel rispetto delle culture 
altre, nella coesistenza pacifica, che agevola il confronto tra diversità 
interculturali e differenze di genere ed 
intergenerazionali. Coniugare la memoria storica consiste nella necessità della costruzione di una coscienza civile che ponga come obiettivo prioritario la conoscenza e la riflessione nelle comunità, nelle città, nel mondo…per un’utopia realizzabile, a partire da ogni singola persona, nel contesto quotidiano e nella partecipazione collettiva, pluralista e democratica. Laura Tussi | 
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