Scuole (dis)paritarie



Scuole (dis)paritarie

Mentre il governo giurava di restituire i fondi pubblici tagliati agli istituti privati una mano “misteriosa” ha fatto sparire i soldi già assegnati. Un giallo poco divertente. E pure già visto

di Roberto Persico
Vincenzo Silvano, presidente della Foe (Federazione opere educative), che associa circa 420 scuole paritarie, è fortemente irritato: «E pensare che abbiamo appoggiato convinti questa maggioranza, perché nel suo programma aveva (ha) il superamento del monopolio statale dell’istruzione, ha sempre dichiarato di vedere in prospettiva un sistema in cui la scuola paritaria ha un ruolo di primo piano la condizione per migliorare la qualità di tutta l’offerta formativa».
E invece?
Invece sta tagliando anche le briciole, le elemosine che lo Stato ha elargito fino a ora.
Ma come, quelli dell’Onda non si stracciano le vesti perché il ministro Gelmini taglia i fondi alle scuole statali per darli alle private?
Ma mi faccia il piacere. Gli unici soldi che la scuola paritaria riceve in Italia sono quelli per le scuole dell’infanzia, che per lo Stato sono un grandissimo risparmio (perché se non ci fossero le scuole non statali, in larga parte di parrocchie, enti religiosi e comuni, per costruire e gestire scuole proprie dovrebbe spendere cento volte tanto), e un piccolo contributo per le scuole elementari, che, finalmente, è stato regolamentato da un decreto ministeriale (il numero 84 del 10 ottobre 2008) superando il regio decreto del 1928.
Saranno pochi, questi soldi, però almeno arrivano.
No. Questo è il problema. E ai danni si aggiungono le beffe. Prima, la Finanziaria per il 2009 ha ridotto i contributi previsti per l’anno prossimo da 535 a 401 milioni di euro. Poi, proprio il giorno stesso in cui il provvedimento veniva approvato alla Camera, sono spariti, letteralmente spariti, i soldi dell’ultima rata già stanziata per il 2008.
In che senso sono “spariti”?
Guardi, sembra una storia incredibile, ma è andata proprio così. Nella legge finanziaria per il 2008, targata governo Prodi, ci sono questi 535 milioni di euro. Vengono erogati in tre rate. Le prime due, relative ai quadrimestri gennaio-aprile e maggio-agosto, sono arrivate regolarmente. Poi, da settembre, tutto tace. Naturalmente ci siamo fatti sentire in viale Trastevere, perché, lei capisce, questi sono soldi già stanziati, le scuole sanno che possono contarci con certezza, li hanno già messi nei loro bilanci: servono per pagare gli stipendi, non so se mi spiego. Finalmente, il 17 ottobre il ministero emana una circolare che autorizza gli uffici scolastici regionali a erogare i fondi. Bene. Peccato che pochissimi giorni dopo, quando gli uffici cominciano a fare i mandati di pagamento, quei soldi non ci sono più. Spariti. Scomparsi. Volatilizzati. I funzionari aprono il terminale e su quel capitolo di spesa, dove il giorno prima c’erano, poniamo, dieci milioni di euro, oggi ci sono 88 centesimi. Che fine hanno fatto? E soprattutto, chi li ha fatti sparire? Mistero.
Ma i fondi pubblici non possono sparire da un giorno all’altro. Ci vuole un decreto. Chi
l’ha firmato?
Non si sa. Qualcuno al ministero dell’Economia, perché sono loro che hanno il controllo diretto delle Tesorerie dello Stato, dove i fondi erano giacenti.
Però l’onorevole Gabriele Toccafondi (vedi box qui sotto) ci ha riferito che secondo il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas l’operazione rientrerebbe nel margine di discrezionalità che il Tesoro lascia ai singoli ministeri.
Mi sembra proprio strano. Altrimenti l’Istruzione non avrebbe emanato la circolare che autorizzava il pagamento, non le pare? Se un rimprovero si può muovere a viale Trastevere, è di essersi mosso in ritardo. Se avesse messo in pagamento le somme a settembre, come avrebbe dovuto, non ci sarebbero stati problemi. Io penso proprio che l’ordine sia venuto dall’Economia. Del resto è un film che abbiamo già visto.
Un film già visto? E quando?
Era il 2003. Il ministro dell’Economia era lo stesso di adesso. E accadde la stessa cosa: per soddisfare i bisogni urgenti di cassa, il ministero congelò tutte le somme che erano state stanziate ma non ancora effettivamente spese. In seguito le reintegrò, ma quando i termini tecnici per l’effettiva erogazione erano già scaduti. Alla fine i soldi arrivarono, ma con mesi di ritardo, e per molte scuole fu un problema serio. Ora temo che si stia ripresentando il medesimo scenario: il Tesoro ha bisogno di liquidi per far fronte ad altre spese (magari giuste, per carità, come quelle previste dal decreto per il sostegno al consumo), così rastrella tutto quel che può. Poi, verosimilmente dopo il 5 dicembre, data ultima per le operazioni di cassa per il 2008, li reintegrerà, così potrà dire che non è stato tolto niente. Però intanto noi gli stipendi di questi mesi con cosa li paghiamo?
Avrete protestato…
In tutti i modi possibili. Ma abbiamo ottenuto solo parole. Anche dallo stesso Berlusconi, lo avrete sentito tutti. Ma non una riga di impegno scritto. Per ora vogliamo continuare a fidarci, credere che effettivamente si tratti di urgenze più gravi. Ma abbiamo dato come scadenza ultima della nostra pazienza la fine di gennaio.
Poi?
Poi sa cosa potremmo fare? Una grande manifestazione. Con tutte le associazioni che lo vorranno e tutte le persone che hanno capito che la libertà di educazione è l’unica strada per la salvezza del sistema scolastico italiano. Non sarebbe la prima volta. Il 30 ottobre 1999 in Piazza San Pietro si levò altissimo il grido “libertà, libertà”. Da ultimo è sempre bene ricordare che lo Stato, grazie alle paritarie, risparmia circa 6 miliardi di euro all’anno! Perciò gli converrebbe anche investirci sopra. Forse si eviterebbero anche episodi come la tragedia di Torino.
Cosa c’entra la tragedia di Torino?
Le scuole paritarie sono controllatissime. Per ottenere la parità, i nostri edifici devono davvero rispettare tutte le norme di sicurezza. Per noi non ci sono deroghe o proroghe come per le scuole statali. E con un costo per alunno enormemente inferiore a quello dello Stato riusciamo anche a mantenere i nostri edifici a norma. Come facciamo? Non è un segreto, i nostri atti e i bilanci sono tutti a disposizione dell’autorità, ce li ispezionano ogni anno. Se qualcuno vuol venire a imparare siamo lieti di mettere la nostra esperienza di gestori a disposizione.
Allegato Rimosso