Maria Stella Gelmini: sotto il grembiulino lo stocco



Maria Stella Gelmini: sotto il grembiulino lo stocco


La lettura del disegno di legge "Disposizioni in merito di istruzione,
università e ricerca" del 1 agosto 2008 non può che far pensare alla figura
del toreador che attrae il toro agitando la cappa, in questo caso il
grembiulino, per colpirlo con una micidiale stoccata.

In sintesi, per quanto riguarda la scuola, un paio di misure condivisibili,
quelle previste dagli articoli 4, al comma 1, e 7, i primi tre articoli ed
il sesto che danno una risposta d'immagine alle difficoltà che attraversa
la scuola pubblica: un po' di rigore e qualche ipotetica convenzione, le
borboniche "festa, farina e forche" e, soprattutto, una pesante azione del
ministero nella materia del reclutamento e della mobilità che vengono
sottratte, scelta interessante per un governo che si pretende liberale,
alla contrattazione.

Se si guardano i primi sette articoli, quelli dedicati alla scuola
pubblica, si rileva che:


1.
con. l'art. 1 si introduce, contraddicendo la conclamata esigenza di
semplificazione, una nuova materia "Cittadinanza e Costituzione" che sembra
un ritorno sulla scena di Educazione Civica. Nei fatti il ministro propone
una sorta di educazione al comportamento corretto;

2.
visto che il ministro non deve fidarsi troppo dell'efficacia dei buoni
insegnamenti, con l'art. 2 si reintroduce, nei fatti, il vecchio voto di
condotta;

3.
con l'articolo 3, per soprammercato, si reintroduce l'esame di riparazione.
Siamo, insomma, di fronte ad un caso evidente di ritorno al futuro;

4.
l'articolo 4, al comma 1, obiettivamente condivisibile, chiarisce che c'è
un esame preliminare per gli alunni che intendano sostenere gli esami di
stato senza aver frequentato l'ultimo anno o, in ogni caso, senza averne
titolo. Al comma 2 si riconosce ai docenti universitari la precedenza
nell'attribuzione dell'incarico di presidente nelle commissioni per gli
esami di stato. Una scelta a dir poco singolare;

5.
l'articolo 5, con una singolare discontinuità dal punto di vista dei
contenuti rispetto ai primi 4, affida, al comma 1, ai singoli dirigenti
scolastici l'assunzione dei precari. È vero che, per ora, i dirigenti
scolastici dovranno utilizzare le graduatorie ad esaurimento per le
supplenze annuali e per quelle temporanee sino al termine delle lezioni ma
la direzione di marcia, il reclutamento su base di scuola, è chiaro. Al
comma 2 stabilisce una sorta di continuità didattica breve: in pratica la
conferma, sino al massimo di due anni, della nomina dei colleghi precari su
cattedra vacante e sul medesimo insegnamento. Una misura condivisibile ma
in netta contraddizione con la soprannumerarietà determinata dal taglio
degli organici. Si tagliano, insomma, molte cattedre determinando mobilità
coatta e si garantisce stabilità nei casi fortunati, un caso evidente di
"buone intenzioni" contraddette dalle scelte di fondo. La stessa
contraddizione si rileva nel comma 4 che permette la mobilità territoriale
e professionale (i trasferimenti e il passaggio ad altro insegnamento per i
docenti o profilo per il personale ATA) solo su base biennale in luogo
dell'attuale possibilità di trasferirsi tutti gli anni mentre si determina,
come già si è detto, mobilità coatta;

6.
si ipotizza, con l'articolo 6, una Carta dello studente delle scuole
secondarie superiori che dovrebbe garantire una serie di convenzioni al
momento inesistenti. È da rilevare che i costi di realizzazione di
quest'operazione vengono scaricati sul fondo d'istituto delle singole
scuole con i prevedibili effetti di taglio delle risorse;

7.
l'articolo 7 riconosce il valore abilitante dell'esame sostenuto a
conclusione dei corsi di Scienze della formazione primaria. Una misura
condivisibile ma dovuta.



Se il ministro ritiene che i lavoratori e le lavoratrici della scuola
accetteranno la scelta di limitarne libertà e diritti senza agire di
conseguenza è, a nostro avviso, assolutamente ottimista


Per la CUB Scuola
Cosimo Scarinzi