Fw: [retescuole] Viva i fischi



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From: "Michele Corsi" <michele.corsi at fastwebnet.it>
To: <retescuole at yahoogroups.com>
Sent: Wednesday, April 26, 2006 6:40 PM
Subject: [retescuole] Viva i fischi


Perché è stato giusto fischiare la Moratti e perché occorre
continuare a farlo.

VIVA I FISCHI

Scrivo di getto un intervento assai poco meditato dal punto di vista
politico, però mi viene così. M'è nato in testa assistendo alla corsa
alla solidarietà espressa nei confronti della Moratti da vari leader
del centrosinistra, nonché aspiranti sindaco. Il fatto è noto: la
Moratti, candidata a sindaco, è stata fischiata a Milano durante la
manifestazione del 25 aprile. Non stavo purtroppo tra i fischiatori,
ero impegnato nella raccolta di firme per la legge di iniziativa
popolare per una buona scuola, ma sarei stato volentieri della
partita. E dico: ben le sta. E ora dirò il perché.

Un passo indietro. La manifestazione milanese mi ha molto tirato su
il morale. Prima pensavo: la vittoria risicata avrà buttato a terra
il popolo della sinistra che, timoroso della persistente forza della
destra, sarà portato alla moderazione e dunque a esigere meno dalle
proprie rappresentanze politiche. Invece. Invece ho trovato molta
"rabbia", molta voglia di rivincita. Abbiamo raccolto a getto
continuo firme, e solo 1200 perché eravamo riusciti a mettere in
cantiere tre punti di richiamo in tutto. Non ho sentito nessuno che
dicesse: "è inutile firmare perché tanto poi ci pensa Prodi". Lo
temevo, e invece le firme erano offerte con gusto e determinazione.
La battuta più diffusa: "abrogare la riforma Moratti? Ma non si
potrebbe abrogare LA Moratti?". Del resto non è stata fischiata solo
lei. Tiziana Maiolo, esponente della giunta di destra di Albertini,
lì a rappresentare il Comune, è stata fischiata instancabilmente
dall'inizio alla fine del corteo, che era enorme. Le contestazioni
erano del tutto spontanee. I soliti e anche meno soliti esponenti del
centrosinistra avevano esortato il popolo a non contestare questa
gentaglia. Il popolo però ha fatto come più gli pareva meglio, e ha
fischiato.

I nostri furbissimi comunicatori progressisti, così comunicatori che
non riescono a spiegare a una persona non dotata di una laurea in
storia contemporanea che differenza passi tra destra e sinistra, ci
avevano raccomandato: non fischiatela, altrimenti il giorno dopo i
giornali parleranno solo della contestazione e non della
manifestazione. Non è vero. I giornali, in assenza di contestazioni,
non avrebbero mai dato rilievo a questo corteo entusiasmante. Quando
abbiamo protestato a Milano per difendere il tempo pieno portando in
piazza 40.000 persone non siamo apparsi sui grandi quotidiani
nazionali nemmeno nell'ultima colonnina della penultima pagina.

Certo, la Moratti, come lei stessa ha dichiarato, sapeva benissimo
che sarebbe stata fischiata. Sapendolo è stata così viscida da
strumentalizzare il proprio padre immaginando che questo avrebbe
accresciuto il compatimento collettivo. Non ha mai manifestato il 25
aprile da ministra dell'istruzione, perché da quella partecipazione
nessuno traesse la conseguenza che quindi era importante parlarne a
scuola. Nelle interviste successive ai fischi, tra lacrime di
plastica, è riuscita a spiegare la sua partecipazione alla
manifestazione girandola in modo tale che il 25 aprile pareva fosse
diventato l'anniversario dell'anticomunismo viscerale. Questa gente
viene alle nostre manifestazioni immaginando di occupare anche quegli
spazi, i nostri spazi, ridisegnandone il senso. E la gente ha detto,
coi fischi, che quello non era il loro posto. Mi ha stancato
enormemente la retorica per cui il 25 aprile sarebbe "di tutti". Col
cavolo! Non è dei fascisti, e non è di tutti quelli che li imitano.
Non è di Berlusconi, per la semplice ragione che lui non la considera
la sua festa, come ha avuto modo di dire decine di volte. Quelli lì
hanno le loro tv oscene, e molte altre cose, noi il 25 aprile, e
qualche altra cosa. A ognuno il suo.

Certo, la Moratti "voleva" essere contestata. E noi l'abbiamo
accontentata. Messaggio politico? E' molto semplice: togliti di
torno, non ti vogliamo più vedere. Se lo voleva sentir dire? Glielo
abbiamo detto. Perché questi leader del centrosinistra si sono
precipitati a offrire la propria solidarietà? Possibile che nessuno
abbia almeno espresso "comprensione" per chi fischiava? E' che sono
terrorizzati dalla destra. Hanno una paura fottuta di essere oggetto
delle loro campagne di stampa, perché sono culturalmente succubi. Non
sanno contrapporre alla visione coerente, nonché stomachevole, della
destra, una propria visione, complessivamente alternativa. Questa
stessa parola "alternativa" fa loro paura. Invitano continuamente la
destra alla "ragionevolezza", al compromesso, al decoro, alla buona
educazione. Al livore artificiale e mediatico della destra non sanno
contrapporre la nostra rabbia, la nostra voglia di cambiamento, i
nostri desideri. Ma guardateli come essi stessi commentano il 25
aprile: non riescono nemmeno più a pronunciare la parola
"antifascismo"! Se non ci fosse la scuola dove sopravvive ancora
qualche maestra o prof che spiega che il fascismo è stata cacca allo
stato puro (con altri linguaggi), la gran parte dei giovani sulla
base di quel che sentono in tv o leggono sui giornali non avrebbe la
minima idea di cosa sia stato il 25 aprile. La tv produce sceneggiati
e film revisionisti a getto continuo nel più assoluto silenzio di un
centrosinistra succube, vile e pieno di passioni quanto un catino di
acqua tiepida. Mi hanno stancato stancato questi leader che ci
vogliono costantemente insegnare come si fa a vincere, loro che
perdono sempre o vincono a metà.

Una settimana fa ad un banchetto di raccolta firme per la legge di
iniziativa popolare ha firmato un giovane, lì con il figlio piccolo:
ci ha detto che è sempre stato di destra (Lega), lui, i suoi
genitori, ecc. Ora però che ha un bambino, e nota che col salario non
arriva a fine mese: "stavolta ho votato di là", perché? "beh, devo
star dietro anche ai miei interessi, no?". Prendevo giù i dati, e ho
visto che sulla carta d'identità c'era scritto: "operaio". E mi sono
domandato: come diavolo ha fatto questo qua ad identificare la difesa
dei propri interessi di lavoratore con il centrosinistra? Sì perché
il centrosinistra nella sua campagna NON ha parlato di operai, di
lavoratori e nemmeno di salario. L'unica parola d'ordine era il
famigerato "cuneo fiscale" che per fortuna nessuno ha capito di che
si trattasse: è una misura che avvantaggia gli imprenditori e basta.
E allora ho pensato: cavoli, è merito di Berlusconi. Sì, mi è venuto
in mente il confronto con Prodi dove l'ineffabile gridava "la
sinistra vuol prendere alle classi agiate per distribuire i soldi
agli operai!". Magari! pensavo io, e mi sono messo a ridere. Ma
qualche operaio ha creduto a questa immaginaria radicalità,
propagandata dalla parte avversa. C'è così bisogno che l'impazienza
vada al potere, che un sacco di gente sogna una rappresentanza che
non c'è, la desidera. E a volte, quando non c'è, o quella che c'è non
soddisfa, fa da sola.

Quei fischi sono allora una lezione, un messaggio. Significa che non
ci faremo impaurire da un Senato traballante, non ci faremo ricattare
dagli equilibri precari. Vuol dire che per le piazze cammina un
popolo impaziente e fiero. I fischi si danno alla squadra avversaria,
a un cantante d'opera che stecca, e perché no, anche a una riccona
che voleva trasformare la scuola a immagine e somiglianza della sua
classe sociale. Io spero che riceva ancora altri fischi, moltissimi
fischi. Non insulti, non pedate nel sedere (siamo nonviolenti):
fischi. Spero che li riceva nei mercati, nei quartieri e in qualsiasi
angolo di Milano dove oserà apparire col suo sorriso al nylon. Da
ieri fino all'ultimo giorno della sua campagna elettorale.

Michele Corsi

[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]





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