a scuola di regime



Giriamo una mail interessante........ sul mondo della scuola oggi (un
grazie a Patrizia) e l'incursione dei carabinieri in una scuola romana.



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Cari compagni,


Una amica mi ha girato questa mail, io sono rimasta scandalizzata!!!!

Ecco cosa riporta uno dei nuovi libri di Storia contemporanea adottato da
numerose scuole medie; il brano è tratto dal Capitolo 2, paragrafo 1 (La
Sinistra storica al potere):

"Gli uomini della Destra erano aristocratici e grandi proprietari terrieri.
Essi facevano politica al solo scopo di servire lo Stato e non per elevarsi
socialmente o arricchirsi; inoltre amministravano le finanze statali con la
stessa attenzione con cui curavano i propri patrimoni.
Gli uomini della Sinistra, invece, sono professionisti, inprenditori e
avvocati disposti a fare carriera in qualunque modo, talvolta sacrificando
perfino il bene della nazione ai propri interessi.
La grande differenza tra i governi della Destra e quelli della Sinistra
consiste soprattutto nella diversità del loro atteggiamento morale e
politico"

(Bellesini Federica, "I nuovi sentieri della Storia. Il Novecento", Istit.
Geogr. De Agostini, 2003, Novara)

Mi permetto di fare notare, in particolare, l'uso del tempo presente per
definire "gli uomini della Sinistra" e le differenze fra "Destra" e
"Sinistra". (gli uomini della destra ERANO, quelli della sinistra SONO).

Penso sia inutile qualsiasi tipo di commento su come sia "facile"
manipolare la storia e inculcare
dei principi falsi agli adulti di domani....


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20.09.2004
«Chi è contro la riforma?». Carabinieri in una scuola romana
di Mariagrazia Gerina

«Permette una domanda? Tutto bene con l´avvio dell´anno scolastico?
Segnali di scioperi o proteste contro la riforma Moratti da parte degli
insegnanti della sua scuola?», si è sentito domandare, il primo giorno di
scuola, il preside di una scuola media romana - la Rossini di via Fosso
dell´Osa - da due carabinieri in divisa, incaricati di monitorare la
situazione all´inizio dell´anno scolastico. C´erano con lui alcuni
insegnanti. Discutevano di come coprire i «vuoti» lasciati scoperti dalle
mancate nomine annuali (per via del caos delle graduatorie) e di problemi
di questo genere, che la gestione Moratti ha seminato in questa come nelle
altre scuole, periferiche o centrali, della penisola.

Il gelo

«Una cosa da regime!», commentano gli insegnanti nel corridoio. I primi a
mobilitarsi sono due di loro, che preferiscono restare anonimi. Ne danno
notizia ad Adista e all´agenzia di stampa Apcom, contattano i sindacati. A
quel punto, anche il preside conferma. «È vero, mi hanno fatto proprio
quelle domande», ci spiega il signor Lino Fazio, che è preside nella scuola
Rossini da tre anni. Una scuola come tante altre, all´estrema periferia Est
della città, lungo la via Prenestina che in questo tratto, oltre il
raccordo anulare, attraversa paesaggi misti tra città e campagna.
Alle pareti, alcuni murales e mosaici. In bacheca, sventola un fascicolo -
che si può staccare e consultare - che mette seccamente a confronto le ore
di lezione nel vecchio e nel nuovo modello - sopra scritto a penna «Riforma
Moratti». Chissà se hanno appuntato anche questo i due
carabinieri, lo scorso 13 settembre, nel loro giro di ronda per le scuole
del quartiere.


Proprio alla sua scuola, è toccato dare l´allarme. «Hanno detto proprio
così, che si trattava di un controllo a tappeto», ripete il preside, che
ancora non riesce a darsi conto dell´accaduto, ma che avrebbe preferito,
anche, non fare clamore - per questo non ha pensato a denunciare per primo
l´episodio. Lo scorso anno, un contatto con i carabinieri c´era già stato,
ma l´oggetto della conversazione in quel caso era stato tutt´altro. Un
ragazzo aveva rubato un cellulare ad una sua compagna di classe e poi aveva
chiesto del denaro per restituirglielo. «Sa questa è una zona
difficile. In casi del genere, può capitare di avere a che fare con i
carabinieri». Di dover parlare con loro di riforma e degli orientamenti
degli insegnanti proprio non se lo aspettava.


Ds, Verdi, Comunisti italiani, Prc annunciano sull´episodio interrogazioni
parlamentari al ministro dell´Interno Beppe Pisanu e a quello
dell´istruzione, Letizia Moratti. «I carabinieri negli istituti non hanno
proprio nulla a che fare con libertà della scuola e autonomia scolastica,
tanto invocate dal ministro», attacca Chiara Acciarini (Ds). «No alle liste
di proscrizione», grida il consigliere comunale disobbediente indipendente
del Prc  Nunzio D'Erme. «Se confermato, l´episodio sarebbe un tentativo di
ispezione in un posto di lavoro, quando lo sciopero è tra i diritti
espressamente garantiti e tutelati dalla Costituzione», ribadisce Gabriella
Pistone dei Comunisti Italiani. Parlano di clima teso i sindacati. «Alle
lettere inviate in queste settimane da diversi solerti direttori scolastici
regionali, che invitano i Dirigenti scolastici a far cambiare le decisioni
ai Collegi dei Docenti relative
alla Legge 53, ora si aggiunge questo inquietante episodio», attacca Enrico
Panini, segretario della Cgil Scuola. Piero Bernocchi, Cobas: «È
sbalorditivo. Chiediamo al ministro se l´arma chiave per imporre la sua
impopolarissima riforma sarà d´ora in poi l´Arma dei carabinieri».

[b]Il ministero: non c´entriamo. Il ministero - in un breve comunicato - si
dichiara del tutto estraneo alla vicenda. Mentre i carabinieri smentiscono.
O meglio, ammettono di aver fatto visita alla scuola Rossini. Spiegano
anche che non si tratta di un'iniziativa sporadica, ma di un monitoraggio,
di routine, all´inizio dell´anno scolastico. Un monitoraggio, che, spiegano
dalla prefettura, dovrebbe riguardare
questioni di sicurezza, la prevenzione rispetto alla droga, per esempio.
Certo, non la riforma. Quello che l´arma invece smentisce è il contenuto
della conversazione che si è svolta in quella occasione, alla presenza di
alcuni insegnanti, tra i carabinieri e il preside della scuola Rossini.
«Hanno chiesto è semplicemente se era tutto a posto», spiegano al comando
provinciale di Frascati, da cui dipendono i due carabinieri. Una domanda
generica, insomma. Che però sia i professori che il preside ricordano in
modo dettagliato.


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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA