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la tristissima storia della timbratrice all'ITIS Peano di Torino
- Subject: la tristissima storia della timbratrice all'ITIS Peano di Torino
- From: "cub scuola" <cub.scuola at tiscali.it>
- Date: Thu, 16 Sep 2004 08:26:56 +0200
Vi alleghiamo una lettera/racconto sulla vicenda dell'ITIS Peano di Torino. Cordiali saluti per la CUB Scuola Cosimo Scarinzi La tristissima storia della timbratrice Chi ama le poesiole per lÅfinfanzia dÅfaltri tempi senzÅfaltro conosce una raccolta di versi intitolata ÅgPierino PorcospinoÅh. Narra la storia di un bambino, Pierino porcospino appunto, che compare nellÅfesordio _ oh che schifo quel bambino, _ Pierino il porcospino _ e che poi nel prosieguo viene sostituito da numerosi alter ego, accomunati da una vocazione allÅfindisciplina e da una irresistibile attrazione verso la trasgressione delle regole, cosa che li porta, nel breve volger di qualche strofa, a fare una brutta fine. Cos_ Corrado che si succhia il pollice viene punito da un sarto mostruoso che, comparso allÅfimprovviso, gli trancia via di netto i pollici criminali con il forbicione e il cattivo Federigo, tormentatore di bestie e nutrice, si becca un gran castigo. Ma la sorte peggiore tocca allÅfincauta Paolinetta che, lasciata in casa da sola, non sta buonina, come le ha raccomandato la mamma: si mette a giocare con gli zolfanelli, da vera sventata qual _. Finisce cos_: un poÅf di cenere e due scarpini/caro ricordo dei suoi piedini/_ quel che resta/non cÅf_ pi_ nulla/di quellÅfindocile, vispa, fanciulla. Non _ poco, come punizione. Insomma ÅgPierino porcospinoÅh _ una sorta di teatro della crudelt_ per bimbetti, frutto di una pedagogia dÅfaltri tempi, che non temeva di agitare orrendi babau di fronte agli occhi sgranati dei pargoli da educare. TantÅf_ che una volta, volendone io acquistare una copia in una libreria per ragazzi della mia citt_ mi sentii rispondere con sdegno che loro, quella cosa l_ non la tenevano. Rinunciai a spiegare alla commessa che le povere rimette non erano poi tanto pericolose e pensai che a lei era precluso uno dei molti piaceri che questa valle di lacrime ci offre _ e cio_ sentir recitare da Paolo Poli ÅgLa tristissima storia degli zolfanelliÅh. Non _ che tutto questo abbia molto a che fare con la timbratrice che rileva le presenze dei ragazzi a scuola, dir_ chi legge. E invece s_, perch_ anche la timbratrice _ un mostro come le forbici del sartore che punisce esemplarmente il povero Corrado. Ed _ un mostro ugualmente il Ågpatto formativoÅh che dovrebbe regolare i rapporti tra studenti e insegnanti; sono mostruosi il POF e il formalismo burocratico, _ mostruoso ilÅhprogetto qualit_Åh e il tentativo di trasformare la scuola in una azienda che piazza il suo prodotto sul mercato. Ma ogni ragazzino, per quanto impressionabile, sar_ anche pronto a ridere del sartore, e capir_ che la punizione per chi si succhia i pollici non pu_ essere proprio quella, cos_ esagerata. Mentre lo studente che si accinge ad entrare in classe per verificare se il primo ad infrangere il patto formativo sar_ lui stesso o il suo insegnante,di fronte alla timbratrice rimarr_ impassibile e serio, perch_ cos_ deve essere nella scuola dellÅfautonomia, che _ una scuola seria in cui nessuno ride perch_ non cÅf_ niente da ridere. O forse quello studente ceder_ alla tentazione ed invece di far passare il codice a barre del suo libretto delle assenze proporr_ al lettore ottico il codice a barre del detersivo _ tanto per sabotare con unÅfumana monelleria la scuola- azienda e lÅfistruzione- merce. E magari per farsi due risate con il compagno di banco _ che quello ancora non _ stato monitorato, non _ stato abolito dalla riforma Moratti e si chiama ancora cos_, compagno di banco. Giovanna Lo Presti delegata RSU CUB Scuola Itis Peano Torino
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