la tristissima storia della timbratrice all'ITIS Peano di Torino



Vi alleghiamo una lettera/racconto sulla vicenda dell'ITIS Peano di Torino.
Cordiali saluti
per la CUB Scuola
Cosimo Scarinzi



La tristissima storia della timbratrice

Chi ama le poesiole per lÅfinfanzia dÅfaltri tempi senzÅfaltro conosce una
raccolta di versi intitolata ÅgPierino PorcospinoÅh. Narra la storia di un
bambino, Pierino porcospino appunto, che compare nellÅfesordio _ oh che
schifo quel bambino, _ Pierino il porcospino _ e che poi nel prosieguo
viene sostituito da numerosi alter ego, accomunati da una vocazione
allÅfindisciplina e da una irresistibile attrazione verso la trasgressione
delle regole, cosa che li porta, nel breve volger di qualche strofa, a fare
una brutta fine. Cos_ Corrado che si succhia il pollice viene punito da un
sarto mostruoso che, comparso allÅfimprovviso, gli trancia via di netto i
pollici criminali con il forbicione e il cattivo Federigo, tormentatore di
bestie e nutrice, si becca un gran castigo. Ma la sorte peggiore tocca
allÅfincauta Paolinetta che, lasciata in casa da sola, non sta buonina,
come le ha raccomandato la mamma: si mette a giocare con gli zolfanelli, da
vera sventata qual _. Finisce cos_: un poÅf di cenere e due scarpini/caro
ricordo dei suoi piedini/_ quel che resta/non cÅf_ pi_ nulla/di
quellÅfindocile, vispa, fanciulla. Non _ poco, come punizione. Insomma
ÅgPierino porcospinoÅh _ una sorta di teatro della crudelt_ per bimbetti,
frutto di una pedagogia dÅfaltri tempi, che non temeva di agitare orrendi
babau di fronte agli occhi sgranati dei pargoli da educare. TantÅf_ che una
volta, volendone io acquistare una copia in una libreria per ragazzi della
mia citt_ mi sentii rispondere con sdegno che loro, quella cosa l_ non la
tenevano. Rinunciai a spiegare alla commessa che le povere rimette non
erano poi tanto pericolose e pensai che a lei era precluso uno dei molti
piaceri che questa valle di lacrime ci offre _ e cio_ sentir recitare da
Paolo Poli ÅgLa tristissima storia degli zolfanelliÅh. Non _ che tutto
questo abbia molto a che fare con la timbratrice che rileva le presenze dei
ragazzi a scuola, dir_ chi legge. E invece s_, perch_ anche la timbratrice
_ un mostro come le forbici del sartore che punisce esemplarmente il povero
Corrado. Ed _ un mostro ugualmente il  Ågpatto formativoÅh che dovrebbe
regolare i rapporti tra studenti e insegnanti; sono mostruosi il POF e il
formalismo burocratico, _ mostruoso ilÅhprogetto qualit_Åh e il tentativo
di trasformare la scuola in una azienda che piazza il suo prodotto sul
mercato.
  Ma ogni ragazzino, per quanto impressionabile, sar_ anche pronto a ridere
del sartore, e capir_ che la punizione per chi si succhia i pollici non pu_
essere proprio quella, cos_ esagerata.
  Mentre lo studente che si accinge ad entrare in classe per verificare se
il primo ad infrangere il patto formativo sar_ lui stesso o il suo
insegnante,di fronte alla timbratrice rimarr_ impassibile e serio, perch_
cos_ deve essere nella scuola dellÅfautonomia, che _ una scuola seria in
cui nessuno ride perch_ non cÅf_ niente da ridere.  O forse quello studente
ceder_ alla tentazione ed invece di far passare il codice a barre del suo
libretto delle assenze proporr_ al lettore ottico il codice a barre del
detersivo _ tanto per sabotare con unÅfumana monelleria  la scuola- azienda
e lÅfistruzione- merce. E magari per farsi due risate con il compagno di
banco _ che quello ancora non _ stato monitorato, non _ stato abolito dalla
riforma Moratti e si chiama ancora cos_, compagno di banco.
Giovanna Lo Presti delegata RSU CUB Scuola Itis Peano Torino