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TuttoscuolaNEWS n. 80
- Subject: TuttoscuolaNEWS n. 80
- From: Tuttoscuola <mailing at tuttoscuola.com>
- Date: Mon, 9 Dec 2002 11:03:51 +0100
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. http://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 80, 9 dicembre 2002 SOMMARIO 1. Moratti e Tremonti non si parlano. E intanto il decreto tagliaÖ 2. Gli effetti dirompenti dei tagli di Tremonti 3. Gli irriducibili dello spoils system/1 4. Gli irriducibili dello spoils system/2 5. Anticipi: cosa succedera' per il prossimo anno? 6. A scuola a luglio? L'ipotesi accademica di Bertagna 7. A gennaio andranno in pensione circa 10 mila docenti 8. Italia e Ocse: i titoli di studio che non rendono 9. Insegnanti di sostegno: quando la legge e' ipocrita 10. Crisi della scuola. Per il ìSecolo d'Italia" la colpa e' dei prof sessantottini 11. Un convegno nazionale dello SDI 1. Moratti e Tremonti non si parlano. E intanto il decreto tagliaÖ Tagli alle spese per il funzionamento amministrativo delle scuole (e dello stesso ministero dell'istruzione, che avra' difficolta' a pagare persino le ìmissioni" dei suoi funzionari); soldi in meno anche per la sicurezza degli istituti e per i capitoli piu' orientati verso la logica dell'investimento in qualita' e innovazione: le spese per la formazione dei docenti, e quelle per la formazione tecnica superiore, per l'obbligo formativo e l'educazione degli adulti. Ecco sul piatto le principali conseguenze del decreto taglia-spese gia' approvato dal Governo e che ora diventa realta' contabile per la scuola. Ma e' mai possibile - si domanda l'addetto ai lavori del mondo scolastico - che nel Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto taglia-spese e durante la sua approvazione in Parlamento nessun ministro o sottosegretario abbia valutato con prontezza le conseguenze della misura? E che nessuno da viale Trastevere abbia avvertito l'esigenza di attivarsi per rappresentare al ministero dell'economia i ìguasti" che avrebbe prodotto il decreto sul funzionamento della scuola? La comunicazione in Consiglio dei ministri non deve essere facile. Anzi, nel caso dei ministri Tremonti e Moratti, sembra proprio che non ci sia. Vero che il DM pubblicato lo scorso 29 novembre era in sostanza un atto dovuto: resta tuttavia singolare che tra i due ministri non ci sia stato, prima di quella data, un confronto di merito sulle sue dirette conseguenze, in particolare sulle specifiche voci da ìtagliare". E' vero che anche altri ministeri hanno ricevuti drastici tagli, a partire dallo stesso ministero dell'economia guidato da Tremonti (3.635 milioni di euro sul totale di 9.890), seguito dal ministero della difesa (1.166) e poi dal Miur (1.034). Mal comune mezzo gaudio? Nient'affatto. La rigidita' del bilancio dell'istruzione, fatto quasi per intero di spese correnti e obbligatorie (in gran parte stipendi), rende pesantissimo il vincolo imposto dal Tesoro. Il coro di proteste che ne e' scaturito ha indotto il Governo - secondo quanto dichiarato dal ministro Giovanardi - a ritornare sulla questione. Mercoledi' prossimo il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere delle voci di bilancio che non possono essere toccate, e non e' escluso che la ìbomba-istruzione" possa trovare una risposta nella Finanziaria. C'e' da augurarselo vivamente. 2. Gli effetti dirompenti dei tagli di Tremonti Ma quali sono gli effetti dei tagli decisi dal ministro Tremonti (decreto 29 novembre 2002, attuativo del decreto legge 194/2002) sul bilancio di questo esercizio 2002? La scuola se ne sta gradualmente, e con crescente preoccupazione, rendendo conto. Tagli che valgono complessivamente in termini di impegni 805,4 milioni di euro e in termini di pagamenti 1.034,5 milioni di euro (oltre duemila miliardi delle vecchie lire). E non si tratta di riduzione delle previsioni di finanziamento per il prossimo anno, per cui ci sarebbe modo di prepararsi e assestare le previsioni, ma di interventi sulla gestione del 2002 in chiusura, su risorse gia' assegnate ma non ancora accreditate, cioe' annunciate ma non trasferite alle scuole. In molti casi il ministero aveva gia' accreditato i finanziamenti in base ai vari capitoli del bilancio, ma il decreto Tremonti ha congelato tutto sulle tesorerie provinciali. Somme che le istituzioni scolastiche per lo piu' avevano gia' impegnato, con acquisti gia' fatturati. I fornitori dovranno ora attendere il prossimo anno (a meno di azioni legali), e le scuole dovranno fare variazioni di bilancio con qualche problema di pareggio. I guai peggiori riguardano forse il settore privato: le scuole paritarie, a cui poche settimane fa, dopo una lunga attesa, erano stati assicurati gli stanziamenti dovuti per effetto della legge sulla parita', si vedono privare di un finanziamento vitale per la loro sopravvivenza. Un dirigente della Fism, l'associazione delle scuole materne, ha stimato in circa 24 milioni di vecchie lire per sezione il taglio-Tremonti, con effetti pesantissimi sul bilancio e sul pagamento degli stipendi degli insegnanti, a questo punto da gennaio a rischio. Una situazione critica non attenuata - se non in prospettiva - dall'emendamento in Finanziaria proposto dalla Commissione bilancio per un bonus per le famiglie (anche in forma di credito d'imposta) che iscrivono i figli a scuole paritarie, che produrrebbe effetti per la scuole, Tremonti permettendo, tra un anno e piu'. Una misura figlia di un impegno elettorale della Casa delle liberta', attuata peraltro in un contesto ben lontano per la scuola da quello prospettato un anno e mezzo fa (tre ìi" e via dicendo). ____________________________________________________________ La scuola oggi e' piu' divertente. Con eMac, e' scontato. Cari insegnanti, con eMac preparerete lezioni da applauso! Grazie all'unita' SuperDrive e al rivoluzionario software Apple iDVD 2, potrete usare immagini e filmati per arricchire le lezioni, che trasformerete facilmente in DVD interattivi per i vostri studenti. http://promo.euro.apple.com/promo/emac_teacher_deal/it/ ____________________________________________________________ 3. Gli irriducibili dello spoils system/1 Sembrava gia' affidata agli archivi la storia dei direttori generali degli uffici scolastici regionali rimossi dal loro incarico per effetto della legge Frattini. Ma non e' cosi'. A riaccendere le polveri e' stato questa volta Giorgio Rembado, presidente dell'Anp che nella relazione congressuale ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_80-1.doc ) dell'Associazione ha parlato di ìrimozione sulla base della tessera, anziche' a seguito della verifica delle capacita' dirigenziali", evidenziando l'effetto di precarizzazione che si e' riversato ora sui direttori generali del MIUR nominati per soli cinque mesi. Intanto i direttori generali rimossi non sono rimasti inerti. Bruno Forte, gia' direttore del Friuli Venezia Giulia (ed ex presidente dell'Aimc), ha lasciato del tutto l'amministrazione scolastica per occuparsi di questioni formative per la Regione friulana. Gli altri, forse in attesa di qualche nuova prospettiva, hanno deciso di ricorrere contro il decreto del ministro che li ha collocati a disposizione per studio e ricerche. Ma quali possibilita' di successo hanno questi ìirriducibili dello spoils system"? 4. Gli irriducibili dello spoils system/2 Esclusa la possibilita' di ottenere, per ovvii motivi, un risultato positivo in sede di conciliazione obbligatoria, i ricorrenti non possono sperare nella sospensiva del provvedimento di mancata conferma, che non rientra tra i poteri del giudice del lavoro. Punterebbero invece a ottenere il risarcimento patrimoniale per il danno subito a causa del mancato rispetto da parte dell'amministrazione del contratto bilaterale di durata quinquennale. A proposito, il ministro Moratti, che in varie occasioni ha sostenuto la necessita' di eliminare gli sprechi, come concilia quest'obiettivo con l'aver disposto spese per incarichi di studio che comportano un maggior onere di almeno un milione e mezzo di euro? Seguira' questa logica anche riguardo allo spoils system che si appresta ad attuare per i dirigenti di seconda fascia? Rispetto ai vuoti di organico che si registrano nella dirigenza amministrativa e tecnica apparirebbe auspicabile il ricorso alla selezione ordinaria, come ha piu' volte detto lo stesso Presidente della Repubblica (si veda anche TuttoscuolaNEWS n.75 del 6 novembre). E che su questo tema stia salendo nel Paese l'attenzione lo dimostrano le recenti dichiarazioni di personaggi autorevoli come Giuseppe De Rita, che ha parlato con preoccupazione del diffondersi di ìuna cultura di corte" e Luca di Montezemolo, secondo il quale ìmai come in questo momento siamo di fronte a una crisi di classe dirigente del nostro paese". 5. Anticipi: cosa succedera' per il prossimo anno? Mancano poche settimane all'apertura delle iscrizioni per l'anno scolastico 2003-2004, prevista a gennaio. E con le iscrizioni ritorna il ritornello: anticipo si', o anticipo no? A quale modello di scuola ci si potra' iscrivere, alla nuova scuola della Moratti o a quella attuale? Una cosa e' probabile: al disegno di legge di riforma gia' passato al Senato e ora all'esame della Camera verranno introdotti emendamenti e ci sara' bisogno di un successivo passaggio al Senato. In ogni modo non sara' approvato in tempo utile per le prossime iscrizioni scolastiche. I genitori che puntano sull'anticipo di iscrizione non potranno percio' contare sulla legge e, quindi, non potranno avanzare richiesta. A gennaio. Ma se la legge, come tutto fa pensare (devolution permettendo), sara' approvata nei prossimi mesi, un primo effetto applicativo sara' proprio nella possibilita' di iscriversi in anticipo alla scuola dell'infanzia o alla prima classe elementare. I finanziamenti per questa operazione - a meno di modifiche da parte di Montecitorio - sono gia' previsti nel disegno di legge, compreso il 2003-04. Potranno quindi essere assunti nuovi insegnanti da assegnare alle classi costituite per effetto dell'eventuale aumento di iscritti. La riforma nel suo complesso puo' anche ritardare l'avvio, ma l'anticipo di iscrizione puo' invece avvenire ugualmente, perche' e' di fatto indipendente. Con tutta probabilita' il MIUR potra' riaprire entro settembre 2003 le iscrizioni per gli anticipatari e consentire, questa volta come accoglimento di un diritto sancito dalla legge, l'ammissione anticipata alla frequenza di chi compie tre o sei anni entro il 28 febbraio 2004. Per la cronaca, nelle 251 istituzioni scolastiche che stanno attualmente sperimentando la riforma, gli anticipi sono stati circa 2.700 tra infanzia e prima elementare, pari a circa l'11% degli iscritti alle classi sperimentali. E a proposito di sperimentazione, uno degli aspetti sui quali e' bene che si soffermi il monitoraggio in corso, e' su come stanno interagendo gli enti locali coinvolti: in questo senso, con la devolution gia' alla prima approvazione parlamentare, il progetto sperimentale puo' rappresentare un test molto importante. 6. A scuola a luglio? L'ipotesi accademica di Bertagna Il calendario delle attivita' scolastiche potrebbe essere anticipato all'inizio di settembre e prolungato fino a luglio inoltrato. L'ipotesi, per quanto accademica, non e' nostra, ma e' formulata - lo sottolineiamo, a titolo privato - dal prof. Giuseppe Bertagna, consulente di punta del ministro Moratti in materia di riforma. Capiamoci: le ìIndicazioni" nazionali per la scuola dell'infanzia, dell'elementare e della scuola media (quest'ultime nelle bozze circolate) definiscono gli orari di lezione, ma non prendono in considerazione il calendario scolastico. Solamente per la scuola dell'infanzia, dalla comparazione tra monte ore annue definite nelle Indicazioni (1000, 1300, 1660 oppure 1800) e ipotesi organizzative, si deduce che, pur non esplicitata, c'e' un quantificazione di 40 settimane di attivita' (cfr. TuttoscuolaNEWS n. 76 dell'11 novembre). Il che comporterebbe un anticipo e/o un prolungamento dell'attuale calendario delle attivita' dall'inizio di settembre a luglio inoltrato. Lo stesso Bertagna non ha detto nulla, nella sua qualita' di consulente ministeriale, sulla questione calendario scolastico. Ma a titolo privato, in ìVoce della scuola 2003", a cura di G. Cerini e M. Spinosi, editrice Tecnodid, pag. 247, il prof. Bertagna si esprime chiaramente sull'argomento affermando che ìÖpuo' essere produttivoÖ.distribuire gli almeno 200 giorni di scuola nei quali svolgere le ore annuali obbligatorie Ö non da settembre ai primi di giugno, ma da settembre alla meta' di luglio. In questa maniera ogni istituzione scolastica Ö potra' distribuire il monte ore annuale delle lezioni in base alle esigenze di apprendimento degli allievi, ai risultati finali da raggiungere e alle esigenze avanzate dalle famiglie e dal territorioÖ". Se una simile proposta venisse accolta, modificherebbe piani e abitudini di vita delle famiglie e degli stessi insegnanti; inciderebbe anche sull'organizzazione e sui costi dei servizi (mensa, trasporti, supplenze) a carico degli enti locali. Anche se questa non e' una proposta del ministero, sarebbe comunque interessante sapere cosa ne pensano tutti gli interessati. ____________________________________________________________ RAVENNA - Capitale dell'impero romano di Occidente Ravenna non vuol dire solo conoscenza dell'arte del mosaico. Significa addentrarsi nella storia che segue la caduta dell'impero romano e capire, attraverso gli antichi edifici, le chiese e le decorazioni, tutta la sua importanza. http://www.diocesi-ravenna.org ____________________________________________________________ 7. A gennaio andranno in pensione circa 10 mila docenti Un record negativo che non si verificava da decenni nella scuola: secondo le stime del ministero dell'istruzione, dovrebbero essere solo 9.851 gli insegnanti che andranno in pensione dal prossimo anno. Di questi, 3.338 lasceranno il servizio per raggiunti limiti di eta' (65 anni) e non dovranno nemmeno presentare domanda di pensionamento, a meno che, volendo rimanere in servizio per altri due anni, non presentino apposita richiesta entro il 10 gennaio prossimo; termine fissato anche per presentare eventuale domanda di pensione per chi ha almeno 35 anni di anzianita' contributiva e non meno di 57 anni di eta'. Quei quasi 10 mila docenti pensionati sono la conferma di un trend al ribasso che dura da almeno cinque anni, da quando cioe' nel 97/98 uscirono dall'ultima ìfinestra" prevista dalla riforma pensionistica 34.134 insegnanti. Dal 2004-2005 i pensionamenti - se nel frattempo non vi saranno riforme - torneranno a crescere, secondo le previsioni del MIUR: saranno 11 mila nel 2004 e piu' di16 mila l'anno dopo. Se il ridotto numero di pensionati della scuola puo' far piacere al ministero dell'Economia, che avra' meno pensioni da pagare, lascia pero' un po' delusi gli iscritti delle graduatorie permanenti che dai posti lasciati liberi possono sperare nell'immissione in ruolo. 8. Italia e Ocse: i titoli di studio che non rendono La differenza di stipendio tra laureati e diplomati in Italia e' la piu' bassa tra i principali Paesi dell'Ocse. Ed e' sempre l'Italia a far registrare anche la piu' alta differenza retributiva tra chi ha il diploma e chi non ce l'ha. Lo afferma il 36ƒ Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese 2002, presentato venerdi' scorso, che qualcuno ha gia' chiamato quello ìdella stagnazione" ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_80-2.doc ). L'Ocse ha comparato, in ciascun Paese, le retribuzioni medie complessive dei diplomati con quelle dei laureati, rilevandone la differenza percentuale. L'Italia e' il Paese nel quale la differenza retributiva e' piu' bassa: gli stipendi dei laureati sono il 27% piu' alti di quelli dei diplomati. All'estremo opposto ci sono i laureati USA con una differenza in piu' rispetto ai diplomati, pari al 72%. La stessa comparazione e' stata fatta tra stipendi dei lavoratori diplomati e quelli dei non diplomati. L'Italia si caratterizza nuovamente in negativo rispetto agli altri Paesi dell'Ocse. Il non diplomato, mediamente, percepisce infatti solo il 58% della retribuzione di un diplomato. In questo caso, all'estremo opposto c'e' la Svezia con una differenza pari a 89 contro 100. Si puo' trarre una conclusione, forse un po' sommaria ma significativa: il diploma, in termini di costo/benefici, rende meglio di qualsiasi altro titolo di studio utilizzato per il lavoro dagli italiani tra i 25 e i 64 anni. La differenza della retribuzione del diplomato rispetto a chi non ha neanche quello e' di tutta evidenza, mentre nei confronti del laureato il diplomato non sta poi tanto male. Viene da chiedersi: quel 27% in piu' a favore di chi ha la laurea ripaga adeguatamente l'investimento in costi e in tempi per laurearsi? 9. Insegnanti di sostegno: quando la legge e' ipocrita A scanso di equivoci, vogliamo essere chiari: un docente di sostegno ogni 138 alunni iscritti e' un criterio ipocrita che non regge piu'. Riepiloghiamo la storia e spieghiamo perche'. Alcuni anni fa i posti di sostegno per alunni handicappati venivano assegnati in modo difforme sul territorio nazionale: vi era chi si atteneva quasi scrupolosamente al rapporto 1 a 4 (un docente ogni 4 alunni portatori di handicap) e chi aumentava questa condizione minima con integrazioni debitamente documentate. La sperequazione tra provincia e provincia era evidente. Si decise di fissare un tetto uguale per tutti: un insegnante ogni 138 alunni frequentanti scuole statali in ciascuna provincia. Inoltre, per non trasformare quel parametro (un mix tra statistico, politico e contrattuale) in una specie di dogma, si consenti' una deroga eccezionale in presenza di casi particolarmente gravi, nominando su quei posti - per evitarne la stabilita' - docenti non di ruolo. Quel che poi e' avvenuto lo sappiamo tutti: la deroga e' andata crescendo di anno in anno, al punto che oggi su tre posti di sostegno uno e' ìprovvisorio" in deroga, coperto da docente non di ruolo (con compromissione della continuita' e della qualita' del servizio educativo di sostegno). Quest'anno gli alunni delle scuole italiane sono 7.629.950 che, secondo il rapporto di 1 docente ogni 138 alunni, avrebbero dovuto determinare automaticamente un organico di 55.289 sostegni. Il MIUR, forse per contenere l'effetto deroga, ha limitato l'organico del sostegno a soli 49.738 docenti, pari a 5.551 in meno di quel che risulterebbe applicando il parametro, tutto virtuale, di 1 a 138. Ma questo non e' bastato a contenere l'effetto deroga, visto che complessivamente i docenti di sostegno sono diventati 74.626, un terzo dei quali (24.888) appunto in deroga ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_80-3.doc ). Il MIUR, dopo aver accusato le ASL di emettere certificazioni facili che favoriscono la deroga, ha deciso di calmierare per legge la ìpatologia", incaricando i direttori regionali di fungere da sentinelle nell'autorizzazione dei posti fuori quota. Domanda: e se si modificasse anche l'inapplicato e ipocrita parametro-tabu' ì1 a 138"? ____________________________________________________________ TUTTOSCUOLA di dicembre e' in edicola: - Medie: meno tempo, piu' materie Come cambiera' l'orario nella scuola media - Prestazioni e retribuzioni: la guerra delle 18 ore - Progetto valutazione, la scuola allo specchio Interventi di G. Allulli e A. Augenti - Speciale orientamento: tra scuola e mondo del lavoro Interventi di A. Rubinacci, A. Bottino, P. Cattaneo - Per Natale, regaliamo un libro Piccola guida per orientarsi in libreria, di T. Buongiorno E molto altro, nel numero di dicembre in edicola ____________________________________________________________ 10. Crisi della scuola. Per il ìSecolo d'Italia" la colpa e' dei prof sessantottini La linea di AN sulla politica scolastica appare talvolta ondeggiante, tra atteggiamenti di conservatorismo responsabile e di efficientismo minimalista da una parte e improvvise accelerazioni identitarie dall'altra, come nel caso delle polemiche sulla storia, sui libri di testo e sulle ipotesi di nuovi programmi elaborate dal Ministero in vista dell'attuazione della riforma Moratti. Ora il ìSecolo d'Italia", che e' il quotidiano di riferimento di AN, e non una qualsiasi testata indipendente che ospita le libere ìesternazioni" dei suoi lettori, apre un nuovo fronte, chiedendo che l'"attenzione del governo, e in particolare del ministro della Pubblica istruzione" (che peraltro non si chiama piu' cosi') si ìaccentri" sugli insegnanti, che essendo ìdisgraziatamente in gran parte di matrice sessantottina sono assai poco adatti ad educare. Adatti, piuttosto, a diseducare". Testuale. Lo spunto e' stato fornito a Luciano Garibaldi, che firma l'articolo, da un editoriale di Gaspare Barbiellini Amidei, che pochi giorni prima aveva lamentato, sul ìCorriere della Sera", il fatto che in Italia si studia troppo e male (ma sulla base di cifre inesatte: nella scuola media italiana le lezioni durano 1000 ore, e non 1100). Troppe ore, e in cattiva compagnia, sembra dire Garibaldi, perche' gli insegnanti sessantottini ìdiseducano". Se le parole hanno un senso, la sortita del ìSecolo d'Italia" potrebbe preludere ad una campagna per la rieducazione di massa degli insegnanti. Oppure, in alternativa, per una forte riduzione dell'orario: cosi' si potrebbe licenziare un congruo numero di ìsessantottini". Ci sbagliamo? 11. Un convegno nazionale dello SDI I gruppi parlamentari dello SDI organizzano a Roma alla Residenza di Ripetta (via di Ripetta 231, ore 10.30 del 14 dicembre 2002) una giornata di dibattito sul tema ìScuola pubblica: diritto di precedenza". La relazione introduttiva sara' tenuta dalla senatrice Maria Rosaria Manieri, responsabile scuola dello SDI. Il convegno fornira' l'occasione per misurare il grado di convergenza trasversale su temi politicamente controversi come quello del doppio canale (liceale e professionale) e del federalismo scolastico. Al dibattito parteciperanno Giuseppe Bertagna, Luciano Benadusi, preside della facolta' di Sociologia della Sapienza di Roma, Enzo Marzo, Attilio Oliva, l'ex ministro Angelo Piazza e anche Benedetto Vertecchi, gia' presidente del CEDE e ascoltato consigliere dei ministri Berlinguer e De Mauro. 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