TuttoscuolaNEWS n. 75



Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La  newsletter  settimanale  di  Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

                 http://www.tuttoscuola.com

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N. 75, 6 novembre 2002


SOMMARIO

1. Studiare al sud non sempre paga
2. La riforma in aula al Senato. Intanto si lavora sui suoi contenuti
3. Come sara' la nuova scuola media
4. Nuova scuola media: ma quante discipline si studieranno?
5. Secca presa di distanza di AN dai nuovi programmi ministeriali
6. 8 novembre 2002: spoils system capitolo 2
7. La malattia breve alleggerisce la busta paga



0. Si' al questionario

Numerosi lettori della newsletter di Tuttoscuola hanno  gia'  risposto
al questionario della scorsa  settimana  esprimendo  suggerimenti  per
potenziare e ampliare i campi di intervento del nostro servizio.
Lo riproponiamo, rivolgendoci a chi non ha ancora  potuto  rispondere.
Il questionario e' compilabile on line in modo semplice e immediato, e
in forma del tutto anonima. Occorrono circa 5 minuti.
Dal    primo   esame   delle  risposte  inviate  dai  lettori  emerge
complessivamente un ampio consenso per la linea editoriale,  integrato
da interessanti suggerimenti che la redazione sta gia' esaminando  per
corrispondere possibilmente alle attese del pubblico.
Piu' risposte avremo e meglio potremo focalizzare le preferenze  e  le
necessita' di voi lettori.
Chi vuole  aggiungersi  agli  altri,  puo'  accedere  direttamente  al
questionario cliccando qui:

http://www.tuttoscuola.com/questionario


1. Studiare al sud non sempre paga

Tra i 3 milioni di ragazzi italiani compresi tra i 15 e i 18 anni, ben
500 mila restano oggi senza  diploma.  Lo  ha  ricordato  il  ministro
Moratti in un intervento sul ìCorriere della seraî. E'  certamente  un
dato che ci tiene lontano dagli obiettivi europei. Ma  chi  riesce  ad
arrivare al sospirato  traguardo  del  diploma  di  scuola  secondaria
superiore, ne ricava sempre  un  vantaggio  sul  mercato  del  lavoro?
Nient'affatto, soprattutto al sud.
Dopo tre anni dal conseguimento del titolo di studio, solo il 47%  dei
diplomati dell'Italia meridionale ha trovato un'occupazione;  al  nord
la percentuale sale al 66. E' questo uno dei  risultati  che  emergono
dall'indagine dell'Istat sui diplomati  del  1998  tre  anni  dopo  il
conseguimento del titolo di studio. Il risultato negativo per loro non
e' solamente la conseguenza della condizione economica e  di  sviluppo
dell'area in cui si trovano a vivere. Vediamo perche'.
Nello studio ìDiplomati e mercato del lavoroî ( www.istat.it ) risulta
che, nel meridione, dei diplomati che gia'  lavorano,  il  27,6%  deve
accontentarsi di un lavoro occasionale o stagionale.
I fortunati che hanno un lavoro continuativo cercano  tranquillita'  e
regolarita' nel contratto, ma, mentre al nord c'e' solo un 3,5%  senza
contratto, al sud invece sono il 16,3%, cioe' circa uno ogni  sei  con
lavoro continuativo. Ma c'e' di piu':  il  lavoro  part  time  al  sud
riguarda il 25% dei diplomati con  lavoro  continuativo  (al  nord  il
14,9%).
Se si guarda infine alla busta paga  di  chi  lavora  a  tempo  pieno,
l'indagine evidenzia che al sud un diplomato su quattro (25,2%) prende
meno di 600 euro al mese (al nord con quella paga  c'e'  solamente  il
5,2%).
Infine, ultima amarezza per i diplomati meridionali,  per  avere  quel
lavoro, a volte non continuativo, a part  time,  mal  pagato  o  senza
contratto, non e' nemmeno necessario il diploma: lo dichiara il  51,5%
degli interessati ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_75-1.doc ).


2. La riforma in aula al Senato. Intanto si lavora sui suoi contenuti

Il ddl di riforma scolastica dovrebbe essere approvato entro  la  fine
di questa settimana o, al massimo, entro il 12 novembre. E' questa  la
previsione fatta dal ministro Moratti, tenendo conto del fatto  che  i
tempi del dibattito a Palazzo Madama sono stati contingentati  (in  14
ore). Poi il testo passera' alla Camera, dove non avra' vita facile.
Ma    l'attenzione   della  stampa  e  dell'opinione  pubblica  si  e'
polarizzata, in questi ultimi mesi, non sulla  legge,  percepita  dopo
tanti rinvii come un'evenienza lontana e astratta, ma  sulla  concreta
questione    della   sperimentazione  nella  scuola  dell'infanzia  ed
elementare, e ancora  piu'  specificamente  sul  tema  dell'iscrizione
anticipata.    Minore   attenzione  hanno  ricevuto  i  contenuti  da
sperimentare   (le  ìindicazioni  nazionali  per  i  Piani  di  studio
personalizzatiî e gli ìobiettivi  specifici  di  apprendimentoî),  che
pure  costituiscono  il  cuore  del  progetto.  Poche  analisi,  pochi
articoli, insomma piu' indifferenza che insofferenza  anche  da  parte
dei critici.
Ma nel frattempo gli alacri progettisti di Letizia Moratti non si sono
fermati: gia' da qualche tempo circolano le ìindicazioni nazionaliî  e
gli ìobiettivi specificiî della scuola  media  ñ  anzi  della  ìscuola
secondaria di primo gradoî, come viene ufficialmente  denominata,  con
evidente omaggio alla tradizionale collocazione di  questa  fascia  di
scuola nel grado secondario e in polemica con la  ìelementarizzazioneî
tentata da Berlinguer. Il MIUR, ìdopo aver raccolto una pluralita'  di
indicazioni e suggerimenti, si sta apprestando alla stesura conclusiva
dei testiî, secondo quanto ha dichiarato una persona ben informata, il
responsabile scuola di AN.
I nuovi programmi della  scuola  media  presentano  novita'  degne  di
rilievo e di discussione. Cominciamo  a  parlarne,  anche  se  per  il
momento si  tratta  di  bozze  ufficiose,  e  quindi  suscettibili  di
radicali modifiche. ìIl popolo della scuolaî ha diritto di iniziare  a
riflettere e a dibattere anche su delle ipotesi iniziali.


3. Come sara' la nuova scuola media

A differenza della scuola media introdotta nel 1962, il  cui  impianto
curricolare e' stato sostanzialmente confermato  dai  nuovi  programmi
del 1979, le ipotesi della nuova ìscuola secondaria  di  primo  gradoî
prevedono una scansione interna 2+1, e non piu' 1+1+1. Cio'  significa
che - come per la scuola elementare, dove  la  scansione  proposta  e'
1+2+2, ma le bocciature sono da tempo praticamente  inesistenti  -  la
ripetizione dell'anno potra'  essere  disposta  solo  al  termine  del
biennio, e solo nel caso che l'allievo non  riesca  a  recuperare  nel
secondo anno i debiti accumulati nel primo anno. Attenzione: la  bozza
parla di ìdue debitiî relativi alle stesse due discipline nelle  quali
essi erano stati registrati alla fine del primo  anno.  Se  il  debito
ìvecchioî resta uno solo, e ad esso se ne  aggiungono  altri,  non  e'
detto che l'allievo debba ripetere  l'anno.  Almeno  cosi'  sembra  di
capire.
Altra novita' e' costituita dalla ìprova nazionaleî che integrera'  le
prove previste dall'esame di Stato alla fine della  terza  media  (che
non dovrebbe  cambiare:  commissione  tutta  interna,  con  presidente
esterno).  Tale  prova  sara'  predisposta  e  corretta  dal  Servizio
Nazionale di Valutazione, e il suo esito influira'  sulla  valutazione
finale dell'esame. Si tratta di una grossa novita', che reintroduce un
elemento  di  valutazione  esterna  in  un  esame  che  secondo  molti
osservatori era diventato  inconsistente  e  troppo  autoreferenziale.
Analoghe accuse di insignificanza  e  autoreferenzialita'  sono  state
peraltro rivolte anche al nuovo esame di  maturita',  riformato  dalla
Moratti secondo il modello dell'esame di licenza media.  Si  va  forse
verso una ìterza provaî elaborata e corretta dal Servizio Nazionale di
Valutazione?


4. Nuova scuola media: ma quante discipline si studieranno?

Con la riforma della scuola media allo studio  del  MIUR  si  potrebbe
assistere a  una  proliferazione  delle  discipline  di  insegnamento.
Infatti, rispetto alle otto materie (o aggregazioni di  materie)  piu'
l'insegnamento della religione cattolica, previste dai  programmi  del
1979, nella bozza ministeriale compaiono ben 11 materie,  piu'  l'IRC,
piu' le cosiddette ìeducazioniî, che fanno parte di un unico campo  di
attivita' formative, denominato ìeducazione alla convivenza civileî.
Rispetto ai programmi vigenti, ci sarebbero le seguenti novita':
- le lingue straniere diventano due, con l'inglese obbligatorio;
- storia e geografia sono separate, non fanno piu' parte di un blocco,
assieme all'educazione civica;
- la matematica e le scienze vengono egualmente separate;
-    le  altre  materie  perdono  tutte  il  sostantivo  ìeducazioneî:
educazione tecnica diventa ìtecnologiaî, educazione  musicale  diventa
ìmusicaî, educazione artistica diventa ìarte e  immagineî,  educazione
fisica diventa ìattivita' sportiveî, al plurale.
Spettera'    al   docente  di  trasformare  le  relative  ìindicazioni
nazionaliî in obiettivi formativi.
Ma il sostantivo ìeducazioneî si prende una sostanziosa rivincita  nel
macrocampo della ìeducazione alla convivenza civileî, che non  e'  una
materia con orario separato, ma un insieme di attivita' formative  che
dovrebbero collocarsi all'interno di altre  materie,  per  esempio  in
forma di moduli. Si tratta di  sei  ìeducazioniî:  alla  cittadinanza,
stradale, ambientale, alla salute, alimentare, all'affettivita'.  Esse
hanno una struttura formale non diversa da  quella  delle  materie,  e
propri  specifici  obiettivi  di  apprendimento,  alcuni  di  notevole
complessita', che richiederanno tempo per essere insegnati, appresi  e
valutati. Insomma, le ìeducazioniî sembrano materie. Il totale farebbe
17 (piu' l'IRC). Basteranno i miracoli della  didattica  modulare  per
fronteggiare i rischi di enciclopedismo e di eccessiva  frammentazione
che una tale prospettiva (per ora, ricordiamolo, frutto  solo  di  una
bozza in progress) evoca?


5. Secca presa di distanza di AN dai nuovi programmi ministeriali

La consulta scuola di AN ha mosso un deciso e  pubblico  attacco  alle
bozze di nuovi programmi della scuola elementare e della scuola  media
apprestate dal MIUR con la consulenza del prof. Giuseppe Bertagna.  Ne
parla lo stesso responsabile scuola di AN, sen. Giuseppe Valditara, in
un dettagliato articolo pubblicato nel numero a giorni in  edicola  di
Tuttoscuola.
Quali sono i motivi di questa improvvisa presa di  distanza?  E'  vero
che la delega al governo contenuta nel DDL Moratti e' assai  ampia,  e
che rilevanti sono  i  margini  di  discrezionalita'  tradizionalmente
riconosciuti al Ministro dell'istruzione in materia di  programmi,  ma
le numerose modifiche richieste in via preventiva e quasi  cautelativa
da AN  sono  probabilmente  la  spia  di  un  problema  politico  piu'
generale,   quello  della  ricerca  di  identita'  di  questo  partito
all'interno della coalizione al governo, e soprattutto  nei  confronti
dei ministri îtecniciî.
Ecco le principali richieste di modifica di AN:
- la precisazione che l'obiettivo prioritario in prima elementare  ìe'
l'apprendimento della lettura e della scrittura in  lingua  italianaî;
per le classi successive si chiedono indicazioni ìpiu'  chiareî  circa
lo studio della grammatica, della sintassi e dell'analisi  logica,  ìi
tre pilastri di una formazione rigorosaî;
- la  valorizzazione  della  poesia,  anche  nella  scuola  media,  in
alternativa all'impostazione eccessivamente analitica di approccio  ai
testi;
- l'inserimento del latino in terza media ìcome materia di indirizzoî;
- il ìritorno del mito e dell'epicaî, che segnerebbe il ìritorno della
dimensione spirituale nella rivisitazione del passatoî;
- una diversa periodizzazione dei programmi  di  storia  della  scuola
media; in terza si dovrebbe partire dal Congresso di Vienna (1815),  e
si dovrebbe evitare di parlare di ìimperialismoî;
- il ripristino dell'educazione  fisica,  in  luogo  delle  ìattivita'
sportiveî;
- l'aumento delle ore obbligatorie (825  sono  ìancora  pocheî)  e  la
riduzione di quelle facoltative, per evitare la ìscuola happeningî del
modello americano.
In pratica AN  chiede  di  tornare  ai  programmi  tradizionali  e  di
eliminare o ridurre al minimo i Piani di studio  personalizzati  e  il
Portfolio delle competenze  (ìatti  cartaceiî),  cioe'  il  cuore  del
progetto Bertagna.

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FACCIAMO UN GIORNALE

La prima guida al giornalismo scolastico.
Un manuale per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
Vademecum per scrivere e titolare un articolo, per realizzare
un'inchiesta o un'intervista, etc.: tutto cio' che bisogna sapere
prima di ideare, organizzare o migliorare un giornale a scuola.

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6. 8 novembre 2002: spoils system capitolo 2

Dopo l'8 ottobre, quando tocco'  ai  dirigenti  di  prima  fascia,  si
avvicina ora una nuova  scadenza  per  lo  spoils  system  scolastico:
l'orologio della legge Frattini scatta l'8 novembre per i dirigenti di
seconda fascia, che a differenza dei primi non avranno  pero'  bisogno
di essere confermati nel  posto  attualmente  occupato.  Per  loro  si
applichera' la regola del silenzio-conferma.
L'organico dei dirigenti di seconda fascia presenta molti vuoti.  C'e'
da    augurarsi   che  la  copertura  dei  posti  vacanti  sia  fatta
salvaguardando    le   esigenze   di  imparzialita'  e  funzionalita'
dell'amministrazione. Il reclutamento della dirigenza, come  ha  detto
il   Presidente  della  Repubblica,  non  puo'  eludere  le  procedure
concorsuali. Il dirigente pubblico deve avere qualcosa in piu'.
Chi sara'  coinvolto  dal  turnover?  Sono  stati  gia'  sostituiti  i
dirigenti di seconda fascia promossi all'incarico superiore. Al  posto
di Ugo Panetta, gia'  dirigente  dell'ufficio  primo  della  Direzione
generale per gli ordinamenti scolastici (equivalente  all'incarico  di
vicedirettore generale), va Sergio Scala; al  posto  di  Pier  Giorgio
Cataldi, proveniente con lo stesso incarico dalla  Direzione  generale
per i Servizi nel  territorio,  va  Donatella  Angione,  mentre  Luigi
Catalano, gia' dirigente dell'ufficio primo della  Direzione  generale
per la Comunicazione, viene sostituito da  Mauro  Zilli.  Anche  altri
dirigenti  centrali  di  seconda  fascia  saranno  spostati  ad  altro
incarico: e' il caso di Antonio Coccimiglio, dirigente dell'ufficio di
ragioneria, che passera' al Gabinetto del Ministro, e  di  Anna  Maria
Leuzzi, che da  responsabile  dei  Fondi  strutturali  va  a  dirigere
l'ufficio primo della stessa Direzione delle relazioni internazionali.
Infine, c'e'  un'importante  coda  dello  spoils  system  capitolo  1,
riguardante la prima fascia: il direttore dell'Ufficio  regionale  del
Veneto, Enzo Martinelli  ñ  uno  dei  pochi  confermati  dal  ministro
Moratti ñ ha preferito lasciare anticipatamente l'incarico per  andare
in pensione. In pole position per la successione  c'e'  Vito  Festina,
fino ad  oggi  dirigente  della  Direzione  per  l'organizzazione  dei
Servizi nel territorio, con  un  lungo  trascorso  alla  ex  Direzione
generale della scuola non statale..


7. La malattia breve alleggerisce la busta paga

Un'incubazione durata tre anni, poi il ìticketî sulla  malattia  breve
e' scattato inesorabilmente sugli insegnanti. Con effetto retroattivo.
Quando nell'estate del  '99  il  contratto  integrativo  di  categoria
dispose una specie di indennita' di funzione per i  docenti  (compenso
individuale accessorio  prima,  retribuzione  professionale  poi),  si
ottenne un riconoscimento  speciale  per  il  personale  scolastico  a
carattere fisso e continuativo.
Fisso e continuativo. Ma sempre accessorio? Secondo il  ministero  del
Tesoro, si'. E come accessorio - si e' concluso a Via Nazionale -  non
andava pagato in caso di assenza per malattia breve  (inferiore  a  16
giorni), come d'altronde prevede  lo  stesso  contratto  del  comparto
scuola ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_75-2.doc ).
Sindacati e Ministero  dell'Istruzione  la  pensavano  diversamente  e
avevano resistito, appellandosi infine all'Aran che, con i  sindacati,
ha titolo a fornire interpretazione autentica. Ma l'Aran ha detto  che
la norma e' chiara e non ha bisogno di  interpretazioni.  La  ritenuta
quindi e' dovuta.
Le segreterie delle  scuole  dovranno  ora  rivedere  le  assenze  per
malattia    del  personale  di  durata  non  superiore  ai  15  giorni
continuativi dal luglio 1999 ad oggi e comunicarle alle direzioni  del
Tesoro (le assenze  per  altre  ragioni,  per  maternita',  ecc.  sono
escluse) per la ritenuta.
Sindacati permettendo, il ìticketî per malattia dovrebbe quindi essere
presto recuperato sulla busta paga. Chi, tra influenze e  raffreddori,
ha cumulato un centinaio di giorni di  assenza  nel  triennio,  dovra'
lasciare circa un milione di vecchie lire. Per altre  situazioni  puo'
aiutare    la    tabella    di    Tuttoscuola    (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_75-3.doc ).



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MEMO: ricordate di compilare  il  questionario  (tempo  necessario:  5
minuti). Ci aiutera' a  fare  un  prodotto  piu'  vicino  alle  vostre
esigenze. Cliccate qui:

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