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TuttoscuolaNEWS n. 75
- Subject: TuttoscuolaNEWS n. 75
- From: Tuttoscuola <mailing at tuttoscuola.com>
- Date: Wed, 6 Nov 2002 08:13:45 +0100
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. http://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 75, 6 novembre 2002 SOMMARIO 1. Studiare al sud non sempre paga 2. La riforma in aula al Senato. Intanto si lavora sui suoi contenuti 3. Come sara' la nuova scuola media 4. Nuova scuola media: ma quante discipline si studieranno? 5. Secca presa di distanza di AN dai nuovi programmi ministeriali 6. 8 novembre 2002: spoils system capitolo 2 7. La malattia breve alleggerisce la busta paga 0. Si' al questionario Numerosi lettori della newsletter di Tuttoscuola hanno gia' risposto al questionario della scorsa settimana esprimendo suggerimenti per potenziare e ampliare i campi di intervento del nostro servizio. Lo riproponiamo, rivolgendoci a chi non ha ancora potuto rispondere. Il questionario e' compilabile on line in modo semplice e immediato, e in forma del tutto anonima. Occorrono circa 5 minuti. Dal primo esame delle risposte inviate dai lettori emerge complessivamente un ampio consenso per la linea editoriale, integrato da interessanti suggerimenti che la redazione sta gia' esaminando per corrispondere possibilmente alle attese del pubblico. Piu' risposte avremo e meglio potremo focalizzare le preferenze e le necessita' di voi lettori. Chi vuole aggiungersi agli altri, puo' accedere direttamente al questionario cliccando qui: http://www.tuttoscuola.com/questionario 1. Studiare al sud non sempre paga Tra i 3 milioni di ragazzi italiani compresi tra i 15 e i 18 anni, ben 500 mila restano oggi senza diploma. Lo ha ricordato il ministro Moratti in un intervento sul ìCorriere della seraî. E' certamente un dato che ci tiene lontano dagli obiettivi europei. Ma chi riesce ad arrivare al sospirato traguardo del diploma di scuola secondaria superiore, ne ricava sempre un vantaggio sul mercato del lavoro? Nient'affatto, soprattutto al sud. Dopo tre anni dal conseguimento del titolo di studio, solo il 47% dei diplomati dell'Italia meridionale ha trovato un'occupazione; al nord la percentuale sale al 66. E' questo uno dei risultati che emergono dall'indagine dell'Istat sui diplomati del 1998 tre anni dopo il conseguimento del titolo di studio. Il risultato negativo per loro non e' solamente la conseguenza della condizione economica e di sviluppo dell'area in cui si trovano a vivere. Vediamo perche'. Nello studio ìDiplomati e mercato del lavoroî ( www.istat.it ) risulta che, nel meridione, dei diplomati che gia' lavorano, il 27,6% deve accontentarsi di un lavoro occasionale o stagionale. I fortunati che hanno un lavoro continuativo cercano tranquillita' e regolarita' nel contratto, ma, mentre al nord c'e' solo un 3,5% senza contratto, al sud invece sono il 16,3%, cioe' circa uno ogni sei con lavoro continuativo. Ma c'e' di piu': il lavoro part time al sud riguarda il 25% dei diplomati con lavoro continuativo (al nord il 14,9%). Se si guarda infine alla busta paga di chi lavora a tempo pieno, l'indagine evidenzia che al sud un diplomato su quattro (25,2%) prende meno di 600 euro al mese (al nord con quella paga c'e' solamente il 5,2%). Infine, ultima amarezza per i diplomati meridionali, per avere quel lavoro, a volte non continuativo, a part time, mal pagato o senza contratto, non e' nemmeno necessario il diploma: lo dichiara il 51,5% degli interessati ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_75-1.doc ). 2. La riforma in aula al Senato. Intanto si lavora sui suoi contenuti Il ddl di riforma scolastica dovrebbe essere approvato entro la fine di questa settimana o, al massimo, entro il 12 novembre. E' questa la previsione fatta dal ministro Moratti, tenendo conto del fatto che i tempi del dibattito a Palazzo Madama sono stati contingentati (in 14 ore). Poi il testo passera' alla Camera, dove non avra' vita facile. Ma l'attenzione della stampa e dell'opinione pubblica si e' polarizzata, in questi ultimi mesi, non sulla legge, percepita dopo tanti rinvii come un'evenienza lontana e astratta, ma sulla concreta questione della sperimentazione nella scuola dell'infanzia ed elementare, e ancora piu' specificamente sul tema dell'iscrizione anticipata. Minore attenzione hanno ricevuto i contenuti da sperimentare (le ìindicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzatiî e gli ìobiettivi specifici di apprendimentoî), che pure costituiscono il cuore del progetto. Poche analisi, pochi articoli, insomma piu' indifferenza che insofferenza anche da parte dei critici. Ma nel frattempo gli alacri progettisti di Letizia Moratti non si sono fermati: gia' da qualche tempo circolano le ìindicazioni nazionaliî e gli ìobiettivi specificiî della scuola media ñ anzi della ìscuola secondaria di primo gradoî, come viene ufficialmente denominata, con evidente omaggio alla tradizionale collocazione di questa fascia di scuola nel grado secondario e in polemica con la ìelementarizzazioneî tentata da Berlinguer. Il MIUR, ìdopo aver raccolto una pluralita' di indicazioni e suggerimenti, si sta apprestando alla stesura conclusiva dei testiî, secondo quanto ha dichiarato una persona ben informata, il responsabile scuola di AN. I nuovi programmi della scuola media presentano novita' degne di rilievo e di discussione. Cominciamo a parlarne, anche se per il momento si tratta di bozze ufficiose, e quindi suscettibili di radicali modifiche. ìIl popolo della scuolaî ha diritto di iniziare a riflettere e a dibattere anche su delle ipotesi iniziali. 3. Come sara' la nuova scuola media A differenza della scuola media introdotta nel 1962, il cui impianto curricolare e' stato sostanzialmente confermato dai nuovi programmi del 1979, le ipotesi della nuova ìscuola secondaria di primo gradoî prevedono una scansione interna 2+1, e non piu' 1+1+1. Cio' significa che - come per la scuola elementare, dove la scansione proposta e' 1+2+2, ma le bocciature sono da tempo praticamente inesistenti - la ripetizione dell'anno potra' essere disposta solo al termine del biennio, e solo nel caso che l'allievo non riesca a recuperare nel secondo anno i debiti accumulati nel primo anno. Attenzione: la bozza parla di ìdue debitiî relativi alle stesse due discipline nelle quali essi erano stati registrati alla fine del primo anno. Se il debito ìvecchioî resta uno solo, e ad esso se ne aggiungono altri, non e' detto che l'allievo debba ripetere l'anno. Almeno cosi' sembra di capire. Altra novita' e' costituita dalla ìprova nazionaleî che integrera' le prove previste dall'esame di Stato alla fine della terza media (che non dovrebbe cambiare: commissione tutta interna, con presidente esterno). Tale prova sara' predisposta e corretta dal Servizio Nazionale di Valutazione, e il suo esito influira' sulla valutazione finale dell'esame. Si tratta di una grossa novita', che reintroduce un elemento di valutazione esterna in un esame che secondo molti osservatori era diventato inconsistente e troppo autoreferenziale. Analoghe accuse di insignificanza e autoreferenzialita' sono state peraltro rivolte anche al nuovo esame di maturita', riformato dalla Moratti secondo il modello dell'esame di licenza media. Si va forse verso una ìterza provaî elaborata e corretta dal Servizio Nazionale di Valutazione? 4. Nuova scuola media: ma quante discipline si studieranno? Con la riforma della scuola media allo studio del MIUR si potrebbe assistere a una proliferazione delle discipline di insegnamento. Infatti, rispetto alle otto materie (o aggregazioni di materie) piu' l'insegnamento della religione cattolica, previste dai programmi del 1979, nella bozza ministeriale compaiono ben 11 materie, piu' l'IRC, piu' le cosiddette ìeducazioniî, che fanno parte di un unico campo di attivita' formative, denominato ìeducazione alla convivenza civileî. Rispetto ai programmi vigenti, ci sarebbero le seguenti novita': - le lingue straniere diventano due, con l'inglese obbligatorio; - storia e geografia sono separate, non fanno piu' parte di un blocco, assieme all'educazione civica; - la matematica e le scienze vengono egualmente separate; - le altre materie perdono tutte il sostantivo ìeducazioneî: educazione tecnica diventa ìtecnologiaî, educazione musicale diventa ìmusicaî, educazione artistica diventa ìarte e immagineî, educazione fisica diventa ìattivita' sportiveî, al plurale. Spettera' al docente di trasformare le relative ìindicazioni nazionaliî in obiettivi formativi. Ma il sostantivo ìeducazioneî si prende una sostanziosa rivincita nel macrocampo della ìeducazione alla convivenza civileî, che non e' una materia con orario separato, ma un insieme di attivita' formative che dovrebbero collocarsi all'interno di altre materie, per esempio in forma di moduli. Si tratta di sei ìeducazioniî: alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare, all'affettivita'. Esse hanno una struttura formale non diversa da quella delle materie, e propri specifici obiettivi di apprendimento, alcuni di notevole complessita', che richiederanno tempo per essere insegnati, appresi e valutati. Insomma, le ìeducazioniî sembrano materie. Il totale farebbe 17 (piu' l'IRC). Basteranno i miracoli della didattica modulare per fronteggiare i rischi di enciclopedismo e di eccessiva frammentazione che una tale prospettiva (per ora, ricordiamolo, frutto solo di una bozza in progress) evoca? 5. Secca presa di distanza di AN dai nuovi programmi ministeriali La consulta scuola di AN ha mosso un deciso e pubblico attacco alle bozze di nuovi programmi della scuola elementare e della scuola media apprestate dal MIUR con la consulenza del prof. Giuseppe Bertagna. Ne parla lo stesso responsabile scuola di AN, sen. Giuseppe Valditara, in un dettagliato articolo pubblicato nel numero a giorni in edicola di Tuttoscuola. Quali sono i motivi di questa improvvisa presa di distanza? E' vero che la delega al governo contenuta nel DDL Moratti e' assai ampia, e che rilevanti sono i margini di discrezionalita' tradizionalmente riconosciuti al Ministro dell'istruzione in materia di programmi, ma le numerose modifiche richieste in via preventiva e quasi cautelativa da AN sono probabilmente la spia di un problema politico piu' generale, quello della ricerca di identita' di questo partito all'interno della coalizione al governo, e soprattutto nei confronti dei ministri îtecniciî. Ecco le principali richieste di modifica di AN: - la precisazione che l'obiettivo prioritario in prima elementare ìe' l'apprendimento della lettura e della scrittura in lingua italianaî; per le classi successive si chiedono indicazioni ìpiu' chiareî circa lo studio della grammatica, della sintassi e dell'analisi logica, ìi tre pilastri di una formazione rigorosaî; - la valorizzazione della poesia, anche nella scuola media, in alternativa all'impostazione eccessivamente analitica di approccio ai testi; - l'inserimento del latino in terza media ìcome materia di indirizzoî; - il ìritorno del mito e dell'epicaî, che segnerebbe il ìritorno della dimensione spirituale nella rivisitazione del passatoî; - una diversa periodizzazione dei programmi di storia della scuola media; in terza si dovrebbe partire dal Congresso di Vienna (1815), e si dovrebbe evitare di parlare di ìimperialismoî; - il ripristino dell'educazione fisica, in luogo delle ìattivita' sportiveî; - l'aumento delle ore obbligatorie (825 sono ìancora pocheî) e la riduzione di quelle facoltative, per evitare la ìscuola happeningî del modello americano. In pratica AN chiede di tornare ai programmi tradizionali e di eliminare o ridurre al minimo i Piani di studio personalizzati e il Portfolio delle competenze (ìatti cartaceiî), cioe' il cuore del progetto Bertagna. ____________________________________________________________ FACCIAMO UN GIORNALE La prima guida al giornalismo scolastico. Un manuale per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori. Vademecum per scrivere e titolare un articolo, per realizzare un'inchiesta o un'intervista, etc.: tutto cio' che bisogna sapere prima di ideare, organizzare o migliorare un giornale a scuola. 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Sono stati gia' sostituiti i dirigenti di seconda fascia promossi all'incarico superiore. Al posto di Ugo Panetta, gia' dirigente dell'ufficio primo della Direzione generale per gli ordinamenti scolastici (equivalente all'incarico di vicedirettore generale), va Sergio Scala; al posto di Pier Giorgio Cataldi, proveniente con lo stesso incarico dalla Direzione generale per i Servizi nel territorio, va Donatella Angione, mentre Luigi Catalano, gia' dirigente dell'ufficio primo della Direzione generale per la Comunicazione, viene sostituito da Mauro Zilli. Anche altri dirigenti centrali di seconda fascia saranno spostati ad altro incarico: e' il caso di Antonio Coccimiglio, dirigente dell'ufficio di ragioneria, che passera' al Gabinetto del Ministro, e di Anna Maria Leuzzi, che da responsabile dei Fondi strutturali va a dirigere l'ufficio primo della stessa Direzione delle relazioni internazionali. Infine, c'e' un'importante coda dello spoils system capitolo 1, riguardante la prima fascia: il direttore dell'Ufficio regionale del Veneto, Enzo Martinelli ñ uno dei pochi confermati dal ministro Moratti ñ ha preferito lasciare anticipatamente l'incarico per andare in pensione. In pole position per la successione c'e' Vito Festina, fino ad oggi dirigente della Direzione per l'organizzazione dei Servizi nel territorio, con un lungo trascorso alla ex Direzione generale della scuola non statale.. 7. La malattia breve alleggerisce la busta paga Un'incubazione durata tre anni, poi il ìticketî sulla malattia breve e' scattato inesorabilmente sugli insegnanti. Con effetto retroattivo. Quando nell'estate del '99 il contratto integrativo di categoria dispose una specie di indennita' di funzione per i docenti (compenso individuale accessorio prima, retribuzione professionale poi), si ottenne un riconoscimento speciale per il personale scolastico a carattere fisso e continuativo. Fisso e continuativo. Ma sempre accessorio? Secondo il ministero del Tesoro, si'. E come accessorio - si e' concluso a Via Nazionale - non andava pagato in caso di assenza per malattia breve (inferiore a 16 giorni), come d'altronde prevede lo stesso contratto del comparto scuola ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_75-2.doc ). Sindacati e Ministero dell'Istruzione la pensavano diversamente e avevano resistito, appellandosi infine all'Aran che, con i sindacati, ha titolo a fornire interpretazione autentica. Ma l'Aran ha detto che la norma e' chiara e non ha bisogno di interpretazioni. La ritenuta quindi e' dovuta. Le segreterie delle scuole dovranno ora rivedere le assenze per malattia del personale di durata non superiore ai 15 giorni continuativi dal luglio 1999 ad oggi e comunicarle alle direzioni del Tesoro (le assenze per altre ragioni, per maternita', ecc. sono escluse) per la ritenuta. Sindacati permettendo, il ìticketî per malattia dovrebbe quindi essere presto recuperato sulla busta paga. Chi, tra influenze e raffreddori, ha cumulato un centinaio di giorni di assenza nel triennio, dovra' lasciare circa un milione di vecchie lire. Per altre situazioni puo' aiutare la tabella di Tuttoscuola ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_75-3.doc ). ------------------------------------------------------------------------------- MEMO: ricordate di compilare il questionario (tempo necessario: 5 minuti). Ci aiutera' a fare un prodotto piu' vicino alle vostre esigenze. 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