TuttoscuolaNEWS n. 64



Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La  newsletter  settimanale  di  Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

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N. 64, 26 agosto 2002


SOMMARIO

1. L'autunno caldo della scuola italiana
2. Meno studenti al primo suono di campanella
3. Ci sono banchi vuoti negli istituti professionali
4. La sperimentazione va, ma si' che va
5. Non di soli anticipi vive la sperimentazione
6. Ecco la Guida alla sperimentazione nell'elementare
7. Gli orari della nuova scuola elementare
8. Il team soppianta il modulo
9. La vicenda infinita dei punteggi delle graduatorie
10. Arrivano i revisori
11. Spoils system: Frattini rovina le vacanze ai dirigenti



1. L'autunno caldo della scuola italiana

Le premesse ci sono tutte.  A  pochi  giorni  dalla  riapertura  delle
scuole il ministro Moratti si trova al centro di  un  vero  e  proprio
groviglio di problemi, e di una serie di iniziative che rendono  caldo
l'inizio del nuovo anno scolastico. I fronti aperti sono numerosi:  da
quello sindacale (il contratto del personale e' scaduto il 31 dicembre
2001, il  concorso  per  dirigenti  e'  al  palo  da  mesi)  a  quello
parlamentare    (il   disegno  di  legge  delega  procede  tra  grandi
difficolta',  non  tutte  dovute  a  ostruzionismo  dell'opposizione).
Segnali di malessere e azioni di protesta emergono in quasi  tutte  le
realta' locali toccate dal  taglio  degli  organici,  mentre  il  gran
pasticcio delle graduatorie per  il  conferimento  degli  incarichi  e
delle supplenze, e il ventilato taglio dei posti di sostegno,  tengono
in fibrillazione migliaia di docenti.
C'e'    poi   il   fronte  piu'  propriamente  politico,  che  appare
contrassegnato da una malcelata irritazione dei partiti (ci  riferiamo
a quelli della maggioranza) nei confronti dei ministri ìtecniciî, come
la Moratti, Lunardi o Sirchia.
L'inizio del nuovo anno  scolastico  vedra'  inoltre  l'esordio  delle
ìInteseî sottoscritte con sette Regioni e con la Provincia  di  Trento
per la sperimentazione del nuovo canale professionale,  e  soprattutto
la contestata  sperimentazione  della  scuola  dell'infanzia  e  della
scuola elementare.
I prossimi quattro mesi saranno  ardui  e  decisivi:  se  il  ministro
Moratti riuscira' a tenere la rotta tra tanti scogli,  si  guadagnera'
sul campo quella legittimazione politica che alcuni  suoi  ìamiciî  le
rimproverano di non possedere. Altrimenti...


2. Meno studenti al primo suono di campanella

Con ingressi scaglionati in base al calendario regionale saranno circa
7,5    milioni    gli    studenti    di    scuole    statali   (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-1.doc   )  che  inizieranno  tra
breve il nuovo anno scolastico. Altri 750/800  mila  entreranno  nelle
scuole paritarie per un totale complessivo di 8,3 milioni di studenti.
Rispetto all'anno scorso si registra un lieve calo che interessa, piu'
o    meno  intensamente,  tutti  gli  ordini  di  scuola  (soprattutto
l'elementare), con l'eccezione  della  secondaria  superiore  che  sta
sfruttando ancora l'effetto dell'innalzamento dell'obbligo scolastico,
che le fa registrare un incremento di oltre  36  mila  studenti  (pari
all'1,5% in piu').
Il decremento di iscrizioni nella  fascia  di  scuole  dell'obbligo  e
dell'infanzia  non  e'  uniforme  sul  territorio.  Risultano  infatti
interessati al calo di iscrizioni soprattutto il Nord Est e le Isole.
Nella scuola elementare  l'unica  area  geografica  che  registra  una
tenuta    con  aumento  di  quasi  600  alunni  e'  il  nord  ovest  (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-2.doc ), dove  in  effetti  sono
state piu' forti le proteste per i tagli di organico.


3. Ci sono banchi vuoti negli istituti professionali

Grazie    all'innalzamento   dell'obbligo  scolastico  la  secondaria
superiore e' dunque l'unico settore scolastico che registra un aumento
di iscritti.
Guardando meglio la distribuzione degli studenti delle  superiori,  in
aumento soprattutto nelle prime classi, c'e' da dire che la  flessione
di iscritti paventata mesi fa a  danno  degli  istituti  professionali
(una presunta fuga dovuta all'ipotizzato passaggio  dei  professionali
dallo Stato alle Regioni) e' stata minore del temuto (-1,1%).
C'e' stata comunque una chiara inversione di  tendenza  rispetto  agli
anni scorsi, in cui si era registrato, a favore dei professionali,  un
costante  incremento  compreso  tra  il  4  e  il  4,9%  all'anno  (v.
TuttoscuolaNEWS n 32 del 10 gennaio 2002).
I 22.670 studenti iscritti in piu' nelle prime classi delle  superiori
(http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-3.doc  )  si  sono  distribuiti
soprattutto nei licei scientifici (+ 10.340) e nei classici  (+5.978),
mentre gli istituti professionali, per la  prima  volta  negli  ultimi
quattro anni, hanno avuto appunto un decremento di  iscritti,  pari  a
1.706 unita' che, rispetto ai quasi 150 mila iscritti in  prima  dello
scorso anno, rappresenta un calo dell'1,1%.
I classici invece, che avevano fatto registrare  una  flessione  negli
anni scorsi, hanno avuto un balzo  del  12,3%  di  iscritti  in  prima
rispetto a quelli del 2001/2002.
C'e' da precisare che i dati rilevati  dal  MIUR  per  il  nuovo  anno
scolastico sono l'effetto delle iscrizioni di sette mesi fa, ben prima
quindi del lancio delle sperimentazioni regionali sulla  formazione  e
istruzione   professionale,  sottoscritte  da  alcune  Regioni  con  i
ministeri dell'istruzione e del lavoro.


4. La sperimentazione va, ma si' che va

Saranno circa 800 i plessi di scuola elementare e circa 500 quelli  di
scuola  dell'infanzia  che  parteciperanno  alla  sperimentazione  che
partira' tra pochi giorni.  Le  classi  o  sezioni  tra  elementare  e
materna   interessate  saranno  circa  2.500,  con  il  coinvolgimento
complessivamente di 6/7 mila docenti e oltre  50  mila  bambini.  Sono
queste le prime stime che si possono  fare  in  base  al  decreto  ora
all'esame del CNPI per il prescritto parere non vincolante.
Dopo    il   quasi  veto  del  Consiglio  dei  ministri,  il  ministro
dell'Istruzione Moratti e' riuscita forse a portare a  casa  quel  che
voleva, piu' o meno (sia pure con  il  controllo  del  ìtutorî  Gianni
Letta).
Quando si comincio' a parlare dell'ipotesi sperimentale, al  ministero
si diceva che sarebbero bastate alcune centinaia  di  scuola  aderenti
alla sperimentazione per ritenersi soddisfatti.
Le    due    istituzioni   scolastiche  per  provincia  ammesse  alla
sperimentazione,  secondo  quanto  previsto  dalla  bozza  di  decreto
presentato al CNPI, facevano pensare a poca cosa.
In effetti pero' quelle piccole cifre vogliono dire che parteciperanno
alla sperimentazione 200 direzioni didattiche  (come  ha  chiarito  il
decreto, che ha quindi escluso gli istituti comprensivi, nei quali  la
presenza delle scuole elementari e' piu' diluita), circa 800 plessi di
scuole elementari e circa 500 di  scuole  dell'infanzia  (oltre  a  20
scuole paritarie comprensive anch'essi di  diversi  plessi  di  scuole
elementari e di scuole materne).
Infatti ad ogni direzione didattica fanno capo scuole materne e scuole
elementari per una media nazionale di 4 plessi di elementare e di  2,5
plessi di materna.
Nel dettaglio, le sezioni di scuola statale dell'infanzia  interessate
dovrebbero essere circa 1.200/1.300 con  il  coinvolgimento  di  circa
2.600 insegnanti e quasi 30 mila bambini.
Le classi  elementari  interessate  (solamente  le  prime)  dovrebbero
essere circa 1.200 con il coinvolgimento di quasi 4.000 maestri  e  25
mila alunni.
Una quantita' complessiva ben  superiore,  dunque,  a  quella  che  si
poteva stimare all'indomani del no del  Consiglio  dei  ministri  alla
sperimentazione generalizzata (il ministro Giovanardi si era spinto  a
parlare di non piu' di 20 scuole sul territorio nazionale).
Un test di tutto rispetto che dovrebbe servire a dare un carattere  di
maggiore scientificita' e attendibilita' alla sperimentazione, se  gli
Osservatori  regionali  e  nazionali  previsti  dal  decreto  verranno
tempestivamente costituiti per sostenere il progetto  e,  soprattutto,
se essi lavoreranno bene in termini di  monitoraggio  e  verifica  dei
processi di cambiamento e dei risultati dell'innovazione. Vedremo.


5. Non di soli anticipi vive la sperimentazione

Saranno probabilmente non piu' di tremila i bambini che riusciranno ad
iscriversi in anticipo alla prima elementare, nell'ambito del progetto
sperimentale del MIUR. Un dato che ridimensiona ulteriormente il  peso
di questa innovazione rispetto alle altre  ben  piu'  corpose  oggetto
della sperimentazione.
Il test sperimentale voluto dal ministro Moratti ha tenuto  banco  nei
dibattiti   giornalistici  ferragostani,  mettendo  sempre  al  centro
dell'attenzione gli anticipi di iscrizione alla scuola dell'infanzia e
alla scuola elementare.
In effetti pero' la portata del progetto  proposto  dal  Miur  e'  ben
altra, a  leggerlo  con  attenzione,  rispetto  alla  questione  degli
anticipi: e' l'intero impianto della scuola primaria che cambia volto.
Il ministero non ha perso tempo e, mentre il dibattito sul disegno  di
legge    delega   per  la  riforma  procedeva  a  rilento  nelle  aule
parlamentari, ha commissionato ad  esperti  del  mondo  scolastico  ed
accademico,    sotto   la  guida  del  prof.  Giuseppe  Bertagna,  la
preparazione dei provvedimenti destinati  a  tradurre  in  pratica  la
legge, appena sara' approvata.
La sperimentazione vuole quindi testare proprio  questi  provvedimenti
che    contengono   la  modifica  degli  attuali  ordinamenti  e,  in
particolare, dei contenuti e degli obiettivi di studio.
Anche sotto l'aspetto organizzativo non saranno poche  le  novita',  a
cominciare,    ad  esempio  per  la  scuola  elementare,  dal  docente
prevalente-coordinatore  e  tutor  per  continuare  con  il  team,  il
portfolio, i laboratori, l'inglese e l'informatica  in  prima  classe,
l'organizzazione oraria flessibile con facolta' di non  organizzare  i
rientri pomeridiani. Di questo ed altro parla  la  Guida  on  line  di
Tuttoscuola presentata nella notizia successiva.
E gli anticipi? Ridotti al lumicino. Solamente una direzione didattica
su due per provincia potra' organizzarli. Visto che per  questioni  di
spesa non potranno essere istituite nuove classi e  nuove  sezioni  di
materna, gli iscritti anticipati potranno solamente  coprire  i  posti
liberi fino al massimo di 25 alunni in prima elementare.
Tradotto in soldoni vorra' dire che di iscritti in anticipo  in  prima
elementare non potranno entrarne piu' di 2.500-3.000 (su circa 80 mila
potenzialmente interessati, cioe' meno del 4%) in tutto il  territorio
nazionale, una sorta di numero chiuso. Genitori  con  figli  nati  nel
primo bimestre del 97, e' aperta la corsa alle iscrizioni anticipate.
Ma    attenzione,  prima  di  muoversi  bisogna  aspettare  che  venga
ufficializzato    sul    sito   del   ministero   dell'istruzione  (
www.istruzione.it) l'elenco delle scuole autorizzate  ad  attivare  la
sperimentazione. E  se  la  direzione  didattica  nel  cui  ambito  di
competenza abita la famiglia  non  e'  nell'elenco,  abbandonate  ogni
speranza di avvalervi  dell'anticipo.  Inutile  dunque  a  quel  punto
avviare    una   frenetica  ricerca  per  individuare  la  scuola  che
sperimenta.


6. Ecco la Guida alla sperimentazione nell'elementare

Come sara' la nuova scuola elementare che Parlamento e Governo  stanno
disegnando?    Quali   novita'  si  sperimenteranno  in  questo  anno
scolastico, oltre a  quella  dell'ingresso  anticipato  di  due  mesi,
oggetto di tante discussioni ma tutto sommato marginale?
Cosa    devono   fare  i  genitori,  i  docenti,  i  dirigenti  o  gli
amministratori locali che saranno coinvolti nella sperimentazione?
Sono domande  alle  quali  tenta  di  rispondere  una  apposita  Guida
predisposta da Tuttoscuola.
La ìGuida alla sperimentazione 2002 nella scuola elementareî  fornisce
la chiavi  di  lettura  del  progetto  nazionale  della  nuova  scuola
primaria, illustrando con chiarezza e sinteticamente i nuovi  concetti
(o le nuove accezioni) che si vuole introdurre: cosa  fa  il  ìdocente
prevalenteî? Come cambia il lavoro in ìteamî? Quali nuovi  servizi  si
puo' aspettare la famiglia? E poi: che  si  intende  per  ìportfolioî?
Come funzioneranno i ìlaboratoriî? ecc.
Ad ognuna di queste domande, e a  molte  altre,  rispondono  schede  e
tabelle estremamente chiare, tali che anche  chi  non  e'  un  esperto
della materia possa capire e farsi la propria idea; ma che non mancano
di spiegare anche i risvolti piu' ìtecniciî per  chi  e'  chiamato  ad
applicare queste innovazioni (senza aver avuto, almeno al  momento  in
cui   partira',  alcun  addestramento  o  preparazione).  In  allegato
l'indice (http://www.tuttoscuola.com/ts_news_64-4.doc ) della Guida.
Aspettiamo ovviamente osservazioni  da  chi  leggera'  la  guida,  che
verra' aggiornata on  line  e  che  si  arricchira'  di  faq  e  altra
documentazione.
Per    saperne   di  piu'  e  consultare  alcune  parti  della  Guida:
http://www.tuttoscuola.com


7. Gli orari della nuova scuola elementare

La nuova scuola elementare  che,  a  cominciare  dalla  prima  classe,
affronta quest'anno il test della sperimentazione, prevede nuovi orari
per lo svolgimento delle lezioni.
Saranno almeno 32 i modelli orari tra i  quali  dovranno  districarsi,
nei prossimi giorni, le scuole  che  aderiranno  alla  sperimentazione
della scuola elementare. Lo ha  calcolato  Tuttoscuola,  che  pubblica
l'intero sviluppo dei 32 modelli  nella  ìGuida  alla  sperimentazione
2002î ( http://www.tuttoscuola.com ).
Le quantita' di ore settimanali di lezione  non  cambiano:  27  ore  a
tempo normale e 40 a tempo pieno. Il decreto De Mauro, attuativo della
legge di riforma dei cicli e ritirato dal ministro Moratti,  prevedeva
un tempo normale di 30 ore settimanali.
Se, dunque, la quantita' oraria di lezione non  viene  modificata,  la
sua articolazione organizzativa invece cambia relativamente ai rientri
pomeridiani.
Rispetto all'ordinamento precedente, quando i rientri  erano  comunque
obbligatori, essendo facolta'  del  consiglio  di  circolo  deliberare
solamente la loro quantita' (1, 2  o  piu'  in  base  alla  situazione
socio-economica delle famiglie  e  all'articolazione  delle  attivita'
didattiche), la sperimentazione introduce ora un cambiamento radicale.
I rientri al pomeriggio possono anche non essere effettuati.
L'autonomia organizzativa delle istituzioni scolastiche e', in  questo
senso, completa ed esse possono organizzare  l'orario  settimanale  in
modo    flessibile,  anche  senza  i  rientri,  annullando  cosi'  una
prescrizione introdotta dal 1990 e che aveva creato non pochi problemi
alle   scuole,  alle  famiglie  e  ai  comuni,  soprattutto  dell'area
meridionale.
Sembra di capire che nella  scelta  dell'organizzazione  oraria  delle
lezioni le famiglie avranno un  peso  fondamentale,  con  facolta'  di
pronunciarsi    sulla  quantita'  di  rientri  pomeridiani  desiderati
(compresa l'opzione ìzeroî) e sull'eventuale opzione  della  settimana
corta, a proposito della quale e' opportuno che i consigli di circolo,
di fronte ad una scelta di maggioranza, non costringano i genitori  di
minoranza   a  subire  la  settimana  corta,  ma  prevedano  piuttosto
l'organizzazione di una scelta alternativa su altra classe.


8. Il team soppianta il modulo

Le disposizioni ministeriali parlano indifferentemente di ìteamî e  di
e'quipe pedagogica, ma non parlano piu' di modulo.
La    formula  organizzativa  nata  nel  1990  con  la  riforma  degli
ordinamenti dell'elementare  sembra  destinata  dunque  ad  andare  in
soffitta e a lasciare il posto ad  un'altra  modalita'  di  intervento
collegiale, il team.
Il  modulo  era  organizzato  normalmente  sulle  due  classi  in  cui
operavano i tre docenti.
Con il docente prevalente che opera solamente in una classe il  modulo
si frantuma: due docenti diventano prevalenti su una classe e soltanto
il terzo opera a scavalco sulle due classi.
Programmazione e coordinamento settimanale non  si  faranno  piu'  per
docenti di modulo, bensi' per docenti che operano nella stessa  classe
(cioe' nel team di classe), su coordinamento del docente prevalente.
Nasce il problema dell'orario di programmazione del docente a scavalco
che dovra' operare per due ore alla settimana (su ogni classe o  meta'
e meta'?).
Del team faranno parte i docenti specialisti di inglese (a  proposito,
che ne sara' del pluralismo linguistico?)  e  di  religione  cattolica
(sembra che entrambi questi insegnamenti siano  affidati  solamente  a
specialisti esterni) e anche quelli che operano su laboratori di  rete
provenienti da altre scuole.
Sara' anche diverso il carico di  responsabilita'  e  di  impegno  del
docente prevalente-coordinatore-tutor: come gli sara' riconosciuto  il
nuovo onere di lavoro e la maggiore responsabilita'?  Per  il  momento
possono supplire i compensi accessori del fondo di istituto (la  Guida
approfondisce questo tema, anche  in  relazione  al  ruolo  delle  RSU
http://www.tuttoscuola.com ), ma presto il contratto dovra' affrontare
il problema sia per l'aspetto giuridico che per quello retributivo.


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9. La vicenda infinita dei punteggi delle graduatorie

Quando tutto faceva pensare che i ritocchi alle  graduatorie  ordinate
dalla sentenza del Tar  del  Lazio  del  maggio  scorso  bastassero  a
garantire la regolarita' d'avvio dell'anno scolastico, ci si e'  messa
di mezzo un'altra sentenza, anzi due: quella  del  Tar  dell'Umbria  e
nuovamente un'altra del Tar del Lazio.
E pensare che il  ministero  dell'Istruzione,  forse  per  evitare  il
prolungarsi dei tempi, aveva rinunciato ad impugnare la prima sentenza
del Lazio, con una valutazione di opportunita' politica  piu'  che  di
merito.
Aveva potuto cosi' annunciare che ai primi di agosto erano gia'  state
effettuate nomine di supplenza annua in quantita'  superiore  all'80%.
Ma non e' bastato.
Sono arrivate queste nuove sentenze, l'ultima delle quali ha annullato
la circolare  applicativa  del  Ministero  in  quanto  non  interprete
dell'esatta volonta' del TAR.
Un nuovo stop, si dice al ministero, dagli  effetti  molto  contenuti,
quasi irrilevanti. Ma..
Prevedibili le proteste dei precari Sissini nuovamente  colpiti  dalle
sentenze; e non puo' non essere rilevata, tra le loro  considerazioni,
la perplessita' (per non dire la riserva)  sul  fatto  che  in  merito
all'intero contenzioso  i  giudici  sembrano  aver  operato  piu'  con
considerazioni di merito e di opportunita' anziche' di legittimita'.
Cosa succedera' adesso?
Il ministero ha chiesto all'Avvocatura dello  Stato  di  proporre  con
urgenza ricorso  al  Consiglio  di  Stato,  chiedendo  la  sospensione
dell'esecutivita' della sentenza del Tar.
La  risposta  del  Consiglio  di  Stato  difficilmente  arrivera'  nei
prossimi giorni, ci  vorra'  almeno  un  mese.  Nel  frattempo,  quali
scenari alternativi si possono immaginare?
Se il Consiglio di Stato accordera' la sospensiva, le  nomine  non  si
toccano e il problema e' superato, almeno per questo anno scolastico.
Secondo scenario: non viene concessa la sospensiva. Siamo ñ con  tutta
probabilita' ñ a fine settembre, e comunque ad  anno  iniziato.  O  il
ministero cede e rettifica le graduatorie, generando un ìcaroselloî di
insegnanti (un passo indietro rispetto  al  risultato  perseguito  con
successo l'anno scorso), o, se non lo vuol fare e  intende  confermare
l'orientamento di non dare esecuzione alla sentenza,  dovra'  scattare
un provvedimento straordinario di urgenza per garantire la regolarita'
delle nomune disposte. Un decreto  legge,  insomma,  che  il  ministro
dovrebbe chiedere al governo per legittimare la decisione assunta.


10. Arrivano i revisori

Da settembre saranno operativi i revisori dei conti per le istituzioni
scolastiche autonome.
Il via libera, dopo mesi di chiarimenti amministrativi e operativi, e'
venuto dal ministro dell'istruzione che nei giorni scorsi ha  diramato
ai direttori generali regionali disposizioni in materia ed elenchi dei
revisori abilitati alla funzione di controllo amministrativo-contabile
delle istituzioni scolastiche.
L'avvio dell'attivita'  di  revisione  era  prevista  dal  1ƒ  gennaio
scorso, ma una serie di problemi ne aveva  rinviato  l'attuazione  che
avviene soltanto  ora  in  coincidenza  con  l'avvio  del  nuovo  anno
scolastico, prevedendo tuttavia l'estensione dell'azione di  controllo
agli atti di programma (bilancio) di tutto il presente esercizio 2002.
Per ogni istituzione scolastica il direttore generale regionale dovra'
ora nominare un collegio composto di tre revisori con  il  compito  di
vigilare sulla legittimita',  regolarita'  e  correttezza  dell'azione
amministrativa, verificando la regolarita' delle scritture contabili e
la coerenza dell'impiego delle risorse finanziarie.
Per gli istituti tecnici, professionali e di  istruzione  artistica  ñ
gia' dotati di personalita' giuridica da  tempo  ñ  il  controllo  dei
revisori non e' una novita', mentre per tutti gli  altri,  soprattutto
della fascia dell'obbligo, i controllori esterni di  bilancio  possono
costituire motivo di ansia e preoccupazione.


11. Spoils system: Frattini rovina le vacanze ai dirigenti

Le dichiarazioni del ministro  Frattini  sulla  probabile  consistenza
delle    ìbocciatureî    (15%)    che    colpiranno   i   dirigenti
dell'Amministrazione  (quelli  scolastici  sono  stati  esplicitamente
esclusi) hanno reso inquiete le vacanze di molti degli interessati. La
legge di riforma della dirigenza pubblica, pubblicata  sulla  Gazzetta
Ufficiale n. 172 del 24 luglio 2002, e' entrata in vigore l'8  agosto,
e da quella data decorrono i 60 giorni per la conferma  dei  dirigenti
di prima fascia, e i 90 giorni per l'eventuale destinazione  ad  altro
incarico di quelli di seconda  fascia.  Tra  ottobre  e  novembre,  in
pratica, si sapra' se, quanti e quali dirigenti dovranno  lasciare  il
posto attualmente occupato.
Il meccanismo messo in opera dalla legge Frattini  e'  particolarmente
incisivo    soprattutto   per  i  dirigenti  di  prima  fascia  (capi
dipartimento    e   direttori  generali:  30  in  tutto  nel  settore
dell'istruzione),   che  in  passato  erano  quasi  inamovibili.  Fece
scalpore, a suo tempo, l'operazione di rotazione di tutti i  direttori
generali,    tranne   uno,  fatta  dal  neoministro  Luigi  Berlinguer
all'inizio  del  suo  mandato.  Nessuno,  tuttavia,  fu  licenziato  o
confinato ad ìincarichi di studioî, cosa  che  questa  volta  potrebbe
invece    accadere.  Peraltro  due  teste  pesanti,  quelle  dei  capi
dipartimento, sono gia' state fatte  cadere  senza  tanti  complimenti
dopo l'insediamento del ministro Moratti.
Per   i  dirigenti  di  seconda  fascia  si  trattera'  invece,  salvo
eccezioni,    di    qualcosa   di  piu'  ìsoftî  che  si  colleghera'
principalmente alla valutazione della capacita' di  ciascun  dirigente
da parte dei decisori politici. Infatti, la legge Frattini riserva  un
ruolo determinante alla valutazione ìesternaî dei politici (ministro e
sottosegretari), che secondo quanto annunciato dallo  stesso  Frattini
dovrebbe essere basata sul merito. Peraltro e' difficile  pensare  che
le unita' dirigenziali strategiche (formazione,  relazioni  sindacali,
stato giuridico  del  personale,  dirigenza  scolastica)  non  vengano
affidate a dirigenti ritenuti omogenei all'area politica del Governo.
In generale, la difficolta' non  sta  tanto  nell'usare  la  tagliola,
quanto nell'assicurarsi poi professionalita' all'altezza.


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