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Marcia della Pace: l'insegnamento di Francesco
- Subject: Marcia della Pace: l'insegnamento di Francesco
- From: "Daniele D'Elia" <danieledelia at email.it>
- Date: Mon, 13 May 2002 16:18:53 +0200
| Marcia della pace ad Assisi. 
Ieri ero con il cuore ad Assisi. Mi sovvengono quei luoghi, quelle pietre, quei 
silenzi: chi è stato ad Assisi non può non aver esperimentato al pace. Quei 
luoghi sono una risposta alle nostre più grandi aspirazioni. Tutto parla, anche 
le strade e dicono: "Vedete che è possibile la pace!"  Per l'uomo che è investito dal 
desiderio di denaro, di lusso, di dominio, di potere e che in tutto questo ha 
riposto ogni fiducia, quei luoghi rappresentano una sfida. Ed è una sfida 
Francesco d'Assisi, questo personaggio capace di far innamorare 
chiunque. Francesco si innamorò dei poveri. 
Fino alla sua conversione aveva pensato alla povertà come ad una sorta di 
maledizione. Era l'uomo che tutti noi conosciamo. Poi la Povertà divenne un 
luogo sicuro per attraversare questa terra. Francesco è ancora oggi figura 
esemplare per l'uomo che ama la terra, dell'uomo di pace che parla alle rondini 
e ammansisce i lupi.  Francesco fu rimesso in piedi dai 
poveri. Non fu lui a salvarli ma furono loro a salvare lui, ad educarlo. Gli 
erano innanzi con il loro grido, il loro sguardo ed ebbero la forza, nella loro 
debolezza di salvare un'uomo e di insegnargli a fare qualcosa di grande e a 
capire quanto fosse stato egoista. E non fu più un egoista, un prepotente, un 
selvaggio quale lo era stato fino ad allora.Sto parlando della povertà come 
atteggiamento del cuore, come essenzialità nello stile di vita. E' quella voce 
interiore che ti ammonisce su ciò che è necessario per te e ciò che non lo è. 
Ecco la strada della pace. Ho pensato a tanti fratelli in marcia per le strade 
di Assisi ed ho pensato alla risposta al problema della pace. La povertà è la 
divina sposa di Francesco che gli ha dato la pace e che coincide con l'amore 
senza il quale la povertà sarebbe una mutilazione ancora più grande. Amore come 
povertà, come abnegazione. Chi ama, ed è povero perchè ama, è colui che non può 
accettare le ingiustizie perchè le condivide a qualche modo. Ed è colui che 
rinunciando a se stesso, nella povertà ed abnegazione, non si sente superiore a 
nessuno, il mite il non violento. Questi può diffondere la Pace. Non ho 
altro da dire su Francesco. L'ho sempre amato e ammirato e contemplato la sua 
figura. Chi fosse passato per l'eremo ad Assisi o lo Speco di Narni sa a cosa mi 
riferisco quando congiungo povertà e pace. Concludo con la preghiera di 
Francesco: "Signore... fa di me uno strumento della tua 
pace: dovè odio che io porti 
l'amore; dov'è offesa che io porti il 
perdono; dov'è discordia che io porti 
l'unione; dov'è errore che io porti 
verità; dov'è dubbio che io porti la 
fede; dove c'è la disperazione che io porti 
la speranza; dove c'è tenebra che io porti la 
luce; dove c'è disperazione ch'io porti la 
gioia." Sia l'anelito più grande del nostro 
cuore e sarà tanto.  Ciao, Daniele 
D'Elia ---- | 
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