[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
TUTTOSCUOLA NEWS n. 50
- Subject: TUTTOSCUOLA NEWS n. 50
- From: Tuttoscuola <mailing at tuttoscuola.com>
- Date: Mon, 6 May 2002 09:47:31 +0200
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. http://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 50, 6 maggio 2002 SOMMARIO 1. Un milione di alunni in meno negli ultimi dieci anni 2. I primi maestri laureati 3. Contratto scuola: titoli di studio uguali e stipendi diversi, che fare? 4. I sindacati rappresentativi ammessi alla contrattazione 5. Pinerolo 2: la rivincita della RSU 6. In attesa del bando che non arriva 7. Bottani: impossibile una riforma globale della scuola in Italia 8. Politiche scolastiche: AN alla ricerca di visibilita' 9. La CISL e la formazione professionale: il problema dei "formatori" 1. Un milione di alunni in meno negli ultimi dieci anni Le scuole italiane pubbliche e private hanno perso insieme piu' di un milione di alunni tra il 1990 e il 2000 ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_50-1.doc ), con una media di circa 100 mila unita' in meno all'anno. Un calo vistoso e costante che, a fronte di una stabilita' quantitativa complessiva della popolazione italiana risultante dai primi dati del censimento 2001, fa capire come questa diminuzione di giovani a scuola sia la prova indiretta del progressivo invecchiamento demografico della popolazione. Nel dettaglio: gli alunni iscritti a scuole pubbliche sono calati di circa 861 mila unita' (-9,7%), mentre quelli iscritti a scuole private sono diminuiti di quasi 181 mila unita' con una flessione percentuale molto piu' consistente (-17,9%). Nel fenomeno del decremento di popolazione, le scuole private fanno quindi registrare nel decennio 90-2000 una situazione sfavorevole, che le vede colpite anche da una piu' bassa domanda di iscrizioni. Per questa diversa opzione delle famiglie, il rapporto di iscrizione tra pubbliche e private e' andato gradualmente spostandosi a favore delle prime (con l'eccezione del 92/93), passando dall'89,6% di iscritti nelle scuole pubbliche del 1990/91 al 90,5% del 1999/2000. La tendenza e' costante. Sara' interessante verificare tra qualche anno se gli effetti della legge sulla parita' scolastica (legge 62/2000), incidendo sui costi e sulle prestazioni, contribuira' ad invertire la tendenza in atto. 2. I primi maestri laureati Erano circa 7 mila quattro anni fa, escono quest'anno dalle Facolta' di scienze della formazione primaria con una laurea in mano; grazie a loro l'Italia, dopo un'attesa durata oltre un quarto di secolo, e' finalmente arrivata al livello degli altri Paesi europei in fatto di formazione universitaria di tutti i suoi insegnanti. Un traguardo tuttavia che, se non verranno previste tutele e riconoscimenti particolari, avra' per questa avanguardia di professionisti della docenza il sapore di una beffa. Un'esagerazione? I fatti sono questi: la loro non e' una laurea abilitante, non da' diritto ad alcuna iscrizione in graduatoria permanente come previsto per i colleghi delle Ssis (scuola biennale di specializzazione per insegnanti della secondaria), non e' spendibile sul mercato (serve solo per insegnare nella scuola materna o elementare), e sara' utile tra un anno solo per essere inseriti in graduatoria per supplenze in coda agli altri, sperando di avere un lavoro precario che sara' certamente retribuito meno di quello dei colleghi laureati della secondaria. Tra due anni, inoltre, sempre con inclusione in graduatoria nell'ultima fascia dei supplenti, i maestri laureati potranno far valere il punteggio aggiuntivo di 30 punti, unico segno di riconoscimento del loro livello formativo. Questi primi maestri obbligatoriamente laureati, dovranno attendere il prossimo concorso come tutti gli altri, senza sconti o corsie preferenziali. Se vinceranno un posto, con le regole e i contratti attuali avranno piu' ore di lavoro e meno stipendio degli attuali colleghi laureati della secondaria. Dulcis in fundo, dietro di loro stanno arrivando altre migliaia di futuri insegnanti di materna e di elementare a laurea obbligatoria, iscritti in numero contingentato (circa 7 mila posti all'anno mai interamente coperti). 3. Contratto scuola: titoli di studio uguali e stipendi diversi, che fare? Il prossimo rinnovo del contratto della scuola avra' un problema in piu': come garantire uguale trattamento ai docenti assunti con uguale titolo di studio e assegnati a settori diversi. La questione si porra' proprio per la presenza, nel prossimo quadriennio di vigenza contrattuale, dei docenti neo-laureati in scienze della formazione primaria e destinati alla scuola materna ed elementare. Nella scuola materna ed elementare di docenti laureati ce ne sono gia' parecchi, ma quel titolo, non richiesto per l'accesso al ruolo, gli interessati l'hanno acquisito per una propria scelta. Invece i nuovi maestri usciti dalle facolta' di scienze della formazione primaria sono laureati per obbligo di legge; buon senso vorrebbe che potessero godere dello stesso trattamento giuridico ed economico dei loro colleghi laureati della secondaria. Invece, se non interverra' una norma legislativa o, meglio ancora, un accordo contrattuale, saranno chiamati ñ come gli altri insegnanti della scuola primaria ñ a prestare un orario di lavoro superiore del 33 per cento a quello dei colleghi laureati della scuola media e a percepire, rispetto a quelli, una retribuzione mediamente inferiore circa del 12 per cento. Il programma quinquennale di attuazione della legge sui cicli scolastici (legge 30/2000) prevedeva per i docenti della scuola di base unica e unitaria (ex maestri di elementare ed ex professori di scuola media) una graduale equiparazione dell'orario settimanale di servizio (18 ore per tutti), al posto degli attuali 22+2 e 18. Era la logica premessa ad un trattamento economico omogeneo. La conferma della separazione degli ordinamenti di scuola elementare e di scuola media ha allontanato quell'obiettivo, pregiudicando la parita' di trattamento per i nuovi insegnanti dell'elementare che, una volta assunti da laureati, percepirebbero lo stesso stipendio dei colleghi diplomati, prestando piu' servizio dei colleghi anch'essi laureati ma della secondaria. A meno che, nelle forme e nei modi piu' opportuni, non si intervenga diversamente e per tempo. 4. I sindacati rappresentativi ammessi alla contrattazione L'Aran ha comunicato i nomi delle organizzazioni sindacali ammesse alla prossima contrattazione per il rinnovo del contratto del comparto scuola (docenti e personale Ata). Sono, in ordine di rappresentativita', la Cisl-scuola, la Cgil-scuola, lo Snals, l'Uil-scuola e la Gilda-Unams. Cobas e Unicobas non hanno raggiunto il limite minimo di rappresentativita' fissato. C'e' da notare come la Cgil-scuola abbia sopravanzato lo Snals nella graduatoria dei sindacati piu' rappresentativi. Per il rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici hanno raggiunto la soglia minima richiesta per l'ammissione alla contrattazione nazionale, in ordine di maggiore rappresentativita', la Cida-Anp, la Cisl-scuola, la Cgil-scuola e la Confsal-Snals. La Uil-scuola non e' stata ammessa alla contrattazione per i dirigenti. Per l'ammissione alla contrattazione un sindacato deve disporre del 5 per cento di tasso di rappresentativita', che e' la media tra il tasso associativo (percentuale di iscritti per delega sul totale del personale sindacalizzato) e il tasso elettorale (percentuale ottenuta nelle elezioni delle RSU del 2000). In base al tasso di rappresentativita', i sindacati hanno anche il diritto di ripartirsi gli 877 distacchi a favore dei propri dirigenti e delle confederazioni di appartenenza (retribuiti a carico dello Stato). Mancano tuttavia da conoscere i risultati elettorali definitivi per le RSU nella scuola del 2000 e le quantita' aggiornate degli iscritti ai diversi sindacati (e i tassi finali di rappresentativita' conseguiti). Certamente i sindacati conoscono quei dati, avrebbero diritto di conoscerli anche le migliaia di persone che con il voto o con l'iscrizione sindacale hanno contribuito a determinare quei valori di rappresentativita'. 5. Pinerolo 2: la rivincita della RSU Sembra una partita di ping-pong: una sentenza a favore, una sentenza contro, una sentenza a favore... E potrebbe continuare all'infinito se questo fosse un gioco divertente, ma invece e' uno scontro tra dirigenti scolastici e sindacati sulla legittimita' di convocazione dell'assemblea d'istituto da parte di un singolo componente di RSU. L'ultima sentenza e' stata a favore. Ricapitoliamo. I pretori del lavoro di Civitavecchia e di Pinerolo avevano sentenziato il diritto del singolo di convocare l'assemblea di istituto; il pretore di Lucca ne aveva negato il diritto. Aran, sindacati firmatari del contratto scuola e ministero dell'Istruzione hanno sostenuto l'interpretazione secondo cui il potere di convocazione e' della RSU al completo, mentre la CUB scuola e gli altri sindacati di base hanno sostenuto e difeso le sentenze a favore del diritto del singolo alla convocazione (v. TuttoscuolaNEWS n. 39 e 40 del 25 febbraio e del 4 marzo). Il Miur ha deciso di affidare all'Avvocatura di Stato la questione per sanzionare definitivamente la collegialita' di esercizio del potere di convocazione dell'assemblea, procedendo all'impugnazione della sentenza del giudice del lavoro. Ma il 2 maggio il giudice di Pinerolo, sentite le parti, ha sentenziato ancora una volta che il singolo componente della RSU puo' convocare l'assemblea del personale dell'istituto, dando cosi' torto al MIUR e ai sindacati firmatari del contratto scuola che si erano schierati a sostegno dei dirigenti scolastici che avevano rifiutato l'autorizzazione all'assemblea. Prima di arrivare ad una nuova sentenza di segno contrario sara' opportuno che finalmente sulla materia delle relazioni sindacali nel comparto scuola venga definito quel contratto integrativo, sollecitato dalla stessa Aran, che potrebbe meglio regolamentare situazioni non ben definite, come questa del diritto di assemblea e altre che affliggono i rapporti tra RSU e dirigenti scolastici. 6. In attesa del bando che non arriva Primo corso-concorso per 3.500 dirigenti scolastici: l'unica cosa certa sembra soltanto la mancanza del bando, per il resto tanti punti interrogativi, a cominciare dalle richieste dei sindacati di settore che vogliono sapere per quale ragione non vengono pubblicati i bandi di concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Perche' tanti impegni, tante rassicurazioni per poi registrare un nulla di fatto? Proviamo a fare il punto della situazione. Sulle ragioni del ministero dell'Economia che non ha dato il via libera al primo corso-concorso per assumere almeno 3.500 nuovi dirigenti scolastici noi abbiamo avanzato l'ipotesi, tutta da discutere, che ci possa essere l'intenzione di ridurre il numero delle istituzioni scolastiche autonome prima di procedere alle assunzioni (v. TuttoscuolaNEWS n. 49 del 29 aprile 2002). Alcuni lettori ci hanno scritto avanzando altre ipotesi, ad esempio quella che i bandi verrebbero ritardati per consentire ad altri presidi incaricati di maturare il triennio utile per l'ammissione al riservato con incarico su direzioni didattiche da cui sono invece stati esclusi i maestri laureati. Forse la sospensione del bando potrebbe avere invece una causa piu' semplice e meno nobile. Nella Finanziaria 2002 dove e' stata regolamentata la procedura del primo corso-concorso non si parla affatto di copertura finanziaria per il suo espletamento (pagamento delle commissioni esaminatrici e organizzazione dei corsi di formazione dei candidati ammessi). Vuoi vedere che qualcuno si e' dimenticato di prevedere la copertura di quella spesa? 7. Bottani: impossibile una riforma globale della scuola in Italia ìPer il momento non ci sono le premesse per una riforma globale della scuola in Italia. Non ci sono dati a sufficienza per cui si lavora senza rete di sicurezza; non ci sono sperimentazioni rigorose; non ci sono ipotesi alternative; non ci sono simulazioni attendibili; non c'e' una ricerca scientifica sulla scuola; la valutazione sistemica e' poco piu' che balbuziente e il ministero non e' attrezzato per concepire, programmare e condurre una riforma. Al posto delle maxi-riforme lasciamo piuttosto spazio alle cosiddette sperimentazioni o alle mini-riforme che hanno fin qui avuto il pregio di evitare l'artrosi del sistema scolastico italianoî. Sono crude le affermazioni di Norberto Bottani, uno dei componenti del Gruppo ristretto di lavoro coordinato dal prof. Bertagna per preparare gli Stati generali dello scorso dicembre per la riforma del sistema scolastico, che chiede a tutte le parti in campo di operare per una scelta condivisa di grande respiro. Una riforma globale del sistema, appunto, per la cui preparazione Bottani auspica una moratoria sulle riforme e uno sforzo comune per una soluzione bipartisan. ìCi vorranno dieci-quindici anni per trasformare la scuola. Il progetto quindi non potra' essere che bipartisanÖ perche' nessuno ha la certezza che una stessa maggioranza possa governare cosi' a lungo. Per questa ragione, l'influsso principale lo esercitera' il gruppo che sapra' prepararsi meglio. Inviterei quindi chi crede ancora che valga la pena fare qualcosa per migliorare la scuola a riunirsi, a chiedere una moratoria sulle riforme, ed a ritirarsi su qualche collina romagnola per lavorare alla preparazione della scuola del 2015 o del 2020. Ci vuole molto tempo e molta perseveranza per farlo. Forse ci vogliono anche soldi. E' una sfida, ma chi ha fede ñ quella laica nella razionalita' pragmatica ñ potrebbe anche vincerlaî. 8. Politiche scolastiche: AN alla ricerca di visibilita' Da qualche tempo a questa parte si registra un certo maggiore dinamismo di AN, all'interno della coalizione di governo, sui temi della politica scolastica. Non sempre il responsabile scuola di questo partito, il sen. Valditara, e' apparso allineato sulle posizioni del ministro Moratti, soprattutto in materia di riforma degli ordinamenti. Un esempio per tutti e' la questione della riduzione a quattro anni della durata del liceo, alla quale AN si e' opposta fin dal primo momento. Il sottosegretario Siliquini, a sua volta, manifesta un notevole attivismo nei settori che le sono stati affidati per delega del ministro, e in particolare in quello del rapporto tra formazione e lavoro (alternanza, individuazione e riconoscimento anche transnazionale delle qualifiche, sviluppo della formazione tecnica superiore). AN sembra dunque voler svolgere un ruolo attivo su questo tema strategico, che coinvolge a vario titolo altri ministeri, le Regioni, le parti sociali, e che peraltro e' stato oggetto anche in passato di diverse proposte di legge dell'ex MSI. In questa prospettiva i sottosegretari Siliquini (MIUR) e Viespoli (Lavoro e Politiche Sociali), entrambi di AN, terranno anche una conferenza sull'istruzione tecnica superiore, nella sede del MIUR di viale Trastevere, martedi' 7 maggio. 9. La CISL e la formazione professionale: il problema dei ìformatoriî Tra le tre grandi confederazioni sindacali la CISL e' quella che da sempre registra la maggiore presenza organizzata nel settore della formazione professionale di competenza regionale. Anche per questo l'organizzazione di Pezzotta e' particolarmente interessata alle novita' costituzionali (revisione del titolo V della Costituzione) e legislative (disegno di legge Moratti) che cambieranno il sistema di istruzione e formazione professionale italiano. Il sindacato appare tuttavia diviso tra la preoccupazione di salvaguardare i livelli occupazionali degli addetti alla tradizionale f.p. regionale (i cosiddetti ìformatoriî, molti dei quali non sono in possesso di laurea ne' di abilitazione all'insegnamento) e quella di sfruttare la meglio l'opportunita' offerta dal ddl Moratti, che prevede il varo, accanto a quello scolastico, di un canale di formazione professionale utile ai fini dell'assolvimento dell'obbligo formativo fino a 18 anni. Il fatto e' che il probabile trasferimento alle Regioni degli attuali istituti professionali di Stato, e di un buon numero di istituti tecnici, ridurrebbe ulteriormente lo spazio della formazione professionale ex regionale, soprattutto se venissero adottate a livello nazionale tipologie di percorso e standard di risultati poco compatibili con le esperienze finora realizzate dai Centri di formazione professionale. Sugli ìscenari possibiliî della realizzazione di un sistema di formazione professionale ìdiffuso, accessibile, riconoscibileî la CISL scuola ( www.cislscuola.it ) organizza a Roma per martedi' 7 maggio 2002, alle ore 10, nell'auditorium di via Rieti 11, un convegno. Ai lavori parteciperanno, tra gli altri, Pasquale Capo, capo del Dipartimento Istruzione del MIUR, Claudio Gentili, dirigente del settore scuola della Confindustria, e Gian Carlo Zuccon, presidente dell'IIET (Istituto Internazionale per l'Educazione Tecnologica), quest'ultimo uno dei piu' autorevoli sostenitori della creazione di un ìsecondo canaleî parallelo e di pari dignita' rispetto a quello scolastico. Facile prevedere il tema del dibattito: la Confindustria si e' sempre detta contraria al trasferimento alle Regioni degli istituti tecnici, ipotizzando percorsi liceali anche per professionalita' settoriali (per esempio, il ìliceo tecnologico tessileî). Una posizione che fa discutere perche' senza gli istituti tecnici il canale professionale rischia di nascere debole e poco competitivo. RIPRODUZIONE RISERVATA Per iscrivere un'altra persona o per rimuoverti da questa newsletter vai all'indirizzo: http://www.tuttoscuola.com Per commenti, informazioni o suggerimenti: redazione at tuttoscuola.com Per consultare i numeri arretrati di "TuttoscuolaNEWS": http://www.tuttoscuola.com Chi Ë interessato a ricevere anche la newsletter dell'ANP (Associazione Nazionale Presidi e Direttori didattici) puo' iscriversi dal sito www.anp.it ************************************************************ Editoriale Tuttoscuola srl Via della Scrofa, 39 - 00186 Roma, Italia Tel. 06.6830.7851 - 06.6880.2163 Fax 06.6880.2728 Email: tuttoscuola at tuttoscuola.com
- Prev by Date: bambini, sfruttamento e guerra: un elenco di siti
- Next by Date: Hi,educazione,your password
- Previous by thread: bambini, sfruttamento e guerra: un elenco di siti
- Next by thread: Hi,educazione,your password
- Indice: