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TUTTOSCUOLA NEWS n. 47
- Subject: TUTTOSCUOLA NEWS n. 47
- From: Tuttoscuola <mailing at tuttoscuola.com>
- Date: Mon, 15 Apr 2002 09:55:55 +0200
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti. http://www.tuttoscuola.com ************************************************************ N. 47, 15 aprile 2002 SOMMARIO 1. Sciopero generale, si ferma anche la scuola 2. Quanti docenti saranno assunti a settembre? 3. CNPI, un anno dopo, ancora contro la riforma 4. Il CNPI un anno dopo/2: l'irritazione del ministro 5. Riforma Moratti: colombe in azione in Parlamento 6. Riforma Moratti/2: autoconvocati e girotondini in piazza 7. Piu' informazione a Viale Trastevere 8. Da dove nasce la fuga dai professionali 9. La croce dei presidi incaricati 1. Sciopero generale, si ferma anche la scuola Martedi' 16 aprile si fermera' tutta la scuola italiana: l'adesione da parte delle sigle sindacali di comparto allo sciopero generale appare infatti massiccia. Oltre ai sindacati confederali della scuola (Cgil, Cisl e Uil), hanno proclamato sciopero per l'intera giornata anche Snals-Confsal, Cisal-scuola, Cub-scuola, Cobas, Unicobas, UGL, USI Ait. Hanno invece lasciato liberta' di adesione ai propri iscritti la Gilda e, per i dirigenti (compresi quelli organizzati dall'ANP), la Cida. Ci sono pertanto ampie probabilita' che l'adesione allo sciopero, da parte del milione e piu' di addetti del comparto, sia pressoche' totale. Per il comparto scuola le ragioni dello sciopero generale oltre che al problema della riforma del lavoro e dell'art. 18 saranno certamente legate ad altre questioni piu' ìinterneî come la riforma Moratti (con le sue numerose articolazioni), i tagli degli organici del personale (gli 8.500 in meno), i problemi dei precari. 2. Quanti docenti saranno assunti a settembre? Il ministro Moratti ha annunciato l'assunzione di altri docenti dal prossimo settembre in una quantita' che, secondo le notizie di stampa, oscilla tra gli 8 e i 20 mila. Una banda di oscillazione troppo ampia che abbiamo provato a definire e rendere il piu' possibile attendibile. Dai nostri calcoli saranno assunti a settembre tra gli 11 e i 13 mila insegnanti. Nel fare i conti, abbiamo tenuto conto di tre elementi: i tagli di organico gia' decisi dalla Finanziaria 2002, il turn over (i posti lasciati liberi dagli insegnanti cessati dal servizio), l'ondina anomala della primaria (i posti per le nuove classi degli alunni anticipati). I posti che rimangono vacanti per pensionamento dovrebbero essere 14.724 (stima del MIUR in attesa di conferma definitiva), dai quali vanno sottratti gli 8.500 posti gia' tagliati dalla Finanziaria. Restano percio' vacanti 6.224 posti sui quali fare nuove nomine. A questi vanno aggiunti i nuovi posti che dovranno essere garantiti per far fronte all'onda anomala delle iscrizioni che potranno arrivare nelle scuole elementari (se la riforma sara' approvata in tempo). Quanti saranno quest'ultimi? Non piu' di 4.970 secondo i nostri calcoli ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_47-1.doc ), e siamo costretti ad aprire una parentesi per spiegare perche'. Il ministro Moratti ha dato tre rassicurazioni: ci sara' posto per tutti gli oltre 80 mila bambini che compiono sei anni entro il 28 febbraio 2002 (ha cosi' indirettamente riconosciuto l'esattezza del nostro calcolo riportato in TuttoscuolaNEWS n. 46 dell'8 aprile); il tempo pieno sara' garantito come sempre (il che vuol dire che il 25% di bambini che si iscrive in prima sara' in classi con due insegnanti); il sostegno agli alunni portatori di handicap non e' messo in discussione (cioe' vi sara' un docente di sostegno ogni 138 nuovi alunni iscritti). Chiusa la parentesi, i posti per nuove assunzioni di docenti ñ per turn over e onda anomala ñ potranno essere quindi complessivamente 11.200 circa, salvo le dovute conferme. Con un po' di ottimismo si potrebbero infine aggiungere a questi anche i 1.500 posti che i docenti-presidi incaricati lascerebbero in caso di veloce espletamento del concorso riservato (congelato da Tremonti). Si arriverebbe ad un totale di 12.700. Ci sono infine anche i posti vacanti per rinuncia dei docenti immessi in ruolo nel settembre scorso, la cui entita' e' per il momento non definita. 3. CNPI, un anno dopo, ancora contro la riforma Passa il tempo (esattamente 366 giorni) e il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione non si smentisce, interviene di nuovo sul progetto di riforma scolastica in discussione e lo boccia decisamente, con un documento di critica approvato a larga maggioranza, 58 voti a favore, quattro astenuti e solo un voto contrario (quello del consigliere Gentili, rappresentante di Confindustria). L'anno scorso il CNPI venne chiamato a pronunciarsi sul regolamento dei curricoli per la scuola di base definiti dal ministro De Mauro, ora si e' pronunciato sul disegno di legge delega ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_47-2.doc ) proposto dal ministro Moratti, ma il risultato non e' cambiato, pure di fronte a due progetti radicalmente diversi: nell'uno e nell'altro caso il parere e' stato critico e contrario. Nel 2001 la discussione sui curricoli fu l'occasione per la maggioranza del CNPI di mettere in discussione la riforma dei cicli scolastici (gia' approvata in legge). Ci fu una spaccatura tra i membri del consiglio e la pronuncia non venne formalizzata per mancanza del numero legale (un voto mancante). Per il mantenimento dei vecchi ordinamenti i consiglieri di Cisl-scuola e Snals non esitarono a provocare una rottura nell'ambito sindacale e con le associazioni di categoria, opponendosi duramente in particolare alla previsione della nuova scuola di base che unificava (annullandoli) elementare e media, con durata complessiva ridotta di un anno. Dopo un anno, il disegno di legge Moratti accoglie ora pienamente la richiesta di tenere distinti i due settori, ma quella che era sembrata quasi una ìguerra di religioneî (vinta) non accontenta piu' nessuno, e nuovi obiettivi vitali (soprattutto il no agli anticipi) vengono rivendicati nella pronuncia che ha ricompattato il mondo sindacale. 4. CNPI, un anno dopo/2: l'irritazione del ministro Ma sveliamo qualche retroscena della votazione del CNPI che ha bocciato il disegno di legge Moratti, alla quale lo stesso ministro era presente, in quanto presidente di diritto del massimo organo consultivo della scuola. Alla fine della densa giornata di lavori, con l'esposizione del lungo e complesso schema di parere, il ministro ha fiutato l'aria di tempesta e ha chiesto qualche giorno di tempo per poter studiare il documento ed offrire al CNPI chiarimenti ed ulteriori elementi di valutazione. Quindi si e' allontanata. Ma i consiglieri fanno di testa loro, decidono di non concedere alcuna dilazione al loro Presidente, e votano il documento. Un comportamento che e' stato assai poco apprezzato dal ministro e dal suo entourage. Come mai e' stata confermata questa scelta di rottura? E' probabile che il CNPI, che e' un organo molto sindacalizzato nella sua attuale composizione (che dal prossimo anno cambiera'), si sia lasciato influenzare dall'imminenza dello sciopero generale del 16 aprile, al quale ha aderito anche lo SNALS, e dal clima teso che caratterizza da sempre le fasi iniziali dei rinnovi contrattuali. I sindacati potrebbero aver voluto lanciare un segnale di compattezza ed anche di determinazione. Ma la vicenda ha segnato una violazione della regola non scritta del rispetto che il CNPI aveva finora sempre riservato al suo Presidente. 5. Riforma Moratti: colombe in azione in Parlamento Se ne sono accorti in pochi ma la settimana che si e' conclusa e' stata di grande rilievo per la scuola. Martedi' 9 aprile e' iniziato infatti l'esame del disegno di legge Moratti sulla riforma della scuola presso la Commissione Cultura del Senato, con una relazione del suo presidente, sen. Franco Asciutti (Forza Italia), che e' stata da molti interpretata come un invito al Governo a non blindare il provvedimento, ed a cercare anzi in Parlamento un confronto costruttivo, tale da ampliare il consenso politico alla riforma (il testo e' reperibile nel sito del MIUR www.istruzione.it ). Il sen. Asciutti ha ribadito questa sua posizione (ma e' di tutta Forza Italia?) il giorno dopo al convegno nazionale dello SNALS ìQuale scuola per l'Italia nel contesto europeoî. Nella stessa occasione, peraltro, il sottosegretario on. Valentina Aprea e' sembrata assai meno ìaperturistaî. Sempre mercoledi' 10 la consulta scuola del CCD non ha escluso la presentazione di emendamenti al testo governativo (sull'anticipo in particolare, ma anche su altri punti). Insomma, la partita parlamentare del confronto e della mediazione al ddl decisivo per il futuro della scuola sembra appena iniziata. 6. Riforma Moratti/2: autoconvocati e girotondini in piazza Su una linea movimentista, diffidente verso l'ipotesi di mediazioni politiche e parlamentari che snaturino una viva opposizione al testo della legge Moratti, sembrano invece collocarsi gli autoconvocati della ex Commissione De Mauro, che si sono riuniti a Roma il 12 aprile, cosi' come i girotondini che hanno circondato il Ministero di viale Trastevere e altre sedi istituzionali in altre citta' sabato 13 (c'e' anche chi ha partecipato ad entrambe le iniziative, De Mauro in testa). Qual e' il filo rosso che unisce le due iniziative? Esse hanno certamente in comune, come si e' detto, lo scetticismo verso la via legislativa al cambiamento e la scelta di puntare sul rilancio del conflitto sociale e ìdal bassoî, a partire dalle scuole e dalle proposte elaborate dalla Commissione De Mauro: una linea di contrapposizione frontale alle proposte del governo e della maggioranza, e anche una presa di distanza da eventuali iniziative delle colombe della minoranza (pare che ce ne siano non poche, in area Margherita e SDI), non insensibili alle aperture del sen. Asciutti. E' in trincea anche l'ex ministro Berlinguer, che ha invitato i docenti ad avvalersi degli spazi consentiti dalla normativa sull'autonomia per costruire dal basso percorsi, processi e reti interscolastiche che contrastino ìla destrutturazione della scuola pubblicaî e ìla paralisi provocata dalla destraî. 7. Piu' informazione a Viale Trastevere Bene cosi', finalmente: da una settimana il sito del ministero dell'Istruzione ( www.istruzione.it ) ospita in tempo reale un servizio di informazione sulla legge di riforma, all'interno di una apposita area dedicata, denominata ìUna scuola per crescereî. Il servizio, aggiornato quotidianamente, si compone di quattro parti: - Interventi - Attivita' parlamentare (calendario dei lavori e resoconto delle sedute delle Commissioni) - Documenti (testo del disegno di legge della riforma e grafico) - Dicono i giornali (rassegna stampa quotidiana sui problemi connessi con la riforma). Un lavoro ben fatto, improntato al massimo dell'informazione e della trasparenza, che costituisce ora un servizio per tutti. La rassegna stampa e il resoconto delle sedute parlamentari possono dare spazio non solo alle indicazioni ministeriali e quindi della maggioranza al governo, ma anche a quelle dell'opposizione. Viene consentito cosi', anche agli operatori scolastici, di conoscere lo stato dei lavori, il processo del cambiamento in atto, le modifiche, le posizioni in campo. Tutti possono farsi un'idea diretta e personale di quanto sta avvenendo. 8. Da dove nasce la fuga dai professionali La stampa nazionale sembra accorgersi soltanto ora della crisi degli istituti professionali, interessati da due fenomeni negativi: il calo di iscrizioni degli alunni e il trasferimento degli insegnanti verso altri istituti (tecnici in prevalenza). Da quando si e' cominciato a parlare del passaggio degli istituti professionali alle Regioni sembra che sia cominciata la crisi e gli alunni, che erano andati costantemente aumentando da diversi anni a questa parte ñ dai 483 mila di cinque anni fa ai 546 mila di oggi: un incremento superiore al 13% ñ quest'anno sarebbero diminuiti (mancano dati ufficiali). Da dove deriva il trasferimento dell'istruzione e della formazione professionale alla competenza esclusiva delle Regioni? E' conseguenza del nuovo art. 117 della Costituzione, approvato con legge costituzionale n. 3/2001 dal Parlamento nazionale nella passata legislatura, col voto contrario delle forze politiche che costituiscono l'attuale maggioranza. Il ministro Moratti nel suo progetto di riforma ha preso atto del nuovo vincolo costituzionale. Va detto peraltro che la tendenza alla fuga dagli istituti professionali potrebbe essere bloccata se il disegno di legge delega in discussione al Senato rafforzasse realmente il ìsecondo canaleî, quello dell'istruzione e formazione professionale, rendendone piu' concreta e visibile la ìpari dignita'î rispetto al canale liceale. Qualsiasi sia la strada scelta, c'e' da augurarsi che possa salvaguardare il grande patrimonio culturale e formativo rappresentato dagli istituti professionali, che ospitano quasi un quarto degli studenti dell'istruzione secondaria superiore. 9. La croce dei presidi incaricati Sono ancora senza risposta le richieste dei sindacati di settore per l'avvio dei concorsi che dovranno portare all'assunzione di 3.500 dirigenti scolastici, dopo che dal ministero dell'Economia e' arrivato lo stop alla pubblicazione dei relativi bandi. In modo particolare l'Anp, che da subito ha proclamato la mobilitazione della categoria, non concede sconti o giustificazioni al rinvio, prevedendo, se necessario, di invitare i 1.500 presidi incaricati a rimettere il mandato addirittura nelle mani del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nell'incontro che i sindacati confederali hanno avuto al ministero il 12 aprile sono state fornite spiegazioni e rassicurazioni che verranno esaminate nel prossimo incontro del 17 aprile, prima di assumere iniziative di lotta. I presidi incaricati restano quindi sul piede di guerra in attesa di fatti concreti (emanazione del bando di concorso). La loro situazione, dopo tre anni e piu' di incarico, e' in effetti al limite (caso unico nella pubblica amministrazione), perche' svolgono la funzione di dirigenti con connesse responsabilita' senza averne riconoscimenti giuridici ed economici. Per loro, secondo i sindacati firmatari del contratto dei dirigenti, deve essere corrisposta la maggior indennita' di funzione spettante per l'incarico svolto. Spetta al ministero dell'Istruzione, gia' sollecitato in proposito, accertare la disponibilita' di bilancio e, in caso negativo, chiedere l'autorizzazione al ministro Tremonti per la nuova spesa. Potrebbe venirne un no, visti i tempi grami per spese non preventivamente calcolate. E la questione potrebbe passare allora sul tavolo di qualche giudice del lavoro. RIPRODUZIONE RISERVATA Per iscrivere un'altra persona o per rimuoverti da questa newsletter vai all'indirizzo: http://www.tuttoscuola.com Per commenti, informazioni o suggerimenti: redazione at tuttoscuola.com Per consultare i numeri arretrati di "TuttoscuolaNEWS": http://www.tuttoscuola.com Chi Ë interessato a ricevere anche la newsletter dell'ANP (Associazione Nazionale Presidi e Direttori didattici) puo' iscriversi dal sito www.anp.it ************************************************************ Editoriale Tuttoscuola srl Via della Scrofa, 39 - 00186 Roma, Italia Tel. 06.6830.7851 - 06.6880.2163 Fax 06.6880.2728 Email: tuttoscuola at tuttoscuola.com
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