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"Con il mondo a scuola", un libro per educare alla pace
- Subject: "Con il mondo a scuola", un libro per educare alla pace
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Tue, 22 Jan 2002 17:51:09 +0100
COMUNICATO STAMPA
a cura di PeaceLink
www.peacelink.it
www.taras.it (il sito tarantino di PeaceLink)
Mercoledì ore 17 presso l'Istituto Righi di Taranto la presentazione del libro educazione alla pace "Con il mondo a scuola" comincerà con le parole che padre Kizito - missionario impegnato sul fronte della solidarietà in Africa - ha inviato per posta elettronica:
Carissima Maria Teresa,
ti scrivo da Lusaka, dove sono venuto subito dopo aver ricevuto il tuo messaggio. Ieri sera coi bambini di qui (oltre sessanta) abbiamo pregato e fatto festa ringraziando Dio per tutti gli amici che ci dona.
Non ho con me la stampante, ma ho dato una lettura al testo che mi piace molto, magari quando avrò tempo tradurrò alcune pagine, per lo meno gli schemi, per metterle a disposizione dei nostri educatori perché anche loro diano contenuti sempre più solidi ai nostri bambini.
Ti ringrazio per la decisione di sostenere la Casa di Anita con parte del ricavato. E' il segno di una vicinanza di intenti che si solidifica, nonostante le distanze fisiche.
Carissimi auguri a saluti a tutti!
Kizito
Padre Kizito, un missionario comboniano italiano che opera in Kenya, Sudan e Zambia, è un punto di riferimento della rete telematica PeaceLink e dell'associazione Aifo. Con i bambini della sua comunità e gli alunni della scuola elementare I° Circolo di Taranto è in atto uno scambio di videocassette: i bambini africani, con padre Kizito, le registrano e i bambini di Taranto, con le loro insegnanti, rispondono in inglese mandando i loro "videosaluti".
Con questo messaggio inviato per posta elettronica dallo Zambia, padre Renato Kizito Sesana ha comunicato il suo apprezzamento per l'iniziativa "Con gli ultimi per un'alternativa di giustizia" che prevede la presentazione del libro "Con il mondo a scuola", scritto da Maria Teresa Tarallo; i proventi del libro andranno a sostenere i progetti di recupero dei bambini e delle bambine di strada.
L'autrice del libro ha dichiarato:
"Perché questo libro?
Questo libro nasce dall’esigenza di lasciare testimonianza di un percorso di educazione allo sviluppo, anche personale, dove il cammino interiore di consapevolezza si accompagni ad una conoscenza e crescita individuale degli allievi nei confronti della realtà, o meglio delle realtà che ci circondano. Abituarsi a una visione planetaria, pensare che noi siamo parte di questo mondo, che abbiamo il dovere di lasciarlo intatto il più possibile ai futuri abitanti del pianeta come l’abbiamo ricevuto dai nostri avi, è un motivo ricorrente nel libro, ben sintetizzato da una massima dei pastori nomadi del Kenya: “Tratta bene la Terra. Non ci è stata data dai nostri padri, ci è stata prestata dai nostri figli”.
La saggezza insita in questa frase ci fa comprendere come le “culture altre” siano ricchezza e integrazione per la società occidentale, oltre al fatto che la cultura popolare contiene in sé quella riscoperta di valori profondi purtroppo spesso ignorati dalla attuale civiltà globalizzata, superficiale ed effimera.
Rispetto ai modelli mediatici imposti dai messaggi consumistici, si può inserire la scoperta e la conoscenza di altre visioni del mondo, altri modi di vivere, non migliori o peggiori, ma semplicemente differenti. Far conoscere agli allievi popoli diversi, prendere coscienza della varietà dei modus vivendi, significa offrire nuove opportunità e stimoli costruttivi per educare, come afferma il filosofo Edgar Morin, al pensiero complesso.
Se noi, insieme ai nostri allievi, impariamo a relativizzare i nostri punti di vista, impareremo insieme che la varietà va salvaguardata, per evitare semplicistiche e riduttive forme stereotipate di pensiero, anticamere di facili intolleranze e razzismi.
La storia - e purtroppo anche i fatti di attualità - ce lo insegnano.
Torno alla domanda: perché questo libro?
Paulo Freire, pedagogista brasiliano, affermava: “La conoscenza deve essere creata dalla nostra pratica. Non si può mangiare, passivamente, conoscenza”. Bene, questa affermazione è la risposta alla domanda, qui sta la ragione del libro; Freire mi ha fatto capire due cose:
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Gli allievi che riconoscono nella figura di un educatore questa coerenza di vita impareranno ad accostarsi al mondo con semplicità ed empatia, poiché avranno compreso che siamo tutti viandanti con lo stesso destino su questa Terra.".
Riferimento: Maria Teresa Tarallo mt.tarallo at tin.it
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