[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
pil e modelli di calcolo economici
- Subject: pil e modelli di calcolo economici
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 1 Sep 2004 07:00:11 +0200
da: La Gazzetta del Mezzogiorno,
10 agosto 2004
Il Triangolo Magico
Giorgio Nebbia <nebbia at quipo.it>
Il "Prodotto Interno Lordo" (PIL), quel numero che i governi e i cittadini
tengono sotto osservazione perché se aumenta di tanto percento all'anno le cose
vanno bene e viceversa, indica in realtà la quantità di denaro che "attraversa"
un'economia per soddisfare i consumi privati e i servizi (scuola, sanità,
militari, eccetera). Il PIL si calcola con certi accorgimenti statistici e per
l'Italia nel 2003 è ammontato a circa 1300 miliardi di euro; a dire la verità
il denaro che attraversa l'economia comprende anche altri circa 300 miliardi di
euro che corrispondono ai proventi dell'evasione fiscale, del commercio della
droga e della prostituzione, delle attività illegali, dei salari non pagati
agli operai che lavorano "in nero", e a varie altre cose.
Inoltre il flusso di denaro, legale o illegale, che attraversa l'economia di un
paese non contiene nessuna informazione sui relativi aspetti "negativi"
ambientali, come la quantità di gas inquinanti o di rifiuti, l'erosione del
suolo, la distruzione delle spiagge, eccetera.
Il denaro che attraversa un'economia, non è qualcosa di evanescente, ma si
muove da una persona o da una impresa all'altra accompagnato da cose materiali;
per costruire un edificio, autorizzato o abusivo, c'è tutto un movimento di
rocce e pietre e di cemento e di sabbia e di macchinari e di operai, e di carta
negli uffici, eccetera. Qualcuno ha pensato che se si potesse conoscere
"esattamente" quante pietre sono estratte dalle cave e quanto cemento è
trasportato, e quanto grano è prodotto dai campi e quante automobili sono
commerciate, pagando le tasse o evadendo il fisco, eccetera, si potrebbe
riconoscere almeno una parte dell'origine delle attività illegali e
dell'origine delle nocività ambientali.
Negli ultimi trent'anni ci sono stati vari tentativi in questo senso, ma la
soluzione forse più avanzata finora è dovuta a Carsten Stahmer, dell'Ufficio
statistico federale tedesco, che ha redatto tre tavole parallele: una, quella
dell'economia tradizionale, contiene i flussi del denaro da un settore
economico (agricoltura, industria, trasporti, consumi delle famiglie, ecc.)
all'altro; la seconda contiene i flussi, in tonnellate, della materia che viene
trasferita sia da un settore economico all'altro, sia dalla natura a ciascun
settore economico, sia il flusso delle scorie immesse da ciascun settore
economico nella natura; la terza tabella contiene il numero di ore di lavoro
assorbito per ogni passaggio di denaro (e di materiali) da un settore all'altro.
Stahmer ha chiamato "il triangolo magico" l'insieme delle tre tabelle la cui
sovrapposizione permette di conoscere quante tonnellate di materiali o di
risorse naturali o di rifiuti, e quante ore di lavoro corrispondono a ogni euro
scambiato fra due settori economici quando viene prodotta o acquistata una
tonnellata di grano o di acciaio o una automobile, eccetera.
Se, poniamo, il settore dell'edilizia ha assorbito tante tonnellate di cemento,
sabbia e tondino di ferro ma le ore di lavoro contabilizzate sono "troppo
poche", o se gli imprenditori pagano "troppo poche tasse" rispetto al valore
monetario degli edifici venduti, allora si è di fronte a sfruttamento della
mano d'opera e ad abusivismo e evasione; se il numero di ore di lavoro
assorbite dal settore dell'agricoltura che produce pomodori è "troppo" basso
rispetto alle tonnellate di pomodori venduti, ci deve essere stata evasione
delle paghe e dei contributi. Se un settore di produzione e di consumo dichiara
di scaricare rifiuti in quantità "troppo bassa" rispetto al movimento di denaro
o di materiali, si può identificare l'origine di qualche discarica o
inquinamento abusivi.
Nell'Università di Bari è stata redatta, per l'Italia e per il 2000, una simile
contabilità economica in unità fisiche. Essa ha permesso di rilevare che i
circa 1150 miliardi di euro del PIL di quell'anno hanno richiesto la
movimentazione di sei miliardi e mezzo di tonnellate di materiali (acqua e aria
escluse) circolate dalla natura, ai settori della produzione e dei consumi e di
nuovo alla natura come scorie e rifiuti. Questa ricerca ha permesso di
calcolare un "Prodotto interno materiale lordo", sempre per il 2000, di circa
860 milioni di tonnellate di materiali (assorbiti dai consumi finali), pari a
circa 15 tonnellate di materia all'anno per persona, necessarie per assicurare
a ogni italiano un PIL monetario "medio" di circa ventimila euro all'anno.
Purtroppo molte informazioni sui flussi di materiali nelle statistiche
ufficiali e nelle imprese sono segrete e il calcolo ha dovuto essere basato sui
bilanci fisici che, per il principio di conservazione della materia, impongono
che ogni tonnellata di materia che entra in un settore economico si deve
ritrovare in uscita, e questo permette di svelare anche informazioni tenute
ufficialmente nascoste; tanto che è stato di recente presentato alla Camera un
disegno di legge che richiede al governo di pubblicare periodicamente, al
fianco della contabilità monetaria su cui è basato il calcolo del PIL, anche
dei bilanci che consentano di valutare il "Prodotto interno materiale lordo",
una grandezza in unità fisiche di peso e energia, nella quale non possano
essere tenute nascoste evasioni e frodi finanziarie e ecologiche.