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materiali e riclico



da repubblica.it
lunedi 28 giugno 2004
Un materiale recuperato all'infinito non perde mai le proprietà originali

È un metallo abbastanza caro, l'alluminio. Ed è anche un materiale che può
essere riutilizzato infinite volte senza perdere le sue proprietà originali.
Ma soprattutto l'alluminio vanta un'altra caratteristica singolare: il
riciclaggio consente di risparmiare fino al 95% dell'energia necessaria per
estrarre il metallo dalla bauxite.
Basta un esempio per capire quanto incida il recupero dell'alluminio nella
difesa dell'ambiente. Ebbene, riciclando una lattina si risparmia tanta
energia quanta ne serve a far funzionare per tre ore una tv da 14 pollici.
Mentre, sempre grazie al riciclo, nel 2003 in Italia si sono risparmiate 100
mila tonnellate equivalenti di petrolio. Ecco perché il riciclo e il
recupero degli imballaggi in alluminio curato dal CiAL (Consorzio Imballaggi
Alluminio) risulta prezioso per la protezione dell'ecologia.
Dal 1997 ad oggi CiAL ha attivato la raccolta dell'alluminio in più di 4
mila comuni e ha promosso una collaborazione attiva con 25 fonderie e 34
impianti di termovalorizzazione. Un impegno che ha contribuito a potenziare
l'industria italiana del riciclo che, per quanto riguarda l'alluminio, è la
terza al mondo, alla pari con la Germania, dopo Usa e Giappone.
Nel 2003 il Consorzio ha recuperato 33 mila 300 tonnellate di alluminio pari
al 51,1% del materiale immesso sul mercato. Di queste quantità 28 mila 300
tonnellate (43,4%) sono state riciclate mentre le restanti 5 mila tonnellate
sono state utilizzate per produrre energia. Il traguardo che si è posto il
CiAL entro il 2008, data di scadenza dei nuovi obiettivi europei, è di
recuperare almeno 41mila 200 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al
60,4% di un consumo stimato sulle 68 mila 200 tonnellate. Di queste Cial
prevede di riciclarne 37 mila 500 tonnellate (55%) e di produrre energia con
le restanti 3 mila 700 tonnellate (5,4%).

Come nasce il "truciolare" per l'industria del mobile

Sono 240 le "piattaforme" disseminate nel territorio nazionale e
convenzionate con Rilegno, il consorzio del Conai per il recupero e il
riciclaggio degli imballaggi in legno. Ed è proprio la piattaforma lo snodo
principale del sistema di raccolta dove le aziende del territori circostanti
possono portare i rifiuti che derivano da materiale ligneo: pallet, cassette
per l'ortofrutta, imballaggi industriali di vario tipo.
Le 240 piattaforme legate a Rilegno garantiscono inoltre il recupero dei
rifiuti di legno provenienti dalla raccolta differenziata di tipo urbano
come mobili vecchi, infissi, porte rotte che altrimenti sarebbero
difficilmente riusabili. Un sistema che negli ultimi mesi ha dimostrato di
funzionare sempre meglio. Nel 2003, infatti, il riciclo dei rifiuti legnosi
da imballaggio ha raggiunto il 60 per cento su un totale di 2 milioni 750
mila tonnellate con un sensibile incremento sugli anni precedenti.
I rifiuti in legno, dopo un primo trattamento nelle piattaforme
convenzionate con Rilegno, vengono inviati alle grandi aziende del
riciclaggio dove vengono puliti e ridotti in piccole schegge dette chips e
utilizzate soprattutto per la produzione di pannelli truciolari che
alimentano l'industria nazionale del mobile, uno dei punti di forza del made
in Italy. Ad ogni modo il riciclaggio con i pannelli è integrato con la
trasformazione del rifiuto legnoso in pasta di cellulosa, compost o anche
nella conversione in combustibile per le centrali termoelettriche.

Colorato e incolore, meglio raccolte separate

Nel 2003 le aziende vetrarie consorziate nel CO.RE.VE (Consorzio Recupero
Vetro) hanno riciclato nei propri forni fusori un milione 122 mila
tonnellate di imballaggi in vetro. Quanto al tasso di riciclo raggiunto è
stato pari al 53,2%. A far la parte del leone è stata la raccolta
differenziata urbana (circa un milione 60 mila tonnellate) mentre la
raccolta effettuata presso il commercio e l'industria ha portato appena 60
mila tonnellate.
Nel settore del vetro, però, si riscontra un fenomeno curioso. Per ottenere
un milione e 122 mila tonnellate di vetro riciclato, infatti, è stato
necessario raccogliere in modo differenziato un milione e 250 mila
tonnellate di materiale. Una sproporzione dovuta da una parte alla scarsa
qualità del vetro raccolto "inquinato" da altri materiali e dall'altra alla
frammentazione del materiale in pezzi troppo piccoli. E allora?
Al CO.RE.VE hanno verificato che il miglior sistema per la raccolta
differenziata è quello della "campana" per la recupero del solo vetro che fa
registrare uno scarto fisiologico del 4 per cento. Ed è per questo motivo
che lo stesso CO.RE.VE sta chiedendo ai Comuni di adottare il sistema di
raccolta ottimale per il vetro. Ma non è tutto. Il Consorzio, infatti, preme
affinché, come avviene già all'estero, in alcune grandi città sia avviata la
raccolta separata fra vetro colorato e vetro incolore. Solo così, infatti,
il CO.RE.VE conta di raggiungere l'obiettivo che si è posto per il 2008:
riciclare il 60% degli imballaggi di vetro commercializzati nel Bel Paese.

Nuovi prodotti siderurgici dal metallo bonificato e fuso

Ne ha fatta di strada il Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) dal '98 ad oggi.
Sei anni fa, infatti, venivano riciclate solo 27 mila tonnellate, pari al
4,5% degli imballaggi d'acciaio immessi al consumo. Un quantità passata a 44
mila tonnellate nel '99 (7,1%) per balzare a quota 153 mila tonnellate l'
anno successivo (25,5%) e quindi per crescere successivamente (260 mila
tonnellate nel 2001 e 310 mila nel 2002) fino alle 321 mila tonnellate
registrate nel 2003 ed equivalenti al 55,8% del consumo. Quanto ai prossimi
anni nel periodo 20042008 il Consorzio punterà a potenziare la propria
struttura operativa ed intensificherà le azioni di sensibilizzazione verso i
cittadini per raggiungere il traguardo del 60% di imballaggi di acciaio
riciclati.
Il lavoro del Consorzio Nazionale Acciaio si svolge su due fronti. Da una
parte, infatti, il Consorzio stesso collabora con i gestori della raccolta
differenziata urbana (Comuni, Municipalizzate, Gestori del servizio,
Consorzi fra comuni) per diffondere e promuovere l'abitudine quotidiana a
separare i contenitori di acciaio (barattoli, scatolette, tappi, bombolette)
dagli altri rifiuti domestici. Mentre dall'altra sempre il CNA è impegnato
ad assicurare un corretto riciclaggio degli imballaggi in acciaio utilizzati
dall'industria e dalle imprese artigiane o dei servizi. Una volta usati,
infatti, gli imballaggi possono essere conferiti dalle aziende utilizzatrici
ad una rete di operatori collegati al Consorzio per essere sottoposti ad
eventuali operazioni di bonifica (nel caso di contenitori di smalti, vernici
o sostanze chimiche) e quindi riciclati. Quest'ultima operazione, viene
assicurata in modo molto semplice attraverso la fusione degli imballaggi in
acciaierie o fonderie per dar vita a nuovi prodotti siderurgici.

Nuovi prodotti siderurgici dal metallo bonificato e fuso

Ne ha fatta di strada il Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) dal '98 ad oggi.
Sei anni fa, infatti, venivano riciclate solo 27 mila tonnellate, pari al
4,5% degli imballaggi d'acciaio immessi al consumo. Un quantità passata a 44
mila tonnellate nel '99 (7,1%) per balzare a quota 153 mila tonnellate l'
anno successivo (25,5%) e quindi per crescere successivamente (260 mila
tonnellate nel 2001 e 310 mila nel 2002) fino alle 321 mila tonnellate
registrate nel 2003 ed equivalenti al 55,8% del consumo. Quanto ai prossimi
anni nel periodo 20042008 il Consorzio punterà a potenziare la propria
struttura operativa ed intensificherà le azioni di sensibilizzazione verso i
cittadini per raggiungere il traguardo del 60% di imballaggi di acciaio
riciclati.
Il lavoro del Consorzio Nazionale Acciaio si svolge su due fronti. Da una
parte, infatti, il Consorzio stesso collabora con i gestori della raccolta
differenziata urbana (Comuni, Municipalizzate, Gestori del servizio,
Consorzi fra comuni) per diffondere e promuovere l'abitudine quotidiana a
separare i contenitori di acciaio (barattoli, scatolette, tappi, bombolette)
dagli altri rifiuti domestici. Mentre dall'altra sempre il CNA è impegnato
ad assicurare un corretto riciclaggio degli imballaggi in acciaio utilizzati
dall'industria e dalle imprese artigiane o dei servizi. Una volta usati,
infatti, gli imballaggi possono essere conferiti dalle aziende utilizzatrici
ad una rete di operatori collegati al Consorzio per essere sottoposti ad
eventuali operazioni di bonifica (nel caso di contenitori di smalti, vernici
o sostanze chimiche) e quindi riciclati. Quest'ultima operazione, viene
assicurata in modo molto semplice attraverso la fusione degli imballaggi in
acciaierie o fonderie per dar vita a nuovi prodotti siderurgici.

Le cartiere puntano su cartone e altri prodotti riciclati

GIORGIO LONARDI

E' soddisfatto Piero Capodieci, presidente del Comieco, il Consorzio
Nazionale recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base Cellulosica. Dice:
«Anche nel 2003 la raccolta di carta e cartone fatta attraversa i comuni è
aumentata in modo sensibile. Stimiamo infatti che i comuni abbiano
recuperato circa 1 milione 810 mila tonnellate. In termini percentuali si
tratta di una crescita del 13,9% sul 2002 pari a 220 mila tonnellate in
più».
Avete registrato un cambiamento della raccolta differenziata anche sul piano
qualitativo?
«Sta aumentando la quota della carta grafica mentre in passato a fare la
parte del leone erano soprattutto gli imballaggi. A questo proposito vale la
pena di segnalare un fenomeno strutturale di notevole importanza sia dal
punto di vista economico che da quello ambientale».
A cosa si riferisce?
«Fra il 1998 e il 2003 abbiamo assistito ad un poderoso processo di
innovazione tecnologica degli impianti delle cartiere. Secondo le nostre
stime, infatti, ci sono stati fra i 550 e i 700 milioni di investimenti per
acquistare macchinari in grado di trattare la carta e il cartone riciclato.
Senza l'impegno per la raccolta differenziata questo fenomeno non ci sarebbe
stato».
Uno dei problemi della raccolta differenziata, non solo per quanto riguarda
carta e cartone, è la tradizionale arretratezza del Sud. Lei cosa ne dice?
«La situazione del Mezzogiorno sta migliorando in maniera significativa. A
cominciare dal fatto che un po' dappertutto si registrano tassi di crescita
della raccolta differenziata di materiali cellulosici pari al 2021 per
cento, quindi sensibilmente superiore alla media nazionale».
L'incremento percentuale è sicuramente sensibile. Immagino, però, che la
raccolta procapite al Sud sia molto inferiore al Nord. O no?
«Intanto ci sono dei casi di eccellenza come quello di Bari, una città in
cui si raccolgono oltre 40 chili all'anno per abitante, una quantità pari
alla media della Lombardia. E poi credo che una lettura meramente
quantitativa rischi di essere fuorviante».
Cosa vuol dire?
«Si dice che il Sud è indietro. E questo in parte è vero. Però i confronti
non sono omogenei. Nel Mezzogiorno, infatti, il "tasso" di imballaggi è più
basso. Mentre nel Meridione i rifiuti organici oscillano fra il 40 e il 60
per cento del totale al Nord la quota è del 30 per cento. Questo significa
che al Sud ci sono meno imballaggi e meno carta che al Nord. Una differenza
importante, da non sottovalutare quando si fanno i confronti sulla raccolta
pro capite».

L'Italia è ancora indietro nel recupero energetico

Nel 2003 il COREPLA, il Consorzio per il Recupero della Plastica ha
riutilizzato oltre 950 mila tonnellate di plastica. Chiediamo a Cesare
Spreafico, direttore generale del COREPLA stesso se siamo proprio bravi
oppure se i nostri partner europei hanno fatto di più.
«Nel 2003 il COREPLA ed il Sistema del Recupero hanno valorizzato 962 mila
tonnellate di rifiuti di plastica rispetto ai due milioni di tonnellate di
imballaggi immessi sul mercato. Il risultato è estremamente positivo
soprattutto perché il sistema italiano è più recente di quelli europei».
Quanta vale il business della plastica riciclata?
«L'industria del riciclo è presente in Italia da anni e rappresenta un
comparto forte anche in Europa. Il fatturato è di circa mezzo miliardo di
euro, le aziende attive sono 200 e occupano circa 2.000 persone. COREPLA è
intervenuto nell'avvio e nella fase di messa a punto dei servizi di raccolta
differenziata urbana della plastica. Senza quest'intervento in Italia come
negli altri paesi europei non ci sarebbe stato margine per un business del
riciclo».
Ci può dire quanta plastica viene riciclata e quanta, invece, viene bruciata
negli inceneritori?
«Sul fronte del riciclaggio meccanico siamo soddisfatti e in linea con la
media europea. Il risultato è del 24% e in questo modo il "sistema plastica"
italiano ha già raggiunto l'obiettivo minimo stabilito dalla direttiva 94/62
recentemente modificata. Sul fronte del recupero energetico, nonostante un
aumento del 20% nel 2003, l'Italia è al di sotto della media europea. Anche
nei paesi molto attenti all'ambiente, una corretta e controllata attività di
termovalorizzazione è una buona soluzione per i materiali altrimenti
destinati alla discarica».
Cosa si produce con la plastica riciclata?
«Le possibilità sono tante. Basti citare le tubature, le coperture di cavi,
per passare alla plastica eterogenea dell'arredo urbano e della
cartellonistica stradale o anche ai pannelli fonoassorbenti. Senza
dimenticare l'uso del PET riciclato nel tessile: tessuto pile, filati misti
con la lana, tessuti non tessuti per i rivestimenti delle automobili».
E' soddisfatto della collaborazione dei comuni e degli enti locali per la
raccolta differenziata?
«Decisamente sì. I risultati raggiunti sono stati possibili grazie alla
collaborazione dei 6.510 comuni convenzionati, dei 53 milioni di italiani e
delle associazioni nonché delle istituzioni che hanno permesso di migliorare
la qualità del sistema nel suo complesso. Un divario esiste tra il Nord e
Sud anche se abbiamo registrato dei passi in avanti nel Mezzogiorno».
(g. lon.)

Un accordo per far smaltire gratis le auto a fine vita

La FISE Assoambiente, l'Associazione nazionale di Confindustria che
riunisce, tra le altre, le maggiori imprese di demolizione auto, ha
sottoscritto con la Fiat Auto un protocollo per la costituzione di una rete
di centri di raccolta e trattamento dei veicoli fuori uso . L'accordo
prevede, a regime: che regime i cittadini che intendono dismettere la
propria auto a fine vita potranno consegnarla (come avviene anche oggi) al
centro di autodemolizione, ma, è questa la novità, senza pagare alcun
contributo; che le imprese aderenti a Fise Assoambiente, interessate a far
parte della "Rete di raccolta Fiat", s'impegneranno ad assicurare il
trattamento dei veicoli fuori uso come previsto dalla direttiva europea sui
veicoli a fine vita; che Fiat favorirà il conferimento dei veicoli agli
impianti aderenti alla rete promuovendo la stipulazione di accordi
specifici.
(a.f.)

Prefabbricati, quando l'ecologia è di casa

Prefabbricata, in legno e a bassi consumo energetico: è la casa Montemiele
realizzata a Falzes (Bolzano) da Rubner Haus, specializzata nel settore.
Progettata dagli architetti Gerhard Mahlknecht e Heinrich Mutschlechner
(Studio MMA), è innanzitutto realizzata in legno e provvista di qualità
termoisolanti elevate, garantite da un innovativo sistema di pareti
realizzato con un mix di materiali naturali. E' inoltre traspirante,
garantisce una ventilazione naturale attraverso il continuo scambio di
umidità con l'ambiente esterno. (r.a.f.)