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le azioni del grande fratello
il manifesto - 27 Giugno 2002
Le azioni del Grande fratello
RALPH NADER
Le azioni del Grande fratello
Un pugno di corporation sta devastando il capitalismo. Complici politici
corrotti e buona parte delle società di rating
RALPH NADER
Quello che la rivista Business Week chiama «l'ondata di illegalità delle
corporation» mostra ogni segno di peggioramento, mentre un numero sempre
maggiore di importanti corporation fa di tutto per non ammettere massicci
inganni nei confronti degli investitori, il saccheggio dei fondi
pensionistici, l'auto arricchimento dei manager di vertice, i maneggi sulla
dichiarazione degli utili e le gigantesche liquidazioni ai boss in pensione
che hanno affondato le loro compagnie per assecondare la loro enorme
avidità. L'ampiezza del bottino accumulato dalle corporation sta emergendo
in superficie in tale quantità che è difficile ricomporre tutto in un
movimento di riforma comprensibile, che i lavoratori, i consumatori e gli
investitori possano sostenere. I camion della nettezza urbana non possono
tenere il passo con l'immondizia che fuoriesce in termini di fiducia
tradita, saccheggio e razzia di miliardi di dollari. «Wall Street è
corrotta?» ha titolato Business Week. All'interno i reporter dimostravano
che la risposta è sì, sì, sì! Il fondatore del gigante Vanguard Mutual
Fund, John C. Bogle, ha dichiarato che «il nostro sistema capitalistico è
in pericolo», e ha appena fondato un gruppo per i diritti degli azionisti
con Warren E. Buffet. Ciò che il comunismo non è riuscito a fare al sistema
dei mercati e all'industria finanziaria lo stanno facendo i boss del grande
business. Stiamo assistendo alla distruzione del capitalismo ad opera delle
corporation, a favore di uno stato delle corporation. La legge non può
salvarlo perché le leggi sono controllate dai politici, molti dei quali
sono controllati a loro volta da questi stessi interessi economici e dai
finanziamenti elettorali. Per ogni onesto deputato Henry Waxman e senatore
Paul Sarbanes, ci sono una quantità di politici del Congresso e della Casa
Bianca che aiutano i lobbisti del business a soffocare i procedimenti
giudiziari, le riforme e le indagini.
Il responsabile principale è lo sfacciato senatore Phil Gramm
(repubblicano, del Texas) la cui moglie si è appena dimessa dal consiglio
di amministrazione della Enron e dal suo comitato di revisione dei conti.
Il 16 maggio egli si è incontrato con 30 lobbisti delle corporation per
pianificare la resa del governo nazionale di Washington contro la disonestà
di Wall Street. Nella storia americana, di norma le riforme seguivano gli
scandali. Adesso, da vent'anni a questa parte, agli scandali seguono altri
scandali perché le riforme non ci sono. A volte la reazione del Congresso è
quella di indebolire le leggi e le salvaguardie contro il crimine, le frodi
e gli abusi delle corporation, anche dopo aver imposto ai contribuenti
massicce operazioni di salvataggio delle industrie responsabili. Si pensi
agli scandali S&L che stanno costando ai contribuenti 500 miliardi di
dollari in capitale e interessi tra il 1990 e il 2020.
A Wall Street i conflitti d'interesse sono a livello di epidemia che sta
distruggendo la fiducia fondamentale che gli investitori devono avere nelle
informazioni e nei consigli che sono rivolti a loro. Un nuovo, devastante
rapporto - che ha ricevuto poca attenzione - da parte della sola società di
rating non gravata da conflitto di interessi rimasta nel paese (la Weiss
Ratings Inc. di Palm Beach Gardens, Florida) conclude: «Una comprensione
più approfondita della crisi può essere conseguita attraverso un'analisi
dei rating, cioè dei consigli rivolti agli azionisti, di "vendere",
"comprare" o "mantenere" in riferimento alle compagnie che hanno dichiarato
bancarotta nel 2002: un totale di 50 banche d'affari o società di
brokeraggio hanno espresso valutazioni su 19 compagnie che hanno dichiarato
bancarotta nei primi quattro mesi del 2002... il 94% di queste 50 società
hanno continuato a consigliare agli investitori di comprare o tenere azioni
di compagnie che stavano fallendo fino al giorno in cui queste hanno
dichiarato bancarotta. Delle 19 compagnie che sono fallite, 12 hanno
continuato a godere del giudizio "comprare" o "tenere" nel giorno in cui
hanno portato i libri contabili in tribunale».
La Weiss Ratings non riceve compensi finanziari dalle compagnie che
sottopone a valutazione, a differenza di S&P, Moodys, e Duff & Phelps. Ecco
il suoi rating disinteressati: «Delle 20 maggiori società di brokerage, 13
possono essere vulnerabili finanziariamente se le loro finanze si dovessero
deteriorare ulteriormente, mentre sette hanno i fondi necessari per reggere
un ambiente affaristico pesantemente ostile».La Weiss Ratings dà voti bassi
a JP Morgan Chase & Co, Lehman Brothers, Merrill Lynch, UBS Warburg LLC,
Barclays Capital, Credit Suisse First Boston Corp. Queste società hanno
milioni di clienti che facevano affidamento sull'oggettività, fortemente
pubblicizzata da loro stesse, sulla loro perizia. (Per maggiori dettagli
vedi www.weissratings.com).
E' necessario che un pubblico attento assuma il controllo del suo governo e
diriga i suoi dipendenti pubblici, prima delle elezioni di novembre, per
mettere in atto un'azione sistematica di riforma, non una legislazione
fasulla che consenta affari disonesti come al solito. Per suggerimenti sul
merito di queste riforme: www.citizenworks.org.
Traduzione di Marina Impallomeni