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[Economia] Riforme del lavoro: opportunità sempre sciupate. Il sistema lavoro è tutto da ridisegnare.
- Subject: [Economia] Riforme del lavoro: opportunità sempre sciupate. Il sistema lavoro è tutto da ridisegnare.
- From: Laboratorio Eudemonia <eulab at sapo.pt>
- Date: Wed, 15 Jun 2016 13:09:01 +0200
Ancora oggi le riforme del lavoro vertono sul solo settore privato, indebolendo il rapporto delle persone col mondo del lavoro, privandole di ogni certezza d'impiego e tranquillità di vita. Al contrario il settore troppo presto definito "pubblico" non viene mai messo in discussione, anche se proprio da una sua trasformazione dipende ogni umana felicità. Ciò ch'è pubblico è di tutti ed a tutti deve essere aperto. Non è al privato che dobbiamo chiedere garanzie, bensì al pubblico. Poich'è nostro. . . . ----------------------------------------- Ridefinizione del Patto Sociale proposta politica x l'Italia e l'Europa ----------------------------------------- . . . 1) CIO' CHE CI E' SFUGGITO Due sono le questioni che attendono urgentemente la nostra attenzione: - l'assenza di un reale Stato di democrazia; - la mancanza di un moderno sistema lavoro. Per capire come risolvere entrambi i problemi, occorre prendere coscienza che negli ultimi sette decenni insegnanti e docenti, costituzionalisti e giuristi, ogni figura dello Stato e pubblico dipendente, si sono trovati in grave conflitto d'interessi. Per conservare il privilegio di una eterna impersonificazione del potere, hanno diffuso una interpretazione della democrazia ridotta ai minimi termini, in cui il coinvolgimento dei cittadini era limitato al solo momento elettorale. Perfino nella sua forma più celebrata, la cosiddetta "democrazia diretta", è stata concepita una partecipazione ristretta al solo ambito delle DECISIONI, omettendo le ben più importanti e praticabili, onnipotenti ed onnipresenti, MANSIONI pubbliche. 2) CIO' CHE NON DOBBIAMO MANCARE Affinché la vita inizi a girare per il verso giusto, occorre costruire un SISTEMA LAVORO APERTO E DINAMICO: FLUIDO, in cui le attività produttive vengano tarate sulla base delle variabili esigenze commerciali e degli stessi lavoratori e sia in grado di accogliere tutti gli umani che desiderino parteciparvi, potendo ognuno godere di un LAVORO MINIMO GARANTITO, coi periodi tra un impiego e l'altro coperti da un REDDITO di CITTADINANZA. Per ottenere un tale moderno sistema d'organizzazione del lavoro occorre ristrutturare il PUBBLICO IMPIEGO. Esso è parte importante della nostra Res Publica e va dunque aperto e partecipato (assegnandolo a TEMPO DETERMINATO) da chiunque voglia prestare servizio, purché dotato dei requisiti necessari al ruolo. La temporaneità, lungi dall'essere una sciagura funzionale o reddituale, è quel che ci vuole per assicurare una costante evoluzione dei servizi e la scomparsa della corruzione, quindi l'elevato rendimento della macchina pubblica e di conseguenza una garanzia del reddito per ognuno. Il settore pubblico, riorganizzato su basi eque e partecipative, rifocalizzato sulla produzione di beni e servizi piuttosto che su addomesticamento, controllo e repressione dei cittadini, privilegerà quell'aspirante lavoratore che abbia prestato servizio, nel pubblico o nel privato, meno di altri. In tal modo fornirà quell'ECONOMIA di BASE, quel serbatoio di impieghi, da espandersi o contrarsi sulla base delle esigenze dei singoli e della società, in grado di garantire ad ognuno una vita degna di essere vissuta. Il PUBBLICO IMPIEGO DEMOCRATICO, concesso rigorosamente a tempo determinato, è anche necessario al fine di liberare il settore privato dai gravami sociali che ingiustamente oggi gli vengono caricati addosso. Al punto in cui siamo è inevitabile, per risolvere non solo problemi specifici ma proprio per fornirci di un energico propellente economico, osservare il nostro sistema nel suo insieme e modificarlo di conseguenza. Si tratta di far sì che il settore pubblico si faccia carico dei suoi costituzionali doveri sociali e di liberare il settore privato da incombenze che non gli competono. Prendendo allo stesso tempo coscienza che innumerevoli volte una presunta professionalità coincide con null'altro che professionismo, con l'accaparramento e monopolio di un ruolo con conseguente degrado dell'arte. 3) RIDEFINIZIONE DEL PATTO SOCIALE Una tale ristrutturazione della società abbisogna di essere percepita e sviluppata innanzitutto da noi stessi proponenti in tutti i suoi aspetti e potenzialità. Va poi comunicata ai cittadini al fine che anch'essi possano conoscerla ed apprezzarla. Proprio così riformuleremo il nostro PATTO SOCIALE. Il progetto andrà realizzato attivando un sito web (confezionato intorno ad un software gestionale, in grado di evolvere costantemente per avere una taratura sempre perfetta del sistema) con cui interfacciare domanda ed offerta di lavoro pubblico, meglio ancora se su base europea oltre che nazionale. Su questo sito potranno essere compiute varie segnalazioni, tra cui quella delle attività ritenute dagli stessi lavoratori improduttive al fine di virare energie umane e risorse finanziarie dove più opportuno, utile e redditizio. A quest'ultimo riguardo, alla moneta unica europea si affianchi anche più d'una nuova valuta locale (non la lira, ché ci porterebbe detrimento) e perfino globale al fine di godere di un sistema finanziario non più monocorde bensì multiforme quindi ma ricolmo di possibilità. Realizziamo questo progetto e diverremo il PAESE e CONTINENTE di RIFERIMENTO per l'intero Globo Terrestre. Danilo D'Antonio hyperlinker.tk Civilmente, legalmente, pacificamente, avviamo una Armonica Rotazione Sociale: http://hyperlinker.tk/ars/
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