[Economia] I: seguito della sentenza G8 di Genova
- Subject: [Economia] I: seguito della sentenza G8 di Genova
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- Date: Wed, 13 Jan 2016 18:24:34 +0100
Dalla newsletter di Altreconomia ancora sulla sentenza G8 di Genova Amalia 45mila euro di analfabetismo democratico L'Avvocatura dello Stato offre denaro alle vittime dei pestaggi durante il G8 di Genova del luglio 2001, in cambio del ritiro dei ricorsi alla Corte europea per i diritti umani: l'obiettivo è ridurre il numero delle condanne per minimizzare la figuraccia internazionale. Intanto governo e Parlamento si fanno beffe della Corte: la legge sulla tortura non c'è, i codici identificativi nemmeno. Il "partito della polizia" tiene tutti sotto scacco di Lorenzo Guadagnucci - 10 gennaio 2016 TRATTO DA SPAZIO EVENTI Giovedì 14 gennaio 2016 "Smarketing" presentazione a Roma. Giovedì 14 gennaio 2016 "Biblioteca vivente. Narrazioni fuori e dentro il carcere", presentazione a Milano. Giovedì 21 gennaio 2016 "Biologico etico", incontro a Roma Martedì 26 gennaio 2016 Gli altri eventi e presentazioni Nell’epoca in cui tutto, ma proprio tutto, è mercato, succede che il governo italiano decida che 45 mila euro a testa siano il prezzo da pagare per limitare (poiché evitare non si può) una bruttissima figura politica sullo scenario internazionale. La materia è fra le più spiacevoli, giacché si parla di tortura e dell’incapacità dello stato italiano di garantire il rispetto dei diritti fondamentali e un equo corso della giustizia quando questi siano stati violati. Ossia ciò che sta scritto nella sentenza del 7 aprile 2015 dalla Corte europea per i diritti umani sul caso Cestaro vs Italia in merito alla violenta "perquisizione" della scuola Diaz nel luglio 2001. Un altro centinaio di ricorsi analoghi a quello di Cestaro - per la Diaz e per le torture nella caserma-carcere di Bolzaneto - pendono ancora a Strasburgo e il governo italiano ha mobilitato l’Avvocatura dello stato per convincere i ricorrenti a ritirare le proprie istanze. Non è bello - devono aver pensato a Roma - subire una pioggia di condanne così sgradevoli, occorre provvedere. Almeno limitiamone il numero. La Camera, nell’aprile scorso, approvò in fretta e furia, sull’onda dello scandalo suscitato dalla sentenza Cestaro, un testo di legge minimalista e arretrato (la tortura come reato generico e non specifico del pubblico ufficiale, la prescrizione ancora possibile), cercando di non scontentare troppo le nostre forze dell’ordine, da sempre contrarie all’introduzione del crimine nell’ordinamento. Ma anche quel testo era troppo e così abbiamo assistito nell’estate scorsa a un’autentica sollevazione del “partito della polizia”, con mobilitazioni di piazza dei sindacati e infuocati interventi in parlamento dei capi di polizia, carabinieri e finanza, ascoltati nella commissione del senato chiamata a esaminare il testo uscito da Montecitorio. In quale altro paese potrebbe avvenire qualcosa di simile? |
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