[Economia] ESPOSTO-DENUNCIA all'Alenia Aermacchi per divieto della esportazione verso ISRAELE



 

Al tribunale di Varese alcuni cittadini hanno fatto l’ esposto denuncia che vi giro (in calce  1 ).

Ieri sera alla manifestazione in piazza Duomo a Milano ci hanno invitato a scrivere al governo e alla ministra Mogherini tutti i giorni ( in calce  2).

Ci hanno invitato ad esporre le bandiere della pace

Ci hanno invitato anche a fare un bonifico ( in calce 3)

Amalia

 

1 ) Il Martedì 5 Agosto 2014 13:03, Gabriella Grasso <gagrass at gmail.com> ha scritto:

 

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI VARESE

ESPOSTO-DENUNCIA



Noi, sottoscritti, Ugo Giannangeli, nato a Roma il 23/7/1949, residente a Veniano,

via Fontanelle, 38; Filippo Bianchetti, nato a Bolzano il 27/11/1952, residente a

Varese, viale Dandolo 29; Fiorella Gazzetta, nata a Varese il 4/10/1955, residente

a Varese, viale Dandolo 29; Marco Varasio, nato a Sant’Angelo Lodigiano il 18/2/

1987, residente a Milano, via Cadore 29; Giuseppe Orlandi, nato a Empoli il 17/2/

1946, residente a Varese, via Aurora 4, in proprio e quali membri delle associazioni

Comitato No M346 ad Israele”, “ Comitato Varesino per la Palestina” , “ Forum

contro la guerra”, rete BDS Italia ( Boicottaggio, Disinvestimenti, Sanzioni verso

Israele)
, esponiamo quanto segue.

La legge 9/7/1990 n. 185 contenente norme sul controllo dell’esportazione,

importazione e transito dei materiali di armamento all’art. 1 prevede, tra l’altro, il

divieto della esportazione verso Paesi in stato di conflitto armato, verso Paesi la

cui politica contrasti con i principi dell’art. 11 della Costituzione e verso Paesi i cui

governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in

materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell’UE

o del Consiglio d’Europa.

Nonostante questa chiara dizione il governo italiano in data 17/5/2005 ha sottoscritto

un accordo di cooperazione militare con lo stato di Israele.

In particolare l’Alenia Aermacchi, azienda del gruppo Finmeccanica, con sede a

Venegono superiore, ha concluso in data 19/7/2012 un accordo per la vendita ad

Israele di 30 aerei M346.

Gli aerei M346 sono usualmente definiti “ addestratori” perché utilizzati per

addestrare i piloti all’uso degli F35, ma, in realtà, con semplici interventi di

armamento, sono anche utilizzabili come cacciabombardieri.

Rientrano, pertanto, nella categoria degli armamenti di cui all’art. 2 lettera g) L.185/

90.

Israele è uno stato che, dal suo nascere nel 1948, ha continuamente affrontato conflitti

armati con gli stati arabi confinanti, occupa illegalmente i Territori palestinesi e

disattende metodicamente le risoluzioni ONU che gli intimano, tra l’altro, il ritiro dai

Territori Occupati e il rispetto del diritto umanitario.

E’ stato accertato che Israele ha commesso ripetutamente crimini di guerra e contro

l’umanità e quotidianamente viola il diritto umanitario e la normativa a tutela della

popolazione sotto occupazione ( convenzioni de L’Aja e di Ginevra).

Limitandoci agli ultimi anni, la responsabilità di Israele è stata accertata dal rapporto

della Missione di inchiesta delle Nazioni Unite presieduta dal giudice Goldstone in

relazione alla “guerra” contro la popolazione di Gaza denominata “ Piombo fuso” del

Dicembre 2008/Gennaio 2009 ( oltre 1400 uccisi, di cui oltre 300 bambini, migliaia

di feriti, distrutte case, scuole, ospedali). Il rapporto Goldstone è stato fatto proprio

anche dal Parlamento europeo il 10/3/2010.

Amnesty International ha accertato crimini di guerra e contro l’umanità commessi

da Israele nell’ambito della “guerra” contro Gaza nel Novembre 2012 che ha ucciso

oltre 200 Palestinesi ( “operazione Pilastro di difesa”, rapporto di Amnesty del 2013).

Il rapporto di una ulteriore indipendente organizzazione internazionale, Human

Rights Watch, accerta e denuncia la quotidiana violazione del diritto umanitario nei

T.O. ( rapporto del 2010). Solo a titolo esemplificativo: incarcerazione indiscriminata

senza capo di accusa e quindi senza possibilità di difesa, continuamente prorogabile (

c.d. detenzione amministrativa); abbattimento di case, scuole, piantagioni (soprattutto

oliveti); sottrazione di risorse idriche; diniego di concessioni edilizie; espansione

coloniale nei Territori destinati allo stato di Palestina ; limitazione del diritto di libera

circolazione attraverso centinaia di check points, by pass roads, per non dire del muro

c.d. dell’apartheid; confisca di terre; una complessa normativa volta a discriminare la

popolazione non ebraica.

Per quanto attiene, invece, alle condotte tenute in occasione delle guerre, i rapporti

sopra citati denunciano gli attacchi deliberati contro i civili e contro obiettivi non

militari (scuole, ospedali, autoambulanze); l’uso deliberatamente sproporzionato

della forza per colpire la popolazione civile; l’uso dei civili come scudi umani; le

detenzioni illegali di civili; la punizione collettiva della popolazione; la deliberata

distruzione delle fondamenta della vita civile.

Si può concludere, pertanto, che Israele rientra ampiamente, per più titoli, nel campo

dei Paesi cui dovrebbe essere inibita la vendita di armamenti ex art. 1 L. 185/90.

In palese violazione della normativa, invece, l’Alenia Aermacchi ha stipulato il

contratto di cui si è detto e in data 9 luglio 2014, a guerra iniziata, ha consegnato i

primi due aerei che sono decollati alla volta della base israeliana di Hatzerim.

A guerra iniziata perché dall’8 Luglio 2014 è in corso,infatti, come è noto,

un ennesimo massiccio attacco contro la popolazione di Gaza (c.d. “Margine

difensivo”), che già ora ha superato la violenza distruttiva di “ Piombo fuso”. Già

oggi la popolazione di Gaza ( oltre 1.700.000 persone con la più alta densità abitativa

del mondo) è senza acqua, senza energia elettrica, senza rifornimenti di viveri e

medicine, in un territorio devastato dai bombardamenti aerei prima e dall’attacco

di terra dopo. Mentre scriviamo gli uccisi sono oltre 1800 ( 86% civili), di cui circa

350 bambini ( dati UNICEF), migliaia i feriti, centinaia di migliaia gli sfollati. Tutto

è voluto e preordinato: è stato affermato che è in fase di attuazione la c.d. dottrina

Dahiya che teorizza l’uso sproporzionato della forza per infliggere sofferenza alla

popolazione al fine di conseguire obiettivi politici. E’ esattamente l’antitesi del diritto

umanitario internazionale.

Il 23/7/2014 è intervenuta una risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell’ONU

che ha riconosciuto che è in corso un conflitto tra parti non uguali e che le azioni

non sono tra loro comparabili; ha condannato le operazioni militari israeliane poste

in essere sin dal 13/6/2014 nei Territori Occupati; ha denunciato la violazione del

diritto umanitario da parte di Israele; ha ricordato ad Israele gli obblighi del Paese

occupante; ha intimato l’immediata cessazione dell’offensiva e ha istituito una

Commissione di inchiesta. La risoluzione, come tutte le precedenti dal 1948 ad oggi,

è rimasta disattesa.

E’ assolutamente certo che la Commissione, se e quando potrà essere operativa,

accerterà anche in questo caso la commissione di crimini di guerra e contro l’umanità

da parte di Israele, così come avvenuto col rapporto Goldstone per una strage di

dimensioni ridotte rispetto alla attuale : il numero degli uccisi è già superiore, anche

se mancano al conteggio tutti i feriti che moriranno per l’impossibilità di cure e

tutti i cadaveri ancora sepolti sotto le macerie; per quanto riguarda la distruzione di

immobili, in questa occasione, oltre a case, scuole ( anche dell’ONU) e ospedali, sono

stati distrutti orfanotrofi e l’unica centrale elettrica della Striscia.

Nello stesso giorno della risoluzione ONU la ministra della difesa Pinotti,

rispondendo, per conto della ministra per gli affari esteri Mogherini, ad una

interrogazione parlamentare sulla palese violazione della legge n. 185/90 da parte del

governo attraverso la fornitura di armamenti ad Israele, di fatto eludeva la domanda.

 ******

Alla luce di quanto esposto ci chiediamo come sia stato possibile autorizzare e non

sospendere la consegna dei primi aerei a strage in corso.

E’ verosimile che questi aerei siano attualmente operativi sul cielo di Gaza; in tal

caso il governo italiano che ha autorizzato la consegna è divenuto complice della

strage in atto, avendola favorita ed agevolata con la fornitura di ulteriore armamento,

una vera e propria ipotesi di concorso.

Vi è una sola alternativa ipotizzabile : che l’Alenia Aermacchi, consapevole della

gravità della situazione e quindi del rischio di vedersi negare l’autorizzazione dai

competenti ministeri, non l’abbia richiesta. Si attenuerebbe così la responsabilità del

governo ma l’Alenia incorrerebbe in pieno nelle ipotesi di responsabilità penale di cui

agli artt. 23 e seguenti della L.185/90.

Gli accertamenti che ci accingiamo a chiedere potranno anche verificare il ruolo nella

vicenda di Unicredit, l’Istituto bancario che finanzia l’operazione.

La “Dichiarazione per il settore della difesa” dell’Unicredit recita che questo istituto

può operare solo in Paesi che ottemperano ai principali Trattati e alle principali

convenzioni internazionali. Poiché la “Dichiarazione” di Unicredit fa riferimento

anche alle armi nucleari, appare opportuno aggiungere e ricordare che Israele, pur

detenendo un imponente armamentario nucleare (come ha denunciato a sue spese

Vanunu!) non ha sottoscritto il trattato di non proliferazione delle armi atomiche (

coerentemente con la negazione di possederne). C’è da chiedersi, allora, come mai

Israele si sia così allarmato quando un razzo è caduto nei pressi della base nucleare di

Dimona.

 *******

Per le esposte ragioni, i sottoscritti chiedono che la Procura della Repubblica

competente ( allo stato riteniamo competente quella di Varese in base alla

dislocazione a Venegono Superiore della fabbrica Alenia Aermacchi da dove sono

decollati gli aerei) voglia accertare:

-se Alenia Aermacchi ha chiesto l’autorizzazione ai ministeri competenti per la

consegna dei due aerei

-in caso affermativo, come sia stato possibile concedere l’autorizzazione con l’azione

militare in atto a Gaza e se l’autorizzazione non sia stata ottenuta con mezzi illeciti,

anche alla luce delle precedenti indagini della Procura di Busto Arsizio che hanno

coinvolto Finmeccanica e Agusta Westland per ipotesi di corruzione

-in caso negativo, vorrà il magistrato valutare se procedere nei confronti della Alenia

Aermacchi e dei suoi responsabili in relazione alle fattispecie di cui agli artt. 23 e

seguenti L.185/90 ( falsità di atti e commercio non autorizzato).

Si formula espressa richiesta di avviso ex art. 408 c.p.p. nella denegata ipotesi di

richiesta di archiviazione.

Nominiamo difensore l’Avv. Marco Lacchin del foro di Varese, con studio in Varese,

via Magatti 2

Si allegano i seguenti documenti:

1) Notizia della firma dell’accordo 19/7/2012 tratta dal sito del ministero della

difesa

2) Notizia della consegna dei primi due velivoli tratta dal sito della Alenia

Aermacchi

3)Attestazione della autorizzazione ad Unicredit a corrispondere un

finanziamento di 469,2 milioni per la fornitura di 30 velivoli M346 ad Israele

tratta dal sito di Unicredit

4) Risoluzione del Consiglio per i diritti umani del 23/7/2014 tratta dal sito ONU.

Varese, 4 Agosto 2014

 Ugo Giannangeli
 Filippo Bianchetti     

 Fiorella Gazzetta Marco Varasio

 Giuseppe Orlandi

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2)  Da: amalia.navoni [mailto:amalia.navoni at fastwebnet.it]
Inviato: mercoledì 6 agosto 2014 11:30
A: presidente repubblica Giorgio Napolitano ( presidenza.repubblica at quirinale.it ) ; senato della repubblica (infopoint at senato.it); cerase_m@camera. it ; governo segreteria (segreteriadelportavoce at governo.it); governo ufficio stampa ( ufficio_stampa at governo.it ) ; ministero affari esteri ( ministero.affariesteri at cert.esteri.it); ministero degli esteri ( info at mincomes.it) ; ministero esteri (segreteria.ministro at cert.esteri.it); presidente del consiglio Matteo Renzi (matteo at governo.it); roberta.pinotti at difesa.it; SEGRETERIAUSG at GOVERNO.IT;

Cc: 'segreteria_presidente at regione.lombardia.it'; 'sindaco.pisapia at comune.milano.it'; 'presidente cc milano' ( presidentecc at comune.milano.it) ;

Oggetto: sospendete invio di sistemi militari ad Israele

 

Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Al Presidente del Senato

Alla Presidente della Camera

Al presidente del Consiglio Matteo Renzi

al Ministro  Affari Esteri  Federica Mogherini
al Ministro Difesa  Roberta Pinotti
al Ministro Economia e Finanze  Pietro Carlo Padoan
al Ministro Sviluppo Economico  Federica Guidi

oggetto: sospendete  invio di sistemi militari  ad Israele

 

Concordiamo  con quanto scritto dalla rete Disarmo.  Ora comprendiamo perché il nostro Governo si è astenuto all’Onu, il 23 luglio, all’apertura di una commissione di inchiesta sui crimini di guerra da parte di Israele nella striscia di Gaza.   Occorre agire per la pace, non solo fare comunicati.   Occorre seguire l’esempio di Stati che hanno ritirato il loro ambasciatore da Israele e hanno sospeso invio di armi ad Israele.   Il nostro Governo potrebbe veramente dare un segnale forte di cambio di rotta, sospendendo l’invio di sistemi militari e di armi a Israele e ritirando il nostro ambasciatore.  Siamo fiduciosi.

 

Per il Coordinamento Nord Sud del Mondo

Amalia Navoni

Rete Disarmo: “Il governo italiano sospenda immediatamente l’invio di sistemi militari a Israele e promuova una simile misura presso l’Unione europea”

L’Italia è oggi il maggiore esportatore dell’Unione europea  di sistemi militari e di armi leggere verso Israele e proprio nei giorni scorsi, durante i raid aerei israeliani su Gaza, l’azienda Alenia Aermacchi del gruppo Finmeccanica, ha inviato i primi due aerei addestratori M-346 alla Forza Aerea israeliana

“Il governo italiano sospenda immediatamente l’invio di armi e sistemi militari a Israele e si faccia promotore di una simile misura presso l’Unione europea”. Lo chiede la Rete Italiana per il Disarmo, che raggruppa le principali organizzazioni italiane impegnate sui temi del disarmo e del controllo degli armamenti, a fronte dell’escalation delle ostilità nella Striscia di Gaza che – come ha affermato il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon – stanno portando ad una spirale fuori controllo.

Rete Disarmo condivide la grande preoccupazione espressa dal ministro degli Esteri, Federica Mogherini, per l’aggravarsi della situazione e chiede che alle doverose parole di condanna degli attacchi aerei sulle aree civili faccia immediatamente seguito un’azione inequivocabile da parte del Governo italiano come la sospensione dell’invio di sistemi militari e di armi nella zona. Il nostro Governo, che in questo semestre ha l’incarico di presiedere il Consiglio dell’Unione europea, si faccia subito promotore di un’azione a livello comunitario per un embargo europeo di armi e sistemi militari verso tutte le parti in conflitto, per proteggere i civili inermi e riprendere il dialogo tra tutte le parti.

I nuovi velivoli addestratori M346 hanno il principale scopo di favorire addestramento e “transizione” a caccia di nuova generazione ma, come dimostrano schede tecniche ed immagini oltre i dati tecnici, possono anche essere armati e pure utilizzati per bombardamenti. In particolare, grazie alla loro maneggevolezza, potrebbero essere utilizzati in aree urbane e di conflitti a basso dispiegamento di forze armate e di contraerea. Risulta quindi fondata e concreta la preoccupazione che materiale d’armamento prodotto nel nostro Paese possa contribuire a rendere ancora più grave la situazione di un conflitto decennale e mai rimarginato.

Secondo Rete Italiana per il Disarmo tutto ciò avviene in aperto contrasto con la nostra legislazione relativa all’export di armamenti, che prevede (proprio nel suo primo articolo fondamentale) l’impossibilità di fornire armamenti a Paesi in stato di conflitto armato o i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell’UE o del Consiglio d’Europa.

Con una tragica coincidenza, la recente consegna dei primi due (dei 30 previsti) aerei da addestramento militare armabili è avvenuta il 9 luglio in concomitanza con il 24º anniversario di promulgazione della legge 185/90. Una legge di livello avanzato e dalle consolidate procedure, che potrebbe essere utilizzata dal nostro Paese come golden standard da portare a livello internazionale per l’implementazione del Trattato sugli armamenti, ma che spesso è stata disattesa per autorizzazioni all’export decise in contrasto con i principi della legge stessa.

Ricordando che la Legge 185/90 attribuisce al Ministero degli Esteri la facoltà di decisione sull’esportazioni di armamenti (tramite l’UAMA – Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento) la Rete Italiana per il Disarmo chiede al Ministro Federica Mogherini una decisione veloce e chiara in merito alla fornitura degli M346, che impedisca agli armamenti italiani di rendersi complici in futuro di atti di guerra e di violazione dei diritti umani di popolazioni già duramente colpite da decenni di conflitto.

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Allegato Rimosso