[Economia] incontro con Gesualdi Le catene del debito 20 gennaio ore 18 via della Signora, 3 Milano
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- Date: Fri, 17 Jan 2014 12:11:28 +0100
Troviamoci alle 18 precise lunedì 20 gennaio per l’incontro con Francesco Gesualdi che avrà luogo a Milano presso le Acli in via della Signora , 3 Gesualdi illustrerà il suo libro “ Le catene del debito” edizione Feltrinelli, euro 14 Per il Coord Nord Sud del Mondo Amalia navoni xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx “ Da dove viene l’enorme debito pubblico italiano? Davvero l’unica cosa da fare, di fronte all’austerity imposta dalla finanza internazionale, è pagare, pagare, pagare? “ Dal libro “ Le catene del debito” di F. Gesualdi Acli Milanesi Coordinamento Nord Sud del Mondo organizzano LUNEDI’ 20 gennaio 2014 dalle 18 alle 20 c/o salone delle Acli, in via della Signora, 3 Milano incontro con Francesco Gesualdi che illustrerà il suo libro “ Le catene del debito” E’ previsto l’intervento di un membro del comitato Audit debito pubblico Milano coordina Sandra Cangemi giornalista, CNSM Per info: Amalia Navoni Tel 02.38002691 Sandra Cangemi cell 3357745510 FRANCESCO GESUALDI è stato allievo di don Milani. Ha fondato il Centro Nuovo Modello di Sviluppo (Vecchiano, Pisa), e con Alex Zanotelli Rete Lilliput. Al centro del suo lavoro il tentativo di progettare strategie economiche capaci di garantire a tutti la soddisfazione dei bisogni fondamentali. Collabora ad “Altreconomia” e ha pubblicato vari libri. Da Feltrinelli sono usciti Manuale per un consumo responsabile (2002), Sobrietà (2005) e Il mercante d’acqua (2007). xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx *Serie bianca Feltrinelli Francesco Gesualdi del Centro Nuovo Modello di sviluppo “LE CATENE DEL DEBITO” e come possiamo spezzarle “ Da dove viene l’enorme debito pubblico italiano? Davvero ci siamo indebitati perché abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità? E davvero non abbiamo altra scelta se non pagare, pagare, pagare? Questo libro racconta un’altra versione dei fatti e prospetta altre vie di uscita dal debito pubblico. Non più assoggettate ai mercati, ma dalla parte dei cittadini, dei diritti, dei beni comuni. Con un’ambizione: togliere il debito pubblico dalle mani degli affaristi e riportarlo nella mani dei cittadini. Basta assegnare deleghe in bianco a politici che vediamo solo in televisione o a professori che spuntano fuori dal niente. Dobbiamo essere noi a decidere chi, come e quanto deve pagare, come stare in Europa, come recuperare sovranità monetaria. Per questo il libro non viaggia a se stante, ma all’interno di una campagna di sensibilizzazione popolare che chiede a tutti di fare la propria parte, organizzando ovunque gruppi di informazione e stimolazione locale. Diventa anche tu protagonista della campagna “Debito pubblico: decido anch’io!”, visitando il sito www.cnms.it “ Centro Nuovo Modello di Sviluppo via della Barra, 32 - 56019 Vecchiano (PI) coord at cnms.it | www.cnms.it Francesco Gesualdi “Le catene del debito e come possiamo spezzarle” Feltrinelli 2013 Quarta Da dove viene l’enorme debito pubblico italiano? Davvero l’unica cosa da fare, di fronte all’austerity imposta dalla finanza internazionale, è pagare, pagare, pagare? Una riflessione di brutale onestà e provocatorio pragmatismo intorno alla questione più urgente dell’agenda politica di ogni democrazia occidentale. Risvolto Il debito pubblico italiano è enorme. L’intera Europa teme il collasso degli stati più fragili. Nessuna delle democrazie occidentali sembra avere più le risorse necessarie per reggere sui mercati finanziari. Ma da dove viene questo debito incombente e inestinguibile? E davvero l’unica cosa che si può fare è stringere la cinghia, obbedire ai diktat della finanza internazionale, e pagare, pagare, pagare? Francesco Gesualdi ricostruisce anzitutto la storia del fenomeno, mostrando come il debito non nasca da una serie di sfortunate circostanze e di errori di pianificazione, ma da una precisa e per lungo tempo condivisa strategia, orientata a contenere il conflitto sociale e a sostenere le forme di consumo richieste dalla struttura produttiva del tardo capitalismo industriale. Alla lunga quella strategia ha mostrato la corda, com’era prevedibile e previsto. A quel punto le forze della finanza globale l’hanno denunciata come la disinvolta iniziativa di governi inclini allo sperpero. E soprattutto l’hanno duramente sanzionata, imponendo il ricorso a misure di austerity destinate a impoverire ulteriormente larghi strati della popolazione. Se le cose stanno così, che senso ha chiedere alla popolazione di onorare questo debito? Non si tratta di un ricatto che il più forte impone al più debole, dopo averlo costretto a indebitarsi in nome delle proprie ragioni e interessi? Non sarebbe più giusto e anche più praticabile costruire concrete e circostanziate strategie politiche anziché puramente finanziarie? Non sarebbe ora di ristrutturare, anziché onorare ciecamente, il debito degli stati sovrani? |
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