[Economia] L'OMC/WTO da deciso!



L’OMC/WTO ha deciso
Per la prima volta nella sua storia, l’Organizzazione Mondiale del Commercio conclude un incontro ministeriale con un accordo. Una buona notizia? Quanto è equilibrati il Bali package approvato?


Sabato mattina 7 dicembre a Bali, il direttore generale della WTO/OMC ha potuto abbracciare il ministro indonesiano Gita Wirjawan, che presiedeva la ministeriale, e proclamare il raggiungimento dell’accordo fra i 159 Paesi aderenti all’Organizzazione Mondiale del Commercio. 

Una bella soddisfazione per il nuovo direttore, fresco di nomina, primo direttore generale a poter dichiarare concluso un accordo, visto che l’OMC dalla sua nascita (avvenuta nel 2005), non ne aveva mai concluso uno.

Come giudicare ’esito di questa nona conferenza ministeriale?

Il Commissario europeo Karel De Gucht, l’ha commentata dichiarando: “abbiamo salvato la Wto”, e c’è del giusto in questa affermazione poiché l’ennesimo flop avrebbe minato definitivamente la fiducia in questa organizzazione. Il Direttore generale nel suo discorso iniziale aveva detto ai ministri che il rischio per l’OMC/WTO era quello di ridursi alla routine del controllo dell’applicazione dei vecchi accordi e di gestione delle (tante per la verità) dispute commerciali, lasciando ad altri tavoli di disegnare il futuro del commercio internazionale.

A sperare in un accordo finale erano stati proprio i PVS perché per loro da quando l’OMC/WTO ha smesso di funzionare come strumento prevalentemente euro-americano, è iniziata la stagione degli accordi bilaterali o regionali che seguono la logica delle catene di approvvigionamento esigendo una grande integrazione fra Paesi che partecipano alla filiera di un prodotto. Ma questi accordi in genere legano un centro di consumo a quelli di produzione, ad esempio l’UE e l’Europa dell’est e i Paesi ACP, gli USA con il Latinoamerica e paesi asiatici. I Paesi più deboli si trovano in una posizione negoziale debole ed in questi accordi non si discute di temi che potenzialmente potrebbero equilibrare alcune relazioni, ad esempio non si parla di riduzione dei sussidi agricoli all’esportazione. Pertanto per la maggior parte dei Paesi del mondo l’OMC/WTO, oggi sempre più multipolare per il potere acquisito dai BRICS, rappresenta potenzialmente un foro migliore, in cui poter agire come gruppo.

Il risultato positivo di Bali pertanto non starebbe nel contenuto dell’accordo quanto nell’essere riusciti a farlo, questa era la posizione espressa alla vigilia da Shankar Bairagi (ambasciatore del Nepal e coordinatore degli LDC). Questo apre possibilità per il futuro, possibilità però che saranno tutte da creare. L’accordo in sé è infatti molto deludente e il piatto della bilancia pende anche questa volta dalla parte dei paesi più forti perché ottengono l’accordo sulla facilitazione del commercio ed in cambio promettono solo di trovare una soluzione definitiva al problema degli acquisti agricoli governativi entro 4 anni! Davvero troppo poco. Per il resto molti inviti e qualche novità procedurale.

Come ha scritto nel suo commento la coalizione “Il Nostro Mondo Non E' In Vendita”: “In futuro, dobbiamo garantire che i Paesi in via di sviluppo abbiano la piena sovranità per valutare i propri livelli di capacità prima di attuare qualsiasi potenziale regola e che i Paesi sviluppati onorino gli impegni a fornire le risorse finanziarie ai Paesi poveri per modernizzare le loro strutture, in modo che i Paesi in via di sviluppo non siano costretti a privilegiare l'informatizzazione dei loro uffici doganali rispetto alle scuole, a migliorare le infrastrutture dei porti piuttosto che gli ospedali.

La battaglia per un sistema equo di regole che ponga il diritto al cibo, al lavoro, alla salute, all’ambiente prima del diritto a fare business, sarà ancora aspra e lunga, ma la crisi dell’occidente dovrebbe aver insegnato che le ricette del passato sono da buttare, che l’unica politica win-win è quella della cooperazione. La globalizzazione non ha portato i lavoratori asiatici ai livelli di quelli occidentali, ha prodotto esattamente il contrario, aumentando la concentrazione della ricchezza e globalizzando la difficoltà alla sopravvivenza. La lotta senza tregua per il profitto crea un mondo sempre più dilaniato, diseguale, socialmente instabile, in cui fiducia e speranza si smarriscono. Ma senza fiducia anche il mercato muore, ci pensino anche alla Camera di Commercio Internazionale.

Un approfondimento sulla nona conferenza WTO è disponibile qui

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Roberto Meregalli - Beati i Costruttori di Pace

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