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[Economia] legambiente dibattito sul puc osservazioni e scontri istituzionali.Legambiente si schiera coon la regione
- Subject: [Economia] legambiente dibattito sul puc osservazioni e scontri istituzionali.Legambiente si schiera coon la regione
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 11 Nov 2013 19:01:59 +0100
legambiente: dibattito sul puc osservazioni e
scontri istituzionali.Legambiente si schiera con la
regione
( due parti: nella prima un articolo
pubblicato sulla Gazzetta del Lunedi dell'11 novembre 2013 e nella seconda una
trascrizione del testo dell'audizione in commissione territorio del consiglio
comunale genovese tenutasi nella mattinata dello stesso 11 novembre
).
Il dibattito - Lo scontro sul progetto
Piano urbanistico: Legambiente si schiera con la Regione La giunta di Tursi punta a cancellare la linea verde per far costruire in collina Nello scontro in corso fra Comune e Regione sul nuovo Piano urbanistico di Genova non ha dubbi: «Io e la mia associazione ci dichiariamo, senza se e senza ma, a favore delle posizioni della Regione» annuncia Andrea Agostini, presidente del circolo Nuova Ecologia di Legambiente. «E per quanto mi riguarda - sottolinea - è la prima volta, in quarant’anni di attività politica, che mi dichiaro a favore di un atto firmato da Claudio Burlando...». Potere della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) nell’ambito della quale la Regione, pur emettendo un parere finale non negativo, ha espresso una serie di osservazioni molto critiche - di carattere sia generale che particolare - sul progetto preliminare del Puc che, secondo l’ente di piazza De Ferrari, non fa abbastanza per ridurre la popolazione genovese esposta a rischio idrogeologico e a cattiva qualità ambientale. Ma, dal dibattito che si è svolto finora in commissione, è emerso chiaramente che l’impostazione della Regione non è condivisa, in gran parte, dalla giunta comunale. «Noi abbiamo già detto che consideriamo questo un brutto Piano urbanistico, dal punto di vista tecnico e politico, e pensiamo che produrrà un abbassamento della qualità ambientale e di vita - spiega Agostini - E questo è stato confermato, purtroppo, anche nel dibattito che si è svolto finora in Comune nella commissione consiliare». Già da alcune settimane, infatti, la commissione Urbanistica di Tursi è impegnata in una serie di sedute e di audizioni dedicate proprio all’esame e alla discussione della “Vas” regionale. «Abbiamo assistito a sedute nelle quali il vicesindaco e assessore all’Urbanistica (Stefano Bernini-ndr), approfittando di situazioni nelle quali nessuno poteva rispondergli, anziché entrare nel merito delle questioni sollevate, si è lasciato andare ad attacchi nei confronti della Regione e di chi esprimeva posizioni diverse da quella della giunta comunale, bollandoli spesso come “talebani” e proponendo teorie “bislacche” sulla storia del territorio. Ma non si può ridurre il dibattito a questo livello». Detto questo, resta il dissenso di Legambiente sul merito: «Questo piano urbanistico tutela di fatto la rendita fondiaria e adesso questa giunta - accusa Agostini - punta a cancellare la linea verde e la linea blu per far costruire in collina e vicino al mare, a rendere edificabili, con accorgimenti tecnici, le aree esondabili e non tutela i luoghi storici e identitari della città. Ma noi pensiamo che il diritto alla salute e all’ambiente non si possano mediare con il diritto dei privati a costruire». La stroncatura è netta. A meno che le prossime puntate non cambino lo scenario. a.c. Intervento in aula
su controdeduzioni prescrizioni al puc della regione.
( per completezza di informazioni si comunica che questo intervento non riporta
le nostre valutazioni sulla questione dell'uso del suolo, in particolare quello
di produzione agricola che sono state presentate nella stessa sede da altre
associazione con cui noi collaboriamo da anni e con le quale vi è una piena
identità di vedute )
In altri contesti , in altre sedi, in altre
osservazioni noi come associazione ci siamo espressi rispetto a questo Puc in
maniera molto negativa: Noi riteniamo che sia congegnato su modelli
urbanistici e ambientali molto antichi e che favorisca in maniera evidente la
rendita fondiaria in tutta Genova. Le prestazioni ambientali che in qualche
modo possono riferirsi al comune di Genova vanno assolutamente migliorate e non
peggiorate, come in qualche modo si deduce dalla lettura che noi diamo
del Puc, anche alla luce del progressivo crollo delle prestazioni ambientali
negli ultimi dieci anni nel comune di Genova , sono dati che sono
stati resi pubblici più volte dalla nostra associazione e sono stati forniti
dalle Amministrazioni Comunali che si sono succedute.
Noi riteniamo che aree agricole, spazi verdi,
luoghi per la socialità, vincoli alla circolazione come potrebbero essere le
pedonalizzazioni, siano un elemento fondamentale di qualificazione , non la sola
, della realtà urbana cittadina. Riteniamo che a differenza di quello che
l'Amministrazione porta avanti sia necessaria una valorizzazione e una messa in
rete delle decine di parchi storici che sono presenti nell'area cittadina ,
che nella migliore delle ipotesi sono abbandonati e nei casi peggiori
vengono gestiti uno a uno e non in riferimento alla situazione complessiva.
Vedasi la recente intervista pubblicata sui giornali dei responsabili della
Galleria d'Arte Moderna ( GAM ) di Nervi che mettevano in evidenza come non c'è
nessuna organizzazione, tutela, mesa in rete di questi sistemi culturali e io
aggiungo questi sistemi ambientali nella realtà cittadina.
Sempre in questo senso globale noi crediamo che
debba essere valorizzata, molto di più questo per le pedonalizzazioni , ma anche
per altre cose , la risorsa costituita dalle varie aree dei centri storici e
centri piccole realtà, pievi, che sono parte strutturante del
tessuto e dell'identità di questa città e che invece questo Puc e questa
modalità di intervento proposto dall'Amministrazione in questo anno e negli anni
precedenti dalla stessa maggioranza ha fortemente indebolito.
Un'altra delle questioni su cui noi riteniamo che
debba essere fatta una riflessione è che oltre alle non previste
rinaturalizzazioni e ai significativi tombinamenti asserviti a investimenti
fondiari e immobiliari, in numerose aree a rischio idrogeologico, e non solo,
non sono neanche previste significative indicazioni, interventi e sopratutto
numeri, di riduzione del carico insediativo che ha e avrà delle notevoli
ricadute sulla città , sul disastro idrogeologico che tutti i giorni ci troviamo
ad affrontare senza gli strumenti anche amministrativi e giuridici di cui
avremmo bisogno.
In più manca assolutamente in questo Puc una
analisi delle interferenze tra i carichi insediativi , mancano i numeri che sono
fondamentali per una programmazione di tutto il sistema dei servizi rifiuti,
acqua, depurazione, strade e quant'altro.
In particolare faccio riferimento alla questione
degli acquiferi. Esistono decine di sorgenti e di punti di prelievo d'acqua
presenti in tutta la realtà comunale genovese che non sono assolutamente
tutelati in sede di Puc, a cominciare dalle sorgenti, ma anche zone
di prelievo d'acqua per gli acquedotti genovesi.
Manca anche un preciso quadro aggiornato della
grandezza delle aree contaminate nel comune, faccio un esempio: la zona della
Verrina , la zona delle ex Fonderie San Giorgio, altre zone in Valbisagno a
vario titolo e altre ancora. Sapere quali sono i contaminanti presenti e
come e in quale maniera si intende tutelare la popolazione residente e
intervenire per risanare queste aree, sopratutto quando queste sono vicine a
corsi d'acqua. L'ipotesi che è stata utilizzata in passato per la Raffineria
Garrone e la Sanac di Bolzaneto, cioè la tombatura sotto cemento è una
tecnica di contenimento dell'inquinamento soprattutto di quello chimico, quello
più pericoloso, che non ha dato in Italia da nessuna parte frutti significativi.
E quindi bisogna che in qualche maniera si delinei una politica di recupero di
queste aree tuttora largamente presenti nel nostro comune e si indichino i
percorsi, anche nella definizione urbanistica del loro possibile uso e così pure
di quelle aree a monte e a valle.
Poi non c'è una previsione della tutela della
qualità dell'acqua e non sono previste delle prescrizioni perchè la dove la
qualità dell'acqua non è elevata, parlo dei punti di prelievo che esistono in
val Cerusa, nel Polcevera e nel Bisagno, siano tutelati e rinforzati. Ne deriva
che una maggiore densità abitativa, una maggiore concessione di licenze
edilizie, un mancato intervento di recupero e di salvaguardia di aree
inquinate a monte va a colpire quegli acquiferi che vanno a conferire
l'acqua nell'acquedotto.
Ci sono aree dove vi sono acquiferi significativi
che non sono tutelati dal piano di bacino. Faccio un esempio per tutti ( ce ne
sono molti ) della zona del Lagaccio fino a Ponte Parodi dove è previsto un
enorme insediamento turistico, logistico e commerciale. Evidentemente la non
previsione da parte dell'Amministrazione della gestione degli acquiferi
sottostanti è un evento che implica possibili e significative ricadute,
sia sopra quando parliamo della zona Gavoglio , sia in fondo quando parliamo di
Ponte Parodi. Zone con queste tipologie sono presenti ovunque in città faccio
l'esempio di Quinto, di San Martino, la mancanza tutela delle aree acquifere è
una delle cause dei problemi che in questo momento si stanno verificando
in via Monte Zovetto dove quando piove l'acqua va a finire nelle case dei
cittadini perchè li è stato autorizzata la costruzione di un parcheggio
interrato sopra un acquifero.
Nella logica della collocazione, della
ricollocazione, del possibile utilizzo delle aree mancano i numeri sulla
sostenibilità delle depurazioni, della mobilità , del ciclo dei rifiuti.
Qual'è il limite che l'amministrazione si pone rispetto alle possibili
autorizzazioni in riferimento non alla singola costruzione, ma a una serie
di costruzioni che sono state autorizzate. Qual'è il limite di persone che il
sistema di depurazione dell'impianto di Punta Vagno puo' reggere (se lo puo' e
gia' ora non puo' ) con gli insediamenti previsti a Ponte Carrega, quale è
il limite di impermeabilizzazione che si puo' ritenere accettabile in via Donato
Somma a Nervi dove sono stati autorizzati via via bem 1500 posti auto in
box in un km e mezzo? Quell'area sopra e sotto puo' essere ulteriormente
impermeabilizzata come sta attualmente avvenendo?
Nella stessa logica non v'è una implementazione dei
dati sulla qualità dell'aria che a Genova è abbastanza problematica
e sulle previste infrastrutture e sulle possibili mitigazioni. Ovviamente
sarebbe persino scontato riferirsi a gronda o a opere di grande
infrastrutturazione previste, ma noi per chiarire bene il concetto e la cultura
urbanistica in cui ci troviamo a vivere mi riferisco anche alla zona di Quarto,
che in corso Europa è uno dei punti dove avvengono il maggior numero di
sforamenti da traffico.L'aumento degli insediamenti previsti oltretutto in
due delle poche ampie aree verdi residuali non faranno altro che aumentare, non
mitigare le problematiche che esistono già e sono molto gravi.
Non esiste un disegno complessivo per quanto
riguarda le aree per il sistema ciclo-pedonale, non vengono definite le
strutture, gli investimenti, le aree dove queste tipologie di mobilità
sono previste. La nostra idea è che non ci sia nessun disegno integrato in
questo settore coi necessari vincoli se non iniziative collegate ad investimenti
spot che si ottengono dall'Europa per fare un km qui un km la senza
alcun disegno complessivo da questo punto di vista e comunque non ci sono
le aree vincolate a queste modalità di movimento.
Mancano anche valutazioni e conseguenze sulla
gestione delle aree e sui permessi a costruire riguardante il risparmio
energetico nelle aree di trasformazione e anche il recupero di aree esistenti
per diversi usi di tipo energetico, faccio riferimento ai numerosi ex mulini ad
acqua presenti in ogni parte della città e a canalizzazioni tuttora attive che
servivano le aree delle cartiere in val Cerusa e Leira, nessun vincolo , nessun
investimento, acqua e strutture buttate via o lasciate a marcire.
Mancano indicazioni e prescrizioni sulle aree di
biodiversità volte alla loro salvaguardia. Faccio l'ultimo esempio che
pero' e' emblematico di una politica urbanistica e della partecipazione nella
gestione del suolo purtroppo comune in tutto il comune di Genova. Il Municipio
della Bassa Valbisagno ha investito centomila euro per una strada
progettata e costruibile in maniera sostenibile nella zona di Quezzi alta
chiamata Pian dei Ratti. Nonostante l'impegno rilevante in termini di
progettazione e di finanze messo in opera dal Municipio l'Amministrazione
Comunale ha prontamente autorizzato una asfaltatura della strada con ovvia
totale impermeabilizzazione dell'area a forte rischio idraulico ( Fereggiano ) e
tanti saluti alle indicazioni provenienti stavolta da istituzioni che dovrebbero
poter governare il loro territorio.
Manca una mappatura che permetta di vincolare le
aree più critiche per la salute a Genova e i possibili interventi di
mitigazione. Esistono dati ASL e un Registro Tumori da cui si potrebbe tranquillamente attingere (se si volesse fare e
non è stato fatto ), per accertare che in certe aree esiste già una tale
concentrazione di problematiche per la salute che non possono per questo essere
ulteriormente incrementate ( traffico, costruzioni, destinazioni commerciali,
logistiche e altro ).
Infine manca una analisi puntuale delle aree verdi
pubbliche e della loro accessibilità. Ricordo che le aree verdi che non sono
giardinetti, ma aree rilevanti di almeno alcuni ettari dovrebbero essere
accessibili da una distanza massima di trecento metri da casa. Questo elemento
che dovrebbe essere qualificante non è stato minimamente perseguito nella
stesura di questo Puc e molte zone della città si trovano e si ritroveranno in
condizione di assoluta mancanza di questo strumento seppur minimo di
salvaguardia della qualità della vita , della salute e della socialità dei
cittadini.
Queste nosrtre osservazioni riteniamo che debbano
fare parte delle risposte alle prescrizioni della Regione Liguria e essere
utilizzate per la stesura definitiva del Puc genovese.
Intervento di Andrea Agostini presidente del
Circolo Nuova Ecologia di Legambiente Genova nel corso della seduta della
Commissione Territorio del Consiglio Comunale Genovese di Lunedi 11 novembre
2011.
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