Re: R: Re[2]: Ridefiniamo il nostro Patto Sociale



vi consiglio di non dare molto peso alle parole del signor D'Antonio. Sono anni che imperversa su tutte le liste riproponendo sempre e solo la stessa nenia: gli statali sono il male di tutto, aboliamoli, facciamo gli statali a turno e tornerà la felicità nel mondo. Io ho messo un filtro al suo indirizzo, ma me lo ritrovo nelle risposte che gli date.
Non so se ne sia cosciente, ma il signor Dantonio funziona come un troll.
Lasciatelo perdere.
TC

Il 07/07/2013 13:37, oxasza at tin.it ha scritto:

Mi permetto di osservare, avendone visione dall'interno, che i carrieristi saranno sempre premiati, ed in genere gli ossequiosi, in un sistema destrutturato. Che il cittadino abbia sempre ragione non è affatto vero; spesso il cittadino si presenta a chiedere il favore, l'eccezione a suo esclusivo vantaggio, perché così è stato abituato da un sistema clientelare. Personalmente, mai mi sono sognato di farmi togliere una multa perché "lavoro in Comune", mai mi sognerei di farmi offrire più di un caffe'. Tanto che a volte penso di essere scemo. Tuttavia, chissà come mai, mi sto trovando cacche di cane insacchettata sulla mia auto.

Misconoscere questo e pesare che un ente pubblico sia da gestire come un'azienda privata è semplicemente miope e suicida.

A meno che non siamo nel "meno Stato - più privato" anche perché il lavoro scarseggia, ed allora dagli contro i fannulloni.

Luigi.
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----Messaggio originale----i,
Da: eulab at hyperlinker.com
Data: 6-lug-2013 20.41
A: <economia at peacelink.it>
Ogg: Re[2]: Ridefiniamo il nostro Patto Sociale






On 06/07/2013 at 12.03 oxasza at tin.it wrote:

On 06/07/2013 at 12.16 franter.s at libero.it wrote:

On 06/07/2013 at 13.31 Davide Bertok wrote:







Sapete quale è la differenza tra la DEMOCRAZIA e la TIRANNIA?

La seconda non lascia scelta. La prima invece lascia le persone libere di scegliere.

Se voi qui sopra ed altri NON volete partecipare a tempo determinato ai ruoli del pubblico impiego, siete PADRONISSIMI di farlo. Ma non potete, nessuno può farlo, impedire a coloro, a tutte quelle persone che desiderano dare un concreto contributo al loro Paese, al loro Stato, alla loro Res Publica, al popolo cui appartengono, di fornirlo. In democrazia queste persone non solo possono ma vanno anche ammirate e sostenute.

Ed è esattamente l'impegno che mi sono preso.


Vedete: al mondo c'è posto per tutti.

Quando si trattò di introdurre il voto per le donne, alcune di loro, invece di affiancarsi a quelle che lottavano per ottenerlo, non solo si posero dalla parte contraria ma giunsero perfino ad ostacolarle. La loro permanenza nel sempre stesso ristretto ambiente, la loro scarsità di vedute, impedì loro di capire e fare la giusta scelta.

E' perfino capitato che, mentre le forze dell'ordine si trovavano a compiere degli arresti nell'ambito del crimine organizzato, un intero quartiere od anche paese s'è voluto schierare dalla parte dei criminali e contro coloro che lottavano per sconfiggere il crimine. Anche in questi casi la chiusura fisica e mentale ha la meglio.


Al mondo il rispetto va dato a tutti.

Ciò non di meno la politica (che condiziona fortemente la vita degli esseri umani) è tenuta a seguire il migliore dei pensieri, non quelli da poco o di nessun conto. I CARRIERISTI PUBBLICI, gli assunti a vita nel pubblico, sono dei veri accaparratori del BENE COMUNE, emarginano un mare di persone e limitano "di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Per questo vanno rimossi.

Licenziare i carrieristi pubblici non è peccato: equivale a riconoscere il DIRITTO d'ogni essere umano sulla Terra di essere parte ideativa e concretizzante della sua Res Publica, del suo Stato, della sua società.


Danilo D'Antonio

PUBBLICO IMPIEGO DEMOCRATICO
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