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scolmo o non scolmo?
- Subject: scolmo o non scolmo?
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 8 Nov 2012 06:36:40 +0100
Scolmo o non
scolmo?
In altre occasioni ci siamo espressi in maniera
negativa sulla proposta dello scolmatore del Bisagno.
In primo luogo questa proposta tende a far credere
alla popolazione che una ennesima super opera risolvera' in maniera definitiva
un problema che purtroppo non è idraulico e neanche urbanistico, ma
scquisitamente politico.
La responsabilità prima dei guai nel nostro
territorio e' tutta a carico degli amministratori e dei tecnici che si sono
prestati che nei decenni hanno fatto le peggiori nefandezze ( e ancora le fanno
) in favore di speculazione fondiaria e immobiliare.
Aver permesso in un'area come il Fereggiano di
costruire e di infilare in quelle case migliaia di persone e poi di aver fatto
strade e poi muraglioni e poi asfaltature impermeabilizzanti e quanto altro di
peggio e contrario da sempre a qualunque logica tecnica e culturale del
territorio e' un reato almeno dal punto di vista culturale che dovrebbe costare
se io non fossi un convinto pacifista la pena di morte. Sull'altare di quella
pazzesca e divoratrice voglia di far quattrini sulla pelle delle persone si e'
andati avanti distruggendo un territorio già fragile di per se a botte di
permessi, varianti, violazioni di tutti i principi della buona cura del
territorio. Non parliamo poi di controlli, di abbattimenti, di assunzione di
responsabilita' e di denunce da parte delle amministrazioni, dei tecnici, delle
agenzie di controllo.
Senza quella immensa opera di distruzione di un
territorio, di una cultura dei diritti e dei doveri non saremmo qui a piangere i
morti e vi dico, visto che quella cultura sta continuando a dominare, di morti
inevitabilmente ce ne saranno molti altri.
In questo senso lo scolmatore va bene a tutti, è
una grande opera mangia soldi, permette di fantasticare di una sicurezza che non
ci sara' mai, permette nel frattempo di autorizzare tutto il posibile e di
controllare e sanzionare un bel niente.
Per parlare pero' di scolmatore, perchè e' giusto
comunque confrontarsi, c'è bisogno di alcuni passaggi ineludibili, passaggi che
come al solito si stanno cercando di bajpassare con attente politiche di
marketing.
Ora, l'onesta' intellettuale di molti, tecnici,
amministratori e giornalisti li vincolerebbe prima di proporre soluzioni a
chiarire PREVENTIVAMENTE , alcune cose:
1) i costi.
Il progetto a suo tempo presentato oltre che pieno
di buchi tecnici e' anche basato su un conto economico risibile e comunque viene
proposto con oscillazioni di decine di milioni di euro che non sono soldi di chi
propone , ma soldi pubblici e la differenza di decine di milioni di euro per
un'opera non sono bruscolini.
Oggi il costo di quell'opera è molto piu' alta per
ragioni tecniche, per vincoli giuridici, per costi del lavoro.
2) Analisi del territorio.
Sotto terra nessuno sa quello che c'è , le
carotature fatte a suo tempo sono comunque obsolete e comunque anche allora
erano molto parziali e parlare di un'opera senza sapere di cosa si troverà negli
scavi annulla qualsiasi credibilità tecnica ed economica degli
enuncianti
Non esiste una analisi statica delle aree
soprastanti al proposto tunnel, aree densissimamente abitate, piene di rivi
sotterranei di cui non si conosce neanche il percorso. Aspettiamo che comincino
i crolli o che qualche rivo sotteraneo sconosciuto allaghi tutto o ci siamo da
fare per predisporre i necessari studi? Non pare proprio. Solo per citare un
esempio. Il rio delle rovare che non scorre piu' nel suo alveo tombinato - causa
ostruzioni e crolli - dove scorre? Dove va a finire quella massa d'acqua?
Vogliamo scoprirlo a cantieri aperti?
3) I costi del progetto esecutivo.
Quanto costa predisporre tutto questo lavoro
preliminare e quelle opere di mitigazione necessarie a salvaguardare
l'incolumita' pubblica per il tempo necessario. E ne vale la pena in un rapporto
di costi e benefici? Mi permetto di dubitarne e di ritenere i proponenti cosi'
attenti al marketing piu' interessati ad altri aspetti che non quello che
dovrebbe essere prevalente: l'interesse pubblico.
4)Infine i finanziamenti.
Non ci sono soldi? Nessun privato ci vuol mettere
una lira? E allora arrivano i nostri, i bot comunali. Cioe' il comune si
dovrebbe indebitare con le banche per centinaia di milioni di euro emettendo bot
garantiti dalle sue proprietà immobiliari. Cioe' se va bene ok, se va male la
scuola di mia figlia diventa un palazzo di residenze e le lezioni mia figlia o
se le paga o se le fa in piazza tra un parcheggio di moto e uno di automobili.
Si perchè se uno emette i bot poi deve anche guadagnare per restituire con gli
interessi ai sottoscrittori. E dove li prende i soldi il comune? Ma ovviamente
dalle tasse. Quindi vediamo: ci guadagnano le banche che garantiscono le
emissioni, ci guadagnano i tecnici che progettano la grande opera, ci guadagnano
le imprese che la costruiscono. I cittadini sono chiamati a pagare con le tasse
un'opera che ci stanno già vendendo con intenso marketing ma che è tutta sulle
nuvole.
E' una storia già vista, gia detta, gia recitata
mille volte in italia. Ma noi dobbiamo continuare a crederci e a
pagare?
Andrea Agostini
Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente
Genova
Nessuno sa dire - e visto i punti precedenti - e'
fin troppo ovvio, quanto durerebbe il lavoro. In tutto questo tempo si pone un
problema di interventi di mitigazione che non possono essere pensati solo in
termini di protezione civile , vanno fatti degli interventi per garantire la
sicurezza dei cittadini, almeno delle persone , non dico di case , negozi o
imprese e.
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