R: Re:R: IL BEL PAESE......................RISPOSTA.





   Carissimo Camillo Coppola,

Avendo fatto ricorso a diversi Media di contatto per la trasmissione del messaggio originale via Internet, il mio ringraziamento va a tutti coloro che mi hanno risposto congratulandomi per l’intraprendenza, ma il mio ringraziamento maggiore va a quei pochi che hanno posto delle domande e persino delle critiche le quali sono le più gradite, poiché danno la possibilità di migliorare.

La Sua richiesta di maggiori delucidazioni è sicuramente lodevole, relativa alla metafora da me descritta sui meriti filosofici e caratteriali di un famoso uomo del passato “Menenio Agrippa”, dal quale ho attinto il coraggio per un ordinamento Sociale e Programmatico di riflesso per il risanamento del Paese.

Trovo alquanto essenziale per il nostro Paese, la necessità di garanzie che bisognerebbe richiedere a tutti i Candidati in Politica, come se fossero normali prodotti di mercato, dove prima dell’acquisto o della eleggibilità a tutela del bene comune, vanno considerati tutti i parametri di efficienza, convenienza e soprattutto eventuali vizi di fabbricazione e di comportamento che si sprigionano dopo essere eletti.

Vedi la droga che circola negli ambienti di Governo, lo spreco dei fondi pubblici, le speculazioni esterne appoggiate da personale eletto a rappresentare gli interessi della società, vedi la corruzione dilagante fra i funzionari delle varie Istituzioni, vedi la disoccupazione, la povertà nascosta, vedi i suicidi.

A mio avviso la Politica non dovrebbe dipendere dal martellante potenziale pubblicitario soggetto alle disponibilità economiche del Candidato, in modo da evadere i parametri di affidabilità, qualità e sicurezza necessari a garanzia del prodotto, dove nel presente caso il prodotto sarebbe rappresentato dai Candidati destinati a salvaguardare gli interessi di tutta la colettività.

Nel mio precedente messaggio ho cercato di essere chiaro, usando parole incisive senza alcuno scopo offensivo, per far rimarcare che l’uomo da me scelto come paragone di intelligenza e comportamento, apparteneva ad un pensiero più sociale, più umano, molto diverso dal susseguente cambiamento riscontrato con la nascita dell’Impero Romano e le infinite lotte interne per la successione del Potere.

Menenio Agrippa, godeva di doti particolari sia al comando dell’esercito sempre vincitore, come pure di uomo Politico e Filosofo, dove quest’ultima virtù gli fu prospera come arma importantissima nelle lotte fra Patrizi e Plebei, considerandolo persona dalle opinioni moderate, una dote rara per chi detiene il Potere per la risoluzione dei conflitti civili, per questo fu sempre  apprezzato e stimato da entrambe le parti. (Patrizi e Plebei).

Grazie alla sua mediazione, nella prima grande rottura fra le parti in conflitto, la storia riporta che abbia esposto alla Plebe il suo ben noto apologo del ventre e delle membra, spiegando metaforicamente l'ordinamento sociale Romano, paragonandolo ad un corpo umano nel quale, come in tutti gli insiemi costituiti da parti connesse tra loro, se collaborano insieme sopravvivono, mentre se discordano periscono tutti insieme.

Se le braccia (il popolo) si rifiutassero di lavorare, lo stomaco (il Governo, i Capitali, i Patrizi), non riceverebbero cibo o interessi adeguati al rischio di impresa, e dove lo stomaco non ricevesse cibo, non lavorerebbe e non lavorando tutto il corpo, braccia, la Nazione intera, deperirebbe per mancanza di nutrimento.

In una particolare occasione di grave contrasto fra il Governo e i Cittadini, nella quale la situazione si preannunciava di una certa gravità,fu ricomposta genialmente dalla metafora di Agrippa, ed i Plebei (i lavoratori) convinti della sincerità dell’interlocutore, fecero ritorno alle loro occupazioni, consapevoli che nel corpo umano la distribuzione del nutrimento dallo stomaco alle membra e a tutti gli organi è inevitabile per il sostentamento della vita, mentre la distribuzione delle risorse tra gli uomini, dipende dalla percezione del senso di giustizia e dall'organizzazione della società, che nel nostro Paese da lungo tempo sono in decadenza.

Per concludere, alla morte di Menenio il quale aveva saputo bilanciare egregiamente i rapporti di rispetto e Giustizia fra le parti in conflitto, poiché aveva lasciato proprietà appena sufficienti a pagare un funerale estremamente semplice, fu sepolto con un magnifico funerale a spese dello Stato. I Plebei, ossia i lavoratori e i Cittadini tutti uniti, raccolsero contributi volontari per lo scopo, e furono dati ai figli di Menenio, dopo che il Senato decretò che le spese del funerale fossero a carico dell'Erario.

   Gli infiniti problemi del nostro Paese in questo particolare momento sono molto più complessi, causati da vecchi vizi di natura Politica che hanno dilapidato le risorse interne del Paese,creando uno spaventoso debito pubblico, oltre ai costi esorbitanti della Politica, i quali hanno indotto molte attività industriali e artigianali alla chiusura e al trasferimento favorendo la Globalizzazione, causando disoccupazione e la riduzione delle entrate.

                 Con l’avvento dell’Impero Romano, che ci è stato sempre presentato come una esplosione di civiltà, dimenticando che furono gli autori materiali dell’impiccagione del Figlio di Dio, dove sono nati e moltiplicati i Briganti, la Mafia e le speculazioni, scompigliando gli equilibri necessari nel processo sociale e umano del mondo, imponendo alla Plebe con l’ausilio del Potere, richieste di continui sacrifici, facendo uso spietato della pena capitale, per un maggiore benessere dei servitori dello Stato. Vedi il Colosseo di Roma che fu il macello umano alla pari dei centri di sterminio in Germania all’epoca del Fuhrer.

                 Da poi l’Impero Romano sino ai nostri giorni, il nostro Paese è stato vittima di continue imposizioni  anti sociali e anti umane che si concludono con il passaggio anti costituzionale dei poteri dello Stato agli attuali Professori, con l’impossibilità di reali correzioni a raggiungere risultati apprezzabili, ricorrendo ad impropri ed insistenti soprusi con aumenti delle tasse, sopportate da una negativa campagna anti evasione, senza correggere gli sprechi nel foraggiare in modo illecito le spese sostenute dai veri grandi nemici della Patria.

                 La situazione attuale del nostro Paese richiede l’intervento di un condottiero di diversa levatura e risolutezza Politica, allo scopo di rinnovare il pensiero Politico stagnante che continua ad affossare il Paese.

                 Buona fortuna,

                 Anthony Ceresa



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----Messaggio originale----
Da: camillo.coppola at tin.it
Data: 20/08/2012 21.46
A: <economia at peacelink.it>
Ogg: Re:R: IL BEL PAESE......................

PER I LETTORI DI QUESTA MAILING LIST
La Sua risposta è deviante e non entra nel merito di quanto abbia scritto sul concetto della metafora Agrippiana di cui esplicitavo personale opinione.

Avverto in essa una speciosità,perché ha voluto cogliere solo il riporto in corsivo di un passaggio di quanto contenesse il link allegato,si facendo,stravolgendo totalmente l'essenza del mio pensiero ed attribuendomi lacune e di volermi edurre su quanto pensino degli Italiani gli abitanti della perfida Albione,come soleva ripetere quello scellerato di Mussolini.
Sappia comunque che la Sua precisazione su Res Pu
blica Romana ed Imperium Romanum fa parte delle mie remote conoscenze sin dall'infanzia;su di una cosa mi ha edotto,il commissionamento,desumo Vaticano,al Montanelli,e che intuitivamente sospettavo.

Da quello che ho letto sul messaggio originale ad oggetto "IL BEL PAESE......." e di cui riporto il link
 http://lists.peacelink.it/economia/2012/08/msg00010.html
 dal quale discende questa corrispondenza,Lei si propone quale futuro capo del governo e nel congerarsi,per usare le Sue parole,scrive "Qualora fossi chiamato a salvare la Nazione, il mio ordinamento sociale e programmatico rifletterebbe la metafora di Menenio Agrippa" ,ed era ed è questa metafora il merito di cui non si è disquisito.

Tanto Le dovevo.
Camillo Coppola  

       

----Messaggio originale----
Da: a.ceresa2002 at libero.it
Data: 20-ago-2012 8.33
A: <economia at peacelink.it>
Cc: <camillo.coppola at tin.it>
Ogg: R: IL BEL PAESE......................

Carissimo Camillo Coppola,


Ringrazio per l'intervento che considero completamente fuori tema.


Il mio riferimento al concetto più che esemplare di Menenio Agrippa 503 a.c. non ha nulla a che vedere o fare con l'Impero Romano che ha

inizio 400 anni dopo ossia nel 73 a.c.


Una volta ho letto un libro Inglese che riportava: " Gli Italiani non conoscono la storia, per effetto delle tante opinioni in appoggio agli

interessi politici di parte, che rendono difficile la scelta della verità storica".


Per quanto riguarda la storia di Roma scritta da Indro Montanelli, deve sapere che il libro fu commissionato a pagamento, allo scopo di velare

alcuni passaggi che riguardavano il comportamento della Chiesa per il raggiungimento del Potere.


Indro, che aveva tutto il mio rispetto come linguista, apparteneva al mondo di Niche (1900), dove il progresso aveva raggiunto l'apice nello sviluppo e a suo parere non vi erano spazi scientifici e sociali per un miglioramento della stirpe.


Cordiali saluti,


Anthony Ceresa.



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----Messaggio originale----
Da: camillo.coppola at tin.it
Data: 19/08/2012 21.22
A: <economia at peacelink.it>
Ogg: R: IL BEL PAESE......................

La metafora Agrippiana,dall'infanzia non mi ha mai convinto.
     Nel senso che gli ultimi costretti ad essere,solo e sempre,sfinteri dell'insieme,ha una visione cristallizzata della società,che nel passato della storia Romana ha solo portato al suo dissolvimento.

La civilità romana non fu abbattuta dai barbari ma rosa dai suoi mali interni.  Le eccessive ricchezze conquistate portarono al degrado morale: corruzione, aborti, femminismo, sfascio della famiglia, guerre civili, templi vuoti.  Fino alla rinascita di una nuova religione.  Interessante rileggere la ‘Storia di Roma’ di Indro Montanelli pensando alla parabola attuale della nostra civiltà.

http://www.comunicazionedigenere.com/la-vera-causa-della-caduta-dellimpero-romano/

In modo più esplicito,una organizzazione sociale eccessivamente compartimentata in modo rigido senza interscambi di ruoli sociali è destinata inevitabilmente a degenerare perché l'ancestrale "Homo lupus" prevale su tutto.
Camillo Coppola   



----Messaggio originale----
Da: a.ceresa2002 at libero.it
Data: 19-ago-2012 12.29
A: <economia at peacelink.it>
Ogg: IL BEL PAESE......................


Qualora fossi chiamato a salvare la Nazione, il mio ordinamento sociale e programmatico rifletterebbe la metafora di Menenio Agrippa (Console Romano 503 a.c.), il quale paragonava lo Stato al corpo umano, di cui tutte le parti connesse fra loro riescono a vivere, mentre se discordano si danneggiano fino alla morte. Più specificatamente, se le braccia si rifiutassero di lavorare, lo stomaco non riceverebbe cibo e tutto il corpo deperirebbe per mancanza di nutrimento. Lo stesso accadrebbe se il cibo della Comunità servisse ad ingrassare esclusivamente la Kasta.

Buona fortuna.

Anthony  Ceresa – Milano Italia.