la 'Abbuffata delle energe rinnovabili' di Giorgio Ragazzi



Leggo un articolo di Giorgio Ragazzi su societalibera.org che descrive la situazioen della diffusione del fotovoltaico in italia in modo un po' diverso da come la cooscevo.

In particolare, sapevo che la importazione di pannelli e materiali, negli anni recenti, era stata dovuta alla mancanza di una certezza nelle regolamentazioni governative e negli incentivi alle imprese; non alla incapacità della industria italiana a far fronte alle richieste.  Ragazzi sembra  invece lasciar pensare proprio il contrario.

Qual'è la situazione reale, secondo voi?


Vorrei anche capire meglio perchè, il non aver posto limiti superiori agli incentivi per la utenza, ha creato dei probemi.

Grazie


Paolo

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L’ABBUFFATA DELLE ENERGIE RINNOVABILI
di Giorgio Ragazzi

La potenza fotovoltaica istallata in Italia ha superato i 12 mila megawatt. Secondo le mie stime i relativi sussidi scaricati sulle bollette elettriche delle famiglie saliranno nel 2012 ad oltre 6 miliardi l’anno. Una cifra imponente se paragonata al gettito dell’aumento dell’1% dell’IVA, meno di 4 miliardi, o della prevista reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, 3,5 miliardi. Sussidi destinati a crescere ulteriormente e da pagarsi per i prossimi 20 anni per un ammontare complessivo quindi di oltre 120 miliardi!
Questa, che è certo di gran lunga la maggior misura di politica industriale degli ultimi anni, è passata quasi sotto silenzio, approvata per decreti ministeriali e non con voto del Parlamento, occultandone i costi nelle bollette.
Ma si può parlare di “politica industriale”? In realtà, il decreto del 2007 a firma Bersani-Pecoraro Scanio che ha introdotto gli incentivi al fotovoltaico indicava in 3 mila megawatt l’obiettivo nazionale di potenza da istallare entro il 2016. Questa sarebbe stata una ragionevole “politica”. Poi è successo che la riduzione del costo dei pannelli ha fatto salire alle stelle i profitti e determinato una corsa sfrenata ad investire, senza che venisse posto alcun freno o rimedio. Il decreto Bersani-Pecoraro Scanio non aveva previsto limiti massimi ai sussidi, né il successivo governo ha saputo intervenire per tempo. Questo episodio illustra bene quanto infima sia la qualità della nostra classe politica e delle normative che produce.
Il risultato è stato disastroso: più di metà degli investimenti sono andati in importazioni di pannelli ed inverter (che la nostra industria non era pronta a produrre) mentre il contributo italiano si è limitato a poco più del montaggio e fornitura delle strutture metalliche. Finanzieri e fondi d’investimenti, italiani ed esteri, mediatori e proprietari di terreni hanno beneficiato di una bonanza di profitti, sulle spalle delle famiglie italiane che pagano sotto la voce “oneri generali di sistema” quella che in realtà è un’altra imposta indiretta, nascosta nella bolletta.
Ai sussidi al fotovoltaico si aggiungono poi quelli all’eolico, alle biomasse, i certificati verdi, il ben peggiore CIP 6. Stimo che, tutti assieme, gli “oneri generali di sistema” arriveranno presto attorno ai 10 miliardi l’anno. Considerando che il valore di tutta la produzione elettrica italiana, al prezzo di 60-65 euro per MWh, è di meno di 20 miliardi, per effetto dei sussidi alle rinnovabili ed assimilate il costo medio della produzione elettrica in Italia si avvia ad aumentare del 50%. Un “lusso” che non potevamo permetterci, tutto il contrario di quello che occorre per recuperare competitività internazionale.
Spiace anche rilevare che, quando il ministro Romani ha cercato di ridurre gli incentivi al fotovoltaico, la Confindustria si è schierata dalla parte degli “interessi di bottega” delle imprese del settore, anche se poco più di modesti montatori, invece di farsi interprete del bene del paese e della competitività dell’economia.
Seduti alla tavola del banchetto, imbandito da “verdi” idealisti ed ignari di numeri, troviamo una classe politica ignorante e pasticciona, imprenditori sensibili solo al profitto immediato, mediatori, affaristi e finanzieri: il conto viene poi servito alle famiglie su cui si continuano a gravare nuove imposte indirette, accise ed addizionali, meglio se in modo occulto. C’è poi ancora qualcuno che si illude di stimolare la crescita dell’economia con un ennesimo bel decreto!