agricoltura, alimentazione , città



Agricoltura, alimentazione, città
Data di pubblicazione: 14.11.2011

Autore: McMahon, Edward T.

Come cambia l’organizzazione delle aree che abitiamo, nella prospettiva di mercato, ma anche del chilometro zero? Un convegno. Urban Land, novembre 2011 (f.b.)

Titolo originale: The Food Revolution and Its Impact on Real Estate – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini

Cosa può contribuire insieme a fermare il riscaldamento globale, dar da mangiare a chi ne ha bisogno, renderci più sani, e aumentare il valore degli immobili? In una sessione da tutto esaurito nel recente convegno autunnale Urban Land Institute di Los Angeles abbiamo appreso che la risposta al problema è l’agricoltura a base locale. Negli Stati Uniti spesso si considera ciò che mangiamo senza conferirgli particolare importanza, dove lo si coltiva, come viene prodotto. Ma come sta imparando anche il settore delle costruzioni, il cibo può avere grossi effetti anche sul successo o meno di importanti progetti edilizi, specie in questi tempi economicamente problematici.

Il convegno “Rivoluzione alimentare e ricadute sul settore immobiliare” ha proposto tre diversi esempi di quanto il tema si stia imponendo non solo nella nostra dieta, ma anche sui quartieri. Coordinata dall’esperta californiana California di marketing Beth Callender, l’assise ci ha fornito spunti di riflessione sul ruolo del cibo come fattore di miglioramento dei complessi edilizi, strumento per costruire identità e comunità, marchio che può caratterizzare un progetto.

Si parte con la presentazione di Christian Meany, associato del costruttore di San Francisco Wilson Meany Sullivan. Nel 1998, la Wilson Meany Sullivan è stata scelta dal Porto di San Francisco per riqualificare il Ferry Building, famoso complesso della città affacciato sul mare.

Affidato in concessione per 66 anni e trasformato, il Ferry Building è uno straordinario esempio di riuso pubblico-privato. I lavori sull’edificio del 1898 hanno riguardato il ripristino della facciata storica occidentale, della torre campanaria e Grand Hall alta 201 metri. Ma l’elemento che ha davvero determinato la rinascita di tutta l’area è stato il mercato alimentare in stile europeo al pianterreno, che attirando più di un milione di visitatori l’anno ne ha fatto una delle mete principali di tutta San Francisco. Prima è stato trasferito lì con accordi specifici un farmers market già esistente. Questo a sua volta ha attirato altri esercenti. Oggi complessivamente il mercato garantisce un gettito di quasi 13.500 dollari al metro quadro.

Il secondo intervento è stato quello di Brent Herrington della DMB Associates e presidente di Kukuiula Development Company. DMB opera dall’Arizona ed è una compagnia immobiliare diversificata con tradizione sia nei complessi terziario-commerciali, che turistici e per il tempo libero, che di quartieri residenziali in tutto l’ovest degli Stati Uniti. La relazione di Herrington si è concentrata sul ruolo dell’agricoltura in un complesso turistico di lusso. Con una consolidata esperienza in fatto di ampi spazi a verde e aperti, per quartieri come DC Ranch e Verrado, entrambi in Arizona, la DMB sta oggi realizzando Kukuiula, villaggio vacanze a bassa densità su un’area di 405 ettari nell’isola hawaiana di Kauai. Come gran parte di questi interventi di lusso, anche Kukuiula comprende un classico campo da golf, luogo di riunione, complesso termale-benessere, la cosa particolarissima però qui è rappresentata dalla fattoria a gestione comune su 4 ettari. Affacciata su un lago che copre altri 9 ettari, produce banane, papaye, bietole, agrumi, erbe aromatiche, ananas, rucola, alberi del pane e altro.

C’è un piccolo gruppo di dipendenti, ma sono in molti gli abitanti che hanno scelto di sporcarsi le mani con lavoro volontario sulla terra, o altri che semplicemente se ne stanno a contemplare, godendosi però poi i prodotti a tavola. Impressionante la varietà di frutti fiori, verdure che si riesce a produrre in così poco spazio, ma ancor più impressionante quanto abbia pesato la fattoria sulla scelta degli acquirenti e l’immagine del villaggio, spendendo relativamente poco(circa un milione di dollari), specie se la si paragona agli altri costosi servizi come il campo da golf, il club, o la spa (qui siamo sui 100 milioni).

L’ultima relatrice è stata Sibella Kraus, presidente di Sustainable Agriculture Education (SAGE) a Berkeley, California. All’inizio degli anni ’80 la Kraus era una cuoca al famoso ristorante Chez Panisse, poi ha iniziato a impegnarsi nella divulgazione dell’agricoltura di prossimità. SAGE opera nel campo delle coltivazioni urbane e della partecipazione degli abitanti in una prospettiva di sostenibilità. Secondo la Kraus, agricoltura urbana non significa solo far crescere delle cose, ma anche rafforzare la comunità. Ci ha raccontato come sempre più quartieri in città diverse stiano sviluppando esperienze del genere, a partire da un “greenprint” [gioco di parole su blueprint, che significa il lucido di un progetto n.d.t.]. Un greenprint a scala regionale individua gli spazi in cui è possibile investire in aree aperte, nello stesso modo in cui si fa con gli investimenti immobiliari.

Si mangia ogni giorno, e pare del tutto logico che si avvicini il più possibile a casa la produzione alimentare, specie se si pensa al’impronte ecologica che deriva dal trasporto e distribuzione. Come ama ripetere James Howard Kunstler, “É finita l’era dell’insalata mista che viaggia tremila chilometri”. La Kraus è sembrata particolarmente convinta dell’importanza di collegare agricoltura, tutela naturale, educazione ambientale, in un sistema di parchi agricoli, cinture produttive, zone di conservazione. Ha raccontato le esperienze in corso di food belt periurbana a Fresno e altre città della California. Ha trattato il tema dell’agriturismo sollecitando le amministrazioni a distinguersi proprio sul “sapore del luogo”.
Quando riflettiamo sul futuro del settore immobiliare, quindi è evidente come alimentazione e agricoltura diventino sempre più importanti, e anche convenienti.