test sui succhi e bevande all'arancia



da altroconsumo.it  

Il succo dell'arancia
Articolo pubblicato su Altroconsumo 229,settembre 2009

Nutrienti, freschi, dissetanti. Succhi e bevande alla frutta sono un'alternativa al consumo di frutta fresca, alimento indispensabile nella nostra dieta quotidiana. E il mercato offre prodotti di tutti i tipi e per tutti i palati. Una giungla di confezioni di cartone, di bottiglie in plastica e vetro che fa capolino dagli scaffali dei negozi. Ci vuole però cautela: nonostante il richiamo alla frutta e alla genuinità, che campeggia su ogni confezione, i prodotti non sono tutti uguali. La percentuale di frutta può variare dal 100% a poco più del 12%.
Noi siamo andati a testare i prodotti a base di arance rosse, tra i frutti più gettonati: a confronto 6 campioni di succo 100% e 12 di bevande per scoprire quanta frutta contengono davvero, la presenza o meno di additivi e zuccheri aggiunti, il numero delle calorie apportate. E se poche sorprese riservano i succhi al 100%, molta più attenzione bisogna riservare alle bevande.

L'imbarazzo della scelta
Generalmente si parla di succhi in maniera indistinta. In realtà sul mercato, a seconda della percentuale di frutta contenuta, esistono categorie ben definite per legge: succhi, nettari, bevande.
Succhi di frutta. Sono i prodotti costituiti da succo al 100%, ottenuti o dalla spremitura del frutto o da succo concentrato, al quale vengono aggiunti l'acqua e gli aromi estratti al momento della lavorazione. Nel primo caso devono essere conservati in frigo, e sono quelli del nostro test, nel secondo si trovano normalmente sugli scaffali di negozi di alimentari e supermercati.
Nettare di frutta o succo e polpa. Hanno una concentrazione di frutta, in generale, tra il 25 e il 50%. Deve essere rigorosamente di almeno il 50% per i prodotti a base d'arancia. Si ottengono con l'aggiunta di acqua, zucchero o miele. Nella nostra analisi non sono stati presi in considerazione.
Bevande a base di succhi. Si presentano come alternativa ai succhi 100%, ma il contenuto di frutta può essere molto variabile, a partire dal 12%. Attenzione, dunque, alle informazioni presenti sull'etichetta. A questa categoria appartengono le bevande che abbiamo messo alla prova: in media contengono tra il 20 e il 30% di succo naturale. In commercio si possono trovare anche bevande con un contenuto di frutta minore del 12%: sono ammesse, ma a patto che sulle confezioni non ci sia alcun richiamo alla frutta, né nelle scritte né nelle immagini.
 
Spremute 100% promosse a pieni voti
Se la cavano bene i 6 succhi di arancia rossa 100% che abbiamo portato in laboratorio. Tutti confezionati in cartone e venduti nel banco frigo. Le analisi erano mirate a evidenziare eventuali frodi, come l'utilizzo di succhi diversi dal succo di arancia, l'aggiunta di zuccheri o di aromi non derivati dal succo stesso.
Etichette. Dal punto di vista delle informazioni obbligatorie per legge, non abbiamo riscontrato alcun problema. In generale, però, nessun campione brilla; Esselunga e Vitavì non vanno oltre l'accettabile. Riteniamo scarse, infatti, le informazioni davvero utili per il consumatore: i valori nutrizionali in forma semplificata (che presto potrebbero essere previsti da una norma europea al momento in discussione) e il numero delle porzioni sono segnalati solo da Tropicana, il Migliore del Test. Trattandosi di prodotti freschi, ci saremmo aspettati l'indicazione di un dato in particolare: quello della data di produzione, che invece non è riportato da nessuno. Bene le modalità di conservazione, tutte piuttosto dettagliate, e il servizio clienti, perlopiù con l'indicazione di un numero di telefono da chiamare (solo Esselunga e Tropicana non forniscono sulla confezione alcun contatto per i consumatori). Nessun problema per la leggibilità delle etichette di questi campioni.
Succo fuori e succo dentro. Le nostre analisi di laboratorio hanno confermato l'autenticità delle spremute del nostro test, confezionate con succo d'arancia al 100%, senza aggiunta di zuccheri o aromi estranei al succo stesso (questi infatti possono essere separati durante la lavorazione e poi reintegrati). Bisogna comunque considerare gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta. L'apporto calorico dunque non è trascurabile: un bicchiere di spremuta (200 ml) fornisce circa 90 calorie grazie al suo contenuto in zuccheri di circa l'11,5%.
Assaggio. Non è solo questione di genuinità. Nella scelta del succo preferito, un aspetto fondamentale è la prova del palato. A parità di qualità del prodotto è il gusto che fa la differenza. E in questo caso a far la differenza è Tropicana, seguito a ruota da Carrefour (il Miglior Acquisto), apprezzati dai consumatori che si sono alternati nell'assaggio. Il colore e il gusto amaro o acido hanno invece penalizzato Vitavì e Fattorie Scaldasole.
 
Bevande rimandate a settembre
Frutta in abbondanza c'è, ma spesso è solo sulla confezione. Le 12 bevande a base di succo di arancia rossa analizzate, infatti, pur presentandosi come prodotti "naturali", non lo dimostrano nei fatti. Tanto è vero che nessuna ottiene il titolo di Miglior del Test né di Miglior Acquisto. E salvo le eccezioni di Zuegg, Pfanner e Rauch, la percentuale di frutta presente non va mai oltre il 30%.
Etichette. Come per i succhi, le etichette sono a norma di legge ma la valutazione, nella maggior parte dei casi, è appena accettabile perché le informazioni davvero utili sono scarse: Coop è l'unica a utilizzare la tabella semplificata per i valori nutrizionali e solo Conad e Auchan indicano la data di produzione. Citazione a parte per Zuegg, che riporta la quantità di fruttosio aggiunto, un primo passo verso la trasparenza nella composizione degli alimenti. Una volta aperti, questi prodotti vanno conservati in frigorifero: peccato che Bravo e Pfanner si dimentichino di scriverlo e solo Zuegg, Coop e Auchan indichino fino a quando possono essere consumati. Assente l'indicazione (sarà obbligatoria a partire dal 2010) che i coloranti utilizzati (quelli azoici) sono sospettati di essere responsabili di iperattività nei bambini. Derby Blue, Bravo e Pfanner penalizzate per la scarsa leggibilità dell'etichetta.
Più zucchero, meno succo. In laboratorio quasi tutti hanno confermato la quantità di succo dichiarata in etichetta. Fa eccezione Conad, che per questo compromette il giudizio finale. Qualche dubbio anche su Auchan, che comunque è risultata conforme. La frutta latita, in particolare, per i prodotti a marchio Parmalat, Conad e Puertosol (circa il 25%). Ottimi risultati per Zuegg e Pfanner: l'arancia è al 50% e oltre. Però, come fa anche Bravo, nonostante il riferimento alle arance rosse, tutte e tre i prodotti non disdegnano di far uso anche del succo delle meno costose sorelle bionde. Il minor utilizzo di frutta viene compensato dall'aggiunta di zuccheri: in ogni bicchiere (200 ml) in media troviamo 24 grammi di zucchero, ovvero quasi 5 zollette, ma di queste solo una e mezza deriva direttamente dalla frutta.
Ingredienti, una lista lunga lunga. È lunga la lista degli ingredienti "secondari". L'acido citrico per fornire l'acidità di solito associata al succo degli agrumi (ma Skipper e Puertosol alla fine esagerano un po' e risultano troppo acidi e amari), gli aromi per rinforzare il gusto del succo, l'acido ascorbico (o vitamina C) aggiunto per la sua funzione antiossidante a protezione del colore del succo. Nulla a che vedere dunque con le sue funzioni nutrizionali.
Poco succo, poco colore. Non si può, poi, fare a meno dei coloranti artificiali (E129 o rosso allura AC e carmosina), dato che le arance sono solo un terzo circa del prodotto. Skipper, Coop e Puertosol si dichiarano "senza coloranti", ma in realtà utilizzano ribes nero, carota nera o acerola sempre allo scopo di rafforzare il colore del succo. Per assomigliare in tutto e per tutto alle spremute, un ruolo importante è quello degli addensanti (pectina e farina di semi di carrube), soprattutto nei prodotti più scarsi di succo (Santal, Santal Premium e Puertosol).
 
Il nostro test
Abbiamo analizzato in laboratorio 6 succhi e 12 bevande a base di arance rosse. Poi li abbiamo assaggiati. I 240 consumatori che hanno partecipato all'assaggio sono stati ospitati in cabine individuali per evitare il rischio di influenzarsi a vicenda. Succhi e bevande sono stati serviti in forma anonima in bicchieri trasparenti. Nella prima fase è stato dato un giudizio globale sul prodotto, con la descrizione di pregi e difetti. Nella seconda prova sono stati giudicati aspetto, colore, profumo, sapore e grado di acidità.
 
Non solo frutta
Succo, zuccheri e acqua sono gli ingredienti principali delle bevande a base di frutta. Stabilirne la quantità permette di definire le caratteristiche qualitative dei vari prodotti. Generalmente meno succo viene utilizzato, più zucchero c'è.
 
Fratelli di scaffale
Sullo scaffale del supermercato sono uno vicino all'altro. Fratelli, ma non proprio gemelli. Si tratta di confezioni simili, ma di prodotti con caratteristiche qualitative decisamente diverse. Sul banco degli imputati finiscono, in particolare, i prodotti di Santal e Bravo. Nel primo caso l'Arancia 100% traina la vendita di Arance Rosse, che contiene però solo il 20% di frutta. Stessa confezione, stessi colori: difficile distinguerle senza leggere l'etichetta. Tranello in agguato anche per i cartoni di Bravo. Succosi agrumi gialli e rossi a più non posso, ma solo in foto: la bevanda di arance bionde contiene il 50% di succo, quella di arancia rossa il 30%.
 
Arance di tutti i colori
C'è a chi piace bionda e a chi rossa. Non si tratta di donne ma delle tipologie dell'arancia, l'agrume più diffuso in tutto il mondo. È solo questione di gusti.
Arance bionde: in questo gruppo rientrano i frutti con il colore della polpa e della buccia che varia dall'arancione intenso al giallo. Tra le varietà più diffuse ci sono la Valencia, la Ovale (o Calabrese) e la Belladonna. Adatta sia per il consumo fresco che per le spremute anche a livello industriale data la sua polpa molto succosa, la Valencia è l'arancia che matura più tardi: da metà aprile a fine giugno. La Ovale, tipicamente italiana, è priva o quasi di semi e ha un sapore gradevole: matura tra marzo e maggio. La Belladonna, frutto dal sapore ottimo, è anch'essa molto utilizzata per la produzione di succhi. È sul mercato tra gennaio e maggio. Fanno parte del gruppo delle bionde anche le cosiddette "ombelicate", così chiamate per la piccola escrescenza presente nella parte inferiore. La Washington è la più conosciuta: soda ma non molto succosa.
Arance rosse (o pigmentate): i frutti di questo gruppo si caratterizzano per il colore rosso della polpa, del quale sono responsabili alcuni particolari pigmenti: gli antociani.
Moro, Tarocco e Sanguinello sono le varietà più diffuse. Di forma ovale, di media grandezza e dal colore violaceo, l'arancia Moro è molto succosa, ma diventa sgradevole se conservata a lungo o se gustata a maturazione inoltrata. Si trova tra metà dicembre e fine febbraio. La Tarocco, l'arancia più diffusa in Italia, è molto apprezzata per la sua polpa profumata, aromatica e molto succosa. La buccia è molto fine e per questo bisogna maneggiarla con delicatezza. Il periodo di maturazione va da metà dicembre a fine aprile. La Sanguinello si distingue, invece, per la buccia giallo paglierino sfumata di rosso e per la polpa rosso fragola; è quasi priva di semi.
 
Dai soci. Dubbi sulla vitamina C
È vero che le vitamine contenute nei succhi di frutta confezionati mantengono inalterate le loro proprietà, mentre quelle del succo fatto in casa dopo un giorno non conservano più le stesse caratteristiche? Il mio dubbio è che nei succhi confezionati non ci siano effettivamente le vitamine. (Miriam Palma, Lecce).
Già qualche anno fa abbiamo condotto un'inchiesta sulla problematica posta dalla nostra socia. Avevamo analizzato il contenuto di vitamina C, la più delicata tra tutte le vitamine, nelle spremute fatte in casa e nei succhi d'arancia confezionati. Dai risultati della nostra indagine era emerso che il contenuto della vitamina C nelle spremute casalinghe è molto costante nel tempo. Il ché significa che anche dopo 24 ore, indipendentemente dal fatto che siano state conservate in frigo o tenute al riparo da aria e luce, le spremute risultano ancora molto ricche di vitamina C.
Precisiamo, comunque, che il frutto consumato intero contiene una quantità di vitamina C superiore rispetto a quella presente nella spremuta fatta in casa e che, al contrario, quella contenuta nei prodotti confezionati è invece risultata inferiore. In particolare, poi, i succhi che devono essere conservati in frigorifero presentavano valori inferiori rispetto ai prodotti analoghi ma non conservati in frigo.
In ogni caso, secondo quanto concluso dalla nostra indagine, sia il succo di frutta industriale sia la spremuta casalinga costituiscono una fonte di vitamina C per il nostro organismo e il loro contenuto si mantiene nel tempo.