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inquinamento: più in casa che nel traffico
- Subject: inquinamento: più in casa che nel traffico
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 12 Oct 2009 06:34:06 +0200
DA REPUBBLICA.IT
La conferma arriva dall
Istituto superiore di sanità: l'aria che respiriamo nei nostri appartamenti è
peggiore di quella che Inaliamo nel traffico delle città. Difendersi è
possibile. Spalancando le finestre, ma anche avendo cura dei luoghi in cui
passiamo la maggior parte del nostro tempo. Ecco
come
Detersivi, vernici, gas e polveri
è in casa la battaglia antì-smog
ANTONIO CIANCIULLO Negli anni Novanta la " sindrome da edificio malato"
era di grande
I giornali lanciavano allarmi sulle esalazioni di formaldeide dai mobili e sui gas tossici in cucina. E l'Envi-ronmental Protection Agency, l'agenzia ambientale degli Stati Uniti, calcolava che negli Usa l'inquinamento indoor, cioè negli ambienti chiusi dove la gente passa l'80 per cento del tempo, provocava una spesa medica supplementare valutata in un miliardo di dollari. Poi il tema è sparito dall'at- tenzione dei media, travolto da altri, più eclatanti disastri. Il convegno organizzato per venerdì prossimo dall'Istituto superiore di sanita ha il merito di riportare il tema sotto i riflettori. Un ritorno d'attenzione motivato anche da un effetto poco noto dei decreti sull'efficienza degli edifìci: l'ultimo è del luglio scorso e contiene le linee guida nazionale per la certificazione energetica delle case. Alla base di questi provvedimenti, iniziati con le norme volute dall'ex ministro Pierluigi Bersani, c'è l'esigenza di rialli-neare l'Italia rispetto all'Europa eliminando gli sprechi che raddoppiano il consumo energetico delle nostre case rispetto alla media comunitaria. Ma migliorare la coibentazione significa anche regolamentare Io scambio di aria tra l'interno e l'esterno. Qual è il modo migliore? «In un'abitazione c'è da assicurare un ricambio completo di aria ogni tre ore, in una palestra bisogna raddoppiare la velocità e in una camera operatoria moltiplicarla per sette», risponde Gaetano Fasano, l'esperto dell'Enea. «Si tratta di immettere grandi quantità di aria ma anche di depurarle, eliminando almeno gli inquinanti più grossolani. I sistemi possibili sono tre: naturali, ibridi e meccanici». Il più semplice è ovviamente quello naturale che consiste nel-l'applicare bocchette sugli infissi e tararle, o a tempo o con dei sensori che registrano la presen-za intema di inquinanti, in modo che assicurino un corretto ricambio dell'aria. Nel caso del sistema ibrido si sfruttano parzialmente meccanismi basati sull'aspirazione dell'aria esterna. Con il sistema meccanico l'intero ciclo di passaggio dell'aria è costantemente guidato da filtri e aspiratori che.per non tra-dire lo spirito della legge sull'efficienza energetica, dovrebbero essere mossi dall'energia fotovoltaica catturata sul tetto dell'edificio, o sulle pareti della casa grazie alle nuove frontiere del solare che permettono un suo flessibile della tecnologia. Ma, una volta garantito il ricambio, resta da risolvere un secondo, non trascurabile problema: la differenza di temperatura tra interno ed estemo. Per buona parte dell'anno accelerare l'ingresso d'aria esterna senza correttivi porterebbe all'aumento, invece che alla
diminuzione, del consumo di energia Per questo nei nuovi edifici va previsto un
sistema che permette di arrivare a una profondità sufficiente per avere una
temperatura quasi costante d'estate e d'inverno (ad esempio tubi che viaggiano
sotto terra o si collega-no a una falda idrica se è disponibile nelle
vicinanze). Poi, utilizzando gli scambiatori di calore, grazie all'energia
termica pescata gratuitamente dal sottosuolo si riscalda o rinfresca l'aria da
immettere nelle stanze. In questo modo si può garantire un buon ricambio
dell'aria a costi energetici contenuti. Ma non è ancora finita: occorre ridurre le fonti d'inquinamento interne, che sono numerose. Da questo punto di vista uno dei rischi più consistenti viene dalle esalazioni emanate da detergenti vari: prodotti che contengono fenoli, aldeidi, tensioattivi, composti clorurati, cioè sostanze che hanno effetti irri tanti e tossici. Gli ambienti da tenere particolarmente sotto controllo sono il bagno e la cucina che vanno arieggiati il più possibile (anche perché i fornelli sono una fonte significativa di gas potenzialmente tossici). Un'altra minaccia viene dall'e- salazione di sostanze nocive sprigionate dai mobili in truciolato tenuti assieme daresine alla formaldeide e dalle pareti domestiche trattate in modo sbagliato. Alcune delle vernici usate soprattutto durante gli anni Sessanta hanno un alto contenuto di piombo e vanno maneggiate con cautela, altre contengono sostanze pericolose che evaporano facilmente e, se l'ambiente resta chiuso, possono saturare una stanza provocando mal di testa, bruciore agli occhi, intossicazione. Per evitare questi problemi esiste un'ampia gamma di alter-native basate soprattutto sull'uso dell'acqua come solvente. Così come si possono adottare piccoli accorgimenti che migliorano la situazione e in molti casi consentono anche di risparmiare: letti con materiali naturali; niente moquette ma legno o piastrelle; piante che depurano l'aria consumando acqua anziché elettricità. Per chi invece deve ristrutturare l'appartamento i consigli dell'architettura bioclimatica riguardano anche la disposizione nord-sud per sfruttare al meglio l'energia solare e i sistemi di coibentazione per ridurre al minimo l'uso dei termosifoni. |
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