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good save the green esperienze di agricivismo militante in italia
- Subject: good save the green esperienze di agricivismo militante in italia
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 30 Sep 2009 06:37:12 +0200
martedì 29 settembre 2009
il manifesto Godsave THE GREEN Il «critical garden» dell'Xm24, centro sociale bolognese. E il Giardino degli angeli di Castel San Pietro. Esperienze di agricivismo ecomilitante, al di fuori del fenomeno trendy e radical chic degli orti urbani. E un progetto di documentario tra il nord e il sud del mondo God save the green è un progetto per un documentario, un'idea attorno a cui ruota il lavoro che sta impegnando due documentaristi bolognesi, Michele Mellara e Alessandro Rossi. Nei prossimi sei mesi gireranno il mondo con l'obiettivo di raccontare quella che a suo modo è una forma di resistenza che sempre più persone stanno portando avanti: l'agricoltura suburbana, l'agricivismo e i modelli di consumo consapevole. Sono quelle avventure che una felice definizione aiuta a comprendere meglio: crepe urbane rivitalizzante. Spazi di verde che gruppi di cittadini hanno strappato alla metropoli che tutto divora, spazi curati e amati da cui sono partiti progetti che hanno superato anche lo spazio stesso. Dentro questa cornice ci sono gli orti urbani, i giardini recuperati e tutte gli uomini e le donne che stanno dietro queste realtà, attori principali di quella che non è solo una tendenza. «Vogliamo lasciarci alle spalle l'aria glamour e un po' trendy che contraddistingue questi discorsi - racconta Mellara - pensiamo che questo sia un tema forte su cui sia importante riflettere e confrontarsi». L'accesso al cibo tra il sud e il nord del mondo, dalle parti di pianeta dove la fame è ancora la principale causa di mortalità e gli agricoltori arrivano nelle città a causa dei processi di desertificazione delle campagne alle periferie delle metropoli dove gli alimenti freschi sono assenti e la grande distribuzione è un ombrello che tutto copre. I due documentaristi (che hanno realizzato anche "Le vie dei farmaci", sull'accesso negato a molte popolazioni dei medicinali essenziali e salvavita) sono in questi giorni a Trento dove si sta svolgendo " Italian Doc Screening 2009", uno dei principali appuntamenti per far incontrare autori, produttori e distributori e rappresentanti delle televisioni internazionali. Ma «accanto alla via più istituzionale pensiamo sia necessario coinvolgere
più ad ampio raggio per una produzione anche dal basso» prosegue Mellara. Per
questo c'è un indirizzo mail, info at mammutfilm.it, cui si può scrivere per
segnalare e raccontare esperienze di agricivismo.
Per ora il progetto del documentario prevede dieci racconti che salteranno
tra il nord e il sud del mondo grazie anche alla ricerca fatta assieme al Cefa,
un'organizzazione bolognese che da quasi quarant'anni si occupa di cooperazione
allo sviluppo e volontariato internazionale. Dall'Italia al Marocco (dove la
troupe si trasferirà a ottobre) passando per la periferia di San Francisco e
Buenon Aires.
Si parte da una constatazione semplice: dal 2007 nel mondo il numero delle
persone che abitano nelle aree urbane è superiore a quello di chi vive nelle
campagne. God save the green si occuperà del problema della distribuzione del
cibo e del diritto ad avere cibo fresco. Come accade a Oakland, San Francisco,
trentamila abitanti e un supermercato. Un gruppo di persone alcuni anni fa mise
gli occhi su due ettari di terreno incolto dove ha iniziato a coltivare prodotti
biologici. Dalla coltivazione alla distribuzione il passo è stato quasi
naturale, con l'acquisto di un furgone per consegnare gli ortaggi. Ma è successo
di più: sono stati avviati anche corsi di diritto al cibo salutare in un angolo
di pianeta dove il consumo di alimenti spazzatura è la regola e dove il tasso di
obesità conta numeri decisamente importanti. «Un meccanismo virtuoso partito da
due ettari incolti - riflette Mellara - e agito da persone che noi vorremmo
raccontare perché ogni episodio non dovrà rimanere freddo e algido ma indagare
le storie di persone e comunità».
In Marocco il documentario dimostrerà come si può risparmiare l'acqua nel
coltivare le piante raccontando un'esperienza di un'area a ottanta chilometri da
Casablanca.
L'Italia invece avrà il volto dei kit green spot di Eugea, che è uno
spin-off della facoltà di Agraria di Bologna. Cosa sono questi kit è presto
detto: sacchetti che contengono semi per realizzare un piccolo orto sul balcone
di casa, o per ricreare il microhabitat delle farfalle che sono tra i principali
impollinatori che hanno subito una drastica diminuzione. Un input all'ecologia
privata in una città che vanta la tradizione decennale degli orti sociali, ce ne
sono circa tre mila ognuno di 35 metri quadri e da pochi mesi non sono più
destinati solo ai pensionati, anche i giovani possono fare richiesta.
"Crepe urbane" è anche un foglio prodotto da un collettivo del centro
sociale XM24 di Bologna, che negli ultimi due anni ha dato vita ad un progetto
di critical garden e i ragazzi dello spazio lo scorso aprile hanno ripulito un
grande piazzale che confina con il centro da anni di colpevole abbandono con
l'idea di realizzare un giardino e un orto.
Un giardino insolito e magico è invece nato a Castel San Pietro, un comune
tra Bologna e Imola. Si chiama Giardino degli angeli
(www.giardinodegliangeli.net) e nasce come reazione ad un lutto da parte di due
genitori. Il papà è Giacomo Varignana, che è anche il responsabile del verde per
l'amministrazione comunale. «Dopo la perdita di Sara abbiamo pensato alle cose
che piacevano a lei, io sono un giardiniere e so fare questo lavoro. A lei
piaceva molto la campagna e con mia moglie e un gruppo di amici e volontari
abbiamo iniziato a lavorare su questo che era un prato di quattro mila metri
quadri». Ora nel centro di Castel San Pietro c'è un giardino, un orto, un
laghetto e un percorso di piante che viene visitato dalle scolaresche. «È
qualcosa che è andato oltre le nostre aspettative - spiega Varignana - È nata
un'associazione che mantiene il giardino che è assolutamente pubblico, aperto
gratuitamente e che il comune ci ha assegnato in convenzione». Attorno al
giardino degli angeli lavorano tra le dieci e le dodici persone e nell'orto si
coltivano pomodori, melanzane, zucchine, carote e altri ortaggi. Sul sito sono
anche riportati i commenti di chi è andato a visitarlo e ha voluto lasciare una
sensazione. Un'esperienza che non sarebbe esistita se i cittadini non l'avessero
voluta e creata. E curata con amore.
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