montagne di verde o montagne di ferro?



dal manifesto.it
giugno 2009
 
F'ulvio Gioanotto
Montagne di ferro
 
L' uso delle montagne coperte di vegetazione semi-tropicale hanno differenti valori in Co-ahuayana, municipio della costa di Michoacan, centro-ovest del Messico. In queste terre afflitte dalla piaga del narcotraffico, centinaia di famiglie che hanno deciso di costruire una vita decente sono nuovamente in lotta. Per loro le montagne di questo paradiso naturalistico sono fonte indispensabile di risorse alimentari e medicinali: qui raccolgono piante, crescono i frutteti e pascolano brade piccole mandrie di bovini e ovini. Per la multinazionale Italo-argentina Ternium Techint, si tratta solo di 2000 ettari potenziali da dove estrarre impunemente oro, ferro e probabilmente rame. La montagna di Ahuje è da tempo fonte di polemica fra gli abitanti della località di Santa Maria Miramar e alcuni responsabili del municipio, che vedono nell'affitto della montagna alla Ternium una possibile fonte di entrata economica. Gli abitanti segnalano che non esiste nessuno studio di impatto ambientale, ma la contaminazione che provocherà una nuova miniera a cielo aperto nel fiume El saucito, da dove viene l'acqua potabile per consumo umano e animale, sarà una catastrofe. E poi, si chiede la gente, a chi gioverebbe questa estrazione mineraria? Una prima risposta la popolazione l'ha data già l'anno scorso. Dopo due settimane dì sit-in e blocchi stradali, i cittadini di otto villaggi hanno ottenuto l'espulsione dei macchinari della multinazionale dalle lore terre. Durante la gran festa organizzata per celebrare la vittoria, con rodeo e balli, hanno chiesto alle autorità municipali che tutta la zona venga dichiarata riserva naturale per «proteggere selva, fiora, fauna e le acque da cui traggono la vita la maggior parte delle località nel municipio». Appoggiati dal gruppo ecologista locate «Ciardiani della selva», hanno iniziato a proporre circuiti ecoturistici, ciclismo di montagna e attività di bird-wa-tching. La lotta, ignorata dalla stampa e dai media, ha ricevuto un primo atto di solidarietà internazionale da parte di una ong ambientalista tedesca (www.salvalaselva.org); la campagna che ne è seguita ha convinto la stampa locale, controllata dallo stato, a interessarsi del caso. Un altro caso è quello del vicino municipio di Aquila, dove la comunità indigena nahuas lotta da ventanni contro l'espansione delle miniere di ferro della stessa impresa. La Ternium- Hylsa ha ottenuto dallo stato federale almeno sei permessi per estarre minerale per 50 anni in 22 mila ettari, con un miserevole Indennizzo per le comunità Indigene. Ma dato che la multinazionale non ha mal rispettato le clausole e i pagamenti, la gente ha cominciato a bloccare i camion che giornalmente trasportano il minerale ferroso lungo l'unica strada costiera. La determinazione della comunità nahua ha funzionato. Poche settimane fa 467 famiglie hanno ottenuto il primo milione di dollari per il danno ambientale nel terreni di La Colomera e Los Tenamaxtle. Comunque all'interno delle stesse comunità c'è divisione dopo tanti anni di lotta: alcuni accusano i rappresentanti di svendere le riserve minerali di proprietà del comune. Altri invece vogliono creare una miniera comunitaria sostenibile, dove sarebbe la stessa popolazione ad est/arre il minerale e a commercializzarlo. L'esperienza e la capacità tecnica non mancano, essendo la miniera l'unica fonte di impiego nel raggio di centinaia di chilometri. Nell'ultima assemblea le popolazioni indigene e non dei due municipi hanno comunque deciso di unire esperienze, forze e strategie per una campagna comune In difesa del territorio.