biodiversità in città



da greenreport.it
21/05/2009
 
Biodiversità in città
di Fulco Pratesi
 
ROMA. La crisi ambientale provocata dal riscaldamento globale e dai suoi effetti collaterali colpisce duramente gli ecosistemi del Pianeta. Grandi fiumi ridotti drasticamente nelle portate, deserti che avanzano e parossismi climatici mettono a dura prova la biodiversità, quel mirabile insieme di specie animali e vegetali che dividono con noi lo spazio sulla Terra.

Ma anche “ecosistemi” del tutto artificiali e alieni come i nostri affollati e inquinati centri urbani subiscono mutamenti di vario genere e non sempre positivo.

L’aumento delle temperature climatiche, che si sommano a quelle provocate da un insostenibile uso di combustibili fossili sia nel sistema dei trasporti urbani, sia in quello del riscaldamento e condizionamento domestico, attirano sempre più in città alcune specie, come gli storni, i cui posatoi notturni presentano uno o due gradi in più rispetto a quelli in aperta campagna, mentre per altre specie, come la volpe, il gabbiano reale e la cornacchia grigia, è la presenza invadente dei rifiuti a costituire un richiamo irresistibile.

Un fenomeno piuttosto diffuso legato al riscaldamento globale è rappresentato dall’arrivo e dall’inurbamento stabile di specie tropicali come alcuni pappagalli (vedi il parrocchetto monaco sudamericano e quello dal collare originario dell’India e dell’Africa), di insetti come il punteruolo rosso distruttore di palme cittadine, della zanzara tigre, della farfallina mozambicana devastatrice dei gerani e di altri “clandestini” divenuti più o meno comuni nei centri urbani.

Accanto alle nuove accessioni in termini di animali extracomunitari (oltre a quelli favoriti dal global warming possiamo ricordare gli scoiattolini asiatici, le testuggini nordamericane, i pesci esotici liberati irresponsabilmente nei parchi cittadini) bisogna registrare nuove presenze di animali nostri, un tempo molto rari e oggi in aumento grazie a una nuova sensibilità degli abitanti.

Si possono ricordare il falco pellegrino ormai nidificante in molti centri cittadini, l’istrice presente in alcuni parchi di Roma, così come alcune specie di picchi, un tempo assenti nei giardini urbani.

In calo, almeno nelle città ove il fenomeno è più monitorato, appaiono molte specie di uccelli granivori, dal verdone al verzellino, dal cardellino al fringuello, dalla passera mattugia a quella italica, un tempo abbondanti. Si tratta di un fenomeno - che alcuni legano all’aumentata presenza di corvidi come le cornacchie e le gazze, tipici saccheggiatori di nidi esposti alle loro razzìe – e alle drastiche potature delle alberature cittadine, perpetrate oltretutto in epoca di nidificazione.

Ma per queste specie, come pure per pipistrelli, rondoni, balestrucci, lucertole, gechi, farfalle, libellule e altri animali cittadini, la causa principale di declino è da ricercare nelle irresponsabili irrorazioni con insetticidi tossici contro le zanzare che nelle città si producono senza i controlli e i limiti obbligatori nelle campagne