puericultori di alberi



da ariannaeditore
Domenica 21 Settembre 2008 
 
Puericultori di alberi
di Marinella Correggia - 19/09/2008

Fonte: Il Manifesto [scheda fonte]

Il governo spagnolo pianterà 45 milioni di alberi nei prossimi quattro anni per combattere la desertificazione e il degrado dei suoli accentuati dai cambiamenti climatici, e al tempo stesso per contribuire a ridurre l'anidride carbonica in atmosfera. In un paese che per un terzo è minacciato dalla desertificazione, il progetto creerà 670.000 giorni di lavoro. La riforestazione sarà realizzata con specie endemiche e interesserà in totale 61.300 ettari. Un'azione ugualmente importante anche se su scala molto piccola è in corso nella riserva naturale Palmarí, Amazzonia brasiliana. L'idea di base del progetto «Sembrando Selva» è recuperare specie arborre (da frutto e non) native minacciate di estinzione piantandole nelle aree forestali distrutte dall'operato umano. Il progetto coinvolge i giovani brasiliani in campi di lavoro con la comunità locale: un risvolto educativo che, si auspica, avrà un effetto moltiplicatore. Queste due esperienze rientrano nella campagna mondiale Plant for the Planet: Billion Tree Campaign (Pianta per il pianeta: campagna «miliardi di alberi»; www.unep.org/billiontreecampaign/) lanciata da Wangari Maathai, Premio Nobel per la Pace nel 2004. Keniana, per decenni ha guidato il Green Belt Movement (Movimento cintura verde), che a partire dal 1977 ha mobilitato centinaia di migliaia di donne africane nella sfida di fermare la deforestazione, piantando e creando vivai. Il Green Belt ha piantato negli anni 30 milioni di alberi in tutta l'Africa. L'idea di Wangari è stata amplificata dall'Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, che chiede a individui, comunità, associazioni, organizzazioni della società civile, mondo dell'economia e governi di impegnarsi a riempire il pianeta di altri alberi, non solo piantandoli ma accompagnandone la crescita. All'inizio si puntava sul miliardo ogni anno, attualmente l'obiettivo è arrivare a 9 miliardi entro la fine del 2009. La piantumazione è incoraggiata nelle aree anche boschive degradate, nelle zone agricole, negli ambienti urbani. Gli alberi devono essere adatti alle condizioni locali e preferibilmente in policoltura. Il progetto è un modo per proteggere le foreste naturali anche perché nelle piantagioni la produttività per ettaro - in termini di legname - è molto maggiore e quindi «convengono». Ricordiamo che la deforestazione divora 13 milioni di ettari all'anno; le maggiori perdite si registrano in Africa e America Latina, mentre in Europa il patrimonio forestale aumenta (malgrado gli incendi) e l'Asia conosce alterne vicende: da un lato la palma da olio che sostituisce la foresta tropicale, dall'altro i giganteschi programmi di riforestazione in Cina. Purtroppo negli ultimi anni i posti di lavoro formali nelle attività forestali si sono ridimensionati, ma tuttora un miliardo di persone vivono nei pressi di foreste o boschi da cui attingono risorse e 500 milioni di piccoli coltivatori nei tropici hanno alberi redditizi sui propri terreni. La campagna dell'Unep ha finora ricevuto impegni d'azione per 3,9 miliardi di alberi, mentre 2,297 miliardi sono stati già effettivamente piantati nei vari paesi. Il progetto chiama tutti noi a diventare, nel nostro piccolo, imitatori di Elzéard Bouffier, protagonista del mitico racconto - ma anche storia vera - di Jean Giono L'uomo che piantava gli alberi. Che riuscì a riportare vita e persone in una regione diventata arida, ostica e spopolata. Possiamo essere tutti puericultori di alberi perché un alberello si alleva anche su un balcone e una volta cresciuto e più forte, si troverà un terreno da fargli abitare.