cellulari: la stangata arriva con un sms



da il salvagente/28 agosto-4 settembre 2008

IN 10 MILIONI COSTRETTI A CAMBIARE TARIFFE
Cellulari,
la stangata che arriva con un sms

Baebaka Liverzani

La notizia è arrivata con un sms nel bel mezzo delle vacanze estive. Così, prima Tim, poi Vodafone, hanno comunicato a circa 10 milioni di clienti la decisione presa, unilateralmente
e senza appello: cambio di tariffa
Una doccia fredda che ha raggiunto i 3,5 milioni di utenti Tim e i circa 6 milioni della Vodafone coinvolti, mentre si godevano le ferie e che ha tutta l'aria di un blitz agostano messo in atto dai due big della telefonia puntando sulla disattenzione estiva Come era prevedibile, è scoppiata la polemica con i clienti indignati e le associazioni dei consumatori sul piede di guerra Guarda caso tra le tariffe pensionate ci sono proprio quelle più economiche. Sospetta, poi, la coincidenza dei tempi tra i due operatori che ha fatto parlare di "cartello" per un'intesa sui prezzi. Dubbi e sospetti che Tim e Vodafone rispediscono al mittente. "È stato un intervento obbligato: alcuni profili erano fuori commercio e non più in linea con le esigenze nostre e del mercato", si difendono da Tim. Analoghi gli argomenti usati dal-
l'altro operatore: "Abbiamo agito in un'ottica di semplificazione per ridurre il numero dei piani. Tra l'altro alcuni risalivano a dieci anni fa e quindi erano fermi rispetto alle attuali promozioni che sfruttano le nuove tecnologie". In effetti a essere ritoccate sono state soprattutto tariffe "vecchie" che già non erano più sottoscrivibili da tempo, ma che continuavano a essere valide per coloro che le avevano scelte tra le decine disponibili. Non sarà più così dal 9 settembre (per i clienti Tim) e dall'I ottobre per quelli Vodafone.
Cambiare operatore
Per tutti gli arrabbiati - e non sono pochi - un'unica opzione per non subire in silenzio: cambiare piano o operatore del tutto gratuitamente e con la restituzione del credito residuo.
La pigrizia e l'obiettiva difficoltà di orientarsi tra le mille offerte disponibili - lo sappiamo - potrebbero dissuadere o scoraggiare anche i più volenterosi, ma l'inerzia in questo caso potrebbe costare davvero cara. Perché le nuove tariffe sono decisamente più salate delle vecchie.
Ecco perché in queste pagine vogliamo offrire una bussola che aiuti a scegliere l'alternativa più conveniente. Non potendo analizzare tutti i piani rimodulati abbiamo scelto di considerare solo quelli più popolari, ossia con più clienti. Allo stesso modo nell'indicare le tariffe più convenienti di ciascun operatore, abbiamo preso in considerazione quelle che, al di là di opzioni particolari, hanno il costo delle chiamate più basso. Per
questo abbiamo scelto quelle senza scatto alla risposta e con il minore prezzo al minuto.
Tra le migliori in assoluto ci sono Super Sette di Tre e Easy Day Special d Vodafone (gratis fino al 30 settembre per i "rimodulati" e per chi arriva da altro operatore), a soli 15 centesimi al minuto. Per "godere" di queste offerte è necessario però effettuare almeno une ricarica al mese di qualsiasi importo Easy New, la low cost tra le opzioni Tim, è gratis solo per i clienti colpiti dal le rimodulazioni, per tutti gli altri c'è ur costo di attivazione di 9 euro.
La mazzata
Tim è intervenuta su 10 tariffe, aumentándole tutte di 3 centesimi al minuto, mentre ha lasciato invariati
prezzi degli sms e dello scatto alla risposta. Tra queste la più diffusa e anche una delle più economiche è Unica.
Parzialmente diversa, anche se dagli esiti simili, l'operazione di Vodafone. Nessuna rimodulazione vera e propria, ma l'accorpamento di 25 piani in 7 nuovi. Impossibile sapere con precisione gli aumenti di ciascuna singola tariffa, visto che Vodafone non li ha comunicati e sul sito sono confrontabili solo dai titolari dei piani pensionati. Il minimo comune denominatore dell'intervento è comunque l'aumento dello scatto alla risposta da 15 o 10 centesimi a 16 (con un incremento fino al 60%) e il calo del costo degli sms a 10 centesimi.
In questo caso la famiglia più popolosa è quella dei piani confluiti in Vf Italy (risalgono al '98), tra i quali abbiamo scelto Italy Ricaricabile In Euro. Curioso che la compagnia inglese ab-
bia deciso di intervenire proprio sullo scatto alla risposta, uno dei balzelli più fastidiosi e che, infatti, all'indomani della cancellazione dei costi di ricarica era stato indicato come il prossimo obiettivo. "Spesso si è costretti a richiamare più volte lo stesso numero solo perché non c'è copertura di rete e cade la linea - ci dice Antonio Bosco dell'Adiconsum -, per questo chiediamo che sia abolito lo scatto almeno per le chiamate verso lo stesso numero fatte nel giro di pochi secondi". Una prospettiva ancora lontana (come conferma l'Agcom) anche per il muro opposto dagli operatori. Del resto già l'eliminazione dei costi di ricarica, fatta dall'allora ministro Bersani nel marzo 2007, non era stata indolore. Da subito, o quasi, Wind e Tre, i cui tagli incidevano di più sui fatturati, erano intervenuti sulle tariffe. Wind aveva rimodulato un solo piano (Wind 10 diventava
Wind 12) ma contestualmente ne aveva lanciati altri più costosi: Wind 5 New e Senza Scatto New. Tre ne aveva ritoccati sette: Tua Matic, Tua Matic Più, Super Tua, Super Tua Più, Super 3, Semplice 3, Tua Semplice.
Oggi è il turno dei due big, che pure avevano fatto motivo di orgoglio il fatto di rispettare i precedenti sottoscrittori. A parziale risarcimento del torto subito offrono delle opzioni speciali. Telecom dà l'opportunità (gratis fino al 31 dicembre) di parlare a metà prezzo dopo il secondo minuto di conversazione favorendo così i grandi parlatori. Molto allettante, come abbiamo visto, la proposta Vodafone Easy Day Special che ha, tra l'altro, una tariffazione a secondi a differenza di tutti i nuovi piani offerti dalla compagnia che sono a scatti anticipati.
CONTRO L'AUTHORITy PIOGGIA DI CRITICHE
"L'Agcom? Soffre di sudditanza"
TROPPO LENTA E MORBIDA CON GLI OPERATORI. È L'OPINIONE DEGLI ESPERTI. E LA COMMISSIONE UE BACCHETTA L'ITALIA

Va tutto bene. Forse no. Valutiamo. È stato  perlomeno tentennante l'atteggiamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nei confronti delle rimodulazioni delle tariffe annunciate da Tim e Vodafone. Se in un primo momento l'Authority presieduta da Corrado Calabro aveva fatto sapere che la strategia messa in atto in pieno agosto dai due maggiori operatori telefonici era opinabile ma regolare, dopo il "pressing" delle asso-
ciazioni dei consumatori è, almeno in parte, tornata sui suoi passi.
" Non possiamo intervenire in alcun modo sulle tariffe del settore mobile che opera in un mercato concorrenziale - ci dice Vincenzo Lobianco dell'Agcom -ma stiamo valutando la qualità delle informazioni fornite ai clienti, soprattutto relativamente alla completezza e alla chiarezza". In pratica l'Autorità si impegna a verificare, prima che scattino i cambi di tariffa, se siano state adeguatamente spiegate ai clienti le opzioni a disposizione e se ci sia l'effettiva possibilità di recedere gratuitamente. Se non si tratta di una marcia indietro poco ci manca. Un cambiamento di atteggiamento è innegabile, al punto che il dubbio che l'Autorità si sia mossa solo dopo le sollecitazioni delle associazioni dei consumatori, è legittimo. Non se ne stupirebbe Paolo De Andreis direttore di Punto Informatico: "Ormai sta diventando una sorta di gioco delle parti: i consumatori protestano e segnalano e l'Agcom risponde. Avrebbe il potere e la facoltà di intervenire preventivamente, ma purtroppo raramente li utilizza". L'accusa che da più parti viene all'ente presieduto da Calabro è di muoversi lentamente. "Basta vedere quanto tardi si è mossa con i numeri a sovrapprezzo che avrebbero richiesto un controllo sugli operatori e una tutela dei consumatori ben precedente", spiega De Andreis. Anche in questo caso, del resto, l'intervento non è stato sicuramente all'insegna della tempestività seppure lo stesso regolamento comunitario in materia di tic lo richiedeva. Martin Selmayr, portavoce della Commissaria europea per le telecomunicazioni vlvia-ne Reding ci spiega perché: "Le regole dell'Ue richiedono in primo luogo agli operatori del settore di rispettare alcuni obblighi nell'interesse degli utenti. In particolare è tutelato il diritto alla trasparenza di informazione sui prezzi e qualsiasi cambiamento deve essere comunicato per tempo e in modo assolutamente chiaro. Deve essere riconosciuta, inoltre, ai clienti la possibilità di recedere dal contratto in modo totalmente gratuito".
Ma come operano le altre Autorità europee? Un confronto è inevitabile. "L'omologa inglese, Ofcom è molto più efficace e autorevole", secondo De Andreis. "Questo perché agisce immediatamente all'apertura di un nuovo mercato, che poi di questi tempi corrisponde al comparire di una nuova tecnologia. In Italia, invece, prima si lascia che uno o due operatori dominanti si tuffino sulle novità salvo poi scoprire, magari, che operavano in una situazione di oligopolio. Intervenire in ritardo significa, dunque, ridurre
l'ampiezza del mercato e la scelta dei consumatori" Il problema è senza dubbio anche di poteri e stru menti a disposizione. "L'Autorità italiana è sottodimensionata sia come professionalità, mancando d competenze specifiche strettamente legate al settore tic, sia dal punto di vista delle risorse economiche a disposizione", continua De Andreis. Anche se questo, per il direttore di Punto Informatico, nor basta a spiegare l'apatia che troppo spesso ne caratterizza l'azione: "Più volte ha mostrato una certa sudditanza nei confronti degli operatori telefonici. Anche questo contemporaneo aumento delle tariffe da parte di Tim e Vodafone è la prova dell'esistenza di un cartello tra le compagnie, per spezzare il quale non è mai stato fatto niente". Se non parla esplicitamente di sudditanza, almeno una certa "morbidezza" dell'Agcom la sottolinea anche Selmayr a proposito delle tariffe di terminazione, ossia quella parte di costo che l'operatore di chi chiama paga a quello di chi riceve e che la Commissione europea ha imposto di abbassare: "L'Italia è tra i paesi europei in cui le terminazioni mobili sono più care. L'Agcom ha proposto un taglio esiguo, molto meno ambizioso rispetto a quanto richiesto dalla Commissione proteggendo di fatto gli interessi delle compagnie telefoniche. Ciò a detrimento non solo della concorrenza in Europa, ma soprattutto dei consumatori italiani". •