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metropoli e clima
- Subject: metropoli e clima
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 23 Apr 2008 06:55:18 +0200
da ecodallecitta'.org
CONVEGNO “METROPOLI E CLIMA” Roma, 8 Aprile 2008 La roadmap della Efficienza Energetica: dalla strategia della sostituzione alla strategia dello sviluppo integrato Mauro Annunziato Il modello della sostituzione efficiente L’approccio finora utilizzato per abbattere i consumi di energia primaria
di fonte fossile, è stato quello
più semplice e rapidamente praticabile: sostituire componenti tecnologiche ad alto consumo con componenti innovative a consumo più basso ed introdurre sistemi di generazione basati su fonti rinnovabili. Questo approccio, che potrebbe essere chiamato di sostituzione efficiente permette una rapida penetrazione sul mercato attraverso una azione combinata sulle due direzioni: incentivi (conto energia, certificati bianchi, recupero fiscale del 55%) e requisiti minimi (decreti sugli edifici, direttiva ecodesign sugli elettrodomestici, requisiti minimi sui sistemi energetici, motori, ecc…). Su questo fronte l’industria è impegnata nell’offrire prodotti capaci di consumare meno dell’analogo prodotto attualmente utilizzato o produrre energia rinnovabile a più basso costo. Le analisi di scenario per il calcolo del potenziale di risparmio si fondano sul calcolo dello scostamento dei consumi rispetto al modello business as usual dovuto alla sostituzione di un prodotto esistente con un altro con migliori requisiti energetici. Tale approccio ci permetterà probabilmente di conseguire l’obiettivo del recupero del 9.6% entro il 2016 previsto dal Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica ma non è chiaro se sarà sufficiente a centrare gli obiettivi successivi del 20% al 2020 ed ancor meno quelli previsti per il 2030 o 2050 la cui necessità sta imponendosi con chiarezza alla luce delle instabilità dei mercati della fonte fossile indotti dal notevole aumento della richiesta dai paesi ad alto tasso di crescita come Cina ed India. Il modello dello sviluppo integrato dell’efficienza
Il limite di questo approccio si potrebbe esprimere con una metafora: “tanti strumenti musicali perfetti non fanno un concerto”. Ciò che manca all’approccio della sostituzione è il vantaggio che potrebbe essere offerto da una visione più sistemica che permetta di valutare un insieme coordinato di nuove tecnologie di consumo e generazione locale di energia ed armonizzato con le opportunità territoriali e le esigenze locali. Per fare un esempio possiamo pensare al caso tipico della valutazione energetica degli edifici dove la applicazione asettica delle singole tecnologie “top class” (classe A su involucri ed impianti) progettate sul principio della soddisfazione delle richieste nel periodo di maggiore sollecitazione, può portare alla vanificazione dell’intervento stesso. In questo caso la soluzione ottimale va cercata a livello complessivo valutando tutti gli indici (prestazionali, efficienza, costo, CO2) sull’intero sistema edificio-impianti sulla base di una modellazione dinamica che includa le caratteristiche climatiche locali ed i comportamenti estate-inverno. Si può scoprire così che alcune tecnologie sono tra loro contrastanti, che le caratteristiche climatiche locali scolpiscono soluzioni differenti, ed infine che soltanto una progettazione ottimizzata può abbattere costi e tempi di ritorno dell’investimento. Lo stesso principio che abbiamo esposto per il sistema edificio-impianto, può essere applicato sia a piccoli insediamenti omogenei di varia natura (residenziale e non residenziale, aziende) che ad insediamenti territoriali più ampi (paesi, quartieri, distretti industriali). E’ questo il paradigma del distretto energetico ad alta efficienza, ovvero insediamenti in cui attraverso un mix di soluzioni tecnologiche è possibile ottimizzare l’interazione tra consumo e generazione locale dell’energia riducendo i consumi e ricorrendo quanto più possibile ed economicamente compatibile, alle fonti rinnovabili. La visione integrata del distretto energetico permette di ottimizzare la progettazione dell’intero sistema agendo contestualmente sulla minimizzazione dei consumi delle singole utenze, sulla produzione locale ed economica dell’energia, sulla integrazione delle fonti rinnovabili, sulla gestione ottimale del sistema. Per le sue caratteristiche, piuttosto che ad alzare l’efficienza del Sistema Italia attraverso la sostituzione tecnologica, questo approccio mira alla definizione di un vero e proprio modello di sviluppo. Tale modello può essere applicato e progressivamente diffuso, sia nelle nuove realizzazioni e sia nella riqualificazione di insediamenti esistenti, attraverso un processo di aggregazione locale guidata dalla opportunità di realizzare elevati risparmi energetici ed economici oltrechè da benefici ambientali e da vincoli normativi. Tale modello offre la possibilità di stabilire nuove ed organiche relazioni in tutta la filiera di attori coinvolti, dall’utente, ai produttori, all’integratore, al gestore, al finanziatore, alla pubblica amministrazione, al mondo della ricerca. Poiché il coinvolgimento della realtà territoriale è elevato (PA, cittadino, aziende e professionisti locali), si può dire che non soltanto si abbattono i consumi, ma essenzialmente si sposta l’investimento energetico dal combustibile acquistato all’estero verso l’indotto creato sul territorio con conseguente aumento di occupazione, partecipazione e sensibilità ambientale. Per questi motivi nel seguito chiameremo questo approccio di sviluppo integrato dell’efficienza. Tale approccio non può essere considerato antitetico a quello sopramenzionato della sostituzione efficiente perché è diversa la scala temporale su cui i due approcci operano. Nel caso della sostituzione si potrebbe dire che l’effetto atteso è capillare e rapido con tempi dell’ordine dei 2-5 anni e con una derivata lineare, mentre nel caso dello sviluppo integrato il tempo di ritorno potrebbe essere tra 5 e 20 anni con una derivata inizialmente lenta ed una successiva accelerazione dovuta alla diffusione delle tecnologie di integrazione e delle best practices. La roadmap dello sviluppo integrato dell’efficienza ENEA si è impegnato a proporre una roadmap per costruire ed applicare il modello dello sviluppo integrato dell’efficienza che affianchi ed integri il modello attuale della sostituzione efficiente. Tale percorso non è scevro da difficoltà in quanto realizzazioni integrate sono ancora molto poche in Europa benché molte iniziative in tal senso stiano sviluppandosi (in particolare citiamo il Programma Concerto del VI e VII PQ della Comunità Europea e la Piattaforma Tecnologica Europea Smart Grids). Esiste inoltre una specificità dell’area Mediterranea che rende poco adattabili soluzioni già sperimentate nel Nord Europa non tanto per motivi tecnici, quanto per motivi di economia dovuti alla diversa ripartizione dei consumi tra estate ed inverno ed alla forte presenza di centri storici ed intensa urbanizzazione. L’approccio complessivo va quindi ridefinito verso l’idea dello sviluppo di Architetture Energetiche Mediterranee. Esistono inoltre problemi di acquisizione di credibilità tecnico-economica, di mancanza delle tecnologie di sistema, di percorsi autorizzativi articolati, di complessità delle filiere coinvolte. La situazione in cui ci troviamo è quella di dover costruire, o meglio aggregare le varie componenti della filiera per creare le condizioni per la diffusione del modello del distretto energetico integrato, agendo contemporaneamente sulla offerta e sulla domanda. Gli strumenti che abbiamo identificato per la costruzione della roadmap
sono essenzialmente due:
1. lo sviluppo, trasferimento e diffusione delle tecnologie di sistema; 2. lo sviluppo di progetti di dimostrazione e mobilizzazione Sviluppo, trasferimento e diffusione delle tecnologie di sistema Benché molte singole tecnologie efficienti siano già disponibili, gli
approcci finora perseguiti sul prodotto
anziché sul sistema, hanno generato una buona offerta di componenti ma notevoli lacune sulle tecnologie di sistema e sull’offerta di soluzioni integrate. Mancano fondamentalmente a) le capacità di progettare simultaneamente intere soluzioni di edifici-impianti e di distretti energetici a generazione locale dell’energia e b) le capacità di gestire in modo economico ed ottimizzato interi distretti energetici. Tali mancanze originano dalla difficoltà di costruire dei sistemi di
modellazione e simulazione a
carattere multidisciplinare che permettano di integrare tra loro conoscenze e linguaggi attualmente separati. I modelli necessari spaziano dalla architettura bioclimatica, ai nuovi materiali per l’edilizia, alla fluidodinamica computazionale, alla certificazione energetica, alla generazione distribuita, alle reti termiche ed elettriche, alle fonti rinnovabili, alla modellistica climatica, alla illuminazione efficiente, ai sistemi di controllo intelligenti, alle tecniche di ottimizzazione, alla telegestione, alla normativa, all’impatto ambientale, ed infine agli assetti finanziari del progetto. Il collante di tutto ciò è la tecnologia ICT (Informatica e Telecomunicazione) il cui uso massiccio diventa la nuova dimensione per attuare l’integrazione. Tale sforzo è ben lungi dall’essere compiuto e non esistono ad oggi
strumenti integrati di tale natura.
Per questo uno dei progetti prioritari su cui ENEA sta puntando è il progetto ODESSE (Optimal DESign for Smart Energy). L’obiettivo di questo vasto progetto è lo sviluppo di una suite di programmi di calcolo integrati in una piattaforma software in grado di simulare dinamicamente edifici complessi e sistemi di edifici, connessi ad impianti di generazione distribuita e fonti rinnovabili con condizioni tariffarie, fiscali, normative reali. Disporre di un modello dinamico del sistema dà la possibilità di valutare il comportamento dell’intero sistema sull’ arco annuale in funzione delle caratteristiche meteo del sito e le richieste del contesto territoriale. L’accoppiamento del simulatore dinamico a sistemi di ottimizzazione permette di individuare la soluzione progettuale migliore rispetto ad una ampia varietà di parametri (costo, risparmio energetico, comfort, gestione, normativa) senza dover simulare tutte le configurazioni di impianto possibili. La potenzialità che si vuole ottenere è quella di simulare varie opzioni di architetture energetiche, ottimizzandole e potendo metterle a confronto su una ampia serie di indicatori sulla specifica applicazione che si deve affrontare. Data la quantità di conoscenze richieste, la realizzazione, la qualificazione e la diffusione di ODESSE è molto impegnativa. Per questo ENEA sta costituendo un ampio network con queste finalità: • università ed enti di ricerca per lo sviluppo modellistico e la qualificazione sperimentale; • aziende software per la ingegnerizzazione informatica; • ESCO ed aziende di progettazione per il test applicativo e l’orientamento delle specifiche; • produttori di componenti e sistemi per i database tecnico-econimici delle opzioni tecnologiche; • associazioni imprenditoriali, di consumo ed ambientaliste per la diffusione e formazione; • pubblica amministrazione per lo sviluppo di standard, normative e politiche di incentivazione. L’obiettivo finale è che tale piattaforma sia la concretizzazione di uno
sforzo collettivo nazionale, di
semplice accesso e vasta distribuzione, e le conoscenze prodotte siano condivise dall’intero network di sviluppo e di utenza. Sviluppo di progetti mobilizzatori di dimostrazione
I progetti mobilizzatori di dimostrazione consistono nello sviluppo di soluzioni ottimali per specifiche tipologie di distretto energetico, nella realizzazione di dimostratori pilota ad alta visibilità (Power Parks) ed infine nell’azione di spinta nel mercato delle soluzioni sviluppate. Per ogni progetto possono essere costruiti dei pacchetti integrati che identificano non soltanto le soluzioni tecnologiche ma anche quelle finanziarie che possano mettere in grado team di aziende sinergiche di offrire sul mercato l’intero pacchetto integrato. Tali soluzioni, implementate su un dimostratore in piena scala, devono dimostrare la loro efficacia tecnico-economica in termini di: innovazione, prestazioni, costi, efficienza, robustezza, competitività, certezza sui tempi di ritorno degli investimenti. In parallelo, una attività di Technology Push mira ad avviare un indotto ed un volano per garantire la replicazione in toto o in parte della esperienza attraverso una serie di direzioni, quali lo sviluppo di standard e linee guida; le azioni di trasferimento tecnologico attraverso iniziative di partnership e spin-off; attività di formazione per la produzione delle figure professionali necessarie alla replicazione della esperienza; azione di diffusione e sensibilizzazione verso la specifica filiera; comunicazione al cittadino ed educazione verso un sistema efficiente fondato sulla maggiore credibilità che un esempio reale può avere ed evocare; sostenere l’accettabilità sociale o meglio la desiderabilità sociale dell’insediamento. Per questo motivo ENEA sta lanciando un ampio programma (ItalyParks) di
proposte per la
realizzazione di progetti mobilizzatori basati su dimostratori importanti, selezionando la tipologia dei distretti energetici pilota in base alla loro potenzialità di innescare volani significativi in termini di ricadute sul risparmio energetico, di tecnologie sviluppate e di indotto industriale ed occupazionale generato. I progetti integrati sono organizzati per segmento di utenza tra cui ad esempio: - distretti ospedalieri - complessi di edilizia sociale - plessi scolastici - centri uffici, centri di ricerca ed università - paesi di media dimensione, quartieri urbani - centri storici e complessi monumentali - villaggi turistici e/o grandi alberghi - aeroporti e/o stazioni ferroviarie - centri sportivi - centri commerciali - villaggi residenziali di nuova costruzione - condomini - distretti ed aree industriali L’innegabile vantaggio di procedere per segmenti applicativi risiede nel
progressivo incremento di
facilità di replicazione dell’esperienza sotto molti punti di vista: consolidamento delle soluzioni tecnicoeconomiche e più facile industrializzazione, maggiore utilità delle esperienze realizzate nelle valutazioni dei progetti successivi e quindi maggiore trasparenza verso gli istituti di credito e le amministrazioni pubbliche. Pertanto operando in parallelo sullo sviluppo di pacchetti integrati per i singoli settori la progressione di replicazione potrebbe assumere un andamento esponenziale invece che lineare. CONVEGNO “METROPOLI E CLIMA” Roma, 8 Aprile 2008 Gli strumenti operativi Nicola Massaro, Ance Il 2008 è stato proclamato dall'ONU l'Anno Internazionale del Pianeta Terra e si presenta come un’opportunità da cogliere al volo non solo per favorire una maggiore attenzione alle "Scienze della Terra" ma anche per intensificare l’impegno di tutti gli attori coinvolti a ricercare ed applicare nuove soluzioni per la sostenibilità ambientale. I mutamenti climatici “sono la più grande sfida che aspetta oggi
l’umanità”, ma anche “una
grande opportunità” (Al Gore premio Nobel per la pace 2007). L'impegno è quello di contribuire a rafforzare l'attenzione sul problema dell'effetto serra diffondendo una maggiore conoscenza sui rischi dei cambiamenti climatici e della sfida-opportunità legati alle misure necessarie per contrastarli. I nuovi obiettivi 20 – 20 prefissati dalla Commissione europea entro il 2020 (diminuzione del 20% dei gas serra, incremento del 20% della produzione di energie rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica) delineano un percorso obbligato per i vari Paesi europei. La chiave per ridurre le emissioni climalteranti sta nel ridurre i consumi energetici mediante il miglioramento dell'efficienza energetica. Il miglioramento dell'efficienza energetica risulta essere il modo più economico, rapido ed ecocompatibile per soddisfare la domanda di energia, oltre a ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti esteri e migliorare l’equilibrio della bilancia dei pagamenti (la dipendenza energetica della UE ha una media del 56%, con l’Italia all’85%). L'efficienza energetica nel settore edilizio è una delle priorità assolute che l'Unione Europea si è prefissata nel “Piano d’azione per l’efficienza energetica” della Commissione Europea dell’ottobre del 2006 affermando: "il maggior potenziale di risparmio energetico, con un buon rapporto costiefficacia, si ha nel settore edilizio, sia nel comparto residenziale che commerciale che, in ragione della notevole quota di consumi ad essi ascrivibili, presentano potenzialità di risparmio al 2020 del 27% nell’residenziale e del 30% nel terziario”. Ciò è anche confermato nella valutazione dello stato di efficienza energetica nei principali settori dell'economia nazionale, contenuta nel Piano d'azione nazionale 2007. Dal potenziale di risparmio energetico atteso al 2016 in termini di GWh/anno, che per il settore residenziale corrisponde a circa 57.000, per il settore terziario 25.000, per l'industria 21.500 e per i trasporti 23.000, si evince la rilevanza del contributo che si potrebbe ottenere, per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di miglioramento dell'efficienza energetica, se fosse incentivato il quadro finanziario e giuridico sugli usi finali di energia nel comparto residenziale. E' più conveniente ridurre i consumi migliorando l'efficienza energetica di case ed uffici che non accrescere l'offerta di energia da fonte rinnovabile (questo è anche quello che sostiene l’IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change). L'impegno dell'Ance, volto a contribuire attivamente al miglioramento dell'efficienza energetica ed alla conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, ci porta a considerare come decisiva, l’azione sull'edilizia sostenibile. L'edilizia sostenibile è uno dei 6 mercati emergenti (edilizia sostenibile, energie rinnovabili, riuso dei materiali, assistenza sanitaria on line, tessuti di protezione, prodotti biologici) individuato dal nuovo programma “Iniziativa mercati di punta per l’Europa” (The Lead Market Iniziative for Europe - LMI) proposto dalla Commissione Europea per aprire i mercati a beni e servizi innovativi. Un ruolo cruciale spetta quindi all’edilizia considerando che gli edifici consumano oggi il 42% dell’energia finale totale dell'UE e producono il 35% delle emissioni di gas serra. Come sostiene anche la stessa Commissione Europea, occorre stimolare proposte e trovare soluzioni volte a “migliorare e standardizzare la normativa, ridurre gli oneri amministrativi e burocratici, stimolare gli appalti pubblici, migliorare la sensibilità e la conoscenza del consumatore, sviluppare standard interoperabili”. L'Ance, a tale proposito, auspica che le Istituzioni, ai diversi livelli territoriali, sappiano sviluppare: - Politiche fiscali a sostegno della efficienza energetica sia per gli edifici esistenti, che per le nuove costruzioni; - Normative certe ed univoche a livello nazionale; - Incentivi economici per l’innovazione del prodotto e del processo; - Riduzione del carico burocratico nella Pubblica Amministrazione; - Comportamenti esemplari nelle scelte di investimento degli Enti Pubblici; - Politiche di sostegno per programmi innovativi di Ricerca e Sviluppo e di promozione della conoscenza e dell’interesse del consumatore in materia energetica. Il quadro normativo nazionale (D. Lgs 192/2005 di recepimento della
Direttiva 2002/91/CE
modificato ed integrato dal D. Lgs 311/06) è ancora incompleto, mancando i decreti attuativi. Il ritardo del Governo nella emanazione dei decreti attuativi sui metodi di calcolo e sulla certificazione degli edifici (oltre due anni dal D.Lgs 192/05 che lo prevedeva) e la competenza concorrente tra Stato e Regioni in materia energetica, prevista dal titolo V della Costituzione, ha spinto alcune Regioni a recepire autonomamente la direttiva europea sul rendimento energetico in edilizia. Questo ha generato un proliferare di iniziative sul territorio che sta creando non pochi problemi all'attività delle imprese e grande confusione sul mercato. Nonostante sia stata ripetutamente ribadita la necessità di un quadro di regole unico a livello nazionale, è intenzione di molte Regioni intervenire con norme proprie e diverse per regolamentare e governare gli adempimenti e gli obiettivi in materia di efficienza energetica e di sostenibilità. Siamo di fronte ad un quadro istituzionale non unitario (sia per i sistemi di calcolo delle prestazioni che per la classificazione energetica degli edifici). E' necessario quindi ristabilire un approccio normativo omogeneo prevedendo che le Regioni indirizzino i loro sforzi non verso una duplicazione delle norme, ma verso: - azioni di divulgazione e sostegno della informazione e della conoscenza (la sensibilità del consumatore); - la promozione ed il sostegno di iniziative di sperimentazione applicativa; - il controllo ed il contenimento di normazioni regolamentari a livello comunale. C'è bisogno di una regolamentazione univoca a livello nazionale.
E' quindi necessaria l'approvazione e la pubblicazione dei decreti attuativi che disciplinino la metodologia di calcolo dei consumi energetici e le Linee guida nazionali sulla certificazione energetica con un sistema univoco a livello nazionale e coerente con gli impegni che lo Stato (non le Regioni) ha assunto a livello europeo. Il D. Lgs 311/06 ha inoltre modificato i principi cardine del D. Lgs 192/05, inficiando “l’approccio prestazionale” con disposizioni prescrittive (la trasmittanza degli elementi costruttivi, l’obbligo del fotovoltaico) ed imponendo nuovi limiti ai consumi con decorrenza dal 2008 e dal 2010 (senza attendere le verifiche di compatibilità tecnico economica previste dall’art. 4 della Direttiva 2002/91/CE). E' pertanto indispensabile: - ripristinare l’approccio prestazionale, eliminando le prescrizioni delle trasmittanze su alcuni componenti edilizi e la disposizione di specifiche tecnologie per la produzione dell'energia elettrica (abolendo l'obbligo del fotovoltaico per gli edifici di nuova costruzione e consentendo la libera scelta delle tecnologie rinnovabili) ed - arginare l’attività regolamentare delle amministrazioni locali che spesso eccedono senza coordinamento in norme prescrittive e vincolanti. L'azione volta al miglioramento dell'efficienza energetica va però sostenuta con incentivi e premialità (premi volumetrici, oneri urbanizzativi). Tali strumenti devono anche essere sostenuti da soluzioni che limitino gli ostacoli e gli impedimenti normativi e burocratici che l'utente (imprese e cittadini) incontrano nell'attuazione. In questa ottica è sicuramente positiva la conferma delle detrazioni fiscali del 55%, previsti nella Finanziaria 2007, per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti eseguiti entro il 31 dicembre 2010. Tale disposizione permetterà di dare continuità agli interventi di riqualificazione avviati, dando modo di intervenire su un numero rilevante di edifici. |
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