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[tradenews] EPAs: peggio di Bush?
- Subject: [tradenews] EPAs: peggio di Bush?
- From: "Roberto Meregalli" <meregalli.roberto at gmail.com>
- Date: Fri, 5 Oct 2007 13:10:37 +0200
Peggio di Bush? Roberto Meregalli* Archiviata la giornata di mobilitazione internazionale del 27 settembre, facciamo il punto dei negoziati EPA a 90 giorni dalla scadenza di fine anno. Il pressing europeo appare instancabile. I due commissari che partecipano ai negoziati, Mandelson (commercio) e Michel (sviluppo e aiuti umanitari) lo hanno espresso chiaramente in una lettera aperta indirizzata, proprio il 27 settembre, a tutti gli attivisti delle campagne ostili ai negoziati EPA (http://ec.europa.eu/trade/issues/bilateral/regions/acp/pr270907_en.htm). Nelle loro intenzioni gli EPA sono uno strumento volto a ridurre la povertà dei paesi ACP, per questo l'Europa sta facendo forti pressioni, l'obiettivo è "creare efficenti mercati regionali" e "rafforzare la capacità [dei paesi ACP] di competere sui mercati mondiali". La parola sviluppo per i due commissari si traduce in liberalizzazione del commercio e regole di non discriminazione su investimenti, appalti pubblici e regole di concorrenza, come ben ha evidenziato l'Unione Africana recentemente. Ma veniamo ai sei tavoli di trattativa poiche', lo ricordiamo, sono sei gli EPA in gioco, quattro con l'Africa, uno con i Paesi dei Caraibi e uno con quelli del Pacifico. PACIFICO E' fresca la notizia di un accordo per concludere entro fine anno un EPA limitato al commercio delle merci e dei prodotti della pesca, rimandando al 31 dicembre 2008 la firma di un vero EPA, comprensivo di accordo sui servizi e di quei temi che nei comunicati si definiscono come "inerenti il commercio" e che si traducono in investimenti, spesa pubblica, concorrenza e diritti di proprietà intellettuale. La notizia non rappresenta una sorpresa poiché la proposta di un accordo ad interim era stata fatta recentemente dagli stessi paesi del Pacifico, scontenti dell'offerta UE in tema di servizi. Ma l'impegno di un accordo complessivo entro il 31 dicembre 2008 appare un prezzo molto alto per questa concessione. CARAIBI I paesi dei Caraibi hanno ricevuto due giorni fa una nuova versione di accordo da parte UE, si tratta di 166 pagine che vanno dal commercio agricolo, a quello dei prodotti industriali, dei servizi, degli appalti pubblici eccetera eccetera. Ci sono tutti i desiderata europei compresa la protezione delle indicazioni geografiche che l'UE in sede WTO non è mai riuscita a imporre. Negli investimenti sono esclusi solo i setttori relativi al nucleare, agli armamenti e ai voli aerei. Il testo mette in forse l'adesione delle Bahamas poiche' questo paese si è dichiarato indisponibile ad accogliere le richieste di fornire informazioni sulle società che lo utilizzano come paradiso fiscale. Le Bahamas hanno chiesto all'UE di chiedere informazioni direttamente alle proprie multinazionali. Ad ogni modo uno dei problemi con i paesi CARIFORUM (Caribbean Forum of African, Caribbean and Pacific States) è che non sono una unione doganale, ovvero non hanno dazi esterni comuni per cui tecnicamente il negoziato è complesso. AFRICA OCCIDENTALE Piu' indietro risultano i negoziati col blocco dei paesi dell'Africa occidentale (ECOWAS). Si tratta sul capitolo aiuti e regole di origine nell'ambito del commercio delle merci. Questi paesi chiedono tempi lunghi per applicare gli accordi, dell'ordine di 25-30 anni con 5-7 anni iniziali di moratoria. Al momento non hanno ancora presentato offerte ne' per le merci, ne' per i servizi. Continuano a chiedere alla Commissione una estensione dei negoziati. CENTRO AFRICA Simile la situazione dei paesi del Centro Africa, probabilmente anche qui l'UE proporra' un accordo EPA ad interim entro fine anno per rimandare il "vero" EPA all'anno prossimo. Pochi giorni fa pero' sono trapelate notizie di avanzamenti anche sui capitoli servizi e investimenti. Se ne parlerà nel corso dell'ultima settimana di ottobre nel programmato incontro ministeriale a Bruxelles. AFRICA AUSTRALE E MERIDIONALE Per quanto riguarda il blocco dei Paesi ESA (Eastern and Southen Arican Region), i negoziati sembrano fermi sul primo capitolo delle merci. Il 28 settembre Erastus Mwencha, segretario generale di COMESA (Common Market for Eastern and Southern Africa) ha annunciato che a breve saranno consegnate le offerte di liberalizzazione ma che saranno esclusi tutti i prodotti agricoli che l'UE sussidia. COMESA è un sottoinsieme del blocco ESA impegnato nei negoziati. Le Isole Seichelles hanno comunque richiesto all'UE di poter rientrare nel sistema di preferenze GSP+ (la versione piu' avanzata di preferenze che l'UE puo' offrire ai paesi in via di sviluppo) come misura temporanea in caso di mancato accordo sugli EPA. AFRICA MERIDIONALE Infine i Paesi dell'Africa meridionale. I negoziati procedono nel capitolo merci ma meno in quello dei servizi e per niente in tutti gli altri. I negoziatori UE sono piuttosto arrabbiati con Tanzania e Sud Africa, i primi non hanno ancora deciso se rimanere nel gruppo, i secondi si dimostrano negoziatori piuttosto ostici e meno remissivi di altri colleghi africani con cui l'UE è più avvezza a fare la voce grossa. Da questo sintetico quadro appare chiaro che ottobre sarà in ogni caso decisivo e che andranno fatti tutti gli sforzi possibili per evitare il peggio, anche se le ultime notizie non ispirano ottimismo.. Il 25 settembre Karl Falkenberg, direttore generale della direzione al commercio europea, ha annunciato che l'offerta europea del 4 aprile scorso (fine quote e dazi europei su merci ACP), per poter essere in vigore dal 1 gennaio 2008, avrà bisogno di 6 settimane per ottenere l'approvazione dei vari organi competenti (incluso il Comitato 133 che si occupa della politica commerciale per conto dei 27 paesi UE); il messaggio per i paesi ACP è chiaro: se non volete perdervi l'offerta UE, dovete decidere di firmare gli EPA entro l'inizio di novembre! Alla faccia della flessibilità ribadita dai due commissari europei nella già citata lettera del 27 settembre. E sempre fedeli all'impegno di stare al fianco dei paesi ACP per aiutarli ad "adattarsi alle sfide della globalizzazione", il Consiglio Europeo il 28 settembre ha deciso unilateralmente di porre fine al protocollo relativo allo zucchero, uno tre importanti protocolli che hanno costituito dal 1975 ad oggi un importante aiuto per alcuni paesi caratterizzati da esportazioni sostanzialmente concentrate in pochissimi prodotti, concedendo quote di esportazione a prezzi favorevoli. Il protocollo era valido per 18 paesi che già dopo la riforma europea del settore del 2005 stavano affrontando un calo del 36% sul prezzo dello zucchero esportato in Europa. A quei tempi Mandelson aveva ammansito i preoccupati paesi ACP dicendo che il protocollo sarebbe stato mantenuto, ma evidentemente si trattava di parole di circostanza. "Questa decisione è potenzialmente devastante per le nostre economie. L'UE sta rinnegando i suoi impegni con i paesi ACP proprio nel momento in cui questi stanno negoziando gli EPA in buona fede. Senza la garanzia che i protocolli siano trasposti in nuovi accordi le nostre condizioni peggioreranno ulteriormente rispetto ad oggi", ha detto Patrick Gomes, ambasciatore della Guyana. Tutti gli ambasciatori dei paesi ACP hanno definito inaccettabile la decisione europea ma ormai la scelta è stata fatta. L'UE dunque corre implacabile per chiudere questa sporca partita, incurante degli ammonimenti che arrivano da ogni parte, persino dalla Banca mondiale, che ha ammesso che la scadenza del 31 dicembre è troppo vicina e che i paesi africani non dovrebbero essere pressati per accettare clausole su investimenti e regole di concorrenza. Chissà se un giorno la coppia Mandelson&Michel scriverà una lettera per spiegare il perché di tanto accanimento, per dire come mai l'UE non abbia neanche voluto sentir parlare della possibilità di chiedere una deroga in sede WTO. Insomma di fare quello che gli USA hanno chiesto a Ginevra per le stesse isole del Pacifico coinvolte negli EPA: una estensione del trattamento duty-free sino al 2016 o con i paesi Africani: mantenere l'AGOA sino al 30 settembre 2015. E' terribile comportarsi peggio di Bush :-)! * Beati i costruttori di pace - Campagna "L'Africa non è in vendita" www.tradewatch.it Per saperne di piu' sugli EPA e sui protocolli citati nel testo: http://www.beati.org/files/epa/Approfondimento_A5_normale.pdf
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