[tradenews] EPAs: peggio di Bush?



Peggio di Bush?

Roberto Meregalli*

Archiviata la giornata di mobilitazione internazionale del 27
settembre, facciamo il punto dei negoziati EPA a 90 giorni dalla
scadenza di fine anno.

Il pressing europeo appare instancabile. I due commissari che
partecipano ai negoziati, Mandelson (commercio) e Michel (sviluppo e
aiuti umanitari) lo hanno espresso chiaramente in una lettera aperta
indirizzata, proprio il 27 settembre, a tutti gli attivisti delle
campagne ostili ai negoziati EPA
(http://ec.europa.eu/trade/issues/bilateral/regions/acp/pr270907_en.htm).
Nelle loro intenzioni gli EPA sono uno strumento volto a ridurre la
povertà dei paesi ACP, per questo l'Europa sta facendo forti
pressioni, l'obiettivo è "creare efficenti mercati regionali" e
"rafforzare la capacità [dei paesi ACP] di competere sui mercati
mondiali".
La parola sviluppo per i due commissari si traduce in liberalizzazione
del commercio e regole di non discriminazione su investimenti, appalti
pubblici e regole di concorrenza, come ben ha evidenziato l'Unione
Africana recentemente.

Ma veniamo ai sei tavoli di trattativa poiche', lo ricordiamo, sono
sei gli EPA in gioco, quattro con l'Africa, uno con i Paesi dei
Caraibi e uno con quelli del Pacifico.

PACIFICO
E' fresca la notizia di un accordo per concludere entro fine anno un
EPA limitato al commercio delle merci e dei prodotti della pesca,
rimandando al 31 dicembre 2008  la firma di un vero EPA, comprensivo
di accordo sui servizi e di quei temi che nei comunicati si
definiscono come "inerenti il commercio" e che si traducono in
investimenti, spesa pubblica, concorrenza e diritti di proprietà
intellettuale. La notizia non rappresenta una sorpresa poiché la
proposta di un accordo ad interim era stata fatta recentemente dagli
stessi paesi del Pacifico, scontenti dell'offerta UE in tema di
servizi. Ma l'impegno di un accordo complessivo entro il 31 dicembre
2008 appare un prezzo molto alto per questa concessione.

CARAIBI
I paesi dei Caraibi hanno ricevuto due giorni fa una nuova versione di
accordo da parte UE, si tratta di 166 pagine che vanno dal commercio
agricolo, a quello dei prodotti industriali, dei servizi, degli
appalti pubblici eccetera eccetera. Ci sono tutti i desiderata europei
compresa la protezione delle indicazioni geografiche che l'UE in sede
WTO non è mai riuscita a imporre. Negli investimenti sono esclusi solo
i setttori relativi al nucleare, agli armamenti e ai voli aerei.
Il testo mette in forse l'adesione delle Bahamas poiche' questo paese
si è dichiarato indisponibile ad accogliere le richieste di fornire
informazioni sulle società che lo utilizzano come paradiso fiscale. Le
Bahamas hanno chiesto all'UE di chiedere informazioni direttamente
alle proprie multinazionali.
Ad ogni modo uno dei problemi con i paesi CARIFORUM (Caribbean Forum
of African, Caribbean and Pacific States) è che non sono una unione
doganale, ovvero non hanno dazi esterni comuni per cui tecnicamente il
negoziato è complesso.

AFRICA OCCIDENTALE
Piu' indietro risultano i negoziati col blocco dei paesi dell'Africa
occidentale (ECOWAS). Si tratta sul capitolo aiuti e regole di origine
nell'ambito del commercio delle merci. Questi paesi chiedono tempi
lunghi per applicare gli accordi, dell'ordine di 25-30 anni con 5-7
anni iniziali di moratoria. Al momento non hanno ancora presentato
offerte ne' per le merci, ne' per i servizi. Continuano a chiedere
alla Commissione una estensione dei negoziati.

CENTRO AFRICA
Simile la situazione dei paesi del Centro Africa, probabilmente anche
qui l'UE proporra' un accordo EPA ad interim entro fine anno per
rimandare il "vero" EPA all'anno prossimo. Pochi giorni fa pero' sono
trapelate notizie di avanzamenti anche sui capitoli servizi e
investimenti. Se ne parlerà nel corso dell'ultima settimana di ottobre
nel programmato incontro ministeriale a Bruxelles.

AFRICA AUSTRALE E MERIDIONALE
Per quanto riguarda il blocco dei Paesi ESA (Eastern and Southen
Arican Region), i negoziati sembrano fermi sul primo capitolo delle
merci. Il 28 settembre Erastus Mwencha, segretario generale di COMESA
(Common Market for Eastern and Southern Africa) ha annunciato che a
breve saranno consegnate le offerte di liberalizzazione ma che saranno
esclusi tutti i prodotti agricoli che l'UE sussidia. COMESA è un
sottoinsieme del blocco ESA impegnato nei negoziati.
Le Isole Seichelles hanno comunque richiesto all'UE di poter rientrare
nel sistema di preferenze GSP+ (la versione piu' avanzata di
preferenze che l'UE puo' offrire  ai paesi in via di sviluppo) come
misura temporanea in caso di mancato accordo sugli EPA.

AFRICA MERIDIONALE
Infine i Paesi dell'Africa meridionale. I negoziati procedono nel
capitolo merci ma meno in quello dei servizi e per niente in tutti gli
altri. I negoziatori UE sono piuttosto arrabbiati con Tanzania e Sud
Africa, i primi non hanno ancora deciso se rimanere nel gruppo, i
secondi si dimostrano negoziatori piuttosto ostici e meno remissivi di
altri colleghi africani con cui l'UE è più avvezza a fare la voce
grossa.

Da questo sintetico quadro appare chiaro che ottobre sarà in ogni caso
decisivo e che andranno fatti tutti gli sforzi possibili per evitare
il peggio, anche se le ultime notizie non ispirano ottimismo..
Il 25 settembre Karl Falkenberg, direttore generale della direzione al
commercio europea, ha annunciato che l'offerta europea del 4 aprile
scorso (fine quote e dazi europei su merci ACP), per poter essere in
vigore dal 1 gennaio 2008, avrà bisogno di 6 settimane per ottenere
l'approvazione dei vari organi competenti (incluso il Comitato 133 che
si occupa della politica commerciale per conto dei 27 paesi UE); il
messaggio per i paesi ACP è chiaro: se non volete perdervi l'offerta
UE, dovete decidere di firmare gli EPA entro l'inizio di novembre!
Alla faccia della flessibilità ribadita dai due commissari europei
nella già citata lettera del 27 settembre.

E sempre fedeli all'impegno di stare al fianco dei paesi ACP per
aiutarli ad "adattarsi alle sfide della globalizzazione", il Consiglio
Europeo il 28 settembre ha deciso unilateralmente di porre fine al
protocollo relativo allo zucchero, uno tre importanti protocolli che
hanno costituito dal 1975 ad oggi un importante aiuto per alcuni paesi
caratterizzati da esportazioni sostanzialmente concentrate in
pochissimi prodotti, concedendo quote di esportazione a prezzi
favorevoli. Il protocollo era valido per 18 paesi che già dopo la
riforma europea del settore del 2005 stavano affrontando un calo del
36% sul prezzo dello zucchero esportato in Europa. A quei tempi
Mandelson aveva ammansito i preoccupati paesi ACP dicendo che il
protocollo sarebbe stato mantenuto, ma evidentemente si trattava di
parole di circostanza.
"Questa decisione è potenzialmente devastante per le nostre economie.
L'UE sta rinnegando i suoi impegni con i paesi ACP proprio nel momento
in cui questi stanno negoziando gli EPA in buona fede. Senza la
garanzia che i protocolli siano trasposti in nuovi accordi le nostre
condizioni peggioreranno ulteriormente rispetto ad oggi", ha detto
Patrick Gomes, ambasciatore della Guyana.
Tutti gli ambasciatori dei paesi ACP hanno definito inaccettabile la
decisione europea ma ormai la scelta è stata fatta.

L'UE dunque corre implacabile per chiudere questa sporca partita,
incurante degli ammonimenti che arrivano da ogni parte, persino dalla
Banca mondiale, che ha ammesso che la scadenza del 31 dicembre è
troppo vicina e che i paesi africani non dovrebbero essere pressati
per accettare clausole su investimenti e regole di concorrenza.
Chissà se un giorno la coppia Mandelson&Michel scriverà una lettera
per spiegare il perché di tanto accanimento, per dire come mai l'UE
non abbia neanche voluto sentir parlare della possibilità di chiedere
una deroga in sede WTO. Insomma di fare quello che gli USA hanno
chiesto a Ginevra per le stesse isole del Pacifico coinvolte negli
EPA: una estensione del trattamento duty-free sino al 2016 o con i
paesi Africani: mantenere l'AGOA sino al 30 settembre 2015.
E' terribile comportarsi peggio di Bush :-)!


* Beati i costruttori di pace - Campagna "L'Africa non è in vendita"
www.tradewatch.it

Per saperne di piu' sugli EPA e sui protocolli citati nel testo:
http://www.beati.org/files/epa/Approfondimento_A5_normale.pdf