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energie rinnovabili basso profilo per l'italia
- Subject: energie rinnovabili basso profilo per l'italia
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 3 Oct 2007 06:40:24 +0200
da qualenergia 21 settembre 2007
Rinnovabili: basso profilo
dell'Italia
Un'analisi critica di Giuseppe Onufrio di Greenpeace sul position paper del Governo in materia di fonti rinnovabili. Con questo articolo iniziamo a presentare gli interventi sul documento e e sulle strategie per l'obiettivo del 20% al 2020 in Italia Il documento del Governo, presentato immediatamente a ridosso di una consultazione con le associazioni ambientaliste, rappresenta il punto di partenza per la negoziazione sugli obiettivi da assumere a livello nazionale per raggiungere il 20% a livello europeo. Nel merito Greenpeace ha presentato alcune osservazioni, alcune sul documento in sé e altre relative alla bassa priorità che il Governo ha finora dato al tema delle rinnovabili. Il Presidente Prodi ha ricordato alla recente Conferenza sul Clima i ritardi in questo campo del nostro Paese, ma non ha annunciato azioni e misure rilevanti per correggere questo ritardo. Sul documento le osservazioni principali riguardano: 1. Coerenza delle politiche europee. Gli obiettivi europei in materia di fonti energetiche rinnovabili (FER) richiederebbero una maggiore coerenza di strumentazioni e politiche, finora deboli nell’UE che ha lasciato le politiche energetiche agli stati nazionali. In questo senso la decisione del Consiglio di marzo dell’obiettivo del 20% di fonti rinnovabili a scala europea è una novità. La necessità di strutturare una politica europea più incisiva come emerge dal documento è dunque condivisa. 2. Potenziali e obiettivi. Mancando uno scenario di riferimento nel testo, non è chiaro quale sia l’effettivo obiettivo che il governo intende proporre per l’Italia in termini di frazione percentuale di FER sui consumi di energia. Le stime del potenziale tecnico a meno di 21 Mtep in termini di usi finali sono certamente al di sotto del 20% al 2020 (rispetto ai consumi finali del 2004 riportati dal Bilancio nazionale è di circa il 15%). Se ne conclude che il governo si presenta alla trattativa sul burden sharing dell’obiettivo partendo sin da subito su una quota al ribasso rispetto all’obiettivo. Questo avviene senza un confronto aperto con gli stakeholders, ma su valutazioni interne ai ministeri che, al momento, non sono ancora state rese note. 3. Potenziali tecnici. Una valutazione specifica dei potenziali assunti dal documento avrebbe richiesto un confronto nei tempi e modi opportuni, ad esempio nella preparazione di una conferenza su energia e clima. In particolare le prospettive del possibile ulteriore sviluppo dell’eolico off-shore e del solare termico nei vari settori andrebbero maggiormente analizzate. 4. Coerenza con obiettivi di efficienza energetica. Perseguire l’obiettivo del 20% sulle fonti rinnovabili senza rendere vincolante l’obiettivo del Piano d’azione per l’efficienza energetica (20% al 2020) appare come un punto di debolezza della politica europea che va sottolineato. 5. Incentivi. Sull’incentivazione delle fonti rinnovabili – da definire per tecnologia e con periodiche revisioni – vanno adottati quegli schemi che sul campo hanno dimostrato di essere maggiormente efficaci. Gli strumenti oggi attivi in Italia (certificati verdi e DL Bersani) sono tali da escludere persino il raggiungimento degli obiettivi fissati al 2010. Il dibattito in Parlamento su questo punto sembra fermo. Per quanto riguarda le considerazioni più generali della politica del Governo, bisogna evidenziare: 6. Confronto. La sfida posta dall’obiettivo del 20% al 2020 avrebbe richiesto un coinvolgimento e uno sforzo nell’identificare potenziali e barriere all’espansione delle fonti energetiche rinnovabili (FER) che non c’è stato. La richiesta di una Conferenza su energia e clima, che avrebbe rappresentato una occasione per produrre uno sforzo condiviso, in questi mesi è rimasta inevasa. Come d’altronde è avvenuto per il Piano d’azione sull’efficienza energetica: la nostra associazione ha prodotto un rapporto specifico sugli usi elettrici, ha chiesto di essere ascoltata ma non ha ricevuto alcuna risposta. 7. Strumentazione. L’obiettivo del 2020 richiede una significativa trasformazione del mercato che richiederà l’elaborazione di linee guida – preparate ma tuttora non emanate dal governo - la strutturazione di programmi di diffusione, accordi di settore, definizione di standard e coinvolgimento di Regioni ed enti locali, snellimento delle procedure autorizzative. Di questo sforzo non c’è ancora traccia oggi nella politica del governo. 8. Obiettivi e normative. E’ necessario dare una priorità agli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili, come a quelli di riduzione delle emissioni di CO2, sui quali l’Italia ha precisi obblighi internazionali, introducendo nelle normative un carattere prioritario e preferenziale alle FER, oggi frequentemente bloccate e nella maggior parte dei casi con argomenti pretestuosi. 9. Piani energetici regionali. Come esempio specifico, a fronte della elaborazione da parte delle Regioni di Piani energetici ambientali che prevedono un sostanziale aumento delle emissioni di CO2 e un insufficiente sviluppo delle FER, non è ancora oggi sottoposta a Valutazione Ambientale Strategica da parte dello stato. La mancata applicazione di questo strumento, peraltro previsto dalla normativa europea, rappresenta una ulteriore limitazione della capacità di coordinamento del governo delle politiche regionali le quali, nella maggior parte dei casi, divergono anche fortemente da obiettivi (sulle emissioni, sulle fonti rinnovabili) che sono vincolanti per il Paese. 10. Un esempio di politica anti Kyoto. In tal senso, la Presidenza del Consiglio anche di recente ha dato prova di scarsa sensibilità rispetto a questi obiettivi nel sostenere apertamente e attivamente la politica di sviluppo dell’uso del carbone in Sardegna, il cui governo regionale allo stesso tempo ha inopinatamente bloccato lo sviluppo dell’eolico, in una delle regioni più ventose d’Italia. Lo stesso ministro Bersani ha espresso chiaramente che la priorità è nel riequilibrio del mix energetico a favore del carbone, non della riduzione delle emissioni. In conclusione, se il Governo pensa di poter mai raggiungere obiettivi così impegnativi su fonti rinnovabili e efficienza con politiche di aggiustamento e qualche incentivo, senza coinvolgere gli stakeholders e investire risorse adeguate, o non ha capito o non vuol capire. Giuseppe Onufrio (Greenpeace Italia) Sito realizzato da Editoriale La Nuova Ecologia soc. coop. / Settore Nuovi Media Powered by lineaCMS © 2006 lineaPHP Group |
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