clima una tragedia annunciata



da aprile online Quotidiano per la sinistra
27 giugno 2007
 
Clima, una tragedia annunciata
 Massimo Serafini,  26 giugno 2007
 
Più delle relazioni scientifiche è ormai il vissuto quotidiano a dirci che il clima sta cambiando. Un vissuto di drammi e duri disagi, che assomiglia ad un vero e proprio bollettino di guerra: anziani uccisi dalla calura, incendi, naturali e dolosi, che si mangiano quel po' di verde che la cementificazione selvaggia ha risparmiato, i record dei consumi elettrici che giorno dopo giorno vengono infranti, provocando inevitabili e diffusi blackout, che oltre al disagio di lasciarci senza elettricità spengono anche i semafori, facendo, come a Palermo, impazzire il traffico. Imprevedibile sarà, nelle prossime settimane, l'aggettivo più usato da politici e manager delle grandi compagnie energetiche. Ed invece si tratta di tragedie e disagi ampiamente annunciati su cui qualcosa si poteva e doveva fare.
Non c'è dubbio, infatti, che da mesi i metereologi dicono che ci sarebbe stata un'estate torrida. Lascia dunque un po' sconcertati l'assenza di politiche con cui far fronte a questi disagi e colpisce che si annunci al paese che il governo a settembre farà una conferenza nella quale definirà le proposte di adattamento al clima che cambia. In poche parole se ne parla la prossima estate, per questa ci si dovrà arrangiare. E' almeno augurabile che il governo eviti di compiere le fesserie di quello precedente. Come non ricordare la lettera ufficiale che il ministro della Sanità Sirchia spedì a tutta la popolazione anziana, con la quale  consigliava  gli anziani di passare le giornate nei condizionatissimi supermercati, condannandoli così a morte certa. Così come si spera che il governo ci eviti la martellante campagna televisiva sui black out e il risparmio energetico, tipo quella di questo inverno, quando ogni sera, a causa della famosa chiusura delle forniture di gas da parte dell'odiato Putin, si chiedeva ai cittadini di risparmiare energia e diminuire di un grado la temperatura delle case, lasciando poi che Enel ed Eni lucrassero profitti enormi usando il gas risparmiato dai cittadini per produrre elettricità da vendere all'estero.  Ed ancora non chiedeteci di limitare l'uso dei condizionatori d'aria  dopo che la popolazione è stata spinta da una insistente campagna pubblicitaria a comprarli, sapendo che gran parte di essi sarebbero stati installati su case colabrodo dal punto di vista dell'efficienza energetica.
Molto più serio sarebbe dedicare un consiglio dei ministri a questa situazione. Si potrebbe ad esempio definire politiche di prevenzione degli incendi puntando su un'estensione dei controlli che  facesse leva, oltre che sulle forestale e i vigili del fuoco, sul volontariato diffuso, di cui questo paese è ricco, che potrebbe offrire più controlli attraverso una rete di avvistatori di incendi, che sappiamo essere determinanti per la riduzione del danno. Ed ancora perché non puntare ad una vera e propria mobilitazione di associazioni e società civile per garantire agli anziani assistenza continua? Altro tema da discutere sarebbe quello dell'acqua, nel senso che va  predisposto dopo tanto parlare di siccità un piano che privilegi fra i diversi usi quello umano, come la legge italiana prevede, chiedendo quindi per gli usi agricoli ed industriali, turismo compreso, politiche di risparmio e di razionamento. Infine non sarebbe il caso di chiedere a bar e locali pubblici condizionati di risparmiare energia tenendo chiusa la porta di ingresso?
Insomma di cose da fare e praticabili ce ne sono molte. Si tratta di deciderle. Farlo darebbe ai cittadini, quelli anziani in particolare che rimarranno nelle città perché i loro redditi, pur avendo evitato la cura Giavazzi, non consentono ne' condizionatori ne' vacanze, la sensazione di un governo che sa che esiste una parte della popolazione in difficoltà e che di essa si vuole interessare. Oltre ciò però è decisivo compiere una scelta definitiva sui cambiamenti climatici, definendo la strategia con la quale il governo italiano intende realizzare gli obiettivi europei, che prevedono una riduzione delle emissioni del 20% entro il 2020.
In poche parole il DPEF ci dirà quanto risparmio energetico questo paese intende realizzare e con quali strumenti, risorse e scelte fiscali? Ed ancora qual'è l'obiettivo che il documento di programmazione economica persegue per quanto riguarda le fonti rinnovabili o la ricerca? Forse se ci si incamminasse su questa strada da un lato si eviterebbe da un lato di rispondere ai disagi dei cittadini dicendo che si farà una conferenza a settembre per studiare i cambiamenti climatici e dall'altro si darebbe a questo paese e alle sue classi dirigenti il messaggio  che la tutela del clima e dell'ambiente non sono vincoli che bloccano l'economia ma un'occasione di benessere lavoro e qualità della vita.