ITALIA IL 20% DELLE MORTI PER CAUSE AMBIENTALI DICE L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA'



da l'unita'
5 giugno 2007

Italia, il 20% delle morti per cause ambientali

È imputabile, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, a cause ambientali prevenibili il 20% della mortalità in Italia. E nella Pianura Padana è molto forte la concentrazione di polveri sottili, mentre in 13 grandi città italiane tra il 2002 e il 2004 a causa delle polveri sottili è stata stimata una media di 8.220 morti l'anno.
Sono inoltre tra i 6,4 e gli 8,6 milioni gli italiani, a seconda che si escluda o si includano i comuni di Milano e Torino, che abitano nei 311 comuni di aree altamente inquinate, quelle dei 54 siti di bonifica nazionale. Questo il quadro emerso nel corso della presentazione del Cnr sulla sintesi delle attività svolte nelle aree ad elevato rischio ambientale e sanitario, nell'ambito dell'indagine conoscitiva della Commissione Ambiente della Camera sulla valutazione delle conseguenze ambientali provocate dall'inquinamento urbano, dallo smaltimento dei rifiuti e delle aree ad alto rischio. «L'oggetto di questa indagine - ha spiegato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera - che sarà ultimata entro ottobre prossimo, è quella di mettere in fila le questioni aperte per il futuro e le eredità del passato. Non a caso viene presentato questo rapporto nella Giornata mondiale dell'Ambiente, costituisce un modo per aiutare le politiche».
Oltre ai 54 siti di bonifica di interesse nazionale sono migliaia i siti inquinati in Italia: circa 6.000 di interesse regionale per le bonifiche; 58 siti con elevata contaminazione da amianto, 1.550 siti minerari quasi tutti dismessi; 1.120 stabilimenti a rischio di incidente rilevante. «A porre problemi ambientali e sanitari diversi - spiega Fabrizio Bianchi del Cnr - sono due tipi di inquinamento: quello diffuso, ad esempio da polveri sottili; quello localizzato, in aree ad alto rischio non marginali, per numero di abitanti e importanza economica».
La proposta dell'esperto Cnr rispetto alle aree dei siti di bonifica è quella di istituire un «superfund» sul modello americano, costituito con la fiscalità su settori che hanno contribuito al degrado ambientale, sia a scopo di ricerca sia per la fase di bonifica. Per quanto riguarda l'inquinamento diffuso Roberto Bertolini direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità per Italia ha ricordato: « In Italia il 20% della mortalità è riconducibile a cause ambientali prevenibili». Nodo cruciale in materia rimane quello dei trasporti e delle famigerate polveri sottili. «Le aree della Pianura Padana, in particolare Milano e Torino - ha spiegato Bertolini - sono tra quelle che a livello europeo registrano le concentrazioni più elevate di Pm 2,5». Particolato fine che entra subito in circolazione nel sangue e non viene filtrato «nemmeno dai motori delle auto nuove». «È importante l'azione nel medio e lungo periodo» ha sottolineato Bertolini, che vede la Francia come un esempio da seguire per «aver istituito un'agenzia che si occupa di ambiente e salute che traduce i dati della ricerca in indicazioni di politiche, facendo monitoraggio e valutazione». E sulla connessione fra ambiente e salute il Cnr punta a mettere in rete il lavoro con altri enti nazionali, per costituire «Merit», Medical reserach in Italy: «l'Italia - afferma Fabio Pistella, presidente del Cnr - è forte se si presenta come squadra