dossier ecoauto per una mobilita' sostenibile



da lanuovaecologia.it
Giovedì 10 Maggio 2007

COMPORTAMENTI|

Inquinamento e traffico, decalogo per Milano

Sono 68 i giorni in cui dall'inizio dell'anno è stato sforato il limite dal Pm10 nell'aria: più di un giorno su due. Legambiente diffonde le regole per una mobilità sostenibile. Sul numero di maggio de La Nuova Ecologia il dossier ecoauto 

Dall'inizio dell'anno si contano 68 giorni di sforamento a Milano del limite di Pm10, praticamente più di un giorno su due. Un dato (aggiornato al 1 maggio 2007) che si impone per la sua gravità se si considera che la soglia massima di superamento dettato dalla Unione Europea è di soli 35 giorni all'anno. A breve dovrebbe essere fissata di nuovo

Milano
la data per il tavolo tecnico tra Governo e istituzioni locali slittato lo scorso 7 maggio. «Non vorremmo - sostiene Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente Lombardia - che la discussione si incentrasse solo sulla costruzione di nuove autostrade che sicuramente peggiorerà la situazione. Noi allora proponiamo una strategia basata su 10 punti il cui obiettivo è una riduzione entro dieci anni, del 30% di energia e del 50% di inquinamento da trasporti».

La diminuzione dei gas di serra è la priorità stabilita grazie all'Italia in sede europea e durante la conferenza delle nazioni Unite sui cambiamenti climatici riunita a Tokyo. Nel nostro paese il settore dei trasporti incide nella misura di un quarto sulle emissioni “climalteranti” (133 su 581 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 nel 2004) ed ha aumentato il suo contributo del 28% (invece di diminuirlo del 6,5%). Per questo motivo Legambiente ha stilato una sua classifica delle auto a minor impatto ambientale, presenti in commercio, classifica pubblicata sul numero de “La nuova Ecologia” di maggio.

Ma abbassare il tasso di inquinamento significa intervenire anche sulla congestione del traffico in città. - «Diminuire la congestione - spiega Damiano di Simine - presidente di Legambiente Lombardia - significa aumentare la sicurezza per ciclisti e pedoni. Noi oggi dobbiamo riscoprire la qualità urbana che impone misure anticongestione da traffico volte a favorire tutte le altre forme di mobilità. Milano deve diventare una capofila di questa lotta in Europa».

Ecco allora il decalogo delle proposte di Legambiente:

1. Priorità negli investimenti al trasporto pubblico locale. Si conoscono le difficoltà in cui versano le risorse pubbliche ed è quindi indispensabile concentrarsi sulle priorità e le urgenze. Per il trasporto merci, sulla ferrovia a lunga percorrenza (unico segmento di mercato competitivo sulla gomma) e sul traffico passeggeri nelle tratte brevi: gli italiani percorrono quotidianamente 30 chilometri, impiegandoci un paio d'ore, ma il 53% degli spostamenti sono inferiori ai 5 chilometri e il 75% inferiore ai 10. Ecco perché ha più senso chiedere aiuto al Ministro Di Pietro per realizzare le linee metropolitane (non sono la 4 e la 5 in città, ma anche quella sulla Paullese), completare il Passante ferroviario (dopo 30 anni), completare l'anello ferroviario di Milano, corsie preferenziali per autobus e tram e piste ciclabili nell'interland. Mancano a Milano e alla Lombardia 100 treni e 1.000 autobus, oltre alla sostituzione del vecchio materiale. Altro che Brebemi.
2. Introduzione del “road pricing”. E' un ticket d'ingresso in città variabile in base all'area che si desidera raggiungere. Il road pricing deve diventare una tassa di scopo in modo che i cittadini sappiano che quanto pagano per entrare in città con la loro auto servirà per finanziare metodi di trasporto alternativo: il car sharing, il car pooling, lo scooter sharing oltre all'introduzione di un numero maggiore di mezzi pubblici quali tram, autobus e treni della metropolitana.
3. Introduzione di almeno 4 mila “biciclette condivis” a Milano. Un importante progetto di mobilità alternativo è quello dell'introduzione dell'utilizzo delle biciclette condivise secondo il modello adottato già nel 2005 a Lione grazie alla creazione di nuove piste ciclabili. All’uscita di tutte le stazioni ferroviarie e della metropolitana infatti si possono trovare bici prelevabili digitando un codice. Una volta utilizzata e raggiunto il luogo che si desidera, basta riagganciare la bici in uno stallo, all'interno delle stazioncine sparse vicino al metrò e alle principali fermate dei mezzi pubblici o parcheggi di interscambio della città. Lo scopo della rete è di arrivare ad averne comunque almeno una ogni trecento metri. Il servizio di bici condivise serve a facilitare lo spostamento in città senza auto o moto, ma con mezzi pubblici e a piedi per velocizzare e garantire i piccoli spostamenti e per rimediare alle inevitabili carenze dei mezzi pubblici.
4. Sostegno alla mobilità innovativa e sostenibile. Non ha senso incentivare il possesso diretto da parte dei cittadini di tutti mezzi di locomozione utili di volta in volta (bicicletta, moto, auto piccola, auto grande), mentre occorre investire e incentivare l'impegno di imprese private che offrano di volta in volta il mezzo di trasporto più comodo e utile alla necessità: car sharing, car pooling, scooter sharing (nuovo servizio in fase di test), taxi collettivo, bus a chiamata, disponibilità di tutti questi mezzi in vicinanza delle fermate dei mezzi pubblici, attivazione dei mobility manager aziendali e pubblici, disponibilità di “ticket mobilità” per i dipendenti, richiedere al Ministero dell'Ambiente contributi per l'abbonamento annuale ai mezzi pubblici esteso alle altre forme di mobilità sostenibile.
5. Proposta della Prima Centrale di Mobilità urbana in collaborazione tra Legambiente ed Ecoistituto di Bolzano. Servono centrali di mobilità, cioè centri servizi accessibili a tutti i cittadini. La mancanza d’informazione è uno dei principali motivi del non utilizzo dei mezzi pubblici. La centrale di mobilità dovrebbe servire a dare informazioni personalizzate sui servizi di mobility management, a ridurre le barriere di accesso ai mezzi sostenibili.
6. Introduzione dei filtri antiparticolato. Un camion Euro 0 emette 30 volte più PM 10 di un auto Euro 4. E' possibile dotarlo di filtri capaci di abbattere gran parte delle micro polveri, ma per poter dotare tutti i vecchi camion che volessero continuare a circolare di opportuni e efficaci filtri occorre che il Governo approvi il Decreto di omologazione dei filtri antiparticolato per i veicoli commerciali. Tale decreto è pronto e attende solo la firma dei ministri competenti(Trasporti, Ambiente e Sanità)
7. Rispetto dell'accordo tra Governo, Regioni e province speciali della Pianura Padana. Le case automobilistiche continuano a vendere Diesel Euro 4 che, senza filtri, sono più inquinanti dei vecchi Euro 0 a benzina. Vendere oggi un'auto diesel nuova, ma dotata di dispositivo antinquinamento obsoleto è un vero e proprio imbroglio nei confronti dei consumatori. Già nel febbraio del 2007, le regioni e le province autonome della pianura Padana, hanno sottoscritto un accordo col Governo per la riduzione dell'Inquinamento Atmosferico. L'Italia non può vietare la vendita dei nuovi Diesel Euro 4 senza filtro, ma può discriminarne la circolazione e può evitare di finanziarne la vendita: chiediamo a Stato e Regioni della Pianura Padana di richiedere alle case automobilistiche e ai concessionari auto un accordo che li impegni a non vendere più diesel nuovi senza filtri.
8. Incentivi e limitazione da rivisitare in funzione del reale impatto sull'inquinamento atmosferico dei veicoli. Emerge con grande evidenza dal dossier dell'Associazione svizzera Traffico e Ambiente (ATA) e Legambiente pubblicato sulla rivista “La nuova ecologia” di maggio, non ha senso incentivare uniformemente la sostituzione del vecchio con auto Euro 4. Tutte le auto vendute oggi sono già Euro 4, ma inquinano in modo diverso. Un diesel senza filtro inquina il triplo di un'auto a benzina, ma compete con la benzina sulle cilindrate maggiori, purché dotate di filtri antiparticolato. Molto meno inquinano le auto a metano. Le auto piccole, leggere e parsimoniose sono superate sul filo di lana dalle ibride elettrico - benzina.
9. Richiesta al Governo di ritirare il ricorso contro la legge lombarda ed estendere il divieto agli euro 0 sulle strade statali e autostrade. Al Governo nazionale e in particolare al Ministro dei Trasporti, chiediamo di decretare, a partire dal prossimo autunno, il divieto di circolazione a tutti i camion Euro 0 (cioè quelli più vecchi di 13 anni) in tutte le strade statali e le autostrade della Pianura Padana. Chiediamo inoltre al governo di sostenere tutte le disposizioni regionali e provinciali di disincentivo e limitazione alla circolazione di veicoli inquinanti sulle strade cittadine, intercomunali e comunali. Cadrebbe in questo modo anche il ricorso del governo contro la legge regionale lombarda.
10. Seguire il modello del Trentino Alto Adige. Le Province di Trento e di Bolzano,infatti, lo scorso 31 ottobre 2006, hanno stipulato con il Land Tirol della Repubblica d’Austria un accordo di programma finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria lungo il corridoio del Brennero e ad assicurare, un elevato livello di tutela della salute. L' accordo di Programma prevede la sospensione della circolazione, lungo la autostrada A22 e lungo la statale 12, dei veicoli maggiormente inquinanti, come autotreni ed autoarticolati di classe Euro 0 e Euro 1.