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Perchè no ai fondi pensioni , a cura di Beppe Scienza.
- Subject: Perchè no ai fondi pensioni , a cura di Beppe Scienza.
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 23 Feb 2007 06:50:43 +0100
Perché no ai fondi
pensione,
a cura di Beppe Scienza (docente matematico
universita' di Torino).
Per il professor Beppe Scienza, la previdenza complementare non garantisce
il potere d\'acquisto delle somme versate.
Che cos\'è che non va nella legge sulla destinazione del Tfr alla
previdenza
complementare?
«Oltre alla subdola clausola del silenzio-assenso, soprattutto una grave
disparità di trattamento: chi tiene il Tfr nella forma attuale potrà
sempre
cambiare idea; chi passa alla previdenza complementare, non potrà mai
tornare sui suoi passi. Poi ci sono vere e proprie assurdità».
Ci faccia un esempio...
«Nei fondi pensione chiusi piazzeranno i propri uomini (e donne) sia i
sindacati sia le aziende. Ma qui la concertazione non ha nessun
fondamento:
i soldi nei fondi spettano solo ai lavoratori che aderiscono. Che cosa
c\'entrano i datori di lavoro?».
Eppure è una legge che gode di un largo consenso…
«Diciamo pure che è un esempio da manuale di un provvedimento cosiddetto
bipartisan: il Governo Prodi ha anticipato in fretta e furia la riforma
Maroni-Tremonti, praticamente senza cambiarne una virgola».
Ma nella sostanza conviene tenersi il Tfr o aderire a un fondo pensione?
«Per chi entra ora nel mondo del lavoro, rinunciare al Tfr vuol dire non
ricevere più la liquidazione nel momento in cui venisse licenziato: già
questo è molto grave. Per tutti significa che, all\'età della pensione,
almeno metà del capitale nel fondo sarà obbligatoriamente convertito in
una
rendita a condizioni decise da altri. In ogni caso è prudente tenersi ben
stretto il Tfr finché non esistono fondi che garantiscano il potere
d\'acquisto delle somme versate».
Quali garanzie abbiamo che la gestione dei fondi sia trasparente?
«La legge sulla previdenza complementare non impone nessuna particolare
trasparenza, per cui è scontato che essa sarà ancora minore rispetto a
quella (quasi nulla) dei fondi comuni d\'investimento».
È vero che la pensione integrativa sarà liquidata un giorno da una
compagnia
di assicurazioni?
«Potrebbe anche essere lo stesso fondo pensione a farlo. In entrambi i
casi
si corrono rischi d\'insolvenza, perché non esiste nessun fondo di
garanzia,
come invece per i soldi depositati in banca».
Chi ci guadagna di più dai fondi pensione: il lavoratore o il gestore?
«Il gestore ci guadagna comunque vadano le cose. Il rischio è scaricato
tutto sul lavoratore, che può guadagnarci o rimetterci anche molto. Il
vero
vantaggio del Tfr non risiede comunque in un\'alta redditività, ma in
un\'elevata sicurezza».
Ma i fondi pensione possono anche fallire?
«No, ma in situazioni come quelle degli anni Settanta, un fondo azionario
perderebbe anche il 75 per cento del suo valore reale. In un caso simile i
¾
della pensione integrativa andrebbero in fumo. Il limite di tutta la
previdenza complementare è l\'assenza di garanzie in termini reali, mentre
il Tfr difende egregiamente il potere d\'acquisto delle somme
accantonate».
*Intervento tratto dal sito www.beppescienza.it, per gentile concessione
del
Prof. Beppe Scienza, docente di matematica all\'Università di Torino.
universita' di Torino).
Per il professor Beppe Scienza, la previdenza complementare non garantisce
il potere d\'acquisto delle somme versate.
Che cos\'è che non va nella legge sulla destinazione del Tfr alla
previdenza
complementare?
«Oltre alla subdola clausola del silenzio-assenso, soprattutto una grave
disparità di trattamento: chi tiene il Tfr nella forma attuale potrà
sempre
cambiare idea; chi passa alla previdenza complementare, non potrà mai
tornare sui suoi passi. Poi ci sono vere e proprie assurdità».
Ci faccia un esempio...
«Nei fondi pensione chiusi piazzeranno i propri uomini (e donne) sia i
sindacati sia le aziende. Ma qui la concertazione non ha nessun
fondamento:
i soldi nei fondi spettano solo ai lavoratori che aderiscono. Che cosa
c\'entrano i datori di lavoro?».
Eppure è una legge che gode di un largo consenso…
«Diciamo pure che è un esempio da manuale di un provvedimento cosiddetto
bipartisan: il Governo Prodi ha anticipato in fretta e furia la riforma
Maroni-Tremonti, praticamente senza cambiarne una virgola».
Ma nella sostanza conviene tenersi il Tfr o aderire a un fondo pensione?
«Per chi entra ora nel mondo del lavoro, rinunciare al Tfr vuol dire non
ricevere più la liquidazione nel momento in cui venisse licenziato: già
questo è molto grave. Per tutti significa che, all\'età della pensione,
almeno metà del capitale nel fondo sarà obbligatoriamente convertito in
una
rendita a condizioni decise da altri. In ogni caso è prudente tenersi ben
stretto il Tfr finché non esistono fondi che garantiscano il potere
d\'acquisto delle somme versate».
Quali garanzie abbiamo che la gestione dei fondi sia trasparente?
«La legge sulla previdenza complementare non impone nessuna particolare
trasparenza, per cui è scontato che essa sarà ancora minore rispetto a
quella (quasi nulla) dei fondi comuni d\'investimento».
È vero che la pensione integrativa sarà liquidata un giorno da una
compagnia
di assicurazioni?
«Potrebbe anche essere lo stesso fondo pensione a farlo. In entrambi i
casi
si corrono rischi d\'insolvenza, perché non esiste nessun fondo di
garanzia,
come invece per i soldi depositati in banca».
Chi ci guadagna di più dai fondi pensione: il lavoratore o il gestore?
«Il gestore ci guadagna comunque vadano le cose. Il rischio è scaricato
tutto sul lavoratore, che può guadagnarci o rimetterci anche molto. Il
vero
vantaggio del Tfr non risiede comunque in un\'alta redditività, ma in
un\'elevata sicurezza».
Ma i fondi pensione possono anche fallire?
«No, ma in situazioni come quelle degli anni Settanta, un fondo azionario
perderebbe anche il 75 per cento del suo valore reale. In un caso simile i
¾
della pensione integrativa andrebbero in fumo. Il limite di tutta la
previdenza complementare è l\'assenza di garanzie in termini reali, mentre
il Tfr difende egregiamente il potere d\'acquisto delle somme
accantonate».
*Intervento tratto dal sito www.beppescienza.it, per gentile concessione
del
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