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siamo uomini o automobili?
- Subject: siamo uomini o automobili?
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 12 Jan 2007 06:37:53 +0100
dal secolo xix di giovedi 6 luglio 2006,
SIAMO UOMINI O AUTOMOBILI? CASTELLETTO
INSEGNI
Caro Maggiani, ti scrivo approfittando della nostra amicizia e ricordandomi di te quale abitatore di Castelletto: una di quelle anime pendolari o transumanti che ogni giorno incamminandosi verso il lavoro si fermano davanti alle vetrate dell’ascensore a guardare lo spettacolo della città e del suo mare come se fosse la prima volta, per poi tuffarsi in fila nel tunnel di Portello quasi mossi dal pifferaio magico di turno, l’ambulante che li attende suonando il suo strumento nella speranza di rimediare qualche spicciolo. Il fatto è, caro Maggiani, che sulla nostra amata Spianata sta per abbattersi un flagello del quale sono responsabili, credo, quegli abitatori della città esigenti e invadenti, e a quanto vedo assai potenti, che sono diventate le automobili, più importanti ormai degli uomini. Ma anche coloro che, dentro e fuori le istituzioni, agiscono in nome di tali abitanti-automobili e dei forti interessi che intorno a loro si muovono (compresi quelli dei costruttori di parcheggi e dei proprietari di appartamenti nei dintorni degli stessi). E comunque non sono abbastanza fermi per fronteggiarli. Sto parlando della folle idea di andare a scavare sotto la Spianata, penetrando nei recessi di un sito antico e fragile, complesso, carico di storia, per costruirvi un parcheggio privato, cioè appunto per dare ricovero e protezione e sonno confortevole a qualche decina di abitanti-automobili, togliendoli contemporaneamente a molte centinaia di abitanti-uomini e donne. Progetto insensato, espressione di una cultura che si vuole moderna e che appare invece semplicemente violenta e aggressiva. Progetto che comporta rischi e disagi incalcolabili (nel senso di non prevedibili) a fronte di risultati modesti, nell’interesse di poche persone facoltose, di progettisti e di costruttori. Progetto che ha già incontrato l’opposizione di molta parte della popolazione, ma che viene periodicamente riproposto, con un’insistenza sospetta, e che sembra trovare ora un’attenzione premurosa nell’amministrazione di centro-sinistra. Io sono certo, caro Maggiani, che né il solerte amministratore di delegazione né l’architetto illuminato da cui dipendono le sorti urbane – parlo naturalmente in maniera figurata - sono animati da intenzioni meno che encomiabili e disinteressate. So benissimo che essi ereditano i guai di un cinquantennio di crescita disordinata delle città e della motorizzazione privata. Non voglio credere che si arrendano, unico caso nelle città storiche dell’Europa civile, a questa pressione incontenibile delle automobili-abitanti e dei loro procuratori anziché darsi da fare per proteggere e valorizzare l’ambiente, come sarebbe loro compito e vocazione, specie nel luogo panoramicamente più significativo della città. Ma vedo che proprio questo sta accadendo e temo fortemente che se molte voci non si solleveranno per gridare contro lo scempio, il paradiso di Caproni possa presto diventare un inferno. Per questo ti chiedo una mano, anche a nome di tante persone che vivono qui e amano questo luogo e che di fronte ai disastri annunciati sono intenzionati a mettersi di traverso. Anche contro la giunta comunale che molti di loro hanno votato. Antonio Gibelli Genova Giù le mani dalla Spianata, avidi barbari! Qui,
come enunciato dal mio
amico Gibelli, c’è un palese conflitto di interessi, visto che, come prudentemente lui stesso ha premesso, abito anch’io a Castelletto e se non fosse stato per il privilegio di godere della sua Spianata, forse non ci sarei mai andato a stare. Ciò detto, lo scandalo è tale per cui sarà difficile accusarmi di parzialità. I parcheggi servono, non c’è niente da dire. I parcheggi sono essenziali, lo dice uno che manco ci ha l’automobile. Cionondimeno un urbanista, un amministratore un abitante pensanti devono prendere una decisione al riguardo, che precede tutte le altre: bisogna usare la città perché serva i parcheggi o dobbiamo costruire parcheggi perché servano la città? Da questa scelta deriva il modo e la qualità del vivere nella città, il carattere della città, la sua natura estetica e culturale, la qualità della vita dei suoi abitanti. Spianata Castelletto è un patrimonio architettonico di tutta la città e di qualche centinaio di pullmann di turisti che si fermano a fare ah e oh davanti al panorama. Ma è soprattutto un patrimonio di umanità urbana. La Spianata è popolata estate e inverno, sera e mattina da tutta la gente del quartiere, dai neonati ai venerandi centenari. È la risorsa più importante dal punto di vista della socialità e della qualità della socialità di Castelletto. Sono migliaia i cittadini che ne godono, come godono della bellezza delle crose che la relazionano con la città, e del suo ascensore, naturalmente. Chi vive a Castelletto sa che deve sacrificare qualcosa delle comodità della contemporaneità; chi sceglie salita San Rocchino per vivere sa, o dovrebbe sapere, che non potrà mai andare a casa in automobile. Così chi vive in Sant’Anna, la piazza segreta di Castelletto, anche se c’è chi, autorizzato dal silenzio assenso dei vigili urbani, riesce a ficcare la sua automobile nel bel mezzo di una delle più belle piazze d’Italia, anche a costo, ma i costi non devono essere un problema, di lasciare ammortizzatori e copertoni sugli scalini della sua crosa. Ma torniamo ai parcheggi. A Castelletto ne è stato terminato uno in questi giorni, a Ponte Caffaro. È una delle cose più brutte, invadenti, mostruose che mi è capitato di vedere; voglio solo sperare che sia costato alla proprietà in oneri di urbanizzazione una cifra tale da garantire un migliaio di ettari di aree verdi per la periferia spoglia della città. Almeno è servito a qualcosa per la comunità quel mostro. Diciamo che con quello la bellezza della Città in Salita ha già dato abbastanza agli interessi immobiliari e alla comodità dei proprietari di più automobili. Scavare la Spianata, distruggere le crose, mettere per qualche anno sottosopra il quartiere per trenta, quaranta posti macchina, questo no, questo è troppo. Chi ha voglia di vivere con le sue tre automobili sotto il letto può scegliere altri ridenti e assai qualificati quartieri, nati per ospitare le auto accompagnate dagli umani. Castelletto, e non solo, naturalmente, è stato progettato per un altro modo del vivere, ed è stato progettato e realizzato con una perizia e geniale ragionevolezza che mi piacerebbe riscontrare negli attuali urbanisti. Gli abitanti del quartiere che hanno problemi di mobilità, fanno bene a fare dure battaglie per l’efficienza dei mezzi pubblici, fanno bene a proporre sistemi innovativi e alternativi non invadenti, farebbero bene a organizzarsi per corse di taxi collettive. In tutto il mondo occidentale furoreggia l’inventiva in fatto di mobilità urbana e suburbana, vediamo cosa può andar bene per Castelletto e la sua gente. Per alcuni va benissimo la bolla speculativa sugli immobili, ma non per questo possono farla da padroni. |
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