genova terzo valico: domande e risposte al presidente della CARIGE Berneschi e a BURLANDO ODDONE e BISAGNO



 

Dopo la decisione delle Ferrovie di chiudere ufficialmente i cantieri dei fori pilota (in realtà già chiusi nel febbraio 1998 dai carabinieri e frequentati solo dall’uomo dall’elmetto giallo, quel Grillo che ha partecipato a ben 35 inaugurazioni dell’avvio del Terzo Valico), si è alzato un coro generale di piagnistei, soprattutto sul versante ligure.

Tutti giù a dire che è la fine del mondo, che c’è un Governo ladro, che ci trattano da “baluba” (Giovanni Berneschi), che quello svergognato di Moretti pensa solo a finire la Torino – Roma e a far funzionare le ferrovie. Un piagnisteio generale, come ben lo definisce  Antonio Bruno.

E soprattutto da parte di coloro che erano usciti due mesi fa con battute da scompisciarsi addosso dal ridere, quali “saranno i privati a finanziare l’opera, Intesa, Unicredito e Carige in prima fila” e naturalmente, dopo ogni convegno, a fine rinfresco, mangiata e bevuta se ne andavano senza lasciare neanche dieci euro sul tavolo.

Il triste di tutta questa vicenda è che mai, ma proprio mai venga fuori che non solo il Terzo Valico è inutile, ma che comporta sfracelli e spese enormi senza ritorno e che c’è ben altro da fare. Nessuno che scriva sui giornali che con quanto si è speso in 15 anni di consulenze, progetti, convegni, cantieri  truffaldini, “mostri” di cemento, si sarebbero potuti realizzare molti degli interventi alternativi che noi cominciammo a proporre già dal 1993.

 

Nessuno, ma proprio nessuno che citi questi dati che voglio proporvi nei termini più semplici possibile:

- quanti sono i container da trasportare? Un milione e seicentomila con un aumento quest’anno del 2%, dopo anni di regresso (la previsione del 1992 era di un aumento del 12% ogni anno)

- quanti valicano l’Appennino? Il 60%, quindi intorno al milione

- quanti utilizzando le ferrovie? L’8% secondo alcuni, sino al 20% secondo altri. Quindi, largheggiando, 200.000 container

- quanti ne possono trasportare le tre linee esistenti dietro Genova? Senza farci nulla 600.000. Con piccoli ammodernamenti sui 2 milioni

- quali sono le condizioni attuali del trasporto merci? Per almeno tre giorni alla settimana non ci sono merci da trasportare e i convogli vengono soppressi. Spesso mancano locomotori, macchinisti e carri adeguati. Va aggiunto che il nodo di Genova non consentirebbe oggi un serio trasporto merci

 

A essere sinceri non è giusto  dire proprio nessuno, a parte noi qualcun altro c’è, in particolare un certo Mauro Moretti che ultimamente ha rilasciato queste dichiarazioni:

 

Il SECOLO XIX del 25.giugno.2006 – domanda di Mauro Moretti, a Sergio Sara, vicepresidente di Assofer, dopo aver ascoltato una relazione in cui si affermava che dal porto di Genova i contenitori trasportati via ferrovia non superano la quota di 320.000 su 1.600.000, mentre le linee attuali che molti giudicano inadeguate, consentono già adesso  il trasporto di 600.000 contenitori
« Perché mi chiedete del Terzo Valico se non saturate nemmeno le linee esistenti ? »

 

IL SECOLO XIX del 15 luglio 2007 – dichiarazione di Cesare De Piccoli, vice del ministro Bianchi: «Non dipende dall’esistenza o meno del Terzo Valico se sul treno si movimenta solo l’8% della merce».


LA STAMPA del !° agosto 2006   «Ieri il ministro Di Pietro ha detto  Il Terzo Valico "non rientra nelle priorità, non è finanziato. Non c'è un euro", Mauro Moretti aggiunge: "Ci sono già cinque valichi disponibili". Inoltre Mauro Moretti, a nome di Rfi, ha segnalato che "ci sono tracce ferroviarie inutilizzate tra Piemonte e Liguria e verso Nord che possono essere coperte e che sono già disponibili cinque valichi, fra i quali in particolare la Voltri-Ovada


La STAMPA del 2.agosto 2006 – dichiarazione di Mauro Moretti riferita da Paolo Filippi, Presidente della Provincia di Alessandria:
«… adesso ci ha detto che le linee per le merci non sono sature e possono reggere lo sviluppo del Porto di Genova ipotizzato. Sono disponibili tracce-treno, è sottoutilizzata la Voltri-Ovada e sono da potenziare i cinque valichi già esistenti su tutto l’arco ligure»

La STAMPA del 10.ottobre.2006 – sempre Mauro Moretti:
« Le linee esistenti possono accogliere altri treni, occorre sfruttare di più la Voltri-Ovada, le pendenze e le gallerie strette non sono un problema »

Il SECOLO XIX – Marittimo e Borsa del 28. ottobre.2006, dichiarazione di Mauro Moretti durante la Conferenza Italo-Svizzera organizzata il 26 e 27 ottobre a Genova:
« Le linee sono utilizzate al 65%, nessuna azienda si lancerebbe in nuovi investimenti senza arrivare prima almeno al 90% »

In merito ai giganteschi progetti di interporti di Alessandria, sempre sulla pagina “Marittimo e Borsa” del SECOLO XIX del 28 ottobre 2006, Moretti dichiara:
« Novara è il centro di smistamento di riferimento per FS »  Mette in risalto per Alessandria un problema tecnico: «la rottura del carico, ovvero lo stop dei container in una stazione intermedia, ovvero maggiori costi per gli operatori del trasporto».

Mauro Moretti non è né un “asino ragliante”, né un iscritto all’AFA e non fa parte dei Comitati Interregionali per il NO al supertreno: è l’ Amministratore Delegato di RFI.